Il ghetto storico ostaggio dei cantieri
Ci dica il sindaco del cambiamento
se si può cambiare

MACERATA - L'ex Mestica venduta all'asta, tanti lavori in corso in via dei Sibillini, sedie della scuola come barriera anti-parcheggio. Il degrado è sempre più evidente nel cuore della città, mancano i controlli sulle occupazioni di suolo pubblico che sfrattano i residenti e il Comune brilla per totale assenza. Esiste una periferia dentro le mura con corredo di sex workers

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Carlo Cambi

 

di Carlo Cambi

Alleluia, le vecchie gloriose Mestica, probabilmente il più antico edificio di Macerata che la – mai rimpianta- giunta guidata da Romano Carancini barattò per una zolla di Casermette hanno trovato un compratore. Applausi! Sicuro? Verrebbe da chiedere a Silvano Iommi, prima ancora che come assessore come storico di Macerata e architetto di intelletto e passione davvero eccelsi, se questo incanto che la Cassa Depositi e Prestiti ha compiuto assegnando all’asta l’immobile non sia in realtà una damnatio memoriae di cosa fu l’orfanatrofio, di cosa ha rappresentato nei secoli l’istituzione scolastica del plesso Mestica, di cosa significa dal punto di vista del patrimonio storico quell’edificio.

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Un altro cantiere in via Sibillini

Glielo chiede una voce che si alza da quello che la giunta Parcaroli sta trasformando nel ghetto storico. Carancini non si curò all’atto della permuta di questi aspetti e ha assegnato all’unico offerente un pezzo significativo della memoria collettiva. Non si sa praticamente nulla di questa asta che CdP Immobiliare ha fatto: né il prezzo pagato, né la destinazione dell’immobile, né se vi siano dei vincoli. D’altra parte quelli della Cassa sono abituati solo a fare cassa. Sarebbe invece il caso che il Comune si domandasse e chiedesse ai nuovi proprietari che intenzioni hanno, anche perché l’esordio non è dei più positivi. E chiama in causa i residenti totalmente dimenticati dalla giunta Parcaroli come dimostra la sequela di case abbandonate, di negozi sfitti (leggi l’ultimo articolo).

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Degrado in centro storico

L’assessore Laura Laviano ha provato a mettere una toppa al degrado chiedendo ai proprietari dei locali vuoti di mantenere il decoro pena sanzione. Ma è un palliativo. La verità è che questa giunta, come le passate, non identifica nei luoghi l’anima della città e lascia che il tempo la dilavi, la occulti dentro portoni sempre più dimessi (e molti dismessi) dove si coltiva la desolazione della solitudine. E’ passata l’idea che basta animare ogni tanto la piazza per far finta di curarsi dell’identità urbana. Non è così, anzi è il contrario: la piazza ha senso se esiste la comunità che risiede nei vicoli, altrimenti non può essere né agorà né mercato. Carancini governava in dispetto del centro storico per l’antico pregiudizio secondo cui dentro le mura ci stanno i ricchi; in realtà ora ma non da oggi ci stanno soprattutto i vecchi con corredo di sex workers (ce ne sono di tutti i prezzi, di tutte le inclinazioni e le finestrelle semichiuse di condomini vetusti sono una succursale dell’Onu) riders della droga e una buona dose di nuovi maceratesi.

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Lavori in corso in via Sibillini

Ci sono i ragazzi cinesi discretissimi e sorridenti, ci sono chiassosi caraibici, ci sono un po’ di studenti, ci sono sorrisi d’Africa. Passando per via delle Orfanelle, per via dei Sibillini, per via Mozzi come a Largo Affede si sentono odori di fritto e di cannella, di ragù e di manioca, a volte anche di spinello, ma che vuoi farci. Parcaroli invece governa ignorando che esiste una periferia nel centro storico. E’ una sorta di edizione maceratese dei quartieri Spagnoli, parte da via Mozzi si prolunga in via Crispi dove sono più gli edifici vuoti e cadenti di quelli decenti, si infratta nei vicoletti e via dei Sibillini ormai afona perché non ci sono più le voci dei ragazzi, insorvegliata perché non c’è più vita è un budello di mattoni e pioggia. Restava oltre il cancello della Mestica una casetta da gnomi in plastica, una papera a dondolo memorie di un asilo defunto che ha cancellato l’ultimo profilo fanciullo di un pezzo di città che l’infanzia reietta l’accoglieva nei secoli creando speranza varcato quel portone che ancora è sovrastato dalla lapide: Orfanatrofio femminile. Era rimasto il simulacro delle Mestica, ora forse non ci sarà più neppure quello. Diventa un cantiere.

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Le sedie davanti all’ex Mestica

Ma al sindaco Parcaroli che si è trovato con l’anima della città svenduta all’unico offerente, Cassa depositi e prestiti appunto, sarebbe da chiedere se non sia il caso di comprendere che ne sarà di quel fantasma. Credo purtroppo che non sia una preoccupazione che appartiene né a lui né alla sua giunta. E c’è un segnale che lo manifesta. Appena arrivati i nuovi “padroni”, l’impresa Paolini di Recanati – come anticipato da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo) – si sono presentati.

Lungo via dei Sibillini sono comparse delle sedie per impedire il parcheggio. Non c’è un cartello di cantiere – lo impone la legge e sarebbero previste pure le sanzioni – nonostante da tre anni siano stati cancellati del tutto i posti auto e tutto è dominato da un’enorme gru inattiva con materiali edili sparsi ovunque, tubi rotti, bancali scollati, ferri abbandonati che sono ottimo riparo per i topi i veri signori del centro storico.

Nella zona dell’ex Mestica probabilmente qualcuno si sente padrone di tutto: occupano con le sedie la strada, parcheggiano i loro mezzi ovunque e sarebbe interessante sapere se pagano l’occupazione di suolo pubblico e perché possono non esporre il cartello di cantiere. Ma è abitudine consolidata ormai in centro storico. Fioriscono i cantieri privi di qualsiasi indicazione, ma in compenso si tolgono parcheggi, si devastano strade, si ghettizza sempre di più chi abita in centro storico.

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Il cartello rimasto in via Mozzi: fine lavori 25 novembre 2022

Lungo via Mozzi c’è anche un cartello del Comune. C’è scritto: divieto di sosta venerdì 25-11-22 dalle ore 7 fino a fine lavori. Si presuppone che tutto dovesse esaurirsi alla mezzanotte del 25 novembre scorso. E invece è ancora lì, slavato, arrugginito, ma imperante.

Del resto fa da sentinella a un cantiere fantasma che occupa tutto lo spazio davanti agli ascensori, ma non si sa perché, per quanto tempo, per conto di chi. Il centro storico è questo: un ghetto di cantieri fantasma che hanno sfrattato i residenti. Non ci sono più spazi; ci sono detriti ovunque, non ci sono più parcheggi nonostante l’Apm lucri cento e passa euro per consentire a chi risiede in centro di sostare. I controlli sui cantieri sono inesistenti, così come sulle occupazioni degli spazi pubblici con tavolini di bar che in memoria del fu Covid ormai sono diventati istallazioni permanenti. Ogni tanto però la Municipale viene a fare lo strascico: multe a raffica se non trovando posto negli spazi occupati (abusivamente? visto che non ci sono né i cartelli né le ordinanze) dai cantieri si lascia l’auto davanti casa per scaricare la spesa, magari fatta anche per la signora anziana che ti sta a fianco e che nessuno assiste.

Una volta c’erano i bambini e i ragazzi della Mestica a mitigare la mestizia di queste vie, ora resta solo una rassegnata rabbia di chi si ostina ad abitare un centro diventato periferia di se stesso. Ci dica il sindaco del cambiamento se si può cambiare, se manderà i vigili invece che a multare i residenti a colpire gli abusi di chi privatizza gli edifici e pubblicizza i disagi. Ci faccia sapere se intende destinare i proventi dell’occupazione del suolo pubblico che significa lo sfratto ai residenti a migliorare i sampietrini di via Mozzi, a ripulire le oscene scritte sui muri, ad aggiustare le fogne del ghetto storico oppure se pensa che il degrado faccia parte del decoro urbano. Ci faccia sapere se l’immagine di questa città sono le sedie della scuola, di una scuola ormai morta come quello che gli sta intorno, che da supporto all’educazione si fanno strumento di occupazione del bene pubblico a scopo privato. Converrà che la giunta ci pensi su perché se due anni fa ha fatto, mandando a casa finalmente Romano Carancini e i suoi compagni, uno storico centro potrebbe darsi che la prossima volta gli manchi il centro storico.

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Un altro cantiere in via dei Sibillini

L’ex Mestica venduta all’asta, a vincere un’azienda recanatese

Quelle case abbandonate da anni, un cazzotto per il centro

 



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