di Luca Patrassi
Pensarci, ci ha pensato molto, ma alla fine ha rotto gli indugi e si è presentato in grande stile ai maceratesi. Lo ha fatto raccontando di sé, del suo prossimo, degli altri, di chi vorrebbe vicino, dei sogni che ha, ancora, da realizzare. Sandro Parcaroli, patron di Med Store, sponsor di diverse società sportive, sostenitore di attività culturali, si propone con un progetto di vita e di politica per Macerata.
Candidandosi a sindaco di Macerata, di sicuro non ha fatto la scelta più comoda. Poteva andare in Regione, come le era stato proposto dalla Lega. Perché a 60 anni e rotti un imprenditore di successo accetta una sfida rischiosa e si mette in gioco?
«Per carattere non sono uno che cerca le scelte più comode. Tanto più che per mestiere faccio l’imprenditore da 40 anni, accettando le sfide quotidiane di un mestiere nel quale riesci solo se sei disposto a vivere piccole scomodità ogni giorno. Sì! In Regione avrei avuto la strada spianata, ma nel fare una scelta ho pensato che fare politica per me non era una necessità, bensì una passione, quindi potevo permettermi ancora una volta di fare la scelta più scomoda, meno scontata. Ho scelto con il cuore. Fare il sindaco mi rendeva più felice. Farlo a Macerata, in questo momento storico, una sfida nella sfida. Ho sentito una chiamata profonda e ho voluto risponderle mettendoci tutta la mia esperienza professionale e umana di tanti anni».
Ci ha pensato a lungo prima di accettare. Quali elementi ha valutato? La famiglia, le ragioni del cuore, la politica, la squadra con cui giocare, gli obiettivi?
«Beh, quando ti propongono di fare qualcosa destinata a cambiare l’impalcatura della vita ci pensi, è ovvio! Altrimenti saresti un irresponsabile! Io sono una persona che affronta tutto di petto, con serietà. Se stringo una mano è per dare tutto di me. Volevo essere certo di poterlo fare. Tanto più che da un anno circa avevo avviato il passaggio di consegne dell’azienda a mio figlio Stefano e, sebbene molte attività erano già in capo a lui, altre richiedevano ancora la mia presenza. Alla fine ho capito che potevo accelerare certi processi e staccarmi definitamente. Con Stefano alla guida di Med Store, io posso dedicarmi a fare il sindaco con la giusta concentrazione».
Per la prima volta da 20 anni a questa parte il centro destra è unito. Un tratto distintivo reale o solo facciata?
«Assolutamente reale. Il centrodestra è finalmente unito e compatto. Più che Sandro Parcaroli ad unire è stata la volontà di far rinascere Macerata sotto tutti i punti di vista. Ho riscontrato grande maturità da parte di tutti. In ciascun componente della coalizione è chiaro che se non si invertirà la rotta velocemente, per Macerata non ci sarà più nulla da fare e allora non avremo né quel leggendario passato che tutti rimpiangono, né il futuro che auspichiamo».
Chi non l’ama ha già iniziato la sua campagna per tentare di “demolire” l’avversario politico: dicono di lei che non è maceratese, che sarebbe in conflitto di interessi con l’azienda, con la vicepresidenza di Confindustria e con le tante sponsorizzazioni che fa in città. Anche se per la verità finora, in generale, si è assistito a conflitti al contrario, cioè soldi in entrata e non soldi in uscita dalle sue tasche come nel suo caso. Cosa replica?
«Deve sapere che non amo i conflitti. Li considero una perdita di tempo. Mentre confliggi con chicchessia, un altro realizza quello che volevi fare tu e perdi treni importanti. Quel che dicono di me, in questo contesto, è irrilevante, tanto più che la mia vita è sotto gli occhi di tutti. Quello che interessa ai maceratesi è Macerata. Da chi c’è stato prima di me pretendono, giustamente, spiegazioni, da me, credo, prospettive. Non vedo alcun conflitto di interessi relativo all’azienda. Non solo perché, come dicevo, a guidarla è mio figlio Stefano, ma perché, al di là di tutto, un imprenditore è uno che per professione fa impresa, non è l’impresa stessa. In Confindustria non ho più incarichi, ho ritenuto fosse giusto riconsegnarli. Per quanto riguarda le sponsorizzazioni le posso dire questo. Amo Macerata ed è questo che mi ha spinto ad investire su di lei in tempi non sospetti, perché dovrei abbandonarla oggi? Che senso avrebbe?»
Cosa le piace di Macerata?
«Mi fa battere il cuore, come mia moglie. Non c’è un perché. È così e basta. Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce».
Cosa non le piace?
«La sua attitudine a volare basso, pur avendo un enorme potenziale».
Cosa approva di quanto fatto da Carancini?
«Il progetto creato intorno allo Sferisterio. Ho apprezzato il taglio che è stato dato alle manifestazioni ad esso legate e gli investimenti fatti. Anche per questo negli anni ho scelto di sostenerlo economicamente. Sono da sempre fra i suoi più attivi mecenati».
Cosa non farebbe mai invece?
« Beh, sarebbe da parlarne mezz’ora, nel senso che dovrei fare un discorso articolato. Per lo spazio di questa intervista direi tre cose: le politiche per il centro storico, il rapporto con l’Università e la sicurezza. Li avrei gestiti diversamente».
Si definirebbe un imprenditore solo al comando o uno che gioca in squadra?
«Per un imprenditore la squadra è tutto. Nessun uomo può essere un grande leader se vuole fare tutto da solo o prendersi tutto il merito per averlo fatto. E poi è bello condividere. I risultati ottenuti ti generano felicità se puoi condividerli con altri».
A proposito di squadra, come la vorrebbe?
«Dinamica, veloce, operativa e concreta. Sui nomi poi vedremo. Ma le caratteristiche dei suoi componenti devono essere queste. Con me ci sarà da lavorare tanto».
Un sogno che coltiva per la sua Macerata?
«Sono tanti. Diciamo che far tornare il centro storico cuore della vita cittadina è il primo. Il secondo è darle un’impronta sempre più internazionale, aprendole nuovi scenari nel turismo e nello sport. Ma ripeto, sono cose di cui parlerò quando presenterò il programma».
L’ultimo sindaco di centrodestra a Macerata è stata anche la prima sindaco donna, Anna Menghi. Venti e rotti anni dopo che cosa è rimasto di quell’esperienza?
«Anna Menghi è un valore aggiunto della coalizione di centrodestra. Ha grande sensibilità politica e una profonda conoscenza dei problemi della città. Credo che di quell’esperienza rimanga solo un insegnamento, che bisogna essere uniti per governare».
Presenterà una sua lista civica?
«Si. La sto ultimando in queste ore».
A Marchiori, già candidato sindaco, cosa ha detto?
«Marchiori ha fatto volontariamente un passo indietro per il bene della città. C’è molto rispetto tra noi e quando c’è il rispetto non c’è nulla da dire. Basta una stretta di mano e si va avanti».
Lo slogan della sua campagna elettorale?
«Ce ne saranno tanti quanti sono i temi chiave della città. Ma più che di slogan Macerata ha bisogno di fatti».
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Finalmente sento un candidato sindaco/cindaco parlare con il cuore. Il destino del PD è segnato. In Parlamento il PD persegue politiche antidemocratiche, anticostituzionali, anticristiane. A Macerata hanno creato un marchio targato Oseghale. Gli avvenimenti non avvengono a caso. Ciò lo credono i non credenti, coloro che pensano che sia tutto materia. Invece, riscuotiamo ciò che abbiamo seminato, e con gli interessi. E’ la tempesta raccolta,seminata dal vento. Certo Macerata deve meritare un cambiamento di rotta. Ogni cittadino deve mettere l’intenzione di cambiare, ogni persona di vertice (leggi, ad esempio, Vescovo e Rettore dell’Università) deve mettere l’intenzione di cambiare. Non è tanto manipolare la materia, quanto ascoltare lo Spirito. Mi piace l’affermazione di Parcaroli di portare Macerata a livello internazionale con il turismo e lo sport. Si dirà: ma noi siamo già in Cina, con Padre Matteo Ricci. Ma tutti noi stessi da 1200 anni siamo nella civiltà europea con una identità ideata da Carlo Magno con il suo Sacro Romano Impero. I tempi dello Spirito sono lunghi. Con la Cina nulla ci lega. Con l’Europa e l’Occidente tutto ci lega. La Cina snaturerebbe la nostra natura. L’Occidente la confermerebbe e la rafforzerebbe. Vedo che in diversi congiurano per cambiarci i connotati e farci diventare schiavi della potenza cinese.La compagine della lista Parcaroli ci libera da questo pericolo ed oppressione. Non sto qui a ricordare come il PD stia lavorando per distruggere la nostra identità. Tutto iniziò con la Rivoluzione Francese e il suo inganno ideologico e con le truppe giacobine di Napoleone che vennero a Macerata, rubando ed uccidendo. Si continuò con altre rivoluzioni, manovrate sempre da chi si oppone alla presenza del Cristo nelle nostre anime. Attualmente il Gender nelle scuole e l’aborto massiccio, oltre alla droga, in nome del diritto individuale di fare ciò che si vuole, è l’obiettivo primario del PD, dei rimasugli Radicali e di parte dei 5 Stelle. Questo è il pericolo: si raccoglierà ciò che si è seminato. La Città di Maria in mano ai cattocomunisti è destinata a scendere al più basso livello di consapevolezza spirituale. Perciò, vedo la candidatura di Parcaroli e il centroestra unito come un segno del Cielo. Sarà così? Sì, ma dobbiamo meritarcelo. Come? Mandando a casa definitivamente quella compagine variegata, ma determinata nel distruggere la città, che ha portato una Macerata di avere il marchio di un rituale satanico con l’uccisione di Pamela.
Quindi, se non ho capito male, a livello imprenditoriale (come sempre accade, prima o poi) si stava preparando un cambio generazionale.
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Una delle tante possibili alternative sarebbe potuto essere quella di andare a fare lo specialista dei lavori in corso, assieme a tanti altri nella stessa situazione.
Magari gettarsi nella lettura dei libri, forse qualche viaggio, oppure, che so, iscriversi a qualche circolo culturale o sportivo…
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Oppure visto che si aveva molto tempo libero a disposizione fare il candidato sindaco…
Parcaroli persona eccellente. Ma grande errore a mio avviso lasciare il gioiello al figlio, la MED , per immischiarsi nella cosa meno pulita e più antitetica a ciò che hai fatto finora, che ci sia .. dalle stelle alle stalle veramente. Ma come te ne A direbbero qui nella costa. Tu Sandro sei abituato a qualcosa di più di un commercio, sei più abituato addirittura quasi a realizzare dei sogni. Adesso ti troverai invischiato in una melma, perché questo è la politica! Noi ci conoscemmo la prima volta nel 1985, quando comprai il mio primo Apple per gestire lo studio di pazienti con il floppy disk. Costo’ una vera follia.. ma fui uno dei primi .. In ogni caso , buon divertimento e buona fortuna
Le cœur a ses raisons que la raison ne connaît point (Blaise Pascal)
Ma domandargli cosa abbia di buono la Lega da averlo convinto ad accettare la candidatura non sarebbe più utile per conoscere meglio le sue idee e il suo posizionamento politico?Dell’imprenditore oramai sappiamo tutto,manca solo che si faccia fotografare col biberon e una pecorella affamata!
Il Parcaroli è un Democristo, Salvini un mistico, predicatore e il Papa lo detesta. Se riuscissimo a far convergere Parcaroli sul Papa, sorvolando La Lega e saltando il Santone , poi ci si potrebbe fermare ad osservare. Chissà , forse si riuscirebbe a capire. Almeno che il democristo non ci dica che non stava con tutti i sentimenti quando ha accettato non tanto la candidatura ma perché per un partito che non gli appartiene. A me mi sa che quel giorno voleva dire una frase ad effetto e l’ha detta. Rimarrà nella Storia come una delle tante frasi di Steve Jobs come “ Siete Affamati! Siete folli!” ah è “Siate affamati! Siate folli!!. Grazie Steve. Se nella Lega ci fosse stata un po’ di serietà avrebbero subito richiamato Marchiori ma visto che non so quale Betting, in Italia o all’estero forse lo danno già favorito ,ecco che tutto si compie nel nome di tutti i santi che possono incappare in questa meravigliosa favola.