di Claudio Ricci
C’ è un fatto intorno all’orologio della torre di Macerata: se ne fa un gran parlare sia nel bene che nel male. La replica della macchina oraria dei fratelli Ranieri, con tanto di planetario e automi che usciranno dalla nicchia, che tornerà nel suo posto originario sulla torre civica di piazza della Libertà sabato prossimo è l’argomento all’ordine del giorno per i maceratesi, divisi tra critiche ed elogi sull’operazione “Torre dei Tempi” (leggi l’articolo). Il dibattito dei commentatori ormai noti ed identificabili di CM, ticchetta adesso sull’argomento dei materiali usati. Voci sempre più insistenti vorrebbero che il quadrante, originariamente in marmo e rame, sia di un particolare polimero rinforzato che riproduce realisticamente l’effetto visivo dell’ apparato originario. Altro discorso, quello della macchina oraria. Il brevetto del 1.500 prevedeva l’uso del ferro battuto. Oggi ingranaggi e altri elementi sono invece in acciaio ed elettrosaldati.
Ma c’è chi non la prende in maniera così filosofica data la spesa di 750mila euro sostenuta dal Comune per l’intervento. A maggior ragione se le critiche vengono da chi promosse la ricollocazione già in tempi non sospetti. Il 16 giugno del 2006 l’architetto e all’epoca consigliere comunale di Forza Italia, Silvano Iommi, lanciò la sfida all’amministrazione Meschini, presentando in Comune 1.250 firme raccolte tra i maceratesi per riportare macchina oraria, planetario e pupi sulla torre. “Lavori pubblici ed urbanistica devono conciliarsi con l’idea del bello” disse all’epoca Iommi, che proponeva, documenti alla mano, una ricostruzione filologica dell’orologio e del carosello ad esso collegato. Due le condizioni richieste alla consegna delle firme da Iommi: l’istituzione di un comitato tecnico – scientifico e la realizzazione della ricostruzione in 4, o 5 anni al massimo. «I documenti ci sono – disse – basta essere rispettosi dell’orginale e andare avanti senza aver paura». Un rispetto dell’originale, che a voler essere pedissequi non c’è stato.
«La replica dell’intero apparato visivo dell’antico orologio del Ranieri è interamente in plastica – scrive in un commento su CM Iommi – Certamente si tratta di resine speciali e rinforzate che riescono ad imitare il marmo, le dorature, le laccature e gli sbalzi del rame. La cosa non costituisce reato e nemmeno peccato, tuttavia, bastava dirlo pubblicamente così come era già stato detto per i Pupi, non più in legno, e per il meccanismo interno non più in ferro. Personalmente credevo (e avrei preferito) che almeno le parti fisse della decorazione venissero realizzate in pietra e che almeno la corona circolare con i segni dello zodiaco venisse rifatta in rame secondo le indicazioni documentarie. Ma ormai è così e non ci sarà da stupirsi se qualche maceratese parlerà di “torre dello Swatch” anzichè di “Torre dei Tempi”. Allo stesso modo non ci sarà da stupirsi se il solito maceratese continuerà ad interrogarsi sull’enorme spesa sostenuta e l’abnorme pubblicità (elettorale) connessa. Già quando ero assessore all’Urbanistica nel 1998 rilanciai il tema del ripristino dell’antico orologio sulla torre civica con un’articolo pubblicato sul periodico del comune dal titolo tratto da una citazione di Jacques le Goff, “Dalle ore della fede alle ore del mercante”. Trovo l’attuale scelta di stampare in “plastica”, finto marmo, l’intero apparato decorativo fisso, non solo raggelante ma una caduta di stile intollerabile che tradisce un’ inquietante arrendevolezza culturale dell’amministrazione nei confronti della banalizzazione crescente. Un relativismo culturale che porta ad accettare tutto, costi quel che costi, purchè sia spendibile e consumabile subito al bancone elettorale. Questa vicenda non ha precedenti nella storia cittadina e nella storia delle falsificazioni di genere. Inoltre, non essendo frutto di una produzione dell’artigianato artistico capace di realizzare un pezzo unico, ci troviamo di fronte a degli stampi che potenzialmente potrebbero produrre pezzi in serie».
Intanto oggi pomeriggio la quinta campana che intonerà il Re4 nell’Angelus di Giovanni Stortoni che accompagnerà il carosello è stata issata sulla torre. Alle 18 circa, non prima di aver collaudato la melodia per un’ ultima volta, la gru della ditta Cipef ha sollevato la campana del peso di 140 kg (per un diametro di 64 cm) a 45 metri di altezza per posizionarla sul terrazzo del campanile. Lunedì verrà tolto il ceppo e la campana posizionata insieme alle altre quattro. «Ogni campana è una creazione a sè per riprodurre una tono unico nel suo genere – ha spiegato il titolare della ditta di cingoli incaricata di realizzarla, Sauro Cingolani – Questa è stata prodotta secondo un procedimento antico e con uno stampo in terra come si faceva 500 anni fa. Riprodurrà il Re4 aggiungendosi al Do del campanone di 20 quintali, del Re (13 quintali), del Sol (10 quintali) e del Sì (2,4 quintali). Un’operazione delicata preceduta dalla benedizione del vescovo Nazzareno Marconi che invitando i presenti a pregare rispettando il loro credo ha detto: «Il rito di benedizione di una campana è come quello di una persona, perchè il suo suono è una voce viva».
Molti i maceratesi e i visitatori intervenuti per assistere all’evento. «Mi fa piacere che ci siano molti bambini – ha detto il sindaco, Romano Carancini – che oggi vivono un evento storico e che potranno raccontare alle future generazioni questo momento così importante per la città». Domenica 19 aprile, alle 10.30 in occasione della tre giorni di festeggiamenti organizzata dall’amministrazione comunale, dopo l’offerta floreale all’effige della Madonna della Misericordia sul palazzo comunale, nell’ambito dei festeggiamenti per l’inaugurazione della replica dell’orologio planetario sulla torre civica, in piazza della Libertà, ci sarà la celebrazione della Santa Messa in occasione dell’indizione diocesana dell’anno santo della Misericordia.
(foto di Lucrezia Benfatto)
Il compositore dell’Angelus Gianfranco Stortoni, e il titolare della De Santis-Corinaldi Sauro Corinaldi spiegano la realizzazione della campana
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Dopo Macerata Posse…. ora canteremo anche Macerata Finta… 🙂
Quasi un milione di euro di spesa, ma finalmente ora i maceratesi (almeno quelli con gli uffici davanti all’orologio) possono sapere l’ora esatta! (E se Carancini sarà rieletto, abbiate fiducia, forse arriverà anche l’acqua in città, e i barbari saranno sconfitti!)
Silvano Iommi parla poco, ma non parla a vanvera. . E’ vero ciò che dice? Non vorrei che ci facesse l’effetto di una quinta di teatro in cartapesta. Si risparmia su ciò che dovrebbe rimanere per secoli?
Ci mancava anche questa: l’orologio della torre di plastica! Ma è possibile che la Sovrintendenza abbia permesso questo tipo di intervento? Su un monumento che ha 500 anni? E poi, è stato procurato lavoro per maestranze esperte locali? Che cosa lasciamo in eredità alle future generazioni?
La scenografia potrebbe essere arricchita con delle lucine led multicolor sul quadrante dell’orologio.
@Luigi.
Purtroppo questa volta hanno pensato più alle elezioni che alle future generazioni.
@ Giorgio.
E’ vero che non amo particolarmente intervenire spesso nei dibattiti ma questa volta non potevo tacere. Dopo gli elementi d’arredo urbano con le panchine tipo stazione ferroviaria lungo il Corso, le sedute tipo sassi dissuasori in via Matteotti, il semplicistico annuncio dello spostamento della statua di Garibaldi d’avanti ai cancelli (quando l’unico spostamento votato, condiviso e argomentato era quello di Mazzini in P.zza Mazzini); la scoperta dei profilati in plastica finto marmo stile neo-classico, montati ad ornamento del ripristinato antico orologio della torre, era francamente troppo.
Concordo pienamente con l’Arch. Silvano Iommi, che una riproduzione o replica dell’originale (per quanto discutibile), debba attenersi rigorosamente a forme, materiali, e cromie originarie, se ciò è stato in parte disatteso non possiamo parlare neppure di replica ben fatta.
E’ scontato che in questo caso rientriamo nella sfera della copia o imitazione, pertanto è doveroso che ciò sia messo a conoscenza dell’ipotetico visitatore o turista, e non cadere nell’intenzione o tentazione di trarre in inganno, altrimenti scadiamo nel falso storico ed artistico.
A questo punto se una replica andava rifatta, doveva rispettare anche l’uso originario dei materiali, altrimenti ci troviamo difronte ad una discutibile replica, e per di più mal eseguita, in quanto la ricostruzione filologica non è stata applicata.
A questo punto viene da chiedersi se per una copia dell’originale (spero non si parli di restauro) valeva la pena di spendere così’ tanti soldi.
Se si interviene in un edificio privato di un qualsiasi centro storico, i regolamenti edilizi prescrivono l’uso originario dei materiali o di quelli appartenenti alla tradizione locale, suona strano che in questo caso si faccia ricorso a polimeri rinforzati e non al marmo.
La campana sancisce ufficialmente l’accordo tra la curia e il primiero cittadino.
Accordo che ha già dato i suoi frutti l’8 marzo scorso e per il quale, il primiero, ha firmato così tante cambiali cambiali curiali politiche che, adesso, ha problemi al tunnel carpale ed ha il gomito del tennista
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A proposito: perchè chi ha preso il potere a Macerata indossa la fascia viola e non quella tricolore??
Passeremo alla storia per ave rovinato una torre con più di 500 anni con un orologio di plastica! Potevano farlo fare alla apple almeno era di marca popolare a costi contenuti! Ha proprio ragione Iommi nel suo articolo!
https://www.youtube.com/watch?v=1jYABSVA6eE
Caro Silvano Iommi o meglio Kallicrates ( come amavi chiamarti per avere la possibilità di insultare la gente nascosto nell’ombra) lascio la questione circa il materiale usato per la realizzazione della replica a gente più esperta di me e se mi permetti anche di te. Io non devo fare campagna elettorale come te e come tanti altri quindi è bene che la gente sappia la verità su alcune tue dichiarazioni che inevitabilmente senza contraddittorio hanno scatenato giustamente polemiche:
1. Sinceramente ricordo le mie 2280 firme che ho raccolto in 3 settimane e che conservo gelosamente e non le tue 1.400 che prima in una tua precedente dichiarazione erano 2.000 e addirittura raccolte in 3 giorni (sic! )
2. Se è vero che avevi presentato un progetto nel 1999, avevi trovato i fondi ( cosa che non risulta ) che avevi contattato il maestro Gorla per il preventivo e così via….. , come tu dici. Se sapevi tutto, se avevi fatto tutto, perchè non hai avviato un vero progetto di fattibilità? Solo per impedimenti burocratici ? Pensa lo avresti realizzato anche a costi inferiori. Non farci ridere e soprattutto racconta la verità.
3. E’ bene che si sappia anche in riferimento alla spesa ( visto che i primi finanziamenti li ho trovati faticosamente nel 2009 ) che i fondi stanziati dalla Regione non potevano essere destinati ad altro capitolo di spesa poichè erano riferiti alla voce beni culturali e se non utilizzati avrebbero preso la strada come sempre di Pesaro, Urbino, Ancona. Quindi dire che con quei soldi avremmo potuto mettere a posto le strade o altro non è assolutamente vero.
4. Ti sei chiesto perchè i vari soprintendenti, sempre rigidi nei loro giudizi, che si sono succeduti hanno dato parere favorevole ? Eppure sono professori, ingegneri e architetti come te.
5. E’ possibile che con un colpo solo tu sia in grado di denigrare oltre le Soprintendenze, l’ Istituto di scienza Galileo di Firenze( tra le eccellenze mondiali), il maestro Gorla (altra eccellenza) ? Certo rimane il sacrosanto diritto di critica ma questa volta mi sembra che hai mirato un pò sopra le tue possibilità.
6. Comunque ritenevo e ritengo legittime le critiche per la spesa, per la rimozione della lapide ed altro se veramente e sinceramente ispirate. Non è il tuo caso, stai solo diffondendo molto abilmente pillole di malessere che non fanno bene alla città.
Fai riferimento all’orologio come ad un spot elettorale. E la tua posizione come la vogliamo chiamare speculativa, visto che sei anche tu in campagna elettorale ? Allora tanto per essere chiari, qualcuno ha detto che non cambiare idea appartiene solo agli sciocchi. Sono d’accordo, ma non è il tuo caso. Almeno una cosa la possiamo condividere, gli insulti per essere stati nel PCI. Io mi sono fermato al 1982 e senza altra tessera in tasca, tu hai proseguito un legittimo percorso multicolore. Ed è proprio questo che fa nascere il sospetto su questo tuo rinnovato amore per la città e per il ” TUO E SOLO TUO OROLOGIO”
Caro Kallicrates, scusami volevo dire caro Silvano, opportunamente Cronache Maceratese ha messo fine agli interventi degli anonimi, dei pusillanimi e dei vigliacchi che sono sempre in agguato nell’ombra e così anche tu sarai costretto a rinunciare alle offese e a raccontare, se ti riesce, la verità. Io difendo con orgoglio questa operazione, anche se ancora priva del restauro e della musealizzaione delle parti originali, indipendentemente dal colore dell’ Amministrazione che in questo caso va apprezzata per la determinazione e il coraggio e che per il resto sarà giudicata dai cittadini.
Se Di Geronimo fosse entrato nel merito delle affermazioni di Iommi dicendo la sua senza fiele e acrimonia avrebbe consentito a tutti un approfondimento e un confronto migliori. Abbiamo comunque capito che il suo orologio e’ fermo al 1982.
l’aspetto più folle e tremendo della questione è che dei pupi di plastica siano considerati dalle istituzioni, finanche a livello europeo, beni culturali, opere d’arte, espressioni del Bello, arricchimenti del paesaggio urbano e del suo decoro mentre invece le strade senza accattoni o senza buche non appartengono a nessuna idea di Cultura ufficialmente riconosciuta, non fanno parte, non rientrano, non esistono nella realtà del Potere, del suo arrogante e delirante sapere e del suo accecato vedere…
Caro @Cerasi, il tunnel carpale e il gomito del tennista si curano facilmente e agevolmente… qui temo che siamo alla rottura dei legamenti e delle connesse terminazioni nervose del braccio e della mano: servirebbe un doppio intervento di alta chirurgia specialistica (comunque dai risultati non garantiti).
@ Luca Perilli
Dopo l’infausto vescovo precedente (che era risucito a far incavol@re i cattolici, con relativi baciapile e codini) chiunque fosse venuto dopo non avrebbe potuto fare di peggio, al limite anche se sceglievano uno a caso sull’elenco telefonico sarebbe stato meglio di Giuliodori…
Questo nuovo (che scemo non è) ha annusato l’aria, ha avuto la fortuna di ritrovarsi con delle primarie tra le mani (e con la genuflessione di chi è andato a raccattare voti) e si è mosso di conseguenza…
Siamo tornati indietro di 150 anni, al tempo del Papa Re…
Di Jommi e di ForzaItalia c’è da fidarsi loro hanno autenticato Ruby come nipote di Mubarak,l’ex presidente del consiglio si vantava di non leggere libri da oltre 20 anni,il loro ministro dell’economia diceva che con la cultura non si mangia e ora vogliono darci lezioni morali sullo scadimento di Macerata,Ma mi faccia il piacere!!!!!!!!!
Caro @Cerasi, pur condividendo quel che scrivi, io ho un’opinione un po’ più severa della tua: il Vescovo (la Chiesa-istituzione in senso lato) ha fatto e fa egregiamente il proprio mestiere… chi si dichiara politicamente laico, invece?
Caro Cerasi,hai capito come funziona il meccanismo ? In questo caso piu’ fasullo dell’orologio swatch: il mostro pugnalatore di ostie si aggira nei vicoli e per le strade della città’,sicché’ guerra santa sia anche per che’ il nemico non c’e’e comunque usa soltanto le armi del pensiero e della parola,neppure bugie e diffamazioni.Finita la ‘bagarre’ e terminati i festeggiamenti parrocchiali, impegniamoci seriamente a dar vita ad un serio confronto sul tema ‘clericali e laici a Macerata dai primi moti risorgimentali ad oggi’.
Caro @Pambianchi, a occhio e croce temo sia un impietoso 10-0 per i clericali.
Corriamo il rischio che lo “swatch” o se preferite la replica realizzata con materiali non originari, fra qualche anno scenda dalla torre, così altri soldini per calarlo giù.
Giovanni Di Geronimo, che di quest’opera, comunque positiva per la città, è uno dei padri “nobili”, probabilmente quello che negli ultimi anni (sia durante il suo assessorato che dopo, grazie ad un’apposita delega che gli venne conferita, se non sbaglio, proprio dal Sindaco Carancini) più si è speso per essa, ha giustamente detto che sul piano tecnico, cioè per quanto concerne i materiali usati, non è in grado di dire nulla, lasciando il compito di rispondere ai dubbi ed alle perplessità sollevate dall’architetto Silvano Iommi a chi ha realizzato e commissionato l’opera.
Ebbene, mentre l’Amministrazione, in pieno delirio autocelebrativo, sta facendo del nuovo orologio “planetario” l’ottava meraviglia del mondo moderno, con tanto di feste, di benedizioni e di nuovi dépliant autoreferenziali pagati ancora una volta dalla collettività, nulla però ha sinora risposto ai rilievi tecnici di Silvano Iommi. Silenzio assoluto sul punto.
E un analogo, altrettanto inspiegabile, silenzio è venuto da parte dell’impresa che ha diretto e gestito la realizzazione dell’opera, come se i cittadini non avessero il diritto di conoscere le caratteristiche tecniche di un’opera comunque molto importante e molto costosa.
Il nuovo orologio planetario non merita, oltre a ben tre giorni di festa cittadina (manco fosse venuto alla luce l’erede del Regno Unito), anche il massimo della trasparenza e della chiarezza?
Entriamo nel tecnico e nel modernismo visto che il lato politico non è il mio forte dato che da comunista quale orgogliosamente sono non mi appassiona denigrare nè Giunta nè opposizione che non mi rappresentano nella stessa misura.Marchi famosi automobilistici hanno ripresentato delle loro icone che hanno fatto la storia delle 4ruote con materiali nuovi,più consoni ai tempi,con differenti tecnologie eppure le vendono ugualmente;il Louvre cambiò il suo ingresso con la Piramide di vetro eppure è sempre frequentatissimo;Cracco fa la carbonara con la cipolla eppure è considerato un grande chef.Morale politica:che se ne parli bene o male la questione favorirà chi è gia in sella;morale personale:che squallore il dibattito maceratese veramente provinciale di gente che fa finta di non sapere che i problemi reali sono altri e più importanti.
A fare propaganda politica mi sembra che siano in molti.
L’operazione è stata fatta sotto la supervisione della Soprintendenza quindi ritengo che criticare i materiali sia uno spot elettorale. Tutti scienziati e tutti conoscitori della materia.
Sono perfettamente d’accordo con le osservazoni di De Gironamo.
I soldi erano destinati dalla Regione a interventi culturali e quindi non potevano essere spesi per altri tipi di intervento (buche e asfalti).
@ Carlo Valwentini
C’è una grossa differenza a fare propaganda politica <em<in proprio e farla, invece, con i soldi pubblici.
Quali sarebbero i soldi pubblici di grazia?
@ Carlo Valentini
Non faccia finta di non acver capito, sarebbe una caduta di stile.
Caro@Peppe.
Non è la prima volta, purtroppo, che domande e quesiti posti all’Amministrazione sono rimaste senza risposta. Per esperienza so anche che persino diverse mozioni votate in Consiglio Comunale sono state ignorate.
Tuttavia, leggo a stralci dal volantone-manifesto arrivato nelle case: “……OPERA LABORATORI FIORENTINI HA REALIZZATO LE COPIE DELLE SCULTURE LIGNEE……..LE COPIE, REALIZZATE CON UN PROCEDIMENTO BREVETTATO……..NEL RISPETTO DEI MOVIMENTI DESCRITTI NEI DOCUMENTI STORICI……. L’ARCHITETTURA DELL’EDICOLA E’ STATA RICOSTRUITA USANDO MATERIALI (MARMO, MALTE, PIETRE, METALLI, ECC.) LAVORATI SECONDO MODERNE TECNOLOGIE AMPIAMENTE UTILIZZATE NEI PROCESSI DI RESTAURO, IN MODO DA GARANTIRE LA PERFETTA CONSERVAZIONE DEL MANUFATTO NEL LUNGO PERIODO……”.
Sembrerebbe che “l’edicola” sia cosa diversa dal “quadrante” (che abbiamo già visto essere almeno nelle parti fisse in resina). Su questo occorre una risposta.
Inoltre, perché il preventivo predisposto da uno dei migliori artigiani locali nella lavorazione del marmo e della pietra, pur richiesto è stato ignorato? Quel preventivo stimava per l’insieme delle opere da marmista un’importo di circa 75 mila €. Chiedere come si arriva ai circa 750 o 800 mila € sembra del tutto legittimo.
Mentre la perfetta conservazione nel tempo della pietra d’Istria o del travertino è stata collauda da oltre 2 millenni, i nuovi brevetti e tecnologie hanno appena un paio di decenni e l’unica cosa che sappiamo veramente è che non saranno facilmente smaltibili e degradabili.
Non solo avremo un mega Swatch in plastica – peraltro assai costoso – sulla torre cinquecentesca dell’architetto Galasso da Carpi, ma anche l’impossibilità di leggere ed osservare la ricollocata lapide di Vittorio Emanuele con il proclama del Generale Diaz. Messa così di lato (praticamente al tramonto), bisognerà non soffrire di cervicale per poterla leggere. Di sicuro la potremmo vedere “di sguincio” ammirandone solo lo spessore. Tutto ciò al modico costo (per il momento) di 780 mila €. E anche sul dettaglio dei costi vi sarà molto da approfondire e discutere. Per non parlare del secondo “giornalino dei piccoli”, vero sindaco? Com’è stato possibile che questa “straordinaria” impresa culturale sia passata inosservata alla Soprintendenza? Forse per le stesse ragioni che hanno indotto molti cittadini a ritenere che si stesse veramente realizzando una replica dell’originale? “Pori sordi nostri”!!!
Il dibattito sui materiali utilizzati nella sua realizzazione non coglie il vero valore dell’opera. Un valore che, lungi dal risiedere nella maggiore o minore pregiatezza dei materiali, risiede tutto nello straordinario èpos narrativo che accompagna ogni fase di realizzazione dell’opera. Un’èpos che si costituisce in inesauribile e caleidoscopica fonte di simboli universali tale da imporre l’inclusione della Torre dei Tempi maceratese in quella lista UNESCO dei capolavori appartenenti al cosiddetto patrimonio “immateriale” dell’Umanità, lista della quale già fanno parte ad esempio il canto tenorile sardo e l’opera dei pupi siciliana.
@ Massimo Giorgi
Il video musicale “LA CAMPANA DEL VILLAGGIO”, che ci hai proposto di osservare su https://www.youtube.com/watch?v=1jYABSVA6eE
è straordinariamente appropriato per Macerata.
Sulla “Torre dello Swatch” o dei tempi, come capolavoro del patrimonio “immateriale” dell’Umanità da inserire nella lista dell’UNESCO, ho ancora qualche dubbio.
@Silvano Iommi:
Qualche residuo dubbio è comprensibile, però se ad entrare nella lista UNESCO ce l’han fatta le macchine a spalla da processione (vedi il video tra quelli in http://www.unesco.it/cni/index.php/immateriale-italia) perché non potrebbe farcela anche la macchina oraria di Macerata? Basterà portare in processione pure quella, e col quadrante dell’orologio in plastica magari è anche più leggera.