“Amici della Rata” acquista i simboli,
all’asta anche un altro competitor

STORIA BIANCOROSSA - I beni acquisiti riguardano principalmente il marchio, il logo e il titolo del torneo Velox e ora dovrebbero essere consegnati al Comune. Offerta da 4mila euro da parte dell'avvocato Marco Carsetti di Matelica che non ha svelato chi rappresentasse. Il presidente Giovanni Orlandi: «Non era stato incaricato da Mauro Canil, così mi ha risposto. Come abbiamo portato l’offerta a 4100 euro non ha rilanciato ulteriormente»

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Lo stemma della Maceratese

di Mauro Giustozzi

Alla fine c’è stata un’asta ed a vincerla è stata l’associazione di tifosi Amici della Rata che ha portato da 4000 a 4100 la sua offerta senza rilancio da parte dell’altro competitor. Rappresentato dall’avvocato Marco Carsetti di Matelica che non ha voluto svelare chi rappresentasse. Ma il fatto, implicito, che non abbia partecipato ad un rilancio successivo, lasciando disco verde agli Amici della Rata ha dato la sensazione ai presenti di un’Opa non ostile nei confronti dei beni della Maceratese fallita ma semplicemente di una presenza di garanzia qualora a cercare di accaparrarsi i beni della Rata ci fosse stata qualche ulteriore presenza oltre a quella annunciata da parte dell’associazione della tifoseria biancorossa.

 

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Giovanni Orlandi, presidente di Amici della Rata

«Non era stato incaricato da Mauro Canil, così mi ha risposto l’avvocato Carsetti – spiega Orlandi presidente di Amici della Rata – Immagino sia stato incaricato da qualche altro maceratese che aveva a cuore le sorti di questi simboli che rappresentano il passato, il presente ed anche il futuro del calcio nella nostra città. Di fatto non c’è stata una vera e propria asta, perché nel momento che noi abbiamo aumentato l’offerta a 4100 dai 4000 inseriti in busta chiusa, la stessa cifra del legale di Matelica, questi non ha rilanciato ulteriormente lasciando che i simboli fossero acquisiti da Amici della Rata. Diciamo che ho colto un segnale positivo e non ostile da questa presenza dell’avvocato Carsetti, come fosse un osservatore interessato che la storia del club non finisse in altre mani rispetto a quelle della tifoseria biancorossa».

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Il logo del Torneo Velox

I beni che sono stati acquisiti da questa asta tenutasi negli uffici del curatore fallimentare, Alessandro Benigni, riguardano principalmente il marchio, il logo e il titolo del Torneo Velox che, nell’ultima edizione, era stato concesso in via straordinaria agli organizzatori dallo stesso curatore per poter disputare la manifestazione. «In realtà due sono i marchi che erano presenti nel pacchetto –afferma Giovanni Orlandi-. Uno come S.S. Maceratese e l’altro come Società sportiva Maceratese 1922. Oltre a questo la vendita comprendeva il marchio del Torneo Velox, la manifestazione giovanile quarantennale organizzata dal club biancorosso e il logo con lo stemma della città che compare sulle maglie dei nostri giocatori. In più tutta una serie di materiale sportivo, per la verità non so in quali condizioni si trovi, appartenuto alla società dichiarata fallita dal tribunale». A questo punto, una volta espletate tutte le formalità burocratiche e quando marchio e simboli saranno concretamente nelle mani dell’associazione questa deciderà come utilizzarli. Quasi certamente, come annunciato nelle scorse settimane, tali materiali saranno donati al Comune di Macerata che provvederà a custodirli facendoli utilizzare a coloro i quali vorranno rinverdire la gloriosa storia del club che si avvicina ai 100 anni di vita.

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Il sindaco Romano Carancini con il presidente dell’HR Maceratese Alberto Crocioni

«Si tratta di un patrimonio della città e di tutti i tifosi – sottolinea il presidente di Amici della Rata – per cui lo consegneremo al Comune che lo avrà in custodia a garanzia di tutti, in modo che non finisca mai più in un Tribunale come avvenuto stavolta. Si tratta di un bene non alienabile. La stessa amministrazione ha evitato di partecipare all’asta una volta conosciuta la nostra intenzione di recuperare questi simboli per poi trasferirli al Comune. Si vedrà poi a chi trasferire questi simboli: evidente che in questo momento c’è una nuova società nata dal sacrificio dell’Helvia Recina che si è caricata la responsabilità di far rinascere i colori biancorossi e anche con loro quindi si parlerà di ciò. E’ stato uno sforzo economico sostenuto sia dalla nostra associazione ma direi in generale dall’intera tifoseria che ha avuto una vicinanza materiale e morale per questa nostra iniziativa. Magari ogni tifoso ha una propria idea sul futuro del calcio in città, ma sul recuperare questi simboli c’è stata unità di intenti e compattezza di tutte le anime sportive che amano la Rata. Grazie a questo abbiamo conseguito un importante risultato che segna la ripartenza della Maceratese».

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