L’avvocato Andrea Perticarari
di Federica Nardi
«Mi aspettavo questo risultato personale? Assolutamente no. Però non mi aspettavo nemmeno una sconfitta così sonora per noi». Andrea Perticarari, il più votato del Pd, viene da due giorni di fuoco per la sua coalizione, sconfitta al primo turno da Sandro Parcaroli e dal centrodestra con 20 punti di distacco. Quindi la soddisfazione e la riflessione vanno di pari passo. «Credo che questo mio risultato dipenda indirettamente da una sconfitta così sonora. Riconosco come lo stesso sia anche un segnale dato dagli elettori. Sento una grande responsabilità nei confronti di chi mi ha votato ma soprattutto nei confronti di chi si è allontanato dal Pd». Perticarari con le sue 182 preferenze ha superato ampiamente non solo assessori uscenti come Mario Iesari (73 voti) e Alferio Canesin (114 voti) ma anche il segretario cittadino Stefano Di Pietro che si ferma a 110 voti e l’ex consigliera Alessia Scoccianti che era data tra i sicuri eletti ma è arrivata quinta. Per non parlare degli altri ex consiglieri e consigliere, che tranne Maurizio Del Gobbo e Ninfa Contigiani, restano a casa.
Marco Caldarelli
Per uno come Perticarari che si affaccia per la prima volta in Consiglio, c’è chi invece ci è uscito da assessore del centrosinistra e ci rientra da consigliere del centrodestra. È Marco Caldarelli, assessore al Bilancio con la Giunta Carancini sempre con l’Udc che però poi ha cambiato schieramento. Seguirla gli ha portato fortuna: è passato dai 116 voti del 2015 ai 159 di oggi. Più votato in lista e quindi rieletto. «Ritenevo che una vittoria di Sandro Parcaroli sarebbe stata possibile e probabile. Ma al primo turno? Ero tutt’altro che sicuro – dice Caldarelli -. Si poteva intuire qualcosa con i risultati delle regionali ma non davo nulla per scontato. E ritenevo di confermare i voti dell’altra volta, invece ne sono arrivati circa un terzo in più». Com’è cambiare coalizione? «Il ragionamento che l’Udc ha fatto si allinea con quello nazionale. L’anomalia di stare nel centrosinistra poteva proseguire a condizioni differenti. Il panorama è cambiato, il centrosinistra è diventato sinistra e il centrodestra è diventato ancora più centro. Un contesto più adatto a noi. L’Udc forse in tutto il panorama nazionale è il partito rimasto più uguale a se stesso. Ha l’Oscar della continuità. La scelta è precedente inoltre alla candidatura di Parcaroli, che è di luglio». Certo, scherza Caldarelli (ma nemmeno troppo, visti i risultati): «Osservate dove va l’Udc, vedrete chi vince». Sarà strano per lei avere all’opposizione le persone con cui ha governato fino a ieri? «Io ho sempre ragionato poco per steccati. Non ho ostilità particolari nei confronti di nessuno. Non ce l’avevo nei confronti del centrodestra, non ce l’ho nei confronti della sinistra – conclude -, sia da un punto di vista personale che politico».
Mattia Orioli
Infine tra le novità che però per il momento non entrano in assise il Ncdu di Mattia Orioli, che colleziona per sé 141 preferenze. Un ottimo inizio insomma, sottolinea anche il coordinatore Augusto Ciampechini, «per un partito che si affaccia per la prima volta alle elezioni». Oltre alla gioia per l’elezione di Parcaroli, Ciampechini si complimenta con Orioli per aver dimostrato con i numeri «il suo radicamento in città», anche se «purtroppo allo stato dell’arte in cui si riscontrano i dati elettorali emersi, tutto ciò non risulta essere sufficiente per avere un posizionamento in Consiglio comunale, ma per il dato definitivo su questo esito, attendiamo il responso finale della commissione elettorale». Per Ciampechini e la dirigenza regionale del Ncdu «il lavoro e la competenza di Mattia Orioli, nonché la pazienza nei rapporti umani, adoperata nel perseguire l’unità, i suoi sacrifici personali, anche economici, le energie messe in campo per comporre la lista a sostegno di Parcaroli (lista composta da persone capaci, serie e per bene) ed il lavoro svolto per formulare un programma di rilancio, messo a disposizione di tutta la coalizione, hanno dato il frutto sperato e favorito la vittoria di Parcaroli». Per questo riconoscono ad Orioli «una vittoria personale ed umana molto grande, purtroppo non completa se confermata, perché penalizzata elettoralmente dal metodo D’Hondt (metodo per ripartire i seggi in consiglio comunale)».
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La correttezza e la lealtà di Mattia Orioli e del NCDU risaltano ancora di più proprio se messe a raffronto con la perenne ambiguità dell’UDC, ben fotografata in questa occasione dalla persona del consigliere eletto, assessore della giunta Carancini e grande estimatore di quest’ultimo.