C’entra, ovviamente, la crisi economica e c’entra il calo dei consumi, ma la chiusura di esercizi commerciali nel centro storico di Macerata dipende da cause che pur aggravate dalle attuali difficoltà di mercato riguardano – più profondamente e da decenni – lo stile di vita delle persone, nel quale spicca l’uso, sempre e comunque, dell’automobile (ne circolano oltre ventimila, una ogni due abitanti). Una radicata abitudine che da un lato favorisce l’affluenza verso le reti distributive situate al di là dei confini comunali e dall’altro dissuade dalla mobilità pedonale nella cerchia urbana. Dopo i casi dell’Upim e della Standa (quello della Banca d’Italia non c’entra, è un’altra storia), la fuga dell’Oviesse è certo un brutto colpo non solo per lo sviluppo del centro storico – una prospettiva, questa, che forse appartiene al libro dei sogni – ma per la sua sopravvivenza. E se ne va pure Pierino, il personaggio che col suo bar è stato per anni il simbolo cordiale e colloquiale del cuore di Macerata (leggi l’articolo).
Non si creda che il Comune, ora, possa farci qualcosa. Sì, in passato, quando Comune, Provincia e altri enti pubblici trasferirono parte dei loro uffici in periferia, anch’essi comportandosi in armonia con quello stile di vita e ignorando il prezzo che ne avrebbe inevitabilmente pagato l’anima identitaria della città. Ma, ormai, il danno è fatto. Il problema, del resto, affligge tutti i centri storici d’Italia che sono arroccati in collina. Anche da altre località del circondario maceratese – e mi riferisco a zone economicamente vivaci come Morrovalle e Montesangiusto – giungono infatti voci di un sensibile declino nelle attività commerciali all’interno delle mura. La crisi, certo. Ma questa tendenza, sebbene meno evidente, c’era già in tempi, per così dire, di prosperità. Inutile abbaiare alla luna. La soluzione? Posto che esista e la si voglia, essa impone visioni di lungo e illuminato periodo, ben al di sopra e al di là degli interessi contingenti e di consenso immediato delle forze politiche in campo.
Cos’è che si perde col degrado dei centri storici? Si perde la bellezza, un valore che oggi passa in secondissimo piano rispetto a un altro valore: la comodità. E molti pensano che sia giusto così: la bellezza, fatta di cultura, equilibrio, armonia, serenità e di altre “fantasticherie” mentali e sentimentali che “non si mangiano” e non procurano “benessere materiale”, deve cedere il passo alla comodità intesa come automobile. Non è forse più comodo fare acquisti a Collevario e a Piediripa, dove esistono ampi parcheggi, piuttosto che affrontare a piedi Piaggia della Torre o salire per via Garibaldi e via Don Minzoni? Ma la domanda – e la faccio molto sommessamente – è un’altra: siamo proprio sicuri che bellezza e comodità non possano andare d’accordo? Siamo proprio sicuri che abitare in una casa dalla quale si ammiri lo splendido paesaggio dei Sibillini innevati o la facciata di una chiesa barocca o passeggiare sotto la paterna e quieta accoglienza di architetture del Seicento e del Settecento non renda più piacevole la vita, anche se ciò comporta qualche rinuncia in fatto di pura e semplice comodità? Se prevale la comodità, quella dell’auto, muore la bellezza. Ma la bellezza muore anche se la si isola, la si tiene separata e lontana dalla comodità. E, allora, non sarebbe auspicabile un compromesso fra comodità e bellezza tale da soddisfare le esigenze non solo fisiche ma pure quelle – ci sono, ci son sempre state – dell’animo? Idee balzane, si obietterà. Idee da passatista, da nostalgico, da contrario alle “meravigliose sorti e progressive”, come tuonava sarcasticamente Leopardi, “di un secolo superbo e sciocco”. E va bene. Ma, sempre a proposito di comodità, si crede forse che oggi, nella frenesia di inutili e snervanti giri intorno alle mura, proteste per le multe, ansie per il tagliando che scade, affannose ricerche di spazi gratuiti per tutti (ma dove?), la vita, bellezza a parte, sia proprio “comoda”?
Ripeto: ventimila auto, una ogni due abitanti. E accade che ,rifiutando di prendere atto di questa realtà, residenti, commercianti e frequentatori del centro propongano un giorno sì e uno no di aprirlo – senza limiti o con pochissimi limiti – alla circolazione e alla sosta. Con tanti saluti alla bellezza? E sia. Ma pure la comodità ne pagherebbe un alto prezzo, perché, inesorabilmente, lo spazio non è infinito e lo dimostra che dopo l’ora di cena, quando le auto possono entrare, uscire e fermarsi, è spesso impossibile trovare un buco, e immaginiamoci cosa accadrebbe la mattina o il pomeriggio, quando le attività commerciali sono in corso. E allora? A mio avviso, e lo dico da anni, la sola speranza per il salvataggio del centro storico sta in un compromesso fra comodità e bellezza, e questo compromesso non può prescindere da un ampio parcheggio sotto Rampa Zara che, aperto giorno e notte, sia collegato, con ascensori, alle immediate adiacenze di Piazza della Libertà. Se ne parla da un’eternità, ma tutto è rimasto lettera morta, lasciando che anno dopo anno la città smarrisca il suo volto, si frammenti nell’anonimità delle cementificazioni periferiche e nelle misteriose speculazioni edilizie dei supermercati.
Ora, però, si è accesa una luce, perché il sindaco Carancini ha annunciato di voler prendere in seria considerazione il progetto dell’imprenditore Domenico Intermesoli (leggi l’articolo), già proprietario dell’ex convento delle Monachette e dell’albergo Claudiani. Intendiamoci: se son rose fioriranno, e non è detto che, pur essendo rose, fioriscano, e con l’aria che tira va tenuta presente la caratteristica, tipica delle rose, di avere steli pieni di spine. Comunque è un passo avanti, sia pure in una forma – l’intenzione, l’annuncio – che per adesso non offre garanzie di effettiva traduzione nel concreto. Ma si rifletta: se l’odierno stile di vita è dettato dall’uso, sempre e comunque, dell’auto e cambiarlo è un’utopia, l’unica via d’uscita dalla apparente incompatibilità fra comodità e bellezza mi pare quella di avvicinare il più possibile la comodità alla bellezza, ossia l’auto al centro storico. Purché, attenzione, non si ricada nello sgangherato sistema del parcheggio coperto dei Giardini Diaz, chiuso – lui, e il relativo ascensore – di notte e nei giorni festivi. E purché si prevedano facilitazioni di pagamento o abbonamenti – tenuto conto della situazione in cui versa il bilancio pubblico, non potrà che essere una struttura privata – a favore dei residenti. Di soluzioni non ne vedo altre.
Ma ecco i mugugni che purtroppo fanno parte, come le spine nelle rose, del carattere di tanti maceratesi. Intermesoli? “Basta coi soliti noti!”, si grida, dimenticando che lui già possiede buona parte dell’esistente. Oppure: “Prima si rilanci il centro storico, poi venga il parcheggio!”, così invertendo il rapporto logico fra causa ed effetto. Oppure: “Potenziamo il servizio dei bus urbani!”, come se ciò non si sia già rivelato inutile. ”Vi saranno tariffe eccessive, tutte a vantaggio del privato!”, ignorando che non c’è impresa senza prospettive di ragionevole profitto. E sospetti, illazioni, fantasiose ipotesi alternative. Se non si fa nulla, giù invettive contro l’immobilismo. Se si fa – o si tenta di fare – qualcosa, giù a dire che è sbagliata e che bisogna farne un’altra. Siamo, insomma, a Macerata. E chi si dedica alla pratica del perenne mugugno non si rende conto, purtroppo, che la ragione delle proverbiali lentezze di questa città sta anche nella di lui inguaribile accidia.
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Il ragionamento di Liuti parte dalla oramai inevitabile constatazione della realtá e della sua più probabile causa (cioé che la gente va dove le é più comodo andare), poi si perde in un contorto ragionamento per caldeggiare l’ennesimo parcheggio esterno alla cittá dove la gente ‘dovrebbe’ per forza andare per salire al centro.
Come se non ce ne fossero giá abbastanza, di fatto inutilizzati.
Afferma Liuti che il comune non può fare nulla: falso! Il Comune può agire giá domani liberalizzando la sosta nella prossimitá del centro (mura, quartieri satelliti) dove oggi si parcheggia solo a pagamento.
Afferma Liuti che l’apertura del centro alle auto non serve perché la sera dopo cena non si trova comunque un posto: sbagliato! Primo perché il centro si vivacizza un po’ solo quando é aperto, cioé dalle 13 alle 16 e dopo cena; poi perché intanto facciamo entrare la gente, quando avremo riempito tutto chi non troverá posto resterá fuori ma intanto abbiamo fatto entrare anche tanti che invece, a centro chiuso, sarebbero restati fuori pure loro.
Non c’é dubbio che la prima cosa da fare sia invertire la tendenza, aprire il centro per quanto possibile, togliere di mezzo le strisce blu e le limitazioni della sosta che da quasi 20 anni asfissiano Macerata.
Perché una casa comoda sará brutta, non so (perché? qualcuno me lo deve spiegare, perché é tutt’altro che scontato), ma una casa bellissima (e pure questo é tutto da dimostrare) ma deserta non capisco a chi serva, visto che tutta ‘sta gente che paga il biglietto per vederla neppure la vedo …….
La ricchezza del centro storico è costruire nuove relazioni aprirsi con la cittadinanza.
Continuiamo a cementificare intanto le scuole vanno in pezzi! Pure per andare in ospedale occorre pagare il parcheggio (e che tariffe!), l’unica piscina non ha posti per la sosta…. Una volta a Macerata venivano anche dai paesi limitrofi per usufruire di tutti i servizi che offriva il capoluogo, ora anche i cittadini “emigrano”. Io penso che vada fermata questa inversione di tendenza.
Gli argomenti di Liuti sono come al solito molto interessanti; personalmente considero molto opinabile la conclusione per cui occorra un nuovo parcheggio. Non si tratta, secondo me, di realizzare solo opere, ma sistemi integrati di opere, politiche, strategie. La città, come ogni altra cosa, è molto più della pura somma delle sue parti. Per questo motivo un gruppo di associazioni e cittadini sta lavorando da tempo a una proposta complessiva per dare un futuro al centro storico e a questa città. Occorrono dati, uno studio approfondito, passione, una discussione pubblica che questo articolo contribuisce ad alimentare.
Secondo me e’ tutta colpa della Manzi ……
ahahahah
aho’ ancora non lo ha scritto nessuno ..
la cosa mi preoccupa ……
🙂
Concordo pienamente con Liuti sulla necessità di un compromesso tra la bellezza e la comodità, a partire però dall’esistente; basterebbe con una nuova rampa cambiare l’accesso al Park Si e renderne appetibile la fruibilità prima di immaginare nuove cementificazioni che comunque a parte le risorse necessarie, per forza di cose private in questi anni, visto che in centro tra poco non si potrà più camminare neanche a piedi per sanpietrini dissestati e pericolosi, chiedono tempi lunghi di realizzazione. Se ci sono strutture sottoutilizzate, logica vuole che si cerchi un’alra modalità e se ne favorisca l’uso, prima di lasciare ai posteri nuovi sarcofagi del moderno (tipo ex Inam ed altri). Come sempre occorre studiare, conoscere i numeri delle ricerche sul tavolo e confrontarsi su prospettive, purtroppo indipendenti dalla politica, che troppo spesso si è rivelata inefficiente rispetto le attese della cittadinanza.
Ormai che i buoi sono scappati verso Piediripa e CorridoMnia si pensa al parcheggio di Rampa Zara?
Io tutti i giorni parto da Collevario per andare in centro, per andare in associazione, ma anche per la passeggiata mattutina e non sono il solo. A Collevario abbiamo spazi e verde, ma il saluto lungo le scalette, la familiarità del centro storico, quella è irripetibile!
Restare in attesa del parcheggio a Nord senza fare nulla di organico e serio su mobilità, vivibilità e centro storico significa tra l’altro vanificare l’efficacia dello stesso eventuale nuovo parcheggio. Golini e Cicarè ad esempio hanno idee molto diverse ma che prendono di petto il problema mentre l’amministrazione comunale continua a promettere miraggi e non riesce ad avere una linea chiara e coerente manco sulla pedonalizzazione e gli orari di ingresso in centro.
Purtroppo è piú facile cercare i comfort in un garage (autorimessa per la nostre carrozze) che sfidare e capire il bello che si para davanti a noi
Carissimo Liuti la penso esattamente come lei. Nel commentare un altro articolo ho già avuto modo di sostenere le stesse cose. Ma vale la pena scrivere ancora per vedere realizzato un sogno che, apparentemente, tutti vorrebbero ma che in realtà forse nessuno vuole? Visti i commenti al suo articolo sembrerebbe invece che tanti vorrebbero la stasi completa tanto per aver poi modo di criticare, di attaccare questo o quello. Altri corrono dietro all’utopia del non costruire nulla,di non cementificare affatto, poi magari crescono a dismisura le aree fabbricabili ,anche dove non sarebbe opportuno, e le uniche cementificazioni che non si realizzato sono quelle veramente utili alla città, alla gente. Pensi, c’è ancora chi sostiene la completa liberalizzazione del traffico nel centro storico!!!!! Ma dove vive questa gente? Di mestiere non faccio il politicante, e nemmeno il politico, amo fare il cittadino ed amo Macerata per come è e per come la vorrei veder crescere. Per questo mi viene naturale osservare i fatti ed esprimere giudizi in completa serenità ed a non farmi guidare dalle convenienze di parte, dalle simpatie ed antipatie verso quel politico,verso quell’imprenditore che di volta in volta si mettono in prima fila con le proposte sul fare. Liuti, crede davvero che la maggioranza dei maceratesi la pensi veramente come tanti commentatori di CM? Io credo proprio di no. Non sempre chi fa piu’ rumore ha ragione ed ha una effettiva rappresentanza. Il guaio purtroppo è che poi a volte la politica si ferma davanti al rumore. Signori politici che amministrate la città, voi di maggioranza e di minoranza, cercate di ascoltare il silenzio dei tanti cittadini che vogliono bene a Macerata e non fatevi condizionare dal rumore. Lasciate da parte le prese di posizione per questioni di principio (pensate allo storico no degli allora repubblicani al parcheggio di rampa Zara) ed operate per il bene della nostra , della vostra città.
Proprio Liuti dice nel suo articolo che i contrari al parcheggio sono soliti proporre “fantasiose ipotesi alternative”.
E infatti i soliti commentatori alternativi gli danno ragione senza rendersene conto: uno propone di “costruire nuove relazioni, aprirsi con la cittadinanza”. Bellissima idea: io, che in centro storico ci opero quotidianamente, da più di vent’anni, non ci avevo mai pensato, ma giuro che comincerò a farlo sin da domattina e, se lo facciamo tutti insieme, il parcheggio di Rampa Zara sarà inutile, non credete?
Un altro, Cicarè, ci dà maggiori speranze, per fortuna, annunciandoci che “un gruppo di associazioni e cittadini sta lavorando da tempo a una proposta complessiva per dare un futuro al centro storico e a questa città”: la aspettiamo tutti con ansia, ma sbrigatevi, per favore, e che non siano le liutiane “fantasiose ipotesi alternative”
Caro Dr. Liuti, sono quarant’anni ormai che si parla del parcheggio sotto Rampa Zara, ma non è stato mai realizzato… forse Lei ricorderà la buonanima di mio padre Enrico che, quando è stato in amministrazione comunale, ne aveva fatto un cavallo di battaglia: del resto Macerata ha il centro che presenta grotte nel sottosuolo, credo anch’io che questa sia la soluzione non dico migliore, ma meno peggio e realizzabile senza grosse difficoltà, ma si riuscirà mai a realizzarla? Dopo la pedonalizzazione del centro storico, fatta nel 1975, era previsto appunto un parcheggio sotto Rampa Zara, poi sono sicuramente prevalsi interessi contrari o miopia politica, non so, ed il tutto è stato abbandonato… ma come dice Lei i maceratesi sono fatti così, privi di iniziativa ma pronti sempre a criticare e a bloccare qualsiasi tentativo di miglioramento… La leggo sempre con molto piacere, cordiali saluti… Fabio Quarchioni
Dott. Liuti come consigliere comunale da tanti anni mi sono battuto per il PARCHEGGIO MECCANIZZATO DI RAMPA ZARA. Per l’Apertura notturna e domenicale del parcheggio DIAZ, Per la riduzione degli affitti commerciali del centro storico, per la costruzione di case popolari nei palazzi vuoti del centro storico, per il mantenimento degli uffici pubblici nel centro storico, Poste, Comune, Provincia. MOZIONI, ORDINI DEL GIORNO e INTERPELLANZE tutte votate a maggioranza senza che le giunte prima D.C. poi le altre abbiano mai fatto qualcosa. Anche il monumento in centro a Padre Matteo Ricci poteve essere un’occasione del bello,Mi creda Dott. Liuti la mia lunga esperienza in consiglio comunale di Macerata è una vera delusione io figlio politico di Enrico Mattei e Aristide Merloni attivo su una città a me sbagliata. Sono anche ottimista basta che questi tradizionali NO a TUTTO decisamente combino rotta, purtroppo vedo nei nuovi giovani consiglieri comunali il ripetersi delle mie richiesta fatte 20 anni fa quindi nulla è cambiato (votai no al palazzetto perchè lo ritenevo insufficiente per un capoluogo di provincia). Ben venga l’Imprenditore Intermesoli con il progetto meccanizzato di Rampa Zara il Sindaco Carancini ha un’occasione irripetibile, non si faccia prendere per la giacca da quelle solite mano invisibili molto forti. Inoltre non dare sempre la colpa alla politica, l’Associazione Industriali, Quelle artigianali, la Coltivatori Diretti e i sindacati con la struttura molto vecchia dei funzionari comunali e provinciali dovrebbero scrollarsi di dosso questa assurda gestine di sola amministrazione delle cose, proponendo progetti moderni di livello europeo per una città universitaria che merita come Lei dice un futuro diverso. Ivano Tacconi Consigliere Comunale Macerata
Questo articolo COZZA, inesorabilmente, contro i tanti articoli che il centro storico muore o il centro che chiude per lutto.
Dico io, che ci facciamo di un centro storico bello o comodo dove chiudono tutti i negozi???
Ovviamente, come vuole Sellone e come dico subito, è colpa della Manzi, ma soprattutto di chi la manovra…
perchè non si inizia a rendere tutti i parcheggi attorno al centro storico gratuiti? (a mio avviso è inutile fare sconti ai residenti che sono pochi e non tutti si servono degli esercizi del centro). Sono ben altri che dovrebbero riavviare il commercio in quella zona!
l’equivoco di fondo nasce dal fatto che qualcuno ha sempre considerato Macerata una città, invece di quello che realmente e’ , cioe’ un paesello; nelle città si pianifica sul lungo termine, si effettuano studi organici sulla viabilita’ e si investe su metodi di trasporto a basso impatto ambientale, che oltre che dal cittadino possano essere utilizzati anche dal turista o dallo studente, inoltre non si costruiscono parcheggi per tenerli chiusi la meta’ del tempo (vedi Diaz e garibaldi) o si autorizzano progetti deturpanti, come quello di fronte rampa cioci.
Invece nei paeselli e’ diverso, meglio affidarsi al palazzinaro di turno, in fondo il politicante si sente molto piu’ rassicurato dal cemento, che poi una inaugurazione con foto di rito ci scappa sempre, e se poi anche questa opera viene fatta alla c…o d. c..e , non c’e’ problema, tanto poi qualche terreno per farne un’altra si trova sempre ….
ancora con le vecchie ricette ?
ancora cemento per risolvere cosa ? Al centro storico non c’è più nessuno !!!
Bisognava pensarci prima di autorizzare tutti i piccoli e grandi centri commerciali che hanno delocalizzato le attivitá economiche in periferia. Si stanno realizzando anche diversi centri direzionali, mentre i palazzi del centro si svuotano e gli uffici spariscono.
facciamo finta di vivere ancora negli anni 60 ?
Sarà il caso di fare qualche valutazione a livello urbanistico ?
altrimenti non sará il caso di farlo morire in santa pace ‘sto centro storico ?
@ Tacconi lei dice molte cose belle che ha pensato o proposto di fare ma nessuno fa nulla, da parte nostra l’unica cosa che possiamo è lamentarci e non fare nulla. Ma la cosa che mi preoccupa molto è questa: come è possibile fare dei progetti a livello europeo con progetti moderni se non siamo capaci di risolvere il problema immondizia immigrazione integrazione e lavoro.. se non si risolvono prima tutto questo non si fa neanche l’altro prima si deve cambiare l’impostazione mentale e l’etica della gente e di chi comanda poi si pensa a fare cose nuove.. fare un bel castello usando fondazioni di uno vecchio non ha senso cadrebbe prima dell’altro.
@ Liuti non capisco perché lei usi sempre articoli già collaudati e scrive cose già scritte scrive molto bene ma avvolte non la capisco ( perché non leggo per nulla l’articolo )
Una premessa, non prendiamoci troppo sul serio e non facciamoci del male. spesso leggo qui delle autocommiserazioni relative al fatto che su ogni progetto “concreto” o presunto tale si scateni una discussione dove alcuni sono contrari ed altri sono favorevoli. Da qui l’autocritica feroce nei confronti dei Maceratesi che sarebbero solo in grado di discutere e di criticare. Ma questo è un blog accidenti, non un consiglio di amministrazione o un consiglio comunale ! Qui non si può far altro che discutere per cui è normale che ci si divida e che non si arrivi ad una conclusione . Accettiamo questo limite senza frustrazioni eccessive. Sono altri i lughi che devono “quagliare” e forse dipende dalla scarsa capacità decisionale ed operativa di questi che noi appariamo inconcludenti perchè si discute sempre delle stesse cose. A questo punto , rischiando di apparire il solito maceratese criticone, devo dire che pur condividendo l’assunto di partenza di Liuti, il compromesso fra bellezza e comodità, il suo pensiero mi sembra un pò debole e frettoloso riconoscendo nel parking di Rampa Zara la risposta decisiva ed essenziale a questa impostazione. Ma se gli altri parcheggi sono vuoti e sottoutilizzati perchè è cosi urgente costruirne un altro ? Questo non lo spiega nessuno e non si capisce . Con la galleria oggi è sufficentemente facile raggiungere sia da una valle che dall’altra il parcheggio sotto i giardini diaz eppure questo appare sembre poco utilizzato (quando non è chiuso). Si dice che il nuovo parcheggio dovrà essere gratis o con tariffe particolarmente agevolate ma, a parte che questa non è sempre una scelta corretta anzi (ma non mi dilungo su questo aspetto) perchè questo non può accadere con gli attuali parcheggi ? Ho l’impressione che il parcheggio rampa Zara venga preso a mò di totem del “decisionismo” per cui mostrare dubbi a riguardo viene immediatamente considerato come solito “peccato” del ragionare maceratese. per quanto mi riguarda non mi sento di dare un giudizio negativo a priori ma vorrei vedere un progetto , un ragionamento concreto che mi dimostri che questa opera possa effettivamente essere a servizio di una maggiore attrattività del nostro centro storico. Potrebbe esserlo ma non da solo , come elemento di un progetto più ampio che invece nonostante molti elementi siano già emersi nella nostre “inutili” discussioni invece non vedo. Si potrebbe dire anche molto altro rispetto al tema della comodità legato all’automobile ma non voglio dilungarmi troppo
Il centro storico va tutelato davvero solo abitandoci; viverci lavorando altrove non è più possibile: è una questione di mutamento storico e non solo di troppi autoveicoli … temo davvero quindi che il mondo del futuro farà a meno di città belle come Perugia, Bergamo, Fermo, Urbino, o centri stupendi come Cortona, Gubbio, Arezzo, o caratteristici come Acqui Terme, Camerino, ecc. Mi fermo qui, perché, di questo passo, mi accorgerò – come dovrebbero accorgersi tutti – che si sta parlando non di questa o quella città ma di gran parte dei centri italiani, visto che l’Italia è per lo più montagnosa e collinare … Allora, nulla di nuovo a Macerata ? Però Liuti ha ragione in molte cose, forse anche a proposito dell’imprenditore Intermesoli … in fondo, far felice Intermesoli, che’ a Macerata tutti han fatto a gara per rendergli la vita facile, non sarebbe ormai più un gran guasto e, alla fine, tentar non nuoce. In attesa, però, bisogna davvero impegnarsi a far qualcosa di meglio … ma certamente NON aprendo le porte all’uso indiscriminato delle automobili, giacché si aggiungerebbe solo altra incuria ed altra inciviltà all’incuria e all’inciviltà attuali. Ecco alcune proposte di mini (e non minitematico) investimento pubblico: dare avvio ai lavori dell’ennesimo parcheggio esterno, ci può stare, ammesso e non concesso che lo si voglia davvero realizzare (parlo dei privati).
Restaurare il palazzo degli Studi ed il suo pavimento a mosaico (qualsiasi cosa diranno per non farlo, rispondete che non è vero: è solo incuria politica);
Incentivare le rassegne culturali dentro il centro storico, in sinergia con ciò che resta di cultura nell’Università e nelle scuole (molto poco in verità);
Riparare immediatamente le strade del centro, dissestate come non è mai accaduto prima se non in tempo di guerra;
Riportare in centro gli studenti universitari, stabilmente e non solo con la movida notturna;
Aprire ad una politica che incentivi chi voglia aprire un esercizio commerciale senza vessazioni, ad esempio con le esenzioni, tutte quelle possibili ed immaginabili;
Ripulire almeno il centro della città: è sporca. Ripulire i muri dalle scritte: fa tanto Bronx; riempirla di fiori come era un tempo Piazza Mazzini (il ben più giovane Pizzi si incantò ad ammirarla quando venne la prima volta 20 anni fa) e com’è al giorno d’oggi il vicolo degli orti o l’inizio di via Crispi.
E forse ancora molto altro
Faccio un appello all’Amministrazione. Rilasciate un permesso speciale a quei quattro o cinque autodipendenti che vogliono andare in centro a prendere un caffè. Ci ritroveremo così tutti uniti nella ricerca di soluzioni che non comprendano l’invivibilità del centro storico.
Ma vi rendete conto? Qualcuno dice: aprite, almeno qualcuno il posto lo trova. E gli altri, centinaia, a girare a vuoto per il centro inquinando. Allegramente.
Vita per vita, perché non organizzare Rave notturni quotidiani e gare di cross pomeridiane.
Un paio di settimane fa sono stato a Wien per qualche giorno; albergo sulla Kärtnerstrasse, una delle pochissime vie chiuse al traffico nel centro di Wien, a pochi passi dalla Stephansplatz. Sono andato – per motivi troppo lunghi da spiegare e contrariamente alle mie abitudini – in auto, e reduce dalle esperienze maceratesi, mi ero preparato ad abbandonare l’auto in Stiria e proseguire in autostop (!) Al contrario, innanzitutto ho constatato come il centro sia sostanzialmente tutto aperto al traffico, tanto che la via posteriore dell’hotel era aperta (pensa un po’!), e poi ho comodamente parcheggiato in uno dei tanti parcheggi sotterranei a pochi metri dall’hotel! E Wien ha: un servizio di tram (Strassenbahn) che tutti conoscono, che arriva dappertutto; una metropolitana (U-bahn) con 5 o 6 linee; autobus a gogo.
Situazione simile a Paris, dove vado tutti gli anni, città che non ha affatto un’isola pedonale (e qui abbiamo ben 15 linee di metro).
Ora, se in due capitali europee l’uso dell’auto non è osteggiato, pur in presenza di servizi pubblici di prim’ordine, cosa fa avere ai maceratesi la pretesa, da un lato presuntuosa, dall’altro palesemente autolesionistica, di voler inibire l’uso dell’auto praticamente per tutta la città? Cosa avranno mai quei ‘coppi’ del centro maceratese in più rispetto al centro di capitali europee dove non c’è tutto questo accanimento?
La differenza è la miopia degli amministratori e l’autolesionismo ed il provincialismo dei maceratesi, la mentalità del ‘Paese mio che stai sulla collina/disteso come un vecchio addormentato’, sbandierata come vanto senza accorgersi che in realtà rappresenta il certificato di morte di questa ‘città’.
@Antonio Maria Golini. Lei viaggerà molto, avrà studiato molto, ma non capisce una mazza di urbanistica e storia.
Paragonare Macerata ad uno dei siti da lei menzionati, significa non avere la più pallida idea di cosa significhi cercare di conciliare accessibilità alle auto e vivibilità in un “paese mio che stai sulla collina”. Tram? Parcheggi sotterranei? Ma mi faccia il piacere!
Ci sono tante cose da fare, è vero. Era da farle prima, è vero. Ma di quale centro chiuso alle auto parla, se già ora è un continuo via vai di mezzi di ogni tipo! E di parcheggi nemmeno l’ombra.
Macerata sta su un “cucuzzolo” e comunque o ovunque la voglia mettere l’auto, dovrà sempre fare sailte e discese e piedi,. a meno che non voglia entrare solo per parcheggiare in seconda fila, giusto il tempo di prendere un caffè.
@Cecco Angiolieri. Non è la prima volta che lei, in replica ad un mio commento, afferma che io non capirei “una mazza” [sic] in tema di urbanistica, storia o quant’altro.
Cosa rispondere al suo scomposto intervento che peraltro prevedevo in questi esatti termini già mentre scrivevo il mio commento un’ora fa?
Innanzitutto che lei non ha affatto compreso nè lo spirito, nè la lettera, del commento in questione. Non tento neppure di spiegarglielo, magari qualcun altro animato da buon cuore provvederà (ammesso che lei, con le sue “abitudini” dialettiche, non abbia fatto terra bruciata intorno a sè come pure mi pare probabile).
Secondariamente, che attendo già da mesi di conoscere le credenziali che fanno sì che lei si ritenga un degno portavoce di Georges Eugènes Haussmann o di Oscar Niemeyer, vista la saccenza con la quale lei aggredisce il prossimo che ha l’unico difetto di non pensarla come lei.
Naturalmente, il tutto accompagnato con il suo vero nome e cognome: è pur vero che il suo alias la dice lunga sulla sua pretesa di “fustigare” il prossimo, ma a questo punto, vista l’insistenza delle sue invettive, sarebbe il caso che fustigasse almeno mettendoci la faccia.
Il Parcheggio a Rampa Zara sarebbe stata un’ottima opportunità SE, nel frattempo, non avessero realizzato gli altri parcheggi.
Con il Diaz, via Palladini e Garibaldi ora, un ulteriore parcheggio a servizio del Centro, NON servirebbe a nulla poichè i motivi dello spopolamento (residenziale e commerciale) all’interno delle Mura sono altri, ben spiegati in tanti interventi che, sull’argomento, si sono avuti in questi ultimi mesi e ultimi anni…
Facciamo funzionare meglio i parcheggi esistenti e soprattutto, come già scritto, usiamo il parcheggio GRATUITO davanti allo Stadio (con collegamento veloce tramite minibus al Centro)….
Abbiamo continuato a fare parcheggi e la cittàè arrivata all’agonia.Sfruttiamo quelli che abbiamo rendendo le triffe più accessibili perchè cosi’ è un vero furto.La smetta il cmune di dare nuove concessioni e riporti la gente a vivere in centro
la speranza di rampa zara (pura fantasia) è ormai sorpassata ..i nostri vecchi politicanti dovevano aprire gli occhi 30 anni fà ..x rivitalizare il centro prima bisogna renderlo appetibile a livello abitativo altrimenti si farà un altro buco nell acqua(altro cemento sarà come mortificare il nostro territorio) utilizzare al meglio quello che già abbiamo
Quando si parla di “bellezza” in riferimento alla città materiale (storica e non), si parla esattamente di “UN PATTO”, una mediazione, un equlibrio, ricercati intenzionalmente tra fattori pratico-funzionali e valori culturali. UN PATTO, dunque, che i nostri avi sapevano stipulare, aggiornare costantemente e dosare a seconda delle circostanze, avendo la consapevolezza che la “bellezza” è una potente cura per vincere il “mal di città”. Questa antica sapienza e capacità operativa è andata perduta da almeno 60 anni e non solo a Macerata.
Un PATTO di questo genere ha avuto, ed ha ancora, potentissimi e colorati nemici che potremmo riunire sotto la categoria dell’utilitarismo, mascherato sotto il più nobile concetto di pragmatismo. E’ proprio dal confronto con questa categoria (normalmente la controparte del PATTO) che l’Amministrazione pubblica (in teoria portatrice dei valori collettivi) esce sconfitta. Da qui nascono molte delle perplessità, resistenze, diffidenze e proteste dell’opinione pubblica.
Perfettamente d’accordo..(per questa volta) con Gianfranco Cerasi ! la capacità, l’intelligenza di ..chiunque, persona o ente, si dimostra cercando di ottenere il meglio e/o il massimo da ciò che già possiede o ha a disposizione (o che ha costruito).. e non cercando per forza soluzioni nuove (spesso dispendiose e a vantaggio di pochi e magari rinnegando ciò che si è fatto imputando sempre la colpa agli altri) e magari ormai fuori tempo, quindi ..utilizziamo in maniera più razionale (facendoli funzionare meglio) i parcheggi che già abbiamo confidando magari anche sul potenziamento dei collegamenti al centro, più funzionali e non dispendiosi.
@Golini. La dialettica non salverà le sue idee dal ridicolo. Io isolato? Provi a leggere le decine di commenti e si accorgerà che chi è isolato è lei.
Lei ha parlato di tram e parcheggi interrati ed ha fatto paragoni impossibili tra realtà cittadine. Conoscere la mia vera identità non rafforzerà le sue idee fantasiose.
E’ vero. Altre volte ho commentato i suoi interventi. Ma come si fa a non rispondere a tono a chi non perde occasione per accusare sempre le stesse persone di ogni male. A lei la chiusura parziale del centro non piace, ma non risponde mai a tono a chi fa notare le innumerevoli controindicazioni.
Anche con l’ultimo intervento in fondo non va oltre il risentimento per le critiche subite, ma non controbatte con alcun argomento concreto.
Legga i commenti di chi ci ha seguito e si accorgerà che non occorre essere un grande urbanista per capire ciò che può aiutare nel tentativo di rivitalizzare il centro.
@Cecco Angiolieri. Non ho nulla da aggiungere a quanto già detto, se non che ho capito benissimo chi è lei. Lei è il vicino di casa che nessuno vorrebbe mai incontrare ad una riunione di condominio. Lei è isolato non perchè non vi sia chi la pensa come lei (figuriamoci: i maceratesi da 20 anni premiano, sia pure in misura decrescente, le amministrazioni che hanno prodotto tutto ciò ….) ma perchè la sua intolleranza (che, mi creda, più di uno mi ha fatto notare sebbene non ve ne sia alcun bisogno, essendo palese) la fa stare bene solo in compagnia di soggetti come lei, in un continuo cortocircuito in cui lei e i suoi interlocutori vi date ragione l’un l’altro aumentando così l’incapacità di dialogare con chi, malauguratamente, porta un’idea o un concetto differente. Lei non vede argomentazioni perchè legge in modo preconcetto: non può esservi alcuna argomentazione in grado di convincere chi agisce in base ad una fede (nessun raziocinio quando la linea è “In hoc signo vinces”). Lei si trincera dietro l’anonimato (a parte che alle riunioni di condominio, dove magari occupa il palcoscenico per ore) e questo è tutto dire; eppure la capisco, perchè se per caso svelasse la sua identità e sempre se per caso gestisse un pubblico esercizio, un bar, un pub, probabilmente perderebbe clienti.
Sono un vicino di casa di Cecco, coinquilino, nonché Architetto e grande urbanista, ora in pensione, con decenni di attività sulle spalle, ma soprattutto frequentatore assiduo del Centro di Macerata e cliente di una nota barberia.
In circa trenta anni (forse anche più) di tagli mensili di capelli, sempre di mattina e in un orario che varia tra le 10,30 e le 11,30, non ho mai avuto problemi con il parcheggio. A pagamento? Certo. Ma chi ha mai pensato che in un Centro Storico o a ridosso di un Centro Storico, anche per garantire un certo ricambio, si potesse parcheggiare gratis?
Una sola volta ho avuto problemi. Quando al ritorno dalla visita in centro ho trovato un’auto percheggiata in seconda fila accanto alla mia. Al ritorno l’orfano del parcheggio di fronte al bar, mi ha anche redarguito: ma se non ho impiegato più di dieci minuti per prendere il caffé!
Quanto capisco Cecco!
Una domanda per tutti. C’è differenza tra Centro Storico e Centro Commerciale? Tra la spiaggia di Rimini o quella di Cala Luna? Ci sarà un motivo per il quale in alcune zone rivierasche vengono istituiti Parchi, aree protette e via discorrendo.
Per rivitallizzare il Centro Storico propongo di aprire al traffico, installare panchine lungo i percorsi in modo che le persone possano sedere comodamente e guardare l’allegro via vai delle auto e applaudire quelle più grandi e lussuose. Questo di giorno. Di notte invece bus navetta per i trasporto dei clienti delle “lucciole” da alloggiare in abitazioni con citofono illuminato da una lucetta rossa e birra a volontà. Più vivi di così si muore. Ma forse è meglio morire.
Ma veramnete qualcuno pensa che il problema di una persona che intende acquistare una giacca da 600 euro, siano i due euro da pagare per il parcheggio e quelle poche centinaia di metri da percorrere a piedi? Tra l’altro godendosi un bel Centro Storico e le belle vetrine dei negozi.
Il disatro è stato causato dalla mancanza di lungimiranza e intelligenza nella stesura dei Piani Regolatori. Strumenti indispensabili per un equilibrato sviluppo di una Città.
E’ stata favorita la speculazione (pur legittima), l’espansione caotica e disordinata e non si è tenuto conto della necessità di salvaguardare la vita del Centro Sorico.
Che il Parcheggio di Rampa Zara oggi ha perso gran parte dell’interesse funzionale per il centro storico, credo sia un dato assodato. Ma è fuori luogo l’attacco generalizzato alle amministrazioni comunali per la mancata realizzazione di detto parcheggio. Non dico tutti, ma la gran parte dei commentatori a questo articolo, Liuti compreso, non ricordano o fanno finta di non ricordare che nel gennaio 1999 l’amministrazione Menghi inserì nel bilancio i soldi necessari alla sua realizzazione, bilancio che fu approvato e di conseguenza si elaborò il relativo progetto. L’amministrazione Menghi, come tutti sanno, cadde per le immotivate dimissioni dei consiglieri di cetro destra e centro sinistra qualche mese dopo. e del progetto in questione non se ne fece colpevolmente più nulla. Guarda caso il progetto interessava le aree di proprietà comunali e non di privati. Per quanto riguarda il declino del centro storico maceratese, questo per lungo tempo ha identificato la stessa città come sistema unitario e compiuto e nello stesso tempo ha costituito una continuità lungo le linee di crinali uscenti da esso, accreditando immagini di una struttura della Città fondamentalmente centripede. Dagli anni ’80 e ’90 questo è venuto meno e di conseguenza è venuta meno la centralità del centro storico che via via ha perso di appetibilità. Non regge più infatti l’idea di Centro Strorico “Nobile” di cultura e attività finanziarie. E’ per questo motivo che ritengo oggi poco funzionale per il presunto rilancio del centro storico il Parcheggio di Rampa Zara.