Romeo Renis ha presentato la lista civica “La nostra città” ai Giardini Diaz di Macerata
di Federica Nardi
«Siamo la vera novità del centrosinistra. Abbiamo cercato come prima cosa un’identità di gruppo. Noi guardiamo verso la coalizione ma se, come è successo dieci anni fa, non comprende ad esempio l’importanza del problema della sicurezza, noi andiamo per conto nostro. Su alcune tematiche non si può mediare. Non è la lista di Ricotta, è la nostra lista». Romeo Renis scende così in campo con “La nostra città”, prima un gruppo di lavoro nato nel 2019 e da oggi una lista civica pronta a correre alle prossime amministrative.
Raffaele Belardinelli
La presentazione ai Giardini Diaz, all’aria aperta, per venire incontro alle norme anticontagio. Con sullo sfondo decine di famiglie tornate nell’area verde per la riapertura dei giochi per bambini, Renis ha chiarito che la lista non è ancora definita con nomi e cognomi anche se non è difficile immaginare quali saranno alcuni dei protagonisti. Con una certezza: Raffaele Belardinelli, presente oggi, resterà coordinatore del movimento senza candidarsi. «È un progetto che andrà avanti a prescindere dalle elezioni», ha detto Belardinelli.
Romeo Renis, davanti il logo della lista civica
Il logo della lista, realizzato da Giovanni Cioverchia, mostra la Loggia dei mercanti insieme a un ulivo e ai colori di Macerata, il rosso e il bianco. «La Loggia rappresenta il centro storico e la rinascita di cui abbiamo bisogno – dice Renis -. L’ulivo la forza e le radici dei valori di centrosinistra». Il programma sarà valutato in coalizione ma la civica porta pochi ma fondamentali punti sui quali non accettano compromessi. «Il primo è l’ambiente – spiega Renis -. Vogliamo essere da pungolo e che su questo argomento si facciano meno chiacchiere e più fatti. Secondo punto, non per importanza, è la sicurezza. È finito il tempo dell’isola felice, oggi abbiamo l’esigenza di capire che alcuni aspetti della città possono essere migliorati. Troppo spesso questo problema ha condizionato il vivere civile. Penso ad un impegno importante di prevenzione sulla droga per i ragazzi». Tra le idee in campo «una video sorveglianza mirata, un osservatorio permanente coordinato dal Comune che analizzi i fenomeni e i cambiamenti sociali negli anni, interventi modellati, una campagna di sensibilizzazione sulle truffe per gli anziani. E poi rendere chiari e credibili i dati per dire lo stato di salute di questa città».
Romeo Renis
Renis e i suoi immaginano anche «una cabina di regia nel Comune per i percorsi di legalità. Per noi è fondamentale anche la mutualità di vicinato. Abbiamo visto con l’epidemia quanto è stato importante ritrovare la comunità. Anche qui c’è da fare una scelta di campo. Una città in conflitto non è uguale a una città in armonia».
Dopo Renis i presenti hanno preso la parola, ognuno per il suo ambito di competenza. A partire dai più giovani.
Daniele Voglis
Daniele Voglis, uno dei volti delle proteste cittadine dei Fridays for future, ha scelto di portare il vessillo dell’ambiente nel progetto. «C’è una grande differenza tra quello che si dice dell’ambiente e quello che si fa. A volte si pensa che o si sceglie l’ambiente o il lavoro e l’economia. È una visione sbagliata. Perché investire in ambiente comporta benefici anche da un punto di vista economico. Macerata ha tantissime aree verdi poco conosciute e mal collegate. C’è da intervenire anche sulla raccolta differenziata che manca ancora nelle aree verdi e di passeggio».
Federica Messi
A seguire Federica Messi, che si propone di «coinvolgere i giovani e le associazioni del mondo giovanile, così come rappresentanti dei giovani lavoratori e imprenditori. Poi l’università che è una ricchezza culturale ed economica. Senza, Macerata perderebbe ciò che la rende unica nel territorio marchigiano. Come rendere attrattiva la scelta della nostra città? Abbiamo pensato a sconti e agevolazioni sia per la mobilità sia per quanto riguarda gli affitti. Una nuova sfida sarà far fronte a una possibile perdita di studenti come conseguenza del coronavirus. Poi vogliamo tornare nelle scuole per parlare di temi come le dipendenze, il bullismo, il gioco patologico. Senza ipocrisia». Anche i più piccoli, dice Messi, sono cittadini. «Per questo abbiamo pensato a un coordinamento degli asili nido comunali e all’attivazione di un servizio per coordinare il baby sitter sharing».
Marina Lombardello
Sulla sanità si spendono Marina Lombardello, dottoressa di nuovo in campo dopo essere guarita dal Covid e Lucia Giuliani, operatrice sanitaria. Lombardello ricorda che «il Comune non decide sulla sanità ma il suo ruolo è comunque fondamentale. L’amministrazione ha spinto molto sull’ospedale provinciale in questi anni ma tutti vediamo che c’è bisogno di un’organizzazione migliore di tutto ciò che sta fuori dall’ospedale. Bisognerà cercare di spingere la sanità verso la riorganizzazione del territorio. Molto spesso ognuno degli attori del territorio lavora per conto proprio. C’è bisogno di maggior coordinamento e possono essere affiancati anche dal professionista ospedaliero. L’Ircr sul versante sociale sta facendo un buon lavoro e noi lo implementeremmo ancora di più costituendo una centrale operativa della fragilità. Non dobbiamo però aspettare che la gente ci telefoni. Serve un atteggiamento proattivo individuando le categorie fragili. Come gli anziani o i poveri».
Lucia Giuliani
Giuliani aggiunge un focus sulla disabilità: «Noi pensiamo sia necessario partire dai diritti dei disabili. Dall’inclusione scolastica all’abbattimento delle barriere architettoniche. C’è bisogno ancora più sinergia con le associazioni del terzo settore. Il soggetto della città deve essere un “noi” inclusivo».
Marco Morresi
Infine l’ex consigliere comunale Marco Morresi, che da farmacista affronta il tema delle farmacie comunali: «Vediamo le farmacie comunali come luoghi dove promuovere anche educazione sanitaria. Vanno valorizzate e trattate come un’unica azienda in sé».
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In primis la sicurezza perché il sig. Renis lavorava nel settore della sicurezza. Se avesse lavorato nel settore edilizio avrebbe detto ‘prima le case’. E così via.
Ricotta e’ molto peggio di CARANCI’.