di Matteo Zallocco
Basta promettere un concerto di Albano (sigh!), sfilare in piazza Mazzini con Salvini o regalare porta-mascherine alla festa del patrono San Giuliano? No. La campagna elettorale di Sandro Parcaroli dal punto di vista mediatico non è stata esaltante, non si è mai addentrato nel confronto diretto con gli avversari e nelle questioni politiche della città. Ha anche evitato il più possibile di parlare in pubblico, ammettendo che l’arte oratoria non è il suo forte e che avrebbe dovuto studiare per conoscere le problematiche. Tutto ciò evidentemente non serviva.
La sua forza è stata essere un volto nuovo, rassicurante, capace di unire il centrodestra dopo 20 anni. Il patron di Med Store ha intercettato la voglia di voltare pagina e ha guidato il treno del cambiamento, su cui sono saliti in tanti. Una corsa iniziata tardi, appena l’11 luglio scorso, quando il marziano della politica atterrò a Macerata presentandosi come discepolo di Steve Jobs e annunciando la sua candidatura a sindaco a suon di citazioni. Poco più di due mesi dopo Sandro Parcaroli è diventato sindaco con una vittoria al primo turno schiacciante, evitando un ballottaggio che fino all’altro ieri veniva dato dai più per scontato viste le altre candidature in campo. Non da lui che più volte aveva detto: «Voglio vincere al primo turno». Carancini – che ha sempre vinto al ballottaggio – cinque anni fa al primo turno si fermò al 39, 92%, oggi Ricotta non va oltre il 33%, quasi venti punti sotto al vincitore (al 52,5% ).
Tanto soffiava forte il vento del cambiamento che a Parcaroli non è neanche servito attaccare l’avversario. Anzi, ha sempre teso la mano a Carancini: «Conosco Romano da anni, sono suo amico e sempre lo sarò. Le colpe? Governano una città da 30 anni e lui in prima persona da dieci, non è facile», aveva detto al confronto organizzato da Cronache Maceratesi. L’insoddisfazione per l’amministrazione Carancini negli ultimi anni era comunque palpabile. E parlavano i fatti. Elencarli di nuovo non serve. Il programma elettorale del 2010 di Carancini, letto oggi, è impietoso. E l’ultimo posto alle primarie della vice-sindaca Stefania Monteverde era un altro segnale.
Il candidato di centrosinistra Narciso Ricotta non è riuscito a distaccarsi di un centimetro dalla figura ingombrante del sindaco. Diciamo che l’assessore uscente ai lavori pubblici (soprannominato “l’asfaltatore” per la sua attenzione alla manutenzione delle strade) non ha nemmeno potuto farlo, essendo stato al suo fianco negli ultimi sette anni. Ma quella continua rivendicazione di buon governo troppo spesso faceva a pugni con la realtà. Bonaccini una settimana fa a Civitanova ha gridato al centrosinistra: «Bisogna saper fare auto-critica. Su alcuni temi, come quello degli ospedali, si è sbagliato. Togliamoci quella puzza sotto al naso che spesso ci ha contraddistinto pensando che quello che diciamo noi è la verità». Ecco la favola del buon governo non si può raccontare per partito preso, un po’ di auto-critica avrebbe fatto bene al centrosinistra sia in Regione che a Macerata. Questo non può essere etichettato solo come un voto politico, perché nei Comuni e nelle Regioni dove ha bene amministrato, il centrosinistra ha vinto. Anche nello stesso giorno in cui Salvini ha preso il 50% alle Europee, i “buoni governi” hanno ribaltato il risultato delle amministrative.
Ma in questa città la “puzza sotto al naso” di quel nucleo di centrosinistra che ha difeso anche l’indifendibile è diventata nauseabonda. In questo quadro una candidatura di un politico competente come Ricotta, che i problemi li conosce, che è capace di unire anziché dividere, non bastava per affascinare l’elettorato. Lui ha fatto una campagna elettorale classica che in un altro contesto poteva anche funzionare. Ma non è riuscito a prendere bene le misure su un avversario particolare come Parcaroli. Il titolare di Med store, è stato una sorta di bug della politica locale. A un certo punto Ricotta ha spostato il mirino su Cherubini, candidato dei 5 Stelle, accusato di andare con Parcaroli al ballottaggio. Il secondo turno era dato per scontato, ma così non è stato. Se poi oltre a Carancini ti metti al tuo fianco anche l’ex commissario della ricostruzione (?) Paola De Micheli, c’è anche un po’ di masochismo. In questo contesto Parcaroli si è potuto anche sedere vicino al senatore Pillon sbagliando frasi (importanti) su temi delicati. Ora sarà chiamato a sbagliare il meno possibile. E dovrà amministrare un Comune.
Ma una cosa è certa: fin dalle prime uscite Parcaroli è stato apprezzato in mezzo alla gente. Negli incontri nei quartieri i cittadini lo hanno visto come uno di loro. Alla fine si facevano anche i selfie. Con il candidato sindaco del popolo. Che non ha mai avuto la puzza sotto al naso. Che ha abbracciato Salvini ma anche tenuto alcune distanze. Che ha chiamato Albano per cantare la sua “Felicità” di poter sognare una Macerata diversa.
Micucci la spunta di 5 voti su Carancini Il capoluogo rischia di restare senza rappresentanza
Articolo interessante
Ottima disamina. Applausi
Bella riflessione
Finalmente a Macerata si respira aria nuova. Dopo un decennio di malgoverno il PD raccoglie i frutti amari di cio' che ha seminato. I tre moschettieri Ricotta, Carancini e Iesari sono stati disarmati e si ritrovano tra le mani i cocci di cio' che hanno frantumato. Presto la puzza sotto il naso (di cui parla l'autore dell'articolo) sarà un ricordo, al pari di quel mix di arroganza e supponenza che ha caratterizzato l'agire della giunta uscente. Un sincero augurio al nuovo sindaco Sandro Parcaroli affinché riesca a realizzare gli obiettivi che si è prefissato. Un sincero augurio anche al PD affinché faccia un'attenta autocritica e un'accurata pulizia al proprio interno, perché solo così potrà tornare ad essere credibile e competitivo.
Ed adesso come nella migliore commedia di Collodi vedremo le mosse della Corte dei Miracoli . Non invio affatto Parcaroli. Coraggio....Il meglio è passato
Quel quasi 20% in più di voti andati a Sandro Parcaroli, sono i voti degli ex pd delusi da 10 anni(e anche più) di scelte politiche scellerate e non tese al confronto con i cittadini. Adesso con Parcaroli possiamo veramente pensare ad un futuro dinamico e spero brillante
In questo editoriale, è taciuto il fatto che Carancini e la sua eredità politica, oltre a far perdere le elezioni al centro sinistra ha di fatto escluso Macerata da essere rappresentata in Regione, i voti confluiti su Ricotta, non si sono riversati sul candidato consigliere regionale che è rimasto escluso. Avranno tanto da riflettere e molto da recriminare.
Ed adesso come nella migliore commedia di Collodi vedremo le mosse della Corte dei Miracoli . Non invidio affatto Parcaroli. Coraggio....Il meglio è passato
Complimenti per l'editoriale del direttore, CM, un po' troppa reiterazione della 'puzza sotto il naso' (che non credo sia tanto puzzolente a dir el vero). Interessante, senz'altro, la metafora del virus informatico. Ma succede dappertutto. Consiglio la lettura del romanzo Candidato (Antonio J Rodríguez)
Ne avrà di lavoro da fare. Rimediare le catastrofi del pd sarà un duro impegno. Di buono c è che è impossibile fare di peggio di chi ha governato fino ad oggi.
Ottima disamina
Bella per lui che ha vinto. Ma mò l'elogio dei pochi contenuti fa ride. Ha fatto una campagna elettorale moscia perché c'era chi la faceva per lui. Con il malgoverno della vecchia amministrazione ed il voto per tifoseria politica messi insieme... Sono contento per lui, ma a posto de lui ci poteva essere chiunque ed avrebbe comunque vinto grazie agli altri 2 fattori.
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L’articolo di Matteo Zallocco coglie perfettamente nel segno. Sandro Parcaroli, persona lontanissima dall’arroganza e dalla prepotenza caranciniana, ha saputo istintivamente intercettare la voglia di cambiamento della città e il desiderio di voltare finalmente pagina, dopo 25 anni di amministrazioni di sinistra autoreferenziali, clientelari al massimo grado e poco o per niente efficienti.
Il risultato delle regionali, con Civitanova che può vantare due consiglieri regionali mentre Macerata sta a zero, fotografa benissimo la china discendente del capoluogo di provincia che ormai è tale solo sulla carta, determinata dall’inefficienza e dalla prosopopea dell’epoca di Carancini, il peggior sindaco di Macerata dal dopoguerra in poi.
Una voglia di cambiamento che ha perdonato a Sandro l’inesperienza, la scarsa confidenza con i discorsi in pubblico, la poca dimestichezza con i programmi e i rituali della politica, la vicinanza di qualche personaggio negativo che continuamente sbracciava per farsi fotografare in prima fila. Molti hanno apprezzato l’umiltà del “Parca”, persona buona e onesta e imprenditore validissimo, che ha riconosciuto i propri limiti politici anzichè cercare di nasconderli. Altri hanno dato valore alla sua incapacità di insultare gli avversari, mentre gli insulti piovevano di continuo sul suo capo (l’oscar dell’insulto a Sciapichetti, con la disgustosa frase sugli insegnanti di sostegno, offensiva sia verso Sandro che le tante persone portatrici di handicap). Altri ancora hanno visto in lui la persona che dopo tanti anni ha saputo riunificare il rissoso centrodestra maceratese. Qualcuno forse avrà pure pensato: “Cerchiamo di cambiare, adesso o mai più, tanto, peggio di Carancini & C. non si potrà fare”.
Sta di fatto che, grazie anche al vento favorevole spirato in regione per il centrodestra, Parcaroli ha vinto in maniera schiacciante, addirittura oltre le previsioni (almeno le mie: io lo davo per vincente, ma al ballottaggio, non in prima battuta). E ho avuto la certezza della vittoria del Parca quando ho visto, proprio negli ultimi giorni, la fotografia che riuniva Carancini (l’arroganza pura), la De Micheli (l’inefficienza totale verso i cittadini del cratere) e il buon Narciso, autoproclamatosi masochisticamente continuatore ed erede designato del fatale Romano.
Parcaroli ha vinto per i molti demeriti del PD e cespugli, ma anche per i propri meriti, poco politici ma molto apprezzabili a livello umano.
Ora però per Sandro comincia il lavoro più difficile. Dovrà impegnarsi moltissimo, studiare i dossier e circondarsi di persone preparate e pronte a supportarlo, dialogando con i partiti della sua coalizione senza però farsi schiacciare da loro. Ha la forza per farlo: il risultato eccellente della sua lista, creata dal nulla in due mesi, parla chiaro.
Un ultimo consiglio al Parca: si fidi soprattutto di chi non chiede e non pretende niente. Sono quelle le persone che meglio potranno aiutarlo.
Complimenti per l’editoriale, sempre impeccabile
Sì, caro Matteo. Hai fatto un’analisi lucida e in larghissima parte condivisibile. Rivendico a gran voce la purezza e l’onestà intellettuale di Narciso Ricotta che ha fatto il possibile e l’impossibile per sovvertire un risultato già compromesso in partenza vista la pesantissima eredità che portava in spalla. All’orizzonte vedo un solo errore che il centrosinistra non dovrebbe commettere: considerare la sconfitta come il frutto di un dato politico. Non è semplicemente così. Come tu hai ben evidenziato, ci sono elementi di natura amministrativa che dovranno essere posti al centro della riflessione. La destra ci ha impartito una lezione sonora. ha individuato un candidato che, pur non essendo ancora all’altezza dell’agone politico, ha rappresentato un elemento di novità e di rottura con il passato. Noi abbiamo fatto il contrario difendendo l’indifendibile e siamo stati puniti. Giusto così. Complimenti vivissimi all’avversario e auguri di buon lavoro a Sandro Parcaroli e a tutti i suoi futuri collaboratori.
Una riflessione si impone come analisi del voto. I dieci anni di sindaco di Carancini hanno pesato come un macigno. Non credo che siano stati dieci anni di cattiva amministrazione, ma di come si è svolta: autoreferenzialità ed arroganza. Un assessore alla cultura chiuso a tutte le componenti della città, ma solo a chi voleva lei. A questi atteggiamenti c’è d’aggiungere un macigno: una gestione dell’accoglienza dei migranti completamente sbagliata che ha cambiato i sentimenti della città. Narciso Ricotta ha pagato tutto questo e non ha saputo liberarsi da questo accerchiamento aprendosi a componenti nuove e rigenerative della città. Ma ritengo che sarà ancora molto utile nella politica di Macerata per serietà e competenza.
Onore al vincitore, adesso ci aspettiamo di sognare una città con tanto lavoro e ricchezza per tutti. Vedremo se i sogni diverranno realtà.
La persona dell’avvocato Ricotta è moralmente ed intellettualmente al di sopra di ogni sospetto. Politicamente non ha saputo prendere le distanze dalla politica autoreferenziale e arrogante dell,’ex sindaco Carancini e i maceratesi hanno ben capito che sindaco Ricotta avrebbe significato continuità Carancini. E questo era troppo!
Non conosco la realtà del PD maceratese a fondo, da come scrive Giuseppe Bommarito è identica a quella civitanovese, con un parterre identico, qui con un gallo e tante gallinelle in cerca di…..
L’ insulto di Sciapichetti da come scrive Giuseppe è penoso, è sufficiente per non votarlo più, l’ offesa è gravissima, deduce anche la mancanza di capacità relazionali di livello….si sentono super….la suonata sicuramente non sarà sufficiente tanta è la boria; unica speranza viene da Roma dal momento che Zingaretti senza peli sulla lingua ha smarcato il PD nazionale puntando il dito con accuse notevoli al PD regionale; anche lui se vuole fare qualcosa di buono per la regione deve sbattere fuori sti capetti farlocchi che al primo inchippo emergono la non capacità di capire, di fare squadra, e come tutti gli incapaci attaccano….mi fanno pena…Sarò a Roma per 5 giorni, invitata, dove porterò il mio pensiero con dati alla mano, fortunatamente c’è una parte del PD che non è conosciuta dai media che lavora sul reale, con ricerche sul territorio come facevano i ns carabinieri, quella sarà una verità di cui terranno conto.
Attenta e puntuale la disamina del Direttore Zalocco, così come coglie nel segno l’intervento dell’amico Bommarito.
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Praticamente nulla da aggiungere, se non che -forse- andrebbe meglio valutata la scelta di molti elettori del centrosinistra (che stufi di 10 anni di politica autoreferente caranciniana) hanno deciso di dare un taglio netto, al passato, scegliendo di:
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A) Non andare a votare (che, sommato all’aumento dei votanti rispetto alle ultime comunali, ha premiato il candidato della destra)
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B) Hanno incrociato il voto (premiando Parcaroli e una lista di centrosinistra)
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C) Hanno votato, non sopportando più assolutamente nulla della vecchia Giunta -Ricotta compreso- solo il candidato
sindaco della destra
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D) Hanno votato “a perdere” il candidato Cicarè che è arrivato inaspettatamente a quasi il 4,5%
Le vittorie di Acquaroli e Parcaroli sono quasi esclusivamente merito del centrosinistra ed, in particolare,del PD. Chiunque si fosse presentato al loro posto avrebbe vinto, insieme ad un centrodestra unito ma privo di idee e personalità adeguate e quindi, perdente, se non ne avesse determinato la vittoria l’immagine vecchia e stantia di un PD infarcito di cariatidi e professionisti della politica ed alleato con liste irrilevanti e velleitarie.