Follia razzista a Macerata, l’avvocato di Luca Traini: «Personalità disturbata. La linea difensiva sarà di sicuro quella della incapacità di intendere e volere al momento del fatto». L’avvocato Giancarlo Giulianelli ieri si trovava a Bologna e dalla città emiliana ha appreso quanto stava accadendo a Macerata dove Traini ha sparato a sei persone straniere, tutte africane. Dopo che il 29enne è stato arrestato il legale è stato nominato per assisterlo. «Più che parlare del gesto mi interessava parlare con lui. Dal colloquio che ho avuto con Traini mi sono reso conto che è una persona che deve avere un vissuto sul quale c’è da lavorare da parte di un professionista. Viene fuori una personalità disturbata. Di sicuro la linea difensiva sarà quella dell’incapacità di intendere e volere al momento del fatto» dice Giulianelli. Originario di Macerata, ora residente a Tolentino, i genitori separati, nella casa di Traini sono stati trovati testi come il Mein Kampf e la storia della Repubblica sociale italiana. L’uomo è accusato di strage aggravata dalla finalità razziale, di porto abusivo di arma e di altri reati.
«Al momento non conosco cosa viene contestato al mio assistito» ha detto il legale, che attende inoltre di sapere quando si svolgerà l’udienza di convalida dell’arresto del 29enne. Traini agli inquirenti avrebbe detto di aver agito in seguito al delitto di Pamela Mastropietro, la ragazza di 18 anni, originaria di Roma che si era allontanata dalla comunità Pars di Corridonia e il cui corpo è stato trovato senza vita nelle campagne di Pollenza. A ucciderla, secondo le indagini della procura di Macerata sarebbe stato il nigeriano Innocent Oseghale ora in cella a Montacuto di Ancona. Lo stesso carcere in cui da ieri sera si trova anche Traini.
(Gian. Gin.)
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– È definitiva la condanna a 20 anni di carcere per Adam Kabobo, il ghanese di 34 anni che nel maggio 2013 seminò il terrore nel quartiere Niguarda di Milano ammazzando tre passanti a colpi di piccone. Nei giorni scorsi, infatti, si doveva tenere l’udienza in Cassazione per discutere il ricorso ma la difesa ha rinunciato e così la Suprema Corte ha decretato che la pena è diventata definitiva. La tesi dell’incapacità totale di intendere e di volere, sempre sostenuta dai legali del ghanese, non era stata accolta né in primo né in secondo grado. E per Kabobo, nel gennaio 2015, era arrivata la conferma dei 20 anni di carcere da parte della seconda sezione della Corte d’Assise d’appello di Milano. Kabobo uccise a colpi di piccone Daniele Carella, 21 anni, Ermanno Masini, pensionato di 64 anni e il quarantenne Alessandro Carolè.
Ma quale incapacità di intendere e volere,era lucidissimo e sapeva quello che faceva,non siamo ridicoli