di Giancarlo Liuti
La direzione maceratese del Partito Democratico (e, suppongo, buona parte dello schieramento di centrosinistra) è contraria alla delibera della giunta Carancini sulla parziale pedonalizzazione del centro storico. Le ragioni sono apparentemente convincenti: prima di deliberare, si dice, bisognava indire un’assemblea fra i cittadini più interessati alla questione – commercianti e residenti – e prendere atto delle loro richieste. Ragioni apparentemente convincenti, ripeto.
Perché a quell’eventuale assemblea avrebbero partecipato soprattutto coloro che da tempo sono pregiudizialmente ostili a qualsiasi ipotesi di pedonalizzazione e di conseguenza la delibera sarebbe morta prima di nascere. Ciò, intendiamoci, non significa che alla giunta si possa consentire di non tener conto della volontà dei cittadini. Ma non a caso essa ha scelto la via dell’esperimento, con una delibera che sarà esecutiva per sei mesi, fino a tutto dicembre, dopodiché se ne valuteranno gli effetti. E se gli effetti si rivelassero positivi, chi oggi fa fuoco e fulmini potrebbe cambiare opinione, mentre, se fossero negativi, questa benedetta o maledetta delibera finirebbe nel cestino.
Saggia decisione, perciò, quella della giunta. Una decisione nella quale hanno trovato spazio i due diversi aspetti della questione: da una parte l’esigenza civile, culturale ed estetica di impedire che il centro storico finisca col perdere la propria secolare natura e dall’altra parte la consapevolezza della enorme complessità del problema – ecco, appunto, l’esperimento – nel quale si sommano tanti dati di fatto: il centro arrampicato su un colle, gli stili di vita di una società che non rinuncia all’uso individuale, sempre e comunque, dell’automobile, le conseguenze della crisi economica e, non ultimo, un perdurante difetto di progettualità della maggioranza dei commercianti cui interessa, comprensibilmente ma esclusivamente, il “qui e ora” (si noti la loro chiassosa protesta, venerdì pomeriggio, sotto la sede del Comune).
Non si creda tuttavia che questa delibera – ripeto, sperimentale – sia davvero rivoluzionaria, tale cioè da sovvertire radicalmente lo “status quo”. In essa c’è sì il divieto di sosta in Piazza della Libertà, ma ci sono anche le “soste brevi” in varie vie del centro, c’è sì l’apertura fino alle due di notte dei parcheggi con ascensore di via Armaroli e di viale Leopardi ma non c’è l’apertura di quello dei Giardini Diaz (annunciata, in attesa che si concludano – si concluderanno? – le trattative per il passaggio all’Apm), c’è sì l’aumento dei posti auto riservati ai residenti, che però continuano ad essere instabili e insufficienti. Un passo certo più lungo di alcuni piccoli passi precedenti, come la chiusura al traffico di corso Matteotti e l’apertura, fino all’una di notte ma solo in occasione di eventi particolari, dei parcheggi e degli ascensori di via Armaroli e dei Giardini Diaz. Non un grande passo, però.
Il 12 giugno 2012 il sindaco Carancini (nella foto con gli assessori Urbani e Pantanetti) illustrò i tre progetti per il parcheggio di Rampa Zara
Non quel grande passo – il parcheggio meccanizzato di Rampa Zara – che era stato presentato come fattibile, ma del quale non si ha più notizia. Eppure, quasi due anni fa, fu proprio il Sindaco a mostrarne con orgoglio tre progetti basati sulla collaborazione fra ente pubblico e iniziativa privata (leggi l’articolo) . E sembrava che bastasse sceglierne uno. E poi? Silenzio assoluto. Tutto tramontato. Per limiti finanziari del Comune? Per eccessive pretese dei privati? Chissà. Ci fosse stato spiegato, avremmo capito le ragioni e ci saremmo rassegnati al “destino cinico e baro”. Ma le ragioni non le sapremo mai, perché in questa città vige la pessima regola, a livello politico, amministrativo e di comunicazione, di far affogare nell’oblio gli annunci falliti. Grande passo, quello di Rampa Zara. L’unico che benché non completamente risolutivo avrebbe potuto dare una energica spinta al futuro anche commerciale del centro storico. Invece è rimasto nel libro dei sogni, o nel grembo – nei piedi? – degli dei. E adesso non restano che i passi piccoli o, come l’ultimo, di media lunghezza. Le macchine continueranno ad entrare in centro, magari senza sostare, o sostando per pochi minuti, o continuamente uscendo e rientrando nell’improbabile ipotesi di trovare un buco dove fermarsi. E nelle mie innumerevoli esperienze di giramondo non mi è mai capitato d’imbattermi in un’isola pedonale aperta alla circolazione motorizzata.
Passi non grandi, dunque, ma pur sempre in linea con l’idea (soprattutto dell’assessore Stefania Monteverde, persona di buona cultura storico-filosofica e titolare della casa editrice che pubblica gli affascinanti romanzi di Lucia Tancredi) di avvicinarsi a quel forse mitico o perfino utopistico traguardo – la vera isola pedonale – che a suo avviso è il solo in grado di garantire la salvezza del centro storico, i cui valori civili, culturali ed estetici sono il pilastro della identità cittadina (una Macerata che diventasse periferia di se stessa non sarebbe più Macerata ma una grossa Villa Potenza e una grossa Sforzacosta). So bene che in politica i passi vanno fatti secondo la gamba. D’accordo. E so bene che la gamba non è potentissima, e i passi non possono essere né lunghi né veloci, e la strada è piena di sassi, buche e avvallamenti, col rischio di slogarsi una caviglia. Ma c’è un proverbio che sta dalla parte della Monteverde: chi va piano va sano e va lontano. E ce n’è anche un altro: chi non risica non rosica. E i nostri remoti progenitori affermavano che la fortuna aiuta gli audaci. Per cui dico: forza, Stefania, tieni duro!
Tenere duro? E’ una parola! Gli ostacoli, infatti, sono anche politici. Fra nove mesi ci sarà un “esperimento” ben più importante della delibera su Piazza della Libertà: le elezioni amministrative. Ed è possibile che l’attuale maggioranza venga sostituita da un’altra di diverso segno (il centrodestra sta ovviamente accentuando la propria belligeranza non soltanto sulla pedonalizzazione, con un Riccardo Sacchi che paragona Carancini a Hitler) o anche dello stesso segno ma con programmi diversi e con un sindaco diverso , come dimostra, nel Pd e nell’intero schieramento di centrosinistra, la diffusa tendenza a far fuori Carancini e sostituirlo, fin dalle “primarie”, con un altro candidato alla fascia tricolore. Una tendenza, questa, che non è affatto nuova e non riguarda solo il centro storico, essendo emersa subito dopo le elezioni del 2010, dapprima con le continue insidie a Carancini sull’urbanistica da parte degli ex “meschiniani” e adesso con le ambizioni dei “renziani”, che puntano a ottenere il 40,8 per cento non solo in Italia ma anche a Macerata. Ed ecco perché ho definito “apparentemente convincenti” i rilievi mossi dalla direzione del Pd alla delibera sul centro storico: in essi, infatti, c’è una vecchia riserva mentale che riguarda ben altro, direi tutto.
Ma veniamo all’ostacolo maggiore: le automobili. A Macerata ne circolano oltre ventimila, una ogni due abitanti. Se le fai entrare, il centro ne resta intasato, con tanti saluti al fascino della sua bellezza. Se non le fai entrare, la gente preferisce recarsi, in auto, a fare acquisti nei supermercati di periferia e della valle del Chienti, con tanti saluti, stavolta, alla vitalità anche commerciale di quella bellezza. Un dilemma che pesa come un macigno. Nella seconda settimana di maggio il centro è stato straordinariamente animato dagli “Aperitivi Europei”, una manifestazione il cui esito ha suscitato commenti entusiastici da parte del Comune. Ebbene, nella tarda serata di uno di quei giorni c’ero anch’io, agli “Aperitivi Europei”, e incurante del pericolo di essere raggiunto, in corso della Repubblica, da schizzi di senape austriaca ho assistito allo spettacolo davvero impressionante di una gran folla di persone, sì, ma anche – ecco il punto – di macchine che sostavano dovunque, in piazza e in qualsiasi altro pur piccolo spazio, marciapiedi compresi. Una bolgia, insomma, dove le musiche rock diffuse “a palla” si mescolavano alle urla degli automobilisti che, avviato il motore e pigiando il clacson, non riuscivano a tornarsene a casa.
Ci risiamo, insomma, col problema di sempre: la gente va in centro solo se può andarci in auto. Altrimenti, quando le macchine non possono entrare, cioè in ore diurne, il centro appare, se non morto, in procinto di coma (ed ecco le proteste dei negozianti, ed ecco i programmi – “ultraliberisti” ma al tempo stesso “ultrarealisti” – del centrodestra che propone di spalancare ogni porta, ed ecco le amare sensazioni di maceratesi famosi come Dante Ferretti e Franco Graziosi che vivono altrove e quando gli capita di tornare assistono, affranti, a quei lunghi momenti di deserto.
E allora? Torno sul tramontato progetto di Rampa Zara: fare in modo che le auto si avvicinino il più possibile al centro senza entrarvi e chi le guida possa entrarci, in centro, comodamente, rapidamente, senza il disagio delle salite, e possa frequentarlo e abitarlo lasciandosi conquistare dalla serena armonia seicentesca e settecentesca delle chiese e dei palazzi e dall’accoglienza paterna dei tanti angoli ombrosi (i forestieri non ne sono forse incantati?). Adesso non restano che i passi minori, in un difficilissimo equilibrio fra l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione. Passi minori, già. Tentativi, esperimenti, speranza che le resistenze pregiudiziali si mitighino riflettendo sui fatti. Sennò diremo ciao al centro storico. E’ questo che vogliamo?
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In effetti, il malumore del PD e’ sembrato anacronistico ed ha il significato dell’avvio delle “anticipatarie”, ovvero della campagna di demonizzazione per segare il candidato alle “primarie”; insomma, una partita politica interna.
Dopotutto, la linea politica del partito di maggioranza ha devastato ogni tipo di confronto tra Giunta e maggioranza fin dai tempi della “verifica”, per cui non stupisce.
Al di la della utilità e fattibilità finanziaria del parcheggio Rampa Zara, credo sia assolutamente necessario mettere mano alla piattaforma di sosta degli autobus urbani che impegnano sistematicamente la corsia di marcia, con serio pericolo per l’attraversamento dei pedoni ed intralcio alla circolazione nelle ore di punta. Un’opera pubblica a cui potrebbe partecipare l’Apm considerato l’uso a cui sarebbe destinata.
giuste osservazioni ma un solo appunto …Macerata in questi anni e’ realmente diventata periferia di se stessa ed in particolare di Piediripa…dove sono confluiti tutti gli sforzi commerciali,cinema compresi,parte degli uffici della provincia,l’ufficio del lavoro etc…..se non si voleva svuotare il centro…tanti uffici e strutture dovevano rimanere nel tessuto cittadino che avrebbe continuato a vivere e prosperare ma oramai i buoi sono scappati e tanti saluti a tutti….
Caro Giancarlo,
nel congratularmi per i tuoi toni dialogici e non da stadio o da rissa di questi giorni, per quella che è ormai una tragica barzelletta maceratese che si prolunga da almeno 40 anni, mi chiedevo una volta di più – leggendo – come mai anche tu sia caduto, in un certo senso, nella trappola del “venire in Centro”, che è un problema relativo e di certo non il principale.
Mi servirò di un esempio che reputo calzante: abbiamo a disposizione un teatro storico, all’interno del quale abbiamo deciso che non si debba fumare. Alcuni pensano che invece sarebbe opportuno fumarci, impiantandoci degli aspiratori, mentre altri che tengono al bene storico insistono per la decisione presa. L’obiettivo è riempirlo con gli spettacoli, offrendo a chi ci verrà una cornice degna della rappresentazione che vedrà.
Modificando i termini dell’esempio (ed inserendo il centro storico) siamo allo stesso punto: potremmo qui fare una digressione sulle rappresentazioni destinate ad ottenere una così bella cornice (bene la Controra, ma Sagre, Sagrette, Befane scendenti, etc. un po’ meno…), ma una volta di più non è questo il punto: il punto è che il teatro, quando lo spettacolo finisce, si svuota, si spegne la luce e si chiude il portone.
Mi hai già capito, ovviamente: sono convinto – e non mi stanco da anni di ripeterlo – che il problema del centro storico di Macerata non risieda tanto nella possibilità di accedervi, ma nel fatto che non vi sia più residenzialità stabile maceratese (laddove per maceratese non intendo solo i maceratesi da generazioni, ma coloro che comunque sono residenti regolari della città). Dieci anni fa eravamo circa 15000, oggi siamo ridotti a meno di 2000: qualcosa significherà, immagino…
Certo: l’ostinazione politica (o parapolitica) a non realizzare in questo quarantennio il parcheggio di Rampa Zara (assurto a mitologia anche per questa attesa infinita) ha inferto un duro colpo allo sviluppo e alla tenuta del centro; poi sono arrivate le cannonate dei centri commerciali, non solo nelle frazioni. Io ricordo mia madre che diceva “E chi ce va, su ‘ssi centri commerciali? Io c’ho tutto qui a portata di mano…”. Non aveva capito il flusso della “modernità”, ma era residente in centro e i negozi del centro servivano lei come tutte le altre massaie: avevano dalla loro – i negozi del centro – un’utenza certa che oggi non c’è più.
Quando i commercianti lamentano la chiusura alle auto di Piazza Libertà, lamentano un ulteriore vulnus al loro già risicato indotto, ma hanno – secondo me – una visione corta, poco lungimirante: certo, è fondamentale riscattare i parcheggi e gli ascensori affidati ai privati e renderli aperti e fruibili 24 ore su 24 anche la domenica (come adesso invece non è, con nocumento proprio di quelli che i provvedimenti di chiusura vorrebbero incentivare: famigliole, anziani, turisti, etc.); e bisognerebbe fare questo prima di chiudere, non foss’altro che per logica. Ma a lungo andare, siamo sempre nell’ottica del teatro che si apre e che si chiude: il problema non si risolve. Si aggira, si affronta ideologicamente o finanziariamente, ma se ne dimentica la causa prima: in centro storico non ci sono più i residenti.
Continuo a dire che andrebbe attuata una seria politica di incentivazione alla residenza, che comprenda sgravi fiscali o agevolazioni per chi, proprietario, intenda ristrutturare le proprie abitazioni ormai fatiscenti, sfavorendone l’affitto più o meno in nero a studenti, extracomunitari, orchestrali, etc.
Quella degli affitti (e dei loro prezzi esorbitanti, per una realtà come la nostra) è una piaga anch’essa antica, che non ha conosciuto mai un tentativo di calmieramento, favorendo il trasferimento delle giovani coppie maceratesi nei paesi limitrofi, dove gli affitti si dimezzano come per miracolo. Qui si continuava a cementificare, palazzi su palazzi, a costi non propriamente popolari, mentre in centro andava in scena la diaspora con – come prevedibile conseguenza – il vandalismo notturno, le ubriachezze e gli schiamazzi, l’abbandono delle strade, la fatiscenza dei palazzi, la chiusura degli uffici e dei negozi etc.
E’ nelle cose, invece, che una città abitata e vissuta da gente che la reputa una sua casa allargata, difficilmente dilaga nel teppismo, perché i suoi “proprietari” la difendono. Se poi nei festivi o nei feriali salgono in centro anche altri, ben vengano: ma la città non è mai sola, non è mai scoperta. Ci sono i residenti.
Mi auguro che questa Giunta o la successiva vogliano prendere di petto e seriamente questa problematica, perché è buono e giusto curare i brufoli col Topexan, ma se la causa è la varicella… non se ne viene fuori!
Un abbraccio.
Come far rinascere il centro storico ? Semplicissimo. Basta aprire al traffico h 24 . L’opposto di quello che
e’ stato fatto negli ultimi anni. Con la speranza che i maceratesi usino la testa quando saranno in cabina elettorale, porgo un saluto a tutti .
Aprire il traffico al centro storico è una comodità, non la soluzione per la sua rinascita. Ciò che porta persone sono gli eventi… non il parcheggiare in piazza. Convengo per la sua comodità la sera per accedere ai locali. Il giusto spesso è nel mezzo!
Davoli ha perfettamente ragione. Bisogna favorire ed incentivare la residenzialità in centro storico.
In questo condivido la protesta dei commercianti, con un distinguo pero’ non proprio piccolo.
Accrescere i parcheggi in centro storico, riservati pero’ solo ed esclusivamente ai residenti in modo da rendere piu’ interessante l’andare ad abitarci.
il carburante costa ancora troppo poco !!!
Davoli sono assolutamente d’accordo con lei . Il centro storico va sopratutto ripopolato di residenti stabili e magari giovani con figli prevalentemente . Va inoltre fatto il possibile per riportare attività economiche all’interno del centro. Non solo commercio ed uffici ma anche terziario avanzato e perché no artigianato digitale e produzioni culturali . Come dice Liuti la strada e’ dura .
Bah non capisco il tifo di parte per l’assessore e le sue idee… tant’è
Il problema e’ proprio questo da un lato c’è chi e’ pregiudizialmente convinto del vero e della verità (totalmente irreale)
Dall’altro i commercianti che hanno assunto una posizione del tutto condivisibile: sul loro biglietto di protesta c’è scritto (ragionevolmente) no alla sosta selvaggia si ad un progetto condiviso.
Insomma da un lato con autorità si impone dall’altro con ragionevolezza si cerca un progetto condiviso ….
Forza commercianti tenete più duro (visto che bisogna fare il tifo…)
Ps ricordo ai sostenitori della sinistra che i commercianti difenderebbero il diritto al lavoro … ma fate finta di dimenticarlo?
Ps strano non eravate voi che ce l’avevate con il metodo Marchionne??
I centri storici si stanno svuotando in tanti Comuni ; la strada dei piani di recupero dei centri storici non è stata perseguita per decenni e si è speso laddove forse neppure serviva e quindi la fine dei centri storici è quella che è ; anzi vi è stata a Macerata una Amministrazione benemerita che quantomeno ha realizzato degli ascensori . A Macerata vi è stata anche una programmazione che ha seguito la via della più o meno naturale convenienza : se il centro storico si caratterizzava soprattutto per la presenza del Comune , dell’Università , dell’Accademia per le Belle Arti e della Provincia si è poi provveduto che ramificazioni delle stesse si fossero sviluppate fuori dal Centro Storico . Se con le riforme in arrivo ne ne andrà anche la Prefettura non vi sarà difficoltà alcuna per contare ciò che rimarrà . Parcheggi in piazza o no le difficoltà per i Commercianti rimarranno ; ma con parcheggi regolamentati e segnalati a terra( non con le solite strisce blu ma con piccole segnalazioni luminose …)potrebbe cambiare qualcosa ? Un senso unico alternato per entrare ed uscire dalla piazza ? Nella citta dell’Aquila con un tunnel si arriva sotto la piazza principale . L’UPim era un polo di attrazione che comunque andava a vantaggio di tutto il commercio . Si potrebbe proseguire buttando là qualche idea sperando che da idea su idea fiorisca qualcosa di buono . Bisogna comunque inventarsi qualcosa di nuovo per ridare nuova vitalità al centro storico .
@ jack rayan
la sua posizione è un po’ contraddittoria. Fustiga l’amministrazione che prende decisioni irragionevoli senza condividerle e approva la posizione razionale e ragionevole dei commercianti. Ma proprio mentre fa questo dimostra di essere animato di uno spirito tutt’altro che dialogante . le ragioni stanno tutte da una parte (i commercianti) mentre i torti tutti dall’altra (la amministrazione) . Una posizione questa si ragionevole e aperta al dialogo !
A proposito di ragionevolezza. ha perso qualche minuto per leggere il documento della giunta ? magari anche li c’è qualcosa di valido o no ?
sig. Iesari, guardi ha letto bene il mio commento; vuole essere il diretto contraltare di quanto riportato nell’articolo del sig. Liuti; se bisogna fare il tifo … facciamolo.
Quanto alla ragionevolezza, io ho analizzato i fatti: da un lato noto i commercianti che scrivono (scrivono…!) no alla sosta selvaggia, io sono d’accordo e a me, come a Lei penso, sembra proprio una posizione ragionevole.
Poi i commercianti proseguono scrivendo cerchiamo una soluzione condivisa; anche qui io noto ragionevolezza ed apertura. Condividere significa fra le altre cose farsi reciproche concessioni (e quindi non negare anche ipotesi di ulteriori chiusure).
Dall’altro lato l’amministrazione che, badi bene, io non deploro perché finalmente fa l’amministrazione, io reputo del tutto errato il metodo con cui si affronta la problematica: si decide nelle segrete stanze e poi si pone la cittadinanza di fronte al fatto compiuto (semmai dicendo è sperimentale … solo che l’esperimento riguarda il diritto al lavoro delle famiglie).
Del resto, mi corregga lei se sbaglio, è anche questa la critica dello stesso PD (l’ho letta sul giornale), mancanza di condivisione del progetto.
Ecco io analizzando ciò dico: da parte dei commercianti noto la ricerca di un’ipotesi di lavoro condivisa, da parte dell’amministrazione (aldilà del merito) solo autoritarismo. Spero di averle fatto capire meglio.
Poi c’è il merito: e qui le dico che ricordo benissimo i suoi interventi sul centro storico e sono pienamente d’accordo con lei anche sulla pedonalizzazione totale, solo che per me è la fine di un lungo percorso e non il primo passo. (Personalmente reputo che senza altri interventi di tutt’altro tipo e da lei spesso menzionati la pedonalizzazione sia sbagliata).
Quanto alla delibera (non l’ho letta) penso contenga sicuramente cose interessanti solo che contesto il metodo e, abbia pazienza, facendo tesoro delle passate iniziative in altri campi (come dicevo palazzetto, piscine, quadrilatero, rampa zara, via Trento ecc. ) nutro delle perplessità. Peraltro tengo conto anche della realtà e poco dopo la pedonalizzazione di corso Matteotti ho notato tre chiusure tar bar e negozi di abbigliamento, sarà un caso?
cordialità
Un riformismo organico e lungimirante si affretterebbe a sperimentare nei centri storici del Bel Paese versioni europee di quelle riserve indiane che negli Stati Uniti d’America ed in Canada oggi alimentano discreti flussi di turismo antropologico.
Rayan
la ringrazio per la cortese risposta. Quanto al metodo so che c’è stato un tavolo di discussione sui temi del centro storico e poi alcuni passaggi pubblici. Non avendo avuto modo di parteciparvi non posso esprimere un giudizio diretto e personale sulla capacità di coinvolgimento e condivisione della giunta. Prendo atto come lei che ad un certo punto l’amministrazione ha il diritto – dovere di decidere guardando all’interesse generale e alla sua visione di città (o di centro) . Il livello dello scontro che si è generato mi fa pensare che forse la presentazione si poteva preparare meglio. Per il merito la invito a leggere non appena ne avrà modo la delibera perché cosi potrà valutarne con maggiore consapevolezza gli effetti. In generale condividiamo che il rilancio del centro storico arriva solo con una politica complessiva . Su alcuni aspetti si sta lavorando su altri meno.
Jack mi tolga una curiosita per favore. Claudio?
(quel “bah” è come un’impronta digitale)
-20.
sotto terra???