Da sinistra Pacifico Berrè di Confartigianato, il sindaco Romano Carancini, Patrizia Sagretti del coordinamento Centro Storico, gli assessori Stefania Monteverde e Enzo Valentini
di Cristina Grieco
(GUARDA LA REGISTRAZIONE DELLA SERATA)
Culturale o commerciale? Questa la profonda differenza di vedute sul centro storico, emersa durante l’animato confronto, ieri sera nella sala convegni della Confcommercio.
Il mondo è cambiato o è ancora possibile pensare che le esigenze di un polo commerciale possano sposarsi con la volontà di mettere in risalto la cultura identitaria di un centro storico?
Per l’amministrazione comunale, che ragiona in un’ottica di integrazione, la risposta è positiva. Non così per i commercianti che evidenziano come il centro storico paghi, rispetto ad un centro commerciale, lo scotto della scomodità: scarsità di parcheggi, costi di ingresso e “ansia da ticket scaduto” sono tutte circostanze che fanno crollare le vendite e portano i negozi a chiudere. “Dietro ad ogni attività chiusa – commentano – c’è un dramma in una famiglia”.
L’incontro pubblico “Centro storico: vivo, morto o x” è stato organizzato da Cronache Maceratesi proprio per consentire un confronto aperto sul tema così da far emergere i diversi interessi in gioco e le diverse esigenze. Seduti al tavolo: Elisa Bolognesi (Confcommercio), Pacifico Berrè (Confartigianato), Andrea Venturino (Confesercenti), Patrizia Sagretti (Coordinamento del centro storico), il sindaco Romano Carancini, gli assessori Stafania Monteverde ed Enzo Valentini e il consigliere Deborah Pantana (Pdl). Di fronte una nutrita platea di commercianti, artigiani e alcuni residenti, presenti nonostante la neve.
A moderare la serata i giornalisti Maurizio Verdenelli e Alessandra Pierini. Volutamente strutturato con la formula del talk show, l’incontro ha dato la possibilità a tutti di esprimere idee e proposte. Dall’incontro sono emersi dati importanti e una certezza. Nel ‘popolo’ di residenti, commercianti e famiglie gli interessi spesso non coincidono, anzi sono esattamente agli antipodi! Accontentare una parte significa dunque scontentarne un’altra e, nel frattempo, il centro storico continua a soffrire.
Vivibilità o fruibilità. Pagine che iniziano ad essere scritte negli anni ’80 e che, come ha fatto notare Maurizio Verdenelli aprendo il dibattito, caratterizzano da allora la storia politica della città ma, ancora, niente è cambiato.
L’incontro è stato suddiviso in tre momenti fondamentali durante i quali sono stati approfonditi le questioni che oggi rappresentano il nodo gordiano del problema. Pedonalizzazione, movida e “ricette” per l’immediato futuro.
A PIEDI O IN MACCHINA? Questo è il punto nevralgico sul quale gli indirizzi dell’amministrazione si scontrano con le richieste e le necessità dei commercianti che sottolineano: “Precludere l’accesso al centro storico delle auto significa aggravare, in modo determinante, la crisi che stiamo vivendo”. Uno dei problemi principali rimane quello dei parcheggi. Per questo tra le proposte che stanno maggiormente a cuore ai commercianti la richiesta di trenta posti auto all’interno di Piazza della Libertà da riservare ai clienti delle attività del centro storico con un meccanismo di sosta veloce.
A riguardo l’assessore Monteverde ha tuttavia precisato: “La pedonalizzazione del centro storico può non essere la strada migliore ma è certo la più sicura. Comunque da parte dell’amministrazione non c’è alcuna intenzione di blindare il centro storico ma solo di creare zone pedonali sicure”.
Andrea Venturino dell’associazione commercianti centro storico e la consigliera del Pdl Deborah Pantana
Ribattendo Andrea Venturino ha sottolineato: “Nell’orario in cui il centro storico è aperto al traffico le attività commerciali ne traggono beneficio da un punto di vista di fatturato”.
Contraria alla pedonalizzazione Deborah Pantana, che ha presentato una delibera sottoscritta da 14 firmatari, con la quale ha richiesto alla giunta l’attuazione di un piano organico per il centro e decisioni chiare. Fino ad allora la proposta del consigliere del Pdl è la completa apertura del centro alle auto almeno fino al 31 gennaio.
Sul punto si è espressa anche la Confcommercio. Elisa Bolognesi: “Visto che contribuiamo a pagare le iniziative per rendere il centro più attrattivo dobbiamo avere voce in capitolo. Trenta posti auto in piazza della Libertà, riservati, con sosta veloce possono recare beneficio alle attività che stanno soffrendo e che continuano a chiudere”.
Al contrario, favorevole alla pedonalizzazione, il gruppo per il Coordinamento del centro storico. Patrizia Sagretti: “La città chiede di essere vissuta a piedi”. E – riferendosi al problema del parcheggio, ha sottolineato: “E’ l’esistente che deve essere sfruttato al meglio”.
L’assessore Valentini propone invece una visione integrata: “Non può ragionarsi in una direzione univoca. Bisogna adottare un’ottica che cerchi di comporre le diverse istanze: quella di pedonalizzazione e di consentire l’accesso alle auto. Bisogna cercare di massimizzare l’esistente. Ecco perché stiamo lavorando, tra l’altro, per cercare di garantire l’apertura del Parksì”.
Della stessa opinione anche la Confartigianato che grazie all’incontro di ieri, è stata invitata direttamente dall’assessore Monteverde al tavolo di concertazione, al quale finora non aveva mai partecipato. Peraltro la Confartigianato ha già preso posizione sull’argomento e ha presentato all’amministrazione un piano dettagliato per il rilancio del centro storico (leggi l’articolo). Pacifico Berrè al riguardo ha evidenziato: “Bisogna puntare sulla residenzialità”.
Propositivi i commercianti che hanno lanciato diverse idee. Da Federico Ferretti Lelli (proprietario della Galleria d’arte lungo le scalette) che ha ribadito la proposta dei trenta posti auto ordinati con sosta veloce in piazza della Libertà per favorire il giro di clienti e il ricambio, ad Amedeo Patrassi (titolare di diversi esercizi all’interno delle mura) che suggerisce di eliminare il sovraprezzo per il ticket del parcheggio scaduto e consentire di pagare unicamente la differenza. Concorde con la proposta Elisa Bolognesi che ha suggerito di consentire la riscossione diretta della differenza da parte degli ausiliari del traffico o attivare la possibilità del pagamento on line.
Non è così per il sindaco Romano Carancini: “Il centro storico è di tutti: appartiene alla città. Affrontare il problema solo dal punto di vista dei commercianti porta ad adottare una metodologia sbagliata e fuorviante. L’amministrazione ha idee molto precise a riguardo. Confartigianato ha fatto un lavoro meritorio nel redigere il piano di risanamento che ci è stato presentato e contiene molti spunti interessanti. Il centro storico è un valore culturale dentro al quale convivono le diverse esigenze. Tuttavia è prima di tutto un valore. Occorre far riappropriare la città della propria identità, innanzitutto attraverso iniziative culturali. Per questo abbiamo proposto un programma ad hoc, intenso”.
Poi, di fronte alla rimostranze dei commercianti che hanno sostenuto che le attività culturali non sono una soluzione, Carancini ha replicato: “Sono state organizzate moltissime iniziative dopocena che hanno visto la partecipazione di diverse centinaia di persone ma i negozi sono rimasti quasi tutti chiusi”.
Carancini ha poi disegnato lo stato dell’arte e i progetti della giunta: “Stiamo provando ad investire sul turismo. Nessuno vuole blindare il centro storico ma non può piacere Piazza della Libertà ridotta ad un parcheggio. Bisogna tenere conto di tutte le sensibilità in un’ottica di integrazione. Palazzo Buonaccorsi quest’anno ha registrato 14 mila visite. Stiamo cercando di lavorare per l’orologio di Piaggia della Torre. Anche questo potrebbe essere un volano turistico che richiama presenze. La sosta veloce può essere una possibilità ma non all’interno di Piazza della Libertà”.
A frenare l’entusiasmo Deborah Pantana: “E’ un momento di profonda difficoltà l’ideologia deve essere messa da parte, servono risposte concrete”.
Le fa eco anche Luigi Mosciatti (commerciante): “Vivo molto male questa situazione. Deve essere chiara la scelta dell’amministrazione. Se si vuole che la città diventi un museo a cielo aperto basta dirlo ma in questo modo è chiaro che si perde l’attrattiva commerciale. La crisi economica unita al blocco degli accessi ci sta soffocando. Si fa troppa filosofia ma il mondo è cambiato e anche l’idea del centro storico è cambiata”.
MOVIDA O DORMITORIO? Un altro annoso tema che coinvolge Macerata, città universitaria per tradizione.
In questo caso si è alzato un coro unanime favorevole alla movida a patto che venga regolamentata. Il rispetto delle regole e l’esigenza di controllo appaiono due necessità fondamentali tanto per i commercianti, che spesso si ritrovano le vetrine danneggiate a causa di atti di vandalismo, quanto per i residenti che si dichiarano contenti che venga consentito ai giovani di vivere la città in modo pieno ma che di contro chiedono il rispetto degli orari e delle emissioni della musica.
Nel corso del dibattito sono emerse alcune proposte per garantire la sicurezza: delle forze dell’ordine impegnate nel pattugliamento notturno per scongiurare i vandalismi, al controllo dei locali che organizzano serate per garantire il rispetto delle regole. A riguardo il sindaco ha infatti evidenziato: “Se vogliamo i residenti nel centro storico dobbiamo garantire che la movida sia regolamentata”.
QUALI LE RICETTE PER L’IMMEDIATO FUTURO? L’assessore Monteverde: “I nostri obiettivi sono di aumentare i servizi e soprattutto i parcheggi, istituire il servizio navetta, promuovere una strategia partecipata ed esaminare la proposta della sosta veloce”.
Decisamente diversa la ricetta di Deborah Pantana: “Le telecamere che regolano l’accesso devono essere spente. La videosorveglianza deve servire solo per la sicurezza e non per fruttare ogni mese 30 mila euro di proventi dalle sanzioni al Comune (ooh! corale di indignata meraviglia da parte dell’assemblea ndr). I vigili devono lavorare anche di notte. Bisogna cambiare gli orari degli accessi e prevedere la sosta veloce”.
Particolarmente interessanti le conclusioni del sindaco Carancini che ha illustrato i progetti sui grandi “contenitori vuoti” che da tempo aspettano una destinazione. Dal palazzo sede della Banca d’Italia all’Upim passando per l’Oviesse, il bar Faraoni, palazzo Conventati e palazzo Trevi Senigallia.
“Ci sono progetti per spostare gli uffici del Giudice di Pace in centro nei locali di Palazzo Trevi Senigallia. Questo creerebbe certamente movimento. Inoltre l’ateneo sta per lasciare Palazzo Conventati. Anche questi uffici potrebbero essere reimpiegati. Per ciò che riguarda l’Oviesse, c’è la conferma che la parte superiore dello stabile sarà presto di nuovo occupata. Inoltre la Provincia ha messo a bando i locali dell’ex bar Faraoni. Stiamo lavorando per riportare l’Upim in città: questo attrarrebbe anche investitori del nord. Per il palazzo della Banca d’Italia la situazione è più complessa perché è chiaro che l’istituto d’emissione vuole trarne il massimo profitto”.
Il dibattito si chiude però con una domanda importante rimasta senza risposta. Perché il centro storico è chiuso di giorno e aperto di notte? Silenzio.
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Parcheggio si, no, forse….
30 posti veloci, no prendiamo in gestione il Park Si (ma che serve se è sempre mezzo vuoto?), scontrini alla mano dalle 19 alle 20 si vende di più, pedonalizzare tutto pemette ai cittadini di vivere il centro, in auto o in macchina, magari meglio il calesse…
E’ un falso problema.
Inanzitutto si dovrebbe studiare i flussi, comprendere perchè 25 anni fa a Macerata salivano dai centri vicini ed ora non sale più nessuno, cercare di trovare idee che possano catturare l’interesse dei tanti (maceratesi e non) per tornare a “vivere” Macerata (non solo dentro le Mura).
Anche ieri invece si è vista/sentita la solita politica miope (da parte di tutti), con soluzioni o proposte tampone che forse servono pochissimo nel breve ma nulla nel medio/lungo termine.
Se non si inverte la tendenza a scendere dalla collina, invece che salire, si potrerbbero realizzare 10 megaparcheggi, apertura 24 ore su 24 del centro storico che non cambierebbe nulla…
Non capisco se non capiscono o se fanno finta di non capire
I tempi son cambiati. Vero.
La comodità è un valore aggiunto ad un centro di vocazione commerciale. Vero.
La coltura è un valore necessario per l’identità di un centro storico ed ha sede naturale in ambiente “bello”. Vero.
Il significato di una passeggiata in centro è differente dal mero “fare shopping”. Vero.
Non si può conciliare comodità con bellezza. Falso.
La soluzione alla crisi è il parcheggio davanti alla vetrina del negozio ad ogni ora. Falso.
La soluzione alla scarsa attrattività del centro storico è data da vie e piazze enormi e prive di auto. Falso.
Bisogna garantire un’armonia. Vero.
In centro ci possono essere quanti parcheggi vogliamo, ma un centro commerciale sarà SEMPRE più pratico del centro storico per un acquisto “al volo”, che poi è quello che si fa durante i giorni feriali. Al centro storico si fanno e faranno sempre degli acquisti opinati, ragionati, quegli acquisti che si fanno pensandoci, gustando l’idea dell’oggetto che si va a cmprare (anche per la natura delle merci stesse) e del tempo che si spende nell’ambito delle vie cittadine, rilassato, piacevole e non frenetico.
Devono essere iniziative variegate, di intrattenimento, culturali, oltre che lavorative, ad attrarre persone per le vie del centro storico. Queste, è evidente, si possono svolgere, per attrarre quante più persone possibile, in giorni festivi o in orari che sono, spesso, extra-lavorativi.
Nello specifico:
Macerata ha una struttura che consente il parcheggio che è formidabile, che consente l’attracco tramite ascensori e che permette di portare persone in centro senza che si faccia uno scalino. Questa struttura è quella del ParkSI, struttura mal sfruttata per gli orari e poco attrattiva perchè a pagamento.
E quindi? Non c’è soluzione?
Credo che i commercianti del centro storico debbano seriamente considerare di tenere aperto LA DOMENICA e farlo assieme (non un negozio aperto e dici vuoti attorno). Che chiudano di Lunedì!
Credo che si dovrebbe pensare ad una convenzione comune-commercianti-ParkSI per tenere aperte le strutture di domenica. Michiedo: sarebbe folle, poi, pensare che ad ogni acquisto sopra un tot di euro vengano forniti dei tiket che consentano all’aquirente di avere una sosta di un paio d’ore gratuita al Parcheggio? Impossibile questa eventuale convenzione?
Credo si debba lavorare per portare eventi ed iniziative ad animare le vie del centro. Giorno per giorno, continuamente.
Credo che si debba lavorare per portare uffici nel centro storico, per ripopolarlo di giorno.
Credo che si debbano portare nuovi (vecchi in realtà) servizi in centro (cinema, negozi che vendano un ampia varietà di merce).
Credo che si debba lavorare per portare persone a vivere nel centro storico, per evitare che si abbiano situazioni di degrado. In che modo? Rendendo attrattivo il vivere in centro, in primis con i servizi (a partire dal parcheggio al silenzio dall’una di notte in poi).
Credo che il rispetto delle regole di civiltà vada incrementato durante la notte o si rischia di rendere il centro di Macerata una specie di “paese dei balocchi” che di giorno è sopito e triste e vuoto.
Qui bisogna semplicemente entrare nell’ottica che il problema non risiede nella pedonalizzazione del centro, bensi nella situazione economica che il nostro paese sta vivendo!
Il fatturato di un esercizio commerciale non dipende da 30 parcheggi in piu o da 10 100 1000 gratuiti, se una persona vuol comprare compra e basta.
Inviterei la gente contraria alla pedonalizzazione a viaggiare un po di piu, siamo una delle pochissime province (sempre che ne esistano altre) a non avere una ZTL come si deve! E fidatevi che non bisognerebbe neppure lamemtarsi troppo dal punto di vista tariffario dei parcheggi, se andate al nord non vi é comune che non applichi la sanzione di 24 euro per le scadenze dei ticket, ma non bisogna pensare poi cosi a nord dato che basterebbe arrivare in Ancona per verificarlo, dove addirittura in centro un’ora di parcheggio costaLa VERGOGNOSA cifra di 2 euro e 50.
A Macerata basterebbe una miglior gestione degli spazi esistenti, c
ome l’apertura del parcheggio di Rampa Zara 24 ore su 24 che inspiegabilmente non é ancora avvenuta e non del parcheggio sferisterio! Perche se io devo andarmi a fare quattro passi in piazza é per rilassarmi e non per fare un “escursione”, basterebbe inoltre collocare ulteriori posti a discorario come fatto recentemente da questa amministrazione nelle zone di maggior rilevanza urbanistica.
Prove di campagna elettorale sul palco.
La cosa importante è che questa città la comandano i poteri forti e non Carancini o la Pantana che sia e a loro Macerata sta bene così.
I commercianti cambino città o facciamo una bella civica per mandare a casa i due schieramenti, è l’unica soluzione. Chiunque vinca dei due non cambia una virgola, a TOLENTINO il PDL di Pezzanesi sta facendo nettamente peggio della sinistra…
Buonasera, in riferimento al Vs. dibattito vi faccio presente che il centro storico di Macerata non è museo naturale a cielo aperto è fatto di persone di attività che vogliono vivere, di residenti che amano il rapporto di fiducia con il negozio sottocasa. Le persone anziane non trovano più il loro punto di acquisto di riferimento per cui consiglio all’amministrazione di essere più magnanima e non operare restrizioni che sarebbero solo a proprio discapito.
Personalmente non mi sta proprio bene che Macerata sia ridotta in queste condizioni, ogni negozio che chiude è una ferita profonda al cuore di tutti noi.. Per questo continuo, anche se oggi mi bocceranno la delibera la battaglia dei 4500 firmatari non finirà qui.
parcheggio sì parcheggio no…. a mio avviso la causa dello spopolamento del centro storico è da attribuire al 99% alla svogliatezza delle persone di camminare tanto che si preferisce andare al centro commerciale o a civitanova dove magari si cammina di più ma è tutto in pianura!!!
no alle macchine al centro storico!!!
Una domanda: 30.000€ al mese sono tanti…..e 30.000*12= 360.000€. Dove si andrebbero a prendere i soldi per coprire eventuali operazioni di apertura totale della piazza?
PROVE DI CAMPAGNA ELETTORALE
si gioca più sul centro storico e sui giovani questa battaglia del 2015, a cui manca poco.
Da un parte la Pantana pare avvantaggiata su Pistarelli che non mollerà facilmente… terzo utsider Sacchi che sta facendo di tutto? (Io non li voterò, nessuno di loro)
Centosinistra, Ricotta è Leader e mi pare avvantaggiato, Carancini ha annunciato che ci riproverà (Bah…), Bianchini pare sia deciso a provare la regione e quindi fuori dai giochi, vedo molto bene anche il capo del consiglio comunale Mari. (Ovvio non voterò nessuno di loro)
OUTSIDER,
5 stelle è OUT, Maceratiamo si autoflagellato, la Menghi penso abbia capito che da sola nn va da nessun parte o si ritira o si mette con altri, Bommarito si è tirato fuori dai giochi, ma forse forse all’ultimo creerà una civica sua per spiazzare tutti.
Non so ma non credo che saranno le civiche in questa tornata a fare la differenza.
I VARI CANDIDANTI SONO AVVISATI…
A Civitanova dove l’approccio ideologico della cittadinanza nn c’è si pratica l’alternanza politica promuovendo o bocciando chi governa.
Risultati positivi riscontrati
Su un punto dx e sx sono concordi : con le macchine in centro punto, i commerci seguono l’auto anche perché fortunatamente siamo nella civiltà dell’auto …
Vedi la recente decisione di sospendere le domeniche senza auto
A macerata governata da 25 anni dalla sinistra l’approccio dei cittadini e degli amministratori e’ solo ideologico, con risultati disastrosi sotto gli occhi di tutti
Chiuso C.so Matteotti già 2 chiusure con svendite totali , le uniche aperture in piazza la’ dove si può parcheggiare, però alle associazioni in cui nessuno risiede in centro va bene così
Inanzitutto si dovrebbe studiare i flussi, comprendere perchè 25 anni fa a Macerata salivano,
Bravo Cerasi! Salivano sulla collina dove c’è il paese mio disteso come un vecchio addormentato. Salivano perché tutti i negozi stavano a Macerata, gli uffici pubblici non erano informatizzati, bisognava andarci di persona. Le Banche? Se andava bene c’era la Carima nei centri maggiori. Non tutti avevano la macchina. Ma… stiamo guardando un film in bianco e nero, vogliamo tornare a quei tempi? Vogliamo tornare alla noia e all’abbandono che erano la peggiore malattia? Fortunatamente ora è tutto cambiato. Ora molti uffici pubblici possono essere contattati via mail o PEC e rispondono via mail o pec. Ora in ogni famiglia ci sono più di una macchina, non c’è più l’Upim? Chi se ne frega, apre un nuovo centro commerciale ogni due mesi, sempre più grandi, con parcheggi enormi, quello che la gente vuole, con ristoranti, Mc Donald’s, multiplex, scale mobili e chi più ne ha più ne metta. Si, ma questi possoo essere costruiti solo in periferia… e chi se ne frega, andiamo in periferia. Nelle città americane i centri storici quasi non esistono, esistono le downtown, cioè la parte finanziaria della città, poi esiste tutto il resto. Ancora ci vogliamo arrampicare sul cocuzzolo della montagna? Sull’UP town? Mi hanno riferito che è nevicato un po’, a Macerata, e subito ci sono stati molti problemi, ma questi non ci sarebbero stati, a quanto mi dicono, intorno ai centri commerciali. Il popolo vuole le comodità, vuole i parcheggi, inutile ancora abbarbicarsi sulle cime dei monti. Il futuro è in pianura, ed è lì che bisogna guardare. Basta fare il raffronto con Civitanova, in pianura, tutti passeggiano sugli ampi marciapiedi del corso, anche se passano le macchine. Il centro di Macerata sta morendo e nessuno potrà farlo resuscitare. De prufundis ad te clamavo Domine
e’ il progresso signori, è il progresso, e non ci si può fare nulla.
Premesso che il cosidetto “problema del centro storico di Macerata” è un “problema” (inteso come tipologia) che interessa la gran parte delle Città italiane, si continua imperteriti a commettere errori su errori. In sintesi NON si hanno idee su come “progettare o prevedere lo sviluppo futuro della città” (il dibattito in Consiglio comunale ne è la cartina al tornasole!!). Ne consegue che ci si rifà a modelli di una vita sociale del passato, che ha come diretta conseguenza, “immaginare” (ma solo immaginare”) che il Centro storico possa “rivivere come in passato nell’ipotesi assurda che sia ancora un luogo centrale di interese”. Questo lo era in passato! Oggi questo passato, o questa idea, non esiste più, o non è più percorribile. Potete chiuderlo, o aprirlo alle macchine, potete arredarlo come volete, il risultato è e sarà sempre lo stesso: inutile! I centri attrattivi di interesse sono fuori dalla Città comunemente intesa e fuori quindi dal centro storico. E’ necassrio di conseguenza, accettare tale situazione e rivitalizzare (riqualificazione tematica) in primis le periferie e per induzione accendere l’interesse anche per il Centro storico. Ma è la città da pensare non una sua parte. Se non si vuole o non si è in grado di compredere questo concetto, tutte le proposte che sottintendono il cetro storico come polo attrattivo, sono al di fuori della relatà e sono destinate a fallire miseramnete. Per fare proposte bisogna basarsi su “modelli” in grado di avvicinarsi, con una previsione statisticamente accetabile, a quelo che potrebbe essere lo sviluppo della città e su questi modelli costruire una proposta progettuale che abbia un senso concreto e che possa cogliere gli obiettivi prefissati. Tutto il resto è un parlare di niente, così come si è fatto per decenni e purtoppo si continua a fare.
http://www.meetup.com/beppegrillo-315/messages/boards/thread/35514422
Per ottenere questo bisogna iniziare a rendere vivibile e accessibile il c.s. adottando le seguenti iniziative:
– eliminare i parcheggi negli spazi pubblici realizzando questi a ridosso delle mura cittadine, sotto la strada di circonvallazione in modo da non occupare spazi verdi a ridosso dell’abitato.
-trasformare il parcheggio coperto di rampa Zara in parcheggio per i residenti, almeno nei giorni festivi e nella notte , in quanto il parcheggio è erroneamente chiuso, così che questi possano avere a portata di mano la loro auto, senza occupare inutilmente spazi urbani.
– dotare il Centro Storico di mezzi ausiliari di trasporto per facilitare l’accesso dai parcheggi: ascensori, scale mobili, bus elettrici.
– trasformare in parcheggi i locali seminterrati in disuso.
– incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente eliminando le aree edificabili periferiche.
– creare locali e spazi coperti per la relazione e la socializzazione, usufruendo dei numerosi contenitori pubblici inutilizzati.
– incentivare con detassazioni, diminuzione degli affitti e incentivi fiscali per chi vuole affittare, l’apertura di attività commerciali, portandole via dai centri commerciali.
– facilitare il collegamento del Centro. con la viabilità esterna in modo che questo possa essere messo in comunicazione velocemente con le frazioni, sede dei grandi contenitori.
La mancanza di spazi d’interesse generale per la cultura, la socializzazione e lo svago, è una delle cause primarie del degrado urbano.
I nuovi quartieri sorti di recente nella periferia, non hanno la forza né di creare né di sostenere questi spazi a causa dei loro limiti strutturali e urbanistici, assumendo il ruolo di meri dormitori.
La creazione di questi spazi sociali servirebbe a ottenere due benefici: riqualificazione della periferia e riqualificazione del centro storico.
In sintesi invece di prevedere nuove abitazioni sembra più opportuno recuperare il patrimonio edilizio esistente e restituire al Centro Storico le funzioni che più gli si addicono e di cui necessita l’intero abitato, e cioè quello di centro commerciale, ricreativo, culturale, e dei servizi in genere.
Ultimamente qualche politico ha ipotizzato nuove fioriere o un nuovo look per il Centro: incredibile ma vero, è come dare una camomilla a un malato grave.
La perdita d’importanti ruoli urbani che il centro storico ha subito negli ultimi anni non potrà mai essere compensata dai nuovi centri commerciali suburbani che attualmente, in mancanza di alternative, svolgono anche funzioni di socializzazione e aggregazione.
Il Centro Storico maceratese non solo è un unicum che rappresenta e testimonia l’identità della nostra città, ma la sua fisionomia è strettamente collegata alla sua imprescindibile funzione: di fatto le esigue dimensioni della nostra città impediscono di replicare servizi e strutture in ogni quartiere e sottozona urbana, per questo la concentrazione dei servizi in un unico nucleo, permeabile, accessibile e baricentrico è una necessità viva e irrinunciabile.
Rivitalizzare il Centro Storico significa inoltre avere capacità insediative programmate senza ricorrere a operazioni di nuova edificazione.In ultima analisi significa evitare inutili diseconomie e consumo ingiustificato di territorio che ricordo essere una risorsa non rinnovabile e limitata, un bene comune che non sopporta abusi del politico di turno.