«Mai viste processioni
da Comune a Duomo,
sbagliati i tempi della visita di Salvini»

MACERATA - L'ex assessore regionale Angelo Sciapichetti è critico dopo l'incontro del vescovo con il nuovo sindaco e il leader della Lega. Intanto Parcaroli è al lavoro per formare la squadra, al via gli incontri per definire nomi e deleghe

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Sandro Parcaroli e Matteo Salvini in Curia

 

di Luca Patrassi

Come osserva il desolato ex assessore regionale alla protezione civile e già guida storica di diverse associazioni di volontariato cittadine Angelo Sciapichetti, «eravamo abituati a processioni che partivano da San Paolo o dal Duomo (o da piazza Strambi dopo il terremoto) e andavano per le vie della città: mai viste partire dall’interno del palazzo Municipale per finire in piazza Strambi». Sciapichetti non ha gradito per niente il corteo guidato da Salvini che dal Municipio è andato verso la Curia dove giovedì il leader nazionale della Lega ed un’ampia delegazione leghista sono stati ricevuti dal vescovo Nazzareno Marconi. Il corteo devozionale e la visita dal vescovo avevano già suscitato l’ira, tra gli altri che però non ci hanno messo la faccia, di Sciapichetti che aveva criticato l’azione del vescovo Marconi. Un post un pochettino velenoso per osservare: «Il rispetto prima di tutto, ma da cattolico non ce la faccio a tacere. La mia formazione nell’Azione Cattolica mi obbliga semplicemente a osservare che qui si è superato ogni limite. Stop! Altro non aggiungo altrimenti rischierei di essere irriguardoso… Con la schiena dritta. Sempre».

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Angelo Sciapichetti

Al post iniziale sono seguiti un centinaio di commenti di vario titolo. C’è chi ha replicato che «in Azione Cattolica ho imparato ad avere rispetto degli altri, ad accogliere e ad ascoltare gli altri, anche di diversa opinione» e c’è chi ha sostenuto la posizione di Sciapichetti. Centinaia i commenti social, silenzio sul fronte politico-istituzionale, nessuno sembra volersi prendere la briga di toccare l’argomento nonostante il nervo oggi – solo oggi? – sia evidentemente scoperto nel centrosinistra. Peraltro in campagna elettorale tutti avevano risposto alla “chiamata in confessionale” del vescovo per spiegare i programmi, oggi contestare la nuova iniziativa politica del vescovo può apparire operazione tardiva, fatta solo perché sembra voler dare una lettura di parte non gradita. Sciapichetti però insiste ed anche oggi è tornato sull’argomento della “bibbia sul comodino con il programma elettorale” indicata da Salvini ai consiglieri comunali con successivo incontro dal vescovo. «Non voglio fare polemiche e non spetta a me giudicare, del resto come dice Papa Francesco “chi sono io per giudicare?”. Osservo solo che eravamo abituati a processioni che partivano da San Paolo o dal Duomo (o da piazza strambi dopo il terremoto) e andavano per le vie della città: mai viste partire dall’interno del palazzo Municipale per finire in piazza Strambi.

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Il vescovo Nazzareno Marconi

Compito del vescovo – continua Sciapichetti – credo sia quello di parlare e accogliere tutti ma se mi si chiede una opinione dico che la visita forse andava organizzata in forma e in tempi diversi non a tre giorni da una competizione elettorale che ha diviso una città già fortemente lacerata. Oggi c’è bisogno di gesti che riescano a ricucire. Sono sicuro che il sindaco Parcaroli avrà avuto modo di far vedere a Salvini che a Macerata i quartieri che ricordano la Nigeria non esistono a differenza di quanto sostenuto da un noto esponente del suo partito venuto dal Nord qualche settimana fa così come sono sicuro che tra le tante cose che il leader della Lega avrà avuto modo di apprendere dall’incontro con il vescovo ci sarà stata anche la spiegazione del fatto che compiere le opere di misericordia, (in particolare dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini) non significa essere né buonisti, né sentimentalisti ma osservatori del Vangelo così come blandire rosari in un pubblico comizio è atto che offende la dignità e la serietà di credenti e cittadini perché Dio è di tutti, anche di chi non la pensa come Salvini».

Il sindaco Sandro Parcaroli tace, lui piazza Strambi la vede sullo sfondo dal palazzo del Comune. Dal vescovo ci è andato in campagna elettorale, cosa che hanno fatto tutti gli altri candidati. Magari gli avrà anche chiesto notizie sullo stato delle chiese chiuse perché danneggiate dal sisma. Per ora il sindaco Sandro Parcaroli è impegnato nella partenza della sua esperienza amministrativa e nel dare forma alla nuova squadra di governo. Tra oggi e domani sono previsti incontri in serie per definire nomi e deleghe della Giunta. Un gioco di incastri particolarmente complicato, difficile abbinare voti di preferenze, competenze, indicazioni dei partiti, aspettative degli eletti. L’unico ad entrare Papa nel conclave di nomina degli assessori è Silvano Iommi: per lui c’è l’Urbanistica. Per altri (Marchiori, Sacchi, D’Alessandro e Renna su tutti) va definita la delega. La presidenza del Consiglio sarà della Lega con Francesco Luciani.  Di sicuro appare una situazione complicata che è meglio definire subito, prima di trovarsi alle prese con il moltiplicarsi delle richieste e dei veti incrociati.

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