Pietro Grasso a Macerata:
«Perplessità su annullamento
della manifestazione di sabato»

LA VISITA del presidente del Senato: «Non si può pensare che manifestazioni fasciste e antifasciste siano la stessa cosa. Capisco le tensioni ma bisogna difendere valori della nostra democrazia. Sullo scendere in piazza deciderà chi si occupa di sicurezza ma non si può equiparare»

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Pietro Grasso all’arrivo in ospedale

 

di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

Il presidente del Senato Pietro Grasso, è arrivato all’ospedale di Macerata poco prima delle 13. Breve visita ai feriti del raid razzista di Luca Traini e poi in biblioteca ha rilasciato dichiarazioni prima di andare in prefettura per incontrare prefetto e sindaco. «Non si può equiparare l’antifascismo che è un valore fondante della nostra Repubblica con la violenza. Sulla scelta fatta dalle segreterie nazionali delle associazioni di annullare la manifestazione di sabato io continuo a manifestare la mia perplessità. Se si scende in piazza comunque sarà un problema che affronterà consapevolmente chi si occupa di sicurezza. Noi ci saremo? Vedremo».

Il leader di Leu ha visitato i feriti insieme a Maccioni e Palazzo: «Li stanno curando veramente con dedizione. Stamattina ho incontrato la madre di Pamela e ho trovato una donna forte coraggiosa che mi ha spiegato le difficoltà della figlia e si impegnerà perché fatti del genere non succedano più. Ma non vuole vendetta. Spera che qualcuno possa collaborare per fornire particolari che possano ricostruire tutta la vicenda».

«Noi in maniera paritaria siamo andati dal familiare di una vittima e siamo venuti qua a dare solidarietà a vittime di questa aggressione terroristica e fascista e di stampo razzista- ha aggiunto Grasso – . Chi semina odio poi raccoglie violenza. La presenza qui è per testimoniare ferma volontà di opporsi a violenza fascista e razzista. L’antifascismo è valore fondante della nostra Repubblica. Non si può pensare che manifestazioni fasciste e antifasciste siano la stessa cosa. Capisco le tensioni ma bisogna difendere valori della nostra democrazia. Sullo scendere in piazza deciderà chi si occupa di sicurezza ma non si può equiparare»Fuori dalla prefettura Grasso non ha aggiunto altro. «Ho preso atto del punto sulla situazione dell’ordine pubblico», ha detto prima di allontanarsi. 

Con lui Filippo Miraglia, candidato in Lombardia con Leu e vicepresidenti dell’Arci (incarico sospeso per la campagna elettorale): «Il sindaco Carancini ha raccomandato di vietare le manifestazioni e il ministero ha accolto la richiesta. Se sia ufficiale il divieto del ministero non lo so ma sicuramente c’è un allarme. Tra l’altro ingiustificato, perché questa città non ha problemi di sicurezza. Vietare la manifestazione antifascista sabato è un errore – dice Miraglia – . Non si può mettere sullo stesso piano l’antifascismo e chi inneggia al fascismo e fa campagna a favore di Luca Traini. Il fascismo in Italia è un crimine. E siccome si ispirano al fascismo, a loro dovrebbe essere vietato di manifestare. Se noi avessimo avuto un attentato di matrice islamica il sindaco e il ministro Minniti sarebbero scesi in piazza. Dovrebbero essere i primi a scendere in piazza contro il terrorismo anche se è di matrice fascista, e non vietare una manifestazione. Sabato la gente ha diritto a scendere in piazza. E che il ministro si occupi di vedere cosa succede nelle sedi di Forza Nuova e Casapound, se ci sono ancora armi, se c’è gente che ancora è pronta a sparare anziché vietare le manifestazioni degli antifascisti».

(Servizio aggiornato alle 14,30)

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Roberta Preziotti accoglie Grasso in prefettura

 

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