Il tavolo istituzionale in prefettura
di Leonardo Giorgi
(foto di Fabio Falcioni, video di Andrea Petinari)
«Nessuno cavalchi l’odio, ci sia risposta ferma e unitaria davanti questi avvenimenti ingiustificati e ingiustificabili». Il ministro dell’Interno Marco Minniti commenta così la follia razzista del 29enne Luca Traini. Spari all’impazzata verso persone che, come sottolinea il ministro, «non hanno alcun legame con il delinquente e hanno in comune tra di loro solo il fatto di essere di colore». Minniti oggi pomeriggio ha incontrato le autorità civili e militari della città e della provincia nella prefettura di Macerata, dove si sono trovati in riunione, tra gli altri, il sindaco Romano Carancini, il presidente Antonio Pettinari, il prefetto Roberta Preziotti e il procuratore Giovanni Giorgio.
Il ministro Marco Minniti
«Oggi sono venuto qui per manifestare la mia piena solidarietà alla città di Macerata, colpita due volte da eventi drammatici – ha spiegato Minniti -. Prima la vicenda di Pamela che ha colpito nel profondo tutta Italia. Poi oggi è avvenuta una cosa molto grave. Per il numero di colpi sparati e il numero di obiettivi colpiti abbiamo avuto la convinzione che nonostante sia stato un episodio grave, poteva diventare gravissimo. E se non è diventato gravissimo è stato merito di un grande lavoro delle istituzioni. La risposta è stata tempestiva ed efficace al primo allarme. Straordinaria cooperazione. Naturalmente questo non cancella il dolore per quanto avvenuto. Usiamo parole precise, quella persona è un criminale». In quanto all’azione criminale in sè, secondo quanto riferito dal ministro, le indagini hanno portato a considerare l’iniziativa di questa mattina come «individuale, preparata e progettata». «Non abbiamo nulla che faccia riferimento a un background organizzativo. Ma – sottolinea – c’è un background di estremismo di destra con chiari riferimenti a fascismo e nazismo. L’avvenimento ricorda tantissimo una rappresaglia armata, con vittime casuali, oltre ai motivi razzisti. Quello che è avvenuto è inaccettabile. In una democrazia nessuno può farsi giustizia da solo, ammesso che in questi casi ci possa essere un’idea di giustizia. Questo è nelle prerogative dello Stato, non è un elemento di discussione. È un principio fondativo del nostro Paese. Non c’è neanche un grammo di giustificazione per quello che è avvenuto. L’auspicio che faccio è che di fronte a quello che è avvenuto ci sia una risposta ferma e unitaria. Le forze di polizia continueranno a presidiare il territorio, ma dobbiamo trasferire un messaggio di vicinanza a Macerata, un messaggio di vicinanza a coloro che hanno vissuto momenti difficili. La risposta all’odio è nel senso di responsabilità delle istituzioni di questo paese».
Il sindaco Romano Carancini
«Dobbiamo cogliere questo momento da maceratesi» ha esortato il sindaco Carancini. «Fatto di gravità inaudita in sé e sopratutto per Macerata, che da sempre vive in un quadro di tranquillità e integrazione. Non possiamo farci annegare dall’odio, anche nelle forme più semplici, anche attraverso i social, ormai amplificatori della violenza. Dobbiamo fare tutti un passo indietro e riflettere su quello che è accaduto in una città come questa. Abbiamo vissuto un raid inaccettabile. Non è accettabile che dopo quello che è successo alcuni politici continuino a vociferare in modo non degno per una persona. Non conta il colore, il sangue di Pamela e di quelle persone è identico». Duro anche il presidente della Provincia, Antonio Pettinari. «Servono azioni mirate e necessarie per prendere coscienza di una situazione di cui c’erano segnali da tempo, anche se non evidenti. Siamo una terra che ha saputo fronteggiare tante situazioni terribili, come il recente terremoto. Non servono reazioni, i cittadini devono fare affidamento allo Stato».
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…un richiedente asilo con permesso di soggiorno scaduto e già arrestato un anno fa per aver spacciato droga ad un minorenne ai giardini diaz (e subito scarcerato la mattina seguente con una bella pacca sulle spalle ed un in bocca al lupo per il prosieguo del suo brillante soggiorno da rifugiato) e un soggetto in cura da uno psichiatra con regolare porto d’armi che ridicolizza le forze dell’ordine portandole a spasso per la città e terrorizzando tutti (non ammazzando nessuno solo per miracolo) prima di consegnarsi volontariamente. Esempi di straordinaria cooperazione e tempestiva risposta delle istituzioni di cui parla Minniti? La tempestività del becchino.
…un richiedente asilo con permesso di soggiorno scaduto e già arrestato un anno fa per aver spacciato droga ad un minorenne ai giardini diaz (e subito scarcerato la mattina seguente con una bella pacca sulle spalle ed un in bocca al lupo per il prosieguo del suo brillante soggiorno da rifugiato) e un soggetto in cura da uno psichiatra con regolare porto d’armi che ridicolizza le forze dell’ordine portandole a spasso per la città e terrorizzando tutti (non ammazzando nessuno solo per miracolo) prima di consegnarsi volontariamente. Sono due tra i più fulgidi esempi di straordinaria cooperazione e tempestiva risposta delle istituzioni di cui parla Minniti! La tempestività del becchino!