di Marco Ricci
Il consiglio comunale ha deliberato su proposta dell’assessore al bilancio Marco Blunno un nuovo sistema tariffario relativo alla Tares, il tributo comunale che è andato a sostituire la Tarsu nel coprire le spese del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Le modifiche sono state rese possibili da nuove norme che rendono meno stringenti i parametri per il calcolo dei costi. Il saldo finale del tributo rimarrà inalterato a 7.580.000 euro e andrà a coprire il costo integrale del servizio. La nuova modulazione approvata dal Consiglio interviene sia sulle utenze domestiche che su quelle non domestiche. Previsto inoltre lo spostamento al 2014 per il pagamento che viene rateizzato in due tranche. Per la prima rata – che riguarda il 40% del tributo da versare – ci sarà tempo fino al 28 febbraio. Il pagamento della seconda rata dovrà invece avvenire entro il 31 marzo. Sarà comunque possibile versare l’intero conguaglio in un unico momento entro il 28 febbraio.
Per quanto riguarda le tariffe domestiche, la nuova modulazione ripristina una maggiore proporzionalità tra tributo e superficie dell’abitazione, limitando l’incidenza del numero di componenti del nucleo familiare per evitare un eccessivo carico tributario sulle fasce socialmente più deboli. Lasciando immutato il principio del “chi più inquina più paga”, è stata eliminata la quota variabile della tariffa che originava i maggiori squilibri rispetto al precedente sistema tariffario. Viene altresì riproposta una tariffa ridotta del 20% per le pertinenze.
Le riduzioni tariffarie per le fasce domestiche sono state riviste per adeguarle all’eliminazione della parte variabile del tributo. Sara reintrodotta una riduzione tariffaria del 20% per le abitazioni con unico occupante e per le case e relative pertinenze dove risiedono soggetti con ISEE inferiore o uguale a € 7.500,00. Resta anche la riduzione del 30% della tariffa per i nuclei familiari con quattro o più componenti il cui ISEE complessivo è inferiore o uguale a 15.000 euro. Inalterata anche la riduzione per i residenti con bambini nel nucleo familiare di età inferiore a tre anni che effettuino l’acquisto di pannolini lavabili presso esercizi commerciali ricadenti all’interno del territorio comunale per importi non inferiori a € 100. La spesa per i pannolini lavabili – fatta valere una sola volta per ciascun bambino presente nel nucleo familiare – è pari al massimo al 20% della spesa sostenuta e comunque non superiore al 20% della tariffa addebitata.
Venendo ad alcuni esempi – comprensivi degli 0.30 euro a mq che finiranno allo stato – per un appartamento di 50mq con un solo residente si passa da 148 a 119 euro, 26 in più di quanto si pagò con la Tarsu 2012. Per un’abitazione di 100mq e con 25mq di pertinenze e 3 occupanti si passerà da 344 a 324 euro. Nel 2012 si era invece pagato 254 euro. La nuova modulazione della Tarsu produrrà però costi maggiori per le case di più di 150mq con tre o quattro residenti. Subiranno aumenti pari circa il 25% rispetto al 2012. Ecco comunque le nuove tariffe per le utenze domestiche in base al numero di residenti:
Componenti nucleo familiare | Tariffa €/mq abitazione | Tariffa €/mq pertinenze |
1 | € 1,86 | € 1,49 |
2 | € 2,03 | € 1,63 |
3 | € 2,21 | € 1,77 |
4 | € 2,38 | € 1,91 |
5 | € 2,53 | € 2,03 |
6 | € 2,66 | € 2,13 |
Importanti novità anche per le utenze non domestiche. Gli aumenti medi saranno pari a circa il 30% rispetto la Tarsu ma verranno calmierati quegli aggravi che nella prima versione del tributo, per alcuni settori merceologici, sarebbero arrivati quasi al 100%: ortofrutta, bar, pizzerie al taglio, ristoranti. Con le nuove regole l’aumento massimo per queste categorie sarà adesso appena inferiore del 50%. A pagare di più saranno le banche. Che invece di una riduzione – così come prevedeva la legislazione nazionale – avranno un aumento di quasi l’8 per cento. La delibera è stata approvata dalla maggioranza assieme ad una variazione di bilancio dovuta per lo più a motivi tecnici. Buona parte dell’opposizione, più per questioni politiche e di metodo – si è lamentato scarso confronto – che non di contenuto, ha espresso voto contrario.
CENTRO STORICO – In consiglio è andato poi in onda l’ennesimo dibattito sul centro, scaturito da una delibera illustrata da Deborah Pantana e firmata da buona parte dell’opposizione. Delibera su cui sono state raccolte, secondo quando ha spiegato la consigliera Pdl, più di 4300 firme. La delibera prevedeva tra l’altro la riapertura di Corso Matteotti, il parcheggio di Rampa Zara, lo spegnimento delle telecamere fino al 31 gennaio 2014 e l’invito all’amministrazione ad elaborare un nuovo progetto di sviluppo per il centro. Nel suo interventola consigliera Pdl ha rivolto critiche non solo alla giunta ma anche all’indirizzo di quel tavolo per il centro storico intorno al quale, secondo Deborah Pantana, siedono “associazioni che si sono autoproclamate rappresentanti di chi vive e lavora al centro.”
Proposte e critiche rispedite al mittente dall’assessora Monteverde. “Le nostre”, ha detto, “sono politiche per creare sviluppo attraverso la cultura e il turismo e che procedono attraverso tre linee guida. Partecipazione, visibilità e vitalità.” Con investimenti sui beni architettonici “che si raccoglieranno a breve”.
Dopo presentazione e replica è arrivato l’ennesimo dibattito sui problemi del centro, problemi non certo risolvibili in due ore di consiglio comunale, tra l’altro con l’impressione che si debba ogni volta reinventare la ruota senza mai focalizzarsi su un singolo intervento preciso. Oltretutto con posizioni che almeno in parte vengono espresse “in modo ideologico”, come ha rilevato Uliano Salvatori.
Da segnalare dal dibattito la dura critica alla giunta – e autocritica alla maggioranza – da parte di Massimiliano Bianchini di Pensare Macerata. “L’intervento dell’Assessora Monteverde”, ha spiegato Bianchini, “è condivisibile. Il problema è che come amministrazione siamo di una lentezza esasperante in tutto. Questo discorso sul centro”, ha proseguito, “non può essere fatto come se ammistrassimo da quattro o cinque mesi piuttosto che da tre anni. E degli ultimi venti il centro-sinistra ha amministrato la città per diciotto.” Simili perplessità sulla rapidità degli interventi sono poi venute da molti rappresentanti dell’opposizione.
E’ stato poi il turno di Massimo Pizzichini che ha rivolto molte critiche alla stessa delibera dell’opposizione, annunciando fin d’ora il voto contrario del gruppo. Il consigliere Udc ha parlato di “provocazioni più che di proposte”, come ad esempio l’indirizzo verso un’apertura totale del centro e lo spegnimento delle telecamere. Senza risparmiare pungoli all’amministrazione, Pizzichini ha poi illustrato le proposte del suo partito, sottolineando la necessità di qualche sperimentazione. Una metodologia, la sperimentazione piuttosto che l’analisi teorica, che ha visto favorevole anche Uliano Salvatori di Fratelli d’Italia. “Bisogna provare a ragionare fuori dagli schemi”, ha detto. Schemi che in effetti imbrigliano spesso maggioranza e opposizione, ciascuna chiusa nella propria visione del mondo.
Il voto a domani, a causa dell’interruzione della seduta. Stando ai numeri è fin d’ora quasi certo che la delibera verrà respinta. Come è piuttosto probabile che tra due mesi si tornerà di nuovo a discutere di centro storico. Resta sempre il dubbio che il consiglio non sia sattamente il luogo migliore per affrontare una questione così complessa, in particolare attraverso delibere, mozioni e ordini del giorno troppo articolati e poco misurabili negli effetti. E’ anche difficile immaginar che l’apertura del centro o la visione culturale-turistica possano fare troppi miracoli. Così come in tempi di crisi non sarà semplice convincere i maceratesi ad approfittare degli sgravi del 50% sugli oneri di urbanizzazione per le ristrutturazioni in centro storico. “E gli anni passano”, come ha affermato ironicamente Uliano Salvatori, “solo per quante volte si è sentito parlare di questi problemi”. Dicendo più che altro sempre le stesse cose. Per quanto la maggioranza, seppure con lentezza, sembri perseguire una strada precisa.
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Ieri ho avuto modo di ascoltare (per non molto per fortuna) il cosiddetto dibattito sul centro storico … a parte il livello molto basso degli ineterventi, che più che interventi definirei “improvvisazioni di consiglieri e dell’assessore Monteverde” fatte da persone che evidentemente non conoscono le problematiche dell’urbanistica … ho notato che si è CERTIFICATO il fallimento di una classe politica e dell’amministrazione di centro sinistra che da diversi lustri governa la città!!! Questo credo sia il solo dato di rilievo.
Leggo questo triste resoconto (giustissimo, il rilievo di Bianchini) e mi domando come sia possibile, a Macerata, spacciare la Galleria delle Fonti per il Traforo del Monte Bianco (storie del passato, ma la mentalità permane…), e le politiche per il turismo in Centro storico per quelle di Venezia o Firenze. Con la disdicevole differenza, oltretutto, che nel centro storico di Venezia e di Firenze persiste una cittadinanza residente e stanziale.
Anche Pizzichini, che fa i distinguo e sposa la strada delle sperimentazioni: dopo quarant’anni di polemiche sul centro storico devi ancora sperimentare?? Ma che cosa? Chiusure? Aperture? Parcheggi? Multe? Cosa? Per fortuna non fai il medico, Massimo: pensa se un malato grave lo curavi a furia di sperimentazioni, in cerca della medicina giusta! Ti era morto tra le braccia. Ammetti piuttosto che non siete in grado di fare un’anamnesi seria del paziente-centrostorico, né tanto meno di individuare misure di intervento adeguate, nonostante i vent’anni di centro-sinistra e i precedenti quaranta di democrazia cristiana (con l’unica eccezione della giunta Menghi). Meglio trasferire il malato in un nosocomio più attrezzato (all’Ospedale in genere fanno così, solo che qui si tratta della città e le fondamenta impediscono un suo trasferimento dove che sia).
Reputo che l’unica politica davvero degna di questo nome non sia tanto quella del turismo in sé e per sé (i turisti vengono e se ne rivanno, come gli spettatori a teatro, e il teatro a fine spettacolo si chiude; un centro storico invece no). Nemmeno l’abbellimento delle facciate dei palazzi o delle piazze può bastare di per sé: si rischia di avere una magnifica scenografia in assenza di personaggi, una sorta di set dismesso di Cinecittà. Urge invece il ripopolamento. La trasfusione di cittadinanza. Come si fa? Documentatevi, studiate le opportunità che offrono la legge italiana e quella europea; mettete a frutto gli eventuali bandi di finanziamento; applicate politiche fiscali adeguate a favorire il ripopolamento, sorvegliando che non vi siano affitti esorbitanti o a nero, ed eventualmente calmierandoli o ricorrendo a chi di dovere. Se tornano i maceratesi, cala la microdelinquenza, si riattiva spontaneamente il commercio, e anche il turismo e la bellezza possono avere una presa diversa.
Bianchini parla come se non facesse parte di questa maggioranza… che tristezza!!!
Siamo alle solite…”spegnimento delle telecamere”… Le telecamere sono un mezzo di controllo del rispetto della norma e non la norma. Quindi chiedere di spegnerle equivale dire: … andate in Centro con le auto perchè i controlli non ci sono più…poi magari se c’è un vigile che sanziona al posto della telecamera, allora si griderà all’imboscata…! Un po’ di serietà per favore!!!