di Luca Patrassi
Il dream team, sempre per rimanere ai sogni della campagna elettorale di Parcaroli poi tramutatisi in “solide realtà” per stare a uno spot pubblicitario, si prepara a scendere in campo. Dagli spogliatoi non filtrano però indiscrezioni. Silenzio stampa, nessuno dei titolari, o degli aspiranti tali, ha voglia di lanciarsi in dichiarazioni che potrebbero magari rivelarsi un boomerang per le loro aspirazioni. Di nuovo c’è che Salvini domani arriva in città ed è possibile affronterà i temi legati alla squadra di governo in quota Lega. Di nuovo c’è anche che le indicazioni dovranno rispettare l’alternanza di genere. Il sindaco Sandro Parcaroli ha confermato che si taglierà lo stipendio per aumentare gli assessorati: saranno 9, più il presidente del Consiglio comunale.
Proviamo a partire dalle donne. Fratelli D’Italia è possibile abbia in animo di chiedere due ruoli di governo, tra assessorati e presidenza del Consiglio.In ordine i più votati sono Paolo Renna, Francesca D’Alessandro e Pierfrancesco Castiglioni: se i meloniani esprimono due nomi, uno deve essere donna e dunque D’Alessandro sembra blindata. L’altro nome è in bilico tra Renna (per la giunta) e Castiglioni (per la presidenza del Consiglio). Forza Italia vede azzurro, un solo nome ed è quello del coordinatore provinciale Riccardo Sacchi che chiede le attività culturali del dopo Monteverde. Altri due nomi sono a carico della civica di Parcaroli (ottimo risultato con oltre il 9%), ed anche in questo caso l’alternanza sarebbe un obbligo. Il nome più ricorrente è quello dell’architetto Silvano Iommi, che però potrebbe anche cedere il passo nel caso di diverse scelte tecniche per l’Urbanistica, mentre sul fronte femminile la lista offre diverse professionalità partendo dalla commercialista Romina Leombruni. Complicata la partita in casa Lega con l’enigma Andrea Marchiori, indicato da sempre come potenziale assessore pur non essendosi candidato. La presenza di Marchiori porterebbe la Lega a indicare almeno il nome di una donna e in ballo ci sono Laura Orazi, Laura Laviano e Paola Pippa. Poi ci sono le aspettative dei primatisti di preferenze come Francesco Luciani e Andrea Blarasin. Infine gli esterni: il nome ricorrente è quello del presidente della Provincia Antonio Pettinari (ieri in prima fila nei festeggiamenti per Parcaroli) ai lavori pubblici. C’è anche l’esigenza, oltre a quella di rispettare le indicazioni degli elettori, di prestare attenzione al mondo giovanile iniziando dal dare responsabilità di governo ad alcuni di loro.
PREFERENZE – Se il sindaco Sandro Parcaroli è impegnato nel formare la squadra di governo, il nuovo Consiglio comunale offre gli spunti per una serie di valutazioni. La coalizione di centrodestra ha vinto e dunque dispone di larghi spazi di manovra e relativi scranni in aula: non ci sono insomma molte trombature eccellenti, anche in virtù del fatto che la coalizione era opposizione da venti anni. L’unica a lasciarci le penne è stata l’ex candidata sindaco del centrodestra Deborah Pantana che si era presentata alla guida del Popolo della Famiglia e si è fermata poco dopo la partenza, a sole 29 preferenze. Ci sono tanti rientri e ritorni di fiamma nel centrodestra (Castiglioni, Carbonari, Luciani, D’Alessandro, Iommi, Blarasin, Sacchi tra gli altri), diversi volti nuovi e tanta voglia di iniziare a dire la propria sul futuro della città.
Della Giunta Carancini restano in Consiglio, oltre a Ricotta solo Stefania Monteverde nel centrosinistra e Marco Caldarelli nel centrodestra
Nel centrosinistra il clima è evidentemente opposto. Nessuno ha voglia di parlare, la sconfitta brucia ancora. I resti di quella che fu la giunta Carancini, per stare alla lapide ora ormeggiata a lato della torre civica, scendono dal Palazzo comunale. L’unica a resistere all’ondata di centrodestra è stata Stefania Monteverde, superstite con Macerata Bene Comune. Ha evitato il naufragio, per la verità anche l’ex assessore al bilancio Marco Cardarelli ma lui si era messo in salvo da tempo grazie al riparo trovato, con tutto l’Udc, nel porto del centrodestra. Non rieletti l’ex presidente del Consiglio comunale Luciano Pantanetti, l’ex assessore ai servizi sociali Marika Marcolini e in quota Pd gli ex assessori Mario Iesari e Alferio Canesin, sempre molto vicini a Carancini. Falcidiati anche gli ex consiglieri: superstiti solo i democrat Ninfa Contigiani e Maurizio del Gobbo. Tra gli esclusi, seppure per pochi voti, c’è anche il segretario del circolo Pd Stefano Di Pietro che ha chiuso al sesto posto.
C
hiude, per ora, l’ultraquarantennale presenza in Consiglio Ivano Tacconi, primo dei non eletti di Macerata Rinnova: il consigliere veterano aveva preferito rimanere nel centrosinistra e non seguire il suo Udc nel viaggio verso il fronte opposto. Clima molto sereno al bar Cavour: il contitolare Ulderico Orazi è stato rieletto con Italia Viva ma si è visto surclassare, anche in preferenze, dalla sorella Laura (Lega). Il derby in famiglia è finito in pareggio: il problema sarà quando ci saranno le sedute del Consiglio comunale. Chi lavora al bar? «Nessun problema, vedremo gli orari e decideremo insieme. Nel caso chiuderemo» assicura la più votata Laura.
Prosegue infine la fortunata “tradizione” dei candidati con zero preferenze. In questa tornata elettorale sono stati 49, poco meno del 10% del totale dei candidati e sono stati guidati da una candidata di eccellenza come Lauretta Gianfelici che agli inizi si era candidata a sindaco con il Popolo della Famiglia.
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Parcaroli dimostra di saperci fare nella scelta del suo tim, benché le quote rosa sono obbligatorie non si crea il problema di tenere fuori già le conosciute ” per il nulla”.