Gli assessori di Fratelli d’Italia Paolo Renna e Francesca D’Alessandro, i due più votati alle scorso elezioni comunali
di Luca Patrassi
Tensione stasera in giunta e punto all’ordine del giorno saltato, dopo che alcuni assessori avevano espresso contrarietà ed altri erano già usciti. L’annuncio era stato dato dallo stesso Comune di Macerata nell’ambito di un comunicato di presentazione delle iniziative per celebrare “Il giorno del ricordo”: «Sabato, alle 11, in collaborazione con l’Istituto storico di Macerata, il racconto, a opera del narratore Simone Maretti, de “Il rogo nel porto” di Boris Pahor, scrittore sloveno di cittadinanza italiana. Si tratta di una raccolta che racchiude in sé tutti i temi e i motivi ispiratori cari all’autore, restituendo al lettore aspetti della storia contemporanea del nostro paese e dimenticati o colpevolmente rimossi: le vicissitudini della comunità slovena sotto il fascismo, la difesa di un’identità culturale brutalmente minacciata, la violenza che investe umiliati e offesi, e annuncia l’orrore delle deportazioni nei campi di sterminio. Sullo sfondo Trieste, città di confine, i cui paesaggi e colori sono rievocati con un lirismo visionario intriso di potenti mnetafore. L’evento online, sarà presentato dal docente universitario Edoardo Bressan ed è rivolto agli insegnanti, studenti e cittadinanza».
Pierfrancesco Castiglioni, capogruppo di Fdi
Nel pomeriggio la giunta (a comunicati già diramati dall’ente locale e manifesti già affissi con il logo dell’ente) avrebbe dovuto deliberare il patrocinio all’iniziativa, delibera proposta dall’assessora Katiuscia Cassetta. Gli assessori di Fratelli d’Italia Paolo Renna e Francesca D’Alessandro hanno manifestato la loro contrarietà mentre altri assessori (Sacchi e Caldarelli) sono usciti per altri appuntamenti: ad un certo punto della seduta di giunta si è anche materializzato, per il tramite di una telefonata messa da qualcuno in viva voce , il pensiero ad alta intensità di decibel del capogruppo di Fdi Pierfrancesco Castiglioni per ribadire che «non si potevano patrocinare, nella giornata dedicata ai martiri delle foibe, iniziative negazioniste o tendenti a confondere gli ambiti». Insomma alla fine la giunta si è chiusa senza arrivare a discutere (e a approvare) la concessione del patrocinio all’iniziativa di sabato.
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Intanto partite con: “Il Giorno della discordia”. Poi tra frizzi, lazzi e tricche e ballacche tutto si aggiusta. Trasferitevi a Civitanova che siete più divertenti. Quaggiù si pensa solo a negare le evidenze e a cercare di truffar le genti sempre più distratte, stanche ma diciamo pure totalmente menefreghiste.
Il mondo capovolto…
Negazionismo? Guardate che si tratta di una forma di revisionismo storico che riguarda principalmente proprio nazismo e fascismo. L’iniziativa patrocinata, piuttosto, credo fosse rivolta proprio a ricostruire la storia nella sua completezza perché parlare delle foibe senza ricordare i massacri fascisti alla comunità slovena è davvero, questo sì, una forma di negazionismo e di mistificazione storica.
Fatta salva la condanna delle foibe, questa Giornata del Ricordo sembra proprio una sorta di pareggio dei conti con la Giornata della Memoria. Come se si potessero mettere sullo stesso piano due fatti storici abominevoli ma estremamente differenti. Ecco, già questo a me pare una forma di revisionismo inquietante.
Per Alessandro Savi
Francamente, caro Alessandro, mi sembra più che logico che, nella giornata della memoria dei martiri delle foibe, indetta anni fa dal Parlamento Italiano, le pubbliche istituzioni di ciò debbano parlare, anche perchè è un tema, anzi, una tragedia negata per moltissimi anni ed ancora oggi poco conosciuta.
Tra l’altro, la giornata della memoria dei martiri delle foibe è stata decisa a livello nazionale proprio per allargare la conoscenza e la consapevolezza di quelle abominevoli uccisioni di massa, dal vago sapore di pulizia etnica.
Giusto e lecito, peraltro, che la discussione storica svolta da enti e associazioni private allarghi lo sguardo e vada a verificare i comportamenti dell’esercito italiano nel periodo storico immediatamente precedente, sicuramente censurabile sotto molteplici aspetti (a partire dal fatto che si trattava di un’invasione, di un’aggressione da parte dell’Italia nei riguardi un Paese terzo).
Ma questo è un altro discorso. L’Amministrazione Com.le, a mio avviso, in questa occasione doveva rimanere nel solco delle celebrazioni istituzionali.
Quanto al metodo (l’iniziativa di cui trattasi prima è stata decisa e pubblicizzata, e poi portata in giunta per una sorta di approvazione postuma), credo che in una coalizione ciò non possa essere consentito. Direi che questo è un concetto abbastanza elementare.
Le ragioni espresse da Fratelli d’Italia nel bloccare l’iniziativa del Comune di Macerata per “Il Giorno del Ricordo” ritengo che siano politicamente fondate. Lo scrittore di origine slovena che mette in evidenza la situazione vissuta dalla sua gente, non tiene conto nella ricostruzione storica delle motivazioni che probabilmente sono all’origine del desiderio di rivalsa – diciamo così – della popolazione italiana una volta riconquistata l’Istria, per le violenze che le popolazioni del Friuli e del Veneto hanno dovuto subire dopo la ritirata di Caporetto nella Prima Guerra Mondiale. Donne stuprate sistematicamente anche davanti ai propri figli, eccidi, saccheggi, ecc. perpetrati dai soldati dell’esercito austriaco e tedesco con una forte presenza slava nelle loro file. Gli orrori furono tali che solo tardivamente, ma con scarsa determinazione, gli stessi comandi austriaci e tedeschi chiesero agli ufficiali di porre fine a tali violenze, ma con scarsi risultati pratici. Finita la guerra tutto venne messo a tacere colpevolmente anche dai Governi italiani che si sono succeduti (Severino Nitti e Giolitti) per coprire la “vergogna” dei tanti figli illegittimi. Sommiamo questi fatti agli eccidi delle Foibe anche questi restati impuniti e colpevolmente ignorati per decenni dai diversi Governi italiani che si sono succeduti nel dopo guerra, ed è mia opinione che si possa comprendere meglio, perché è necessario mettere in luce senza censure o giustificazioni ideologiche, la verità sul dramma vissuto dai profughi dalmati e istriani che sono le vere vittime ignorate per troppo tempo.
Per Giuseppe Bommarito.
Come sempre un’analisi chiara e corretta alla quale dovrebbe risultare difficile replicare anche da parte di chi ancora cerchi di giustificare o addirittura negare fatti storicamente dimostrati e per troppo tempo dimenticati.
Letto il commento di Savi, c’è ben poco d’aggiungere.Ma come tutti gli anni è la stessa …storia. Poi raccontata agli studenti…. e da chi e come…. Ma chi è poi che nega?