Martina alla sede Pd colpita da Traini:
«Risposte a odio, violenza e razzismo»
Trovato bossolo in via Spalato

TERRORE A MACERATA - Il ministro in uno dei luoghi presi di mira dal 29enne: «Non deve accadere più. È il tempo della responsabilità». Durante la visita è stato rinvenuto un altro proiettile vicino al marciapiede di fronte. Presente anche una delegazione di Forza Nuova: «Noi non legittimiamo il gesto di Luca, ma sosteniamo economicamente un italiano esasperato». Il segretario provinciale Vitali: «Per fortuna ieri non c’era nessuno. Questi gesti hanno radici profonde anche nelle dichiarazioni di certi partiti politici»

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Il ministro Martina di fronte alla sede del Pd di via Spalato

 

 

di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

Un bossolo accanto al marciapiede di via Spalato 6, di fronte alla sede del Pd di Macerata. A trovarlo la polizia mentre il ministro Martina si trovava dentro uno dei luoghi bersaglio di Luca Traini, il folle razzista che ieri ha seminato il panico sparando dalla sua auto a persone di colore in mezzo alla strada.

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La riunione nella sede del Pd

«Non deve accadere più – ha detto Martina – risposte adeguate all’odio, alla violenza e al razzismo». Nel mirino del 29enne anche la sede locale del Partito democratico. Sulla vetrata si apre un foro di almeno un centimetro, sparato ad altezza uomo. «Non c’era nessuno dentro, per fortuna, altrimenti oggi non saremmo stati qua ma da un’altra parte», dice Francesco Vitali, segretario provinciale. Martina è arrivato intorno alle 12,30, scortato e circondato da decine di persone che lo attendevano in via Spalato. Compresa una delegazione di Forza Nuova, che è costata un ulteriore schieramento di forze dell’ordine nella via, scenario nell’ultima settimana di un orrore che la città non aveva mai conosciuto.

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Innocent Oseghale

Mercoledì sera l’arresto di Innocent Oseghale a una manciata di numeri civici più in là (124), il nigeriano coinvolto nella morte e nel deturpamento del cadavere della 18enne romana Pamela Mastropietro. Poi ieri mattina il proiettile che ha inquadrato la vetrata della sede del partito, a due passi dai giardini dei bambini che stanno là di fronte. Poco prima spari anche all’altezza della casa di Oseghale, dove c’è una gelateria e un piccola area verde con giochi per i piccoli. Martina prima di entrare ha ringraziato le forze dell’ordine. «Reazione all’altezza della situazione – ha detto il ministro -. Non posso dire se sia o meno un atto terroristico. Non è il mio compito definirlo. So che è stato un fatto drammatico, pericolosissimo, che non può accadere più. Dobbiamo impegnarci tutti perché questa vicenda ci aiuti a essere più consapevoli dei rischi che corriamo. Oggi siamo qui nella nostra sede colpita da un fatto gravissimo e violento. Per fortuna senza danni irreparabili. Ora è il tempo della responsabilità. Non abbiamo bisogno di urla ma di costruire risposte appropriate contro l’odio, la violenza e il razzismo».

Martina_FF-3-650x433Presenti diversi rappresentanti del Pd locale e regionale. Compresi i candidati Mario Morgoni, Irene Manzi, Piergiorgio Carrescia e Flavio Corradini. Il segretario provinciale, Francesco Vitali: «La presenza di Minniti ieri e Martina oggi ci dà il coraggio di andare avanti in un momento in cui il partito è additato come causa principale della situazione. Sia a livello nazionale e anche purtroppo oggi più che mai a livello locale. Non è facile per una città che oggi è sgomenta, è più facile far passare messaggi diversi sui social o come altri ancora, come quelli di altri di forze politiche locali. Noi abbiamo il compito di dare un messaggio che queste cose qui si provocano, hanno una matrice che parte da lontano. La matrice iniziale di questi gesti forse è anche nelle dichiarazioni che si fanno e nelle posizioni che altri partiti politici assumono. Certo, oggi la maggior parte della politica condanna quanto accaduto ma questo foro di proiettile è il segno indelebile che nella mente di alcuni immigrati e Pd sono la stessa identica cosa».

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Desideria Raggi

Sulle scale accanto alla sede una decina di rappresentanti di Forza Nuova, che ieri ha annunciato di voler sostenere le spese legali di Traini. «Gli si è chiusa la luce e ha iniziato a fare questa cosa qui – dice Desideria Raggi, rappresentante nazionale di “Evita Peron”, la branca al femminile del movimento di ultradestra -. I complici non siamo noi, dovete provare che frequentava Forza Nuova (Traini era candidato con la Lega Nord a Corridonia, ndr). Nessuno gli ha dato solidarietà, non ha fatto bene ma sosteniamo le sue spese legali. Che dobbiamo fare come gli omertosi? Chiediamoci: è pazzo o è diventato pazzo per la sua situazione personale pesantissima? Non legittimiamo l’atto folle ma sosteniamo economicamente un italiano esasperato». Sulla difesa delle vittime (6 feriti, presi di mira solo perché di pelle nera) Forza Nuova non ha altro da aggiungere: «Prendiamo le distanze da quello che ha fatto Luca ma il mandante è lo Stato. Oggi siamo qui disarmati per ascoltare l’incontro con il ministro, da liberi cittadini».

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Il foro del proiettile sulla vetrata della sede del Pd in via Spalato

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Francesco Vitali

 

 

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