Dichiarata fallita la Maceratese calcio. La decisione del giudice Tiziana Tinessa del tribunale di Macerata è arrivata oggi. A chiedere il fallimento del club, di cui ultimo amministratore risulta Claudio Liotti, l’imprenditore campano che aveva rilevato le quote da Filippo Spalletta, sono stati il Comune di Macerata (che chiede 48mila euro) e l’Apm (38mila). C’è poi la questione del campo di Collevario di cui il Comune potrebbe rientrare in possesso in seguito al fallimento. Nominato curatore fallimentare Alessandro Benigni. Il club dopo le vicissitudini proprietarie dei mesi scorsi non gioca in nessuna serie e sono in corso i tentativi di far rinascere la squadra e di farla ripartire dal campionato di Serie D. Sarebbe però un’altra società, slegata da quella dichiarata fallita in tribunale. Liotti aveva acquistato il club dall’imprenditore italo svizzero Spalletta a fine aprile. In seguito, due mesi dopo, era sceso in campo Carlo Crucianelli, che aveva acquistato il club ma in seguito aveva deciso di tirarsi indietro e dunque non era mai stato amministratore. Liotti è dunque l’ultimo amministratore del club ora fallito.
(redazione CM)
Quando Michele Criscitiello in tempi non sospetti andava ripetendo che la Maceratese era una bolla che sarebbe esplosa, sono tutti insorti per quelle dichiarazioni assurde e prive di fondamento.
Non è la maceratese, ma Macerata che è una città fallita..vergogna!!
mmo è una città fallita perchè è fallita una squadra de pallò....non esageriamo!!! macerata città è un conto ...la maceratese è una squadra sportiva come tante altre ... se fallisse una squadra di atletica non si scandalizzerebbe nessuno mentre per la RATA.....
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E’ la fine di tutto.
Ogni volta che c’e una fine c’è un inizio. Questa frase è di un anonimo ed è chiaro capire perché. Comunque ora che tutto è concluso, che l’ultimo piccione è stato immolato sull’altare dei debiti, tra assegni in protesto, cambiali di ritorno, richieste comunali senza senso almeno che non servano per sbrigare meglio pratiche rimaste chiuse a qualsiasi richiamo. Qui sembrerebbe che il comune voglia spremere una rapa trovata nel secchio della spazzatura del Conte Dracula. Per chi non capisce la similitudine significa che non c’è più niente da spremere e questo lo si era già capito da un bel pezzo. Comunque se questo fallimento è stato pilotato od è l’ultimo inevitabile atto dopo di che cala il sipario e tutti a casa, non perdersi mai d’animo. Con una bottiglietta d’alcool bruciate la montagna di cartacce sopra l’altare insieme al piccione, spiumato, ripulito all’interno e insaporito con striscioline di pancetta e una fogliolina di alloro. A cottura togliere il piccione e sull’altare rimarrà una montagna DI CENERE. eBBENE è DA QUESTA CENERE CHE DOVETE RISORGERE, aBBASSATE LA CRESTA, TROVATE QUALCHE RAGAZZOTTO CHE HA VOGLIA DI GIOCARE, FORMATE UNA SQUADRA, CHIAMATELA MACERATESE COME VI PARE E COMINCIATE DALL’ULTIMA CATEGORIA VISTO CHE AVETE PERSO UN ANNO INUTILMENTE. NON CI ANDRETE VOI A VEDERE LA PARTITa,perché oramai sotto ” il vestito niente ” ( la serie D, per chi non avesse capito o fa finta di non capire perché dalle vostre parti si ha l’impressione che tanti ce ne siano ), ma sicuramente i ragazzini che si sentiranno la squadra come una propaggine della loro maceratesità ci andranno dimostrando che le chiacchiere a ben poco servono come i tanti galli a cantare e soprattutto la malafede di quelli che fingono di interessarsi e poi smanettano sotto sotto.
Caro Micucci, il fallimento della Maceratese è la conclusione naturale e inevitabile di una vicenda dolorosa per il calcio maceratese, ed è comunque un fatto positivo per la città, la tifoseria e soprattutto per chi gradirebbe far chiarezza su quanto di poco limpido è avvenuto all’interno e fuori della società sotto i vari amministratori che si sono avvicendati negli ultimi tre anni.
Il comune ben sa che non recupererà mai il proprio credito, ma comunque ha ritenuto (per me giustamente) più facile, più veloce e meno dispendioso (dopo il ricorso andato male al Tribunale di Macerata) avanzare istanza di fallimento, piuttosto che ricorrere al Tar per riottenere gli impianti di Collevario (per i quali sta ancora pagando il mutuo).
Non dimentichiamoci che detti impianti oltre ai vari campi da gioco in erba sintetica (calcio, calciotto e calcetto) ed alla pista di pattinaggio è composto anche da un impianto fotovoltaico di medie dimensioni ed è, attualmente, di fatto abbandonato, alla mercè di chiunque voglia portare a casa un “souvenir” e improduttivo.
Concordo con Lei circa la spocchia e l’assoluta mancanza di realismo che in quest’ultimo anno ha dimostrato e sta dimostrando chi si definisce pronto a dare “nuovo splendore” al calcio maceratese.
La ricetta per ricominciare da Lei indicata è la stessa che sin dall’inizio ho sempre sostenuto fare una nuova società ed iniziare da dove possibile senza se e ma.
In alternativa si può sempre sostenere e rendere competitiva, come società e squadra, l’Helvia Recina.
Francesco Sparvor,se c’è qualcuno fallito,quello sei proprio tu