Perticarari a gamba tesa sui suoi:
«Schede con voto disgiunto Pd-Parcaroli
il segnale più forte dato dagli elettori»

MACERATA - Il consigliere più votato dei dem fa un'analisi impietosa del voto e punta il dito contro la dirigenza locale del partito e la passata amministrazione: «Troppo spesso non sono stati ammessi gli errori compiuti, si è dimostrato di avere problemi nel capire le diffuse esigenze della popolazione, talvolta ci si è arroccati su scelte palesemente in contrasto con il comune sentire e perfino con il buon senso». Poi una stoccata a Salvini, che si è affacciato con Parcaroli sul terrazzo del municipio: «Se qualcuno vuole fare campagna elettorale perenne almeno lo faccia dai balconi di casa sua»

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L’avvocato Andrea Perticarari, consigliere più votato del Pd

 

«Il vedere scrutinate schede elettorali con voto disgiunto Pd-Sandro Parcaroli sindaco, senza l’indicazione di alcuna preferenza nominale, è il segnale più forte che un elettore del Pd poteva dare al partito e ad una amministrazione, che troppo spesso non ha ammesso gli errori compiuti, che troppo spesso ha dimostrato di avere problemi nel capire le diffuse esigenze della popolazione, che talvolta si è arroccata su scelte a volte palesemente in contrasto con il comune sentire e perfino con il buon senso, errori che hanno finito per oscurare le molte cose buone che pure sono state fatte». E’ l’amara constatazione di Andrea Perticarari, il più votato a Macerata tra i consiglieri del Pd. Dopo le prime impressioni chieste ieri (leggi l’articolo), oggi Perticarari in un lungo intervento mette nel mirino tutto l’establishment locale del partito: dalla passata amministrazione, ai tanti big che sono stati bocciati dagli elettori. Un’analisi impietosa della sonora sconfitta rimediata dal centrosinistra, che dopo 25 anni ha ceduto il governo della città al centrodestra guidato da Sandro Parcaroli. «Questa tornata elettorale si è conclusa con una netta sconfitta della coalizione del centrosinistra e, pure questo va detto, della coalizione guidata da Roberto Cherubini. Sono dati oggettivi – continua il consigliere dem – Ma vorrei andare oltre, anzi, più a fondo. Più volte in campagna elettorale ho ripetuto come sarebbe stato necessario un cambio di passo nella comunicazione e come il Pd in primis (ma anche tutte le forze civiche della coalizione) dovessero ritornare ad essere meno autoreferenziali, più umili. Ecco iniziamo fin dalle 48 ore successive alle elezioni. Il Pd ha ottenuto il peggior risultato della storia politica maceratese ed il segnale, numeri alla mano, dato dallo scrutinio dei voti è, può dispiacere dirlo, una bocciatura della gestione della città degli ultimi anni. Non voglio cercare scuse. Il terremoto, Banca Marche, il caso Pamela sono ovviamente fattori che hanno profondamente inciso nell’economia e sul tessuto sociale della città, ma non ci si può nascondere dietro ad un dito».

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Lo scrutinio in uno dei seggi di Macerata

Perticarari ricorda poi di aver passato un giorno e mezzo nel seggio di Collevario come come rappresentante di lista e di aver visto appunto molte schede con voto disgiunto Pd-Sandro Parcaroli sindaco. «Insomma prosegue – quando lo stesso Bonaccini dice che il Pd, troppo spesso, “ha la puzza sotto il naso”, ha ragione, ma generalizzare è comunque sbagliato. Ci sono tante persone rimaste sino ad oggi inascoltate, ma che sono risorse per il partito e per la città, come ci sono tanti candidati che purtroppo non ce l’hanno fatta che mi auguro abbiano la voglia e la grinta di continuare un percorso da qui alle prossime elezioni, come feci io 5 anni fa. Ci sono, poi, ancora più persone fuori dal Pd che hanno altrettante competenze e voglia di impegnarsi per il bene di Macerata, ma il partito deve capire che è necessario dare l’opportunità a chiunque di essere ascoltato, di aver un ruolo, di far parte di una squadra. Ho tanti amici che quest’anno si sono candidati in una lista piuttosto che in un’altra, il mio auspicio è che possano trovare nel Pd del prossimo futuro un luogo dove poter esprimere le proprie idee, dove si sentano partecipi».

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Matteo Salvini con Sandro Parcaroli sul balcone del municipio in piazza della Libertà

Quindi passando alle bocciature rimediate da alcuni dirigenti del Pd locale, evoca le dimissioni senza però dirlo apertamente.  «Dati alla mano – sottolinea infatti – buona parte dei componenti della passata amministrazione o dello storico gruppo dirigente del Partito non sono stati premiati in questa tornata elettorale; è un dato oggettivo che deve far riflettere e che deve però anche portare a decisioni concrete. Io posso solo ringraziare chi mi ha dato fiducia. Sarò probabilmente il consigliere più giovane di tutto il Consiglio comunale (anche se tanto giovane oramai non sono più ed anche questo dato dovrebbe far riflettere) e sarò all’opposizione come il più votato del Partito Democratico, magra consolazione; di questo non posso che esserne orgoglioso, ma il mio come quello di altri deve essere un punto di partenza, l’avvio di un nuovo percorso, diverso. E poi devo ringraziare in particolar modo la mia famiglia ed i miei amici più stretti, che sono riusciti negli ultimi mesi a sopportarmi». Nel finale un commento sulla foto di Sandro Parcaroli con Matteo Salvini sul balcone del municipio e «uno stuolo di persone adoranti che fanno selfie e video con i cellulari. Ecco – conclude Perticarari – le persone che si affacciano dai balconi non mi sono mai piaciute in generale, cerchiamo anche di recuperare il rispetto delle istituzioni fin da subito. Il Comune di Macerata non è la sede del Pd, dei 5 stelle o della Lega, è un simbolo, un’istituzione e deve essere rispettata. Non ha vinto Salvini a Macerata, ha vinto tutto il centrodestra anche con i voti di chi ha idee lontanissime da quelle di Salvini. Se qualcuno vuole fare campagna elettorale perenne almeno lo faccia dai balconi di casa sua». 

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