di Gabriele Censi
Idea Macerata non intende aspettare ancora a lungo. Dopo il Consiglio comunale aperto sul Centro storico con una conferenza stampa stamattina l’associazione ha sollecitato l’amministrazione a presentare un documento di sintesi delle tante istanze che sono state presentate all’assise dello scorso 21 maggio. “C’è un fervore e una partecipazione su questo tema da parte della cittadinanza che non può essere ignorata” -dice Deborah Pantana – “Dobbiamo prendere atto che non c’è un progetto da parte di questa amministrazione se non l’indicazione dell’assessore Monteverde verso una maggiore pedonalizzazione”.
“Non si può partire dalla fine di un percorso – prosegue la Pantana – i problemi sono arcinoti, servono parcheggi aperti 24 ore su ventiquattro e 7 giorni su sette. E non regge nemmeno la giustificazione economica quando si spendono 1 milione e mezzo di euro per l’energia elettrica senza un piano di risparmio energetico efficace oppure “solo” 50 mila per le piste ciclabili di cui non abbiamo traccia”. Il consigliere del Pdl stigmatizza anche il comportamento del Sindaco che “sapeva un mese prima del Consiglio aperto ed è intervenuto solo telefonicamente, una scelta poco rispettosa delle richieste dei cittadini”. Idea macerata insiste per avere un piano organico che non criminalizzi chi lavora e chi vive in centro e si dichiara pronta ad nuove azioni: “Se la Giunta non porta in Consiglio un documento credibile, non un contentino, avvieremo la procedura per un referendum come da statuto per consultare i cittadini su che tipo di centro storico vogliono. L’urgenza è sotto gli occhi di tutti, solo qualche settimana fa abbiamo assistito all’ennesimo scippo alla città con il trasferimento del laboratorio di restauro dell’Accademia di Belle Arti a Montecassiano”
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Sul tema interviene anche il Consigliere Marco Guzzini del Pdl che definisce la sua la prima di una serie di proposte choc:
“Il Consiglio comunale aperto sul centro storico ha lanciato una grande sfida alla classe politica locale: tradurre in fatti concreti e in tempi certi le numerose proposte presentate da tutte le forze attive che operano all’interno del centro( commercianti, residenti e mondo associativo). Nella nostra città, troppo volte i buoni propositi e le ferme intenzioni di rilancio si sono rivelate parole al vento e non hanno prodotto incisivi e profondi miglioramenti al tessuto economico e sociale del nostro territorio. Abbiamo ripetuto più volte che il tempo delle parole è inesorabilmente scaduto. Il patto di cittadinanza che è stato elaborato ha prodotto notevoli spunti di riflessione in merito ad una nuova funzionalità dei servizi e della zona a traffico limitato ed in merito alle proposte di pedonalizzazione di alcune vie del centro storico. In attesa che le proposte dei commercianti e dei residenti trovino un adeguata sintesi che, con l’attenta regia dell’amministrazione, tuteli esigenze e prerogative di entrambi, presenterò una serie di proposte shock per il rilancio del centro storico. La prima è che il Comune e la Provincia di Macerata dimezzino gli affitti degli immobili commerciali di loro proprietà. Molti commercianti del centro storico hanno già evidenziato in varie occasioni questa necessità non ricevendo mai alcuna risposta. La proposta verrà articolata in questo modo: iniziale dimezzamento del canone di affitto ed eventuale progressivo piano di rientro negli anni a seguire da concordare con gli operatori commerciali. Nei prossimi giorni, insieme ad alcuni commercianti, depositerò questa istanza presso le segreterie del Comune e della Provincia di Macerata.
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Se posso Marco Guzzini, vorrei aggiungere, o meglio, ripetere quanto già avevo suggerito.
Ricordi che un tempo si era detto in Consiglio “bisogna far pagare di più a quei proprietari che tengono sfitti i negozi!” e Pistarelli replicò “ma come, oltre a non percepire un canone devono pure pagare di più!”.
Pare strano ma i concetti sono entrambi corretti.
Per l’abitativo esiste una convenzione sulla locazione 3+2 molto articolata per gli appartamenti del centro; il canone “equo” che scaturisce da quei parametri e’ fuori dal mercato per effetto delle attuali contingenze economiche per cui andrebbero rivisti quei criteri.
Per il commerciale ogni criterio e’ rimesso al mercato senza alcun effetto premiale per coloro che affittano a canone “ragionevole”. Credo, pertanto, che occorrerebbe individuare alcuni criteri standard di calcolo del canone agganciati sia alla posizione del locale (via principale o secondaria del centro), che alla caratteristiche di questo (dimensione, servizi igienici, numero di vetrine, impianti a norma, ecc.). In un secondo momento l’Amministrazione potrebbe prevedere uno sconto su alcune tariffe (imu, tarsu, concessione spazi pubblici, ecc.) per incentivare le locazioni a prezzi calmierati, oppure far pagare di più a coloro che tengono sfitti i negozi proponendo un canone superiore a quello concordato dalla associazioni di categoria.
Ormai è solo chiacchiericcio democratico al vento.
Nel PdL, fino a quando l’occhio destro non incontra l’occhio sinistro, non sarà possibile un serio “scambio di vedute”.