Il segno di lutto in memoria di Pamela sulla vetrina di un fast food di Corso Cairoli
di Marco Ribechi
(foto di Fabio Falcioni)
Corso Cairoli, riparte la quotidianità dopo un fine settimana di fuoco. Nella strada di Macerata, centro del commercio al dettaglio, ricomincia il consueto viavai di persone in un clima di incredulità e sconforto. E’ qui che il blitz di Luca Traini armato di pistola ha forse lasciato il segno più profondo vista la costante presenza di famiglie, commercianti e passanti di ogni età e genere. Proprio per essere frequentata da stranieri, molti dei quali sono residenti nelle zone limitrofe, la strada era finita tra gli obiettivi della folle corsa dell’attentatore deciso a ripulirla da quelli che considerava ospiti indesiderati.
Gianni Coluccini nel suo negozio
Oggi, a due giorni di distanza, le reazioni della gente sono divise. Da un lato chi preferisce non parlare o perché non era presente al momento della sparatoria oppure perché è “meglio non scrivere quello che penso”. Dall’altro chi invece, pur vivendo nella paura, condanna senza se e senza ma il gesto e allo stesso tempo chiede più sicurezza e pene certe per chi delinque. «Non ci sentiamo sicuri, sabato siamo restati chiusi dal terrore – spiegano i titolari di Naturalmente frutta di Gianni Coluccini, attività adiacente al bar raggiunto dai colpi di arma da fuoco – Passiamo tutto il tempo a guardare fuori dalla vetrina, temiamo rappresaglie da parte di stranieri o altri folli emulatori di Traini. Un mio grossista mi ha detto di aver visto il ragazzo guidare con la pistola in mano, sembra quasi la scena di un film. Ci rendiamo conto, queste cose in corso Cairoli? L’unica speranza è che questi episodi di violenza portino a maggiori controlli. Sono a favore del poliziotto di quartiere e della presenza costante di vigili che però non si limitino a fare multe».
Sergio Salvatori
Dall’altro lato della strada c’è chi si domanda perché Traini abbia sparato solo da una parte: «Credo che qui ci siamo salvati perché ci sono le auto in sosta – dice Sergio Salvatori della Macelleria Salvatori – Sono sicuro che fosse lucido perché i colpi erano intervallati da qualche secondo di pausa, è evidente che prendeva bene la mira. L’odio razziale è la cosa più sbagliata, nascere con la pelle nera non significa dover aver paura di camminare per strada. E’ vero che le leggi sono parziali e non rispettate ma questo è ben differente dal cercare di uccidere degli innocenti. La gente è indignata ma non bisogna farne una questione politica, quello che serve è maggiore sicurezza». Il tema della sicurezza e dell’identificare i delinquenti è quello più sentito da passanti e commercianti. «E’ un clima pessimo, corso Cairoli è scioccato – spiega Massimo Moretti de Il mercato delle carni – i colpi non li abbiamo sentiti ma poi abbiamo visto la polizia arrivare a tutto spiano con i mitra e bloccare la strada, poi le ambulanze, siamo usciti e c’era un ragazzo disteso a terra nel sangue. Inizialmente pensavamo a un regolamento di conti. Noi abbiamo tanti clienti stranieri e tutto è sempre stato tranquillo, non si può andare in giro a sparare a caso. Ci auguriamo che l’estrema gravità dei due episodi smuova le istituzioni per dare serenità ai cittadini».
Maria Pia Compagnucci nel negozio Il mercato delle carni
Ma anche l’odio che viaggia sui social e in particolare su facebook contribuisce al clima di tensione. «L’omicidio della ragazza è stato qualcosa di inaccettabile ma lo sparare ai passanti va condannato senza la minima esitazione – dice Maria Pia Compagnucci – Le manifestazioni di solidarietà a Traini che ho letto su facebook mi fanno venire la pelle d’oca. Il gruppo “Sei di Macerata se…” è diventato, scusate il termine, una fogna, andrebbe chiuso. Poi ovviamente tutti ci auguriamo più controlli. Vivo in via Spalato, proprio di fianco al luogo dell’omicidio. Non avevo mai visto quel ragazzo nigeriano, anche sul mio palazzo ci sono appartamenti affittati a stranieri e girano 10, 12 persone che nessuno conosce. Non ci sentiamo tranquilli». Ma questo per la signora Compagnucci non giustifica il possesso di armi: «Legalizzarle per la sicurezza? Mai! Che vogliamo ritrovarci con altre persone che sparano per strada?».
Riccardo Chiappini
La percezione della sicurezza personale era già molto bassa nelle zone di corso Cairoli anche prima di quello che la legge ha definito “tentativo di strage con aggravante razzista”. «Chi abita qui ha paura ad uscire la sera – conclude Riccardo Chiappini de Il gusto del pane – Non solo gli italiani ma anche stranieri che vivono a Macerata da tanti anni. Gira gente poco raccomandabile, ho una cliente con una figlia di 20 anni che la sera va in piscina in via Don Bosco, nonostante sia già adulta la va a prendere in automobile. Anche noi lo scorso anno abbiamo subito due furti in tre mesi. Bisogna cambiare le leggi e garantire la sicurezza, chi delinque deve essere arrestato e scontare la pena nel paese d’origine altrimenti si penalizzano le tante brave persone e la gente per bene».
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