Rata, non c’è nessuna proposta

CALCIO - Nessun atto concreto di interesse è arrivato al sindaco. Ad oggi non sembrano esserci i presupposti per una rinascita

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Marco Nacciarriti e il sindaco Romano Carancini durante l’assemblea

 

di Mauro Giustozzi

Dall’assemblea aperta con 300 tifosi della Maceratese riuniti fuori e dentro l’associazione Idea 88 al silenzio tombale calato da allora. La fiamma che si era riaccesa in quella notte sembra essersi di nuovo affievolita se non del tutto spenta. Dall’incontro, annunciato in quella circostanza, mai avvenuto, tra il sindaco Romano Carancini e gli imprenditori legati alla dirigenza della Sangiustese si è più volte scritto. Ma, quegli atti concreti di interesse, che il primo cittadino aveva esortato ci fossero, non sono mai avvenuti. E chissà se mai arriveranno. Visto che intanto siamo già a febbraio. Un incontro sarebbe dovuto avvenire nell’ultima settimana di gennaio, poi rinviato per cause di forza maggiore da Tosoni. Da allora, però, nessun contatto è stato riallacciato col primo cittadino: non solo.

Anche i tentativi di Carancini di ricontattare i dirigenti della Sangiustese e i loro interlocutori sono caduti nel vuoto. Inoltre, per l’esattezza il 31 gennaio, sembra che il mandato a trattare questa operazione dato da Tosoni & company al commercialista jesino Marco Nacciarriti sia scaduto. Forse anche da qui l’assordante silenzio caduto sui rapporti col Comune. Per cui pure questa prospettiva, uscita pubblicamente alla ribalta in occasione dell’assemblea dei tifosi di gennaio, sembra essere giunta al capolinea. Magari ciò non vorrà dire che sia naufragata del tutto questa pista, perché se lo vorrà la dirigenza della Sangiustese potrà comunque interloquire nei modi e nelle situazioni che deciderà con il primo cittadino del capoluogo, al di la della presenza o meno di Nacciarriti. Ma la sensazione è che tutta l’operazione avesse nell’ex dirigente della Rata il suo propugnatore. E, venuta meno questa operazione di raccordo, anche l’interesse dei calzaturieri si sia di molto raffreddato. Chissà, forse anche perché attratti da altri lidi (Civitanova?) dove l’attuale patron Profili si era espresso pubblicamente per un concreto interesse verso il titolo sportivo della Sangiustese. E dove magari sarebbe più facile trovare anche dei partner economici locali, cosa che invece a Macerata non si sarebbe verificato. Visto che, sempre in occasione dell’assemblea pubblica, il passaggio più volte rimarcato da Nacciarriti soprattutto riguardava la disponibilità dei vari impianti sportivi cittadini che sarebbero serviti moltissimo ad un club alle strette con il Comune dove esercita l’attività. E il fatto che non si sia ancora sbloccata la vicenda dei campi di Collevario nulla centra con questo passo indietro di Tosoni & soci, visto che il sindaco Carancini aveva dato ampie disponibilità non solo del centrale Helvia Recina, ma pure del nuovo impianto di Villa Potenza e dello stadio Della Vittoria. Sta di fatto che la situazione di stallo protratto della situazione non porta buone nuove in casa biancorossa. Nel senso che, senza una rapida svolta nel giro di qualche settimana, anche il 2018 potrebbe riproporsi come un ulteriore anno senza calcio.

L’altra novità delle ultime settimane è stato l’apparire sulla scena del curatore fallimentare Alessandro Benigni che dovrà seguire la delicata fase giudiziaria della Maceratese dichiarata fallita dal Tribunale. Nelle sue mani non è che ci sia granchè, visto anche la perdita del titolo sportivo che avrebbe consentito l’iscrizione ad un qualche campionato Figc. C’è però la storia, passata e recente, del sodalizio cittadino: marchio, colori sociali, coppe e trofei vinti che potrebbero essere ricomprati, con uno sforzo finanziario limitato, proprio dai supporters della Rata. Un’operazione non solo nostalgica ma che, proiettata nel tempo, potrebbe veder nascere intanto una società capace di dare un minimo futuro nella prossima stagione in un campionato di livello inferiore, come accaduto ad esempio a Civitanovese ed Ancona. Ma anche essere l’occasione, se dovesse rinascere l’interesse attorno alla Maceratese, da parte di qualche imprenditore del territorio di affiancare un progetto che riparta proprio dai simboli del vecchio club. Se neanche questa strada, che il collega Enrico Scattolini, ha definito dell’azionariato popolare, con la partecipazione di singoli sportivi ma anche di tifosi associati nelle varie anime che frequentavano l’Helvia Recina, fosse imboccata sarebbe difficile, ad oggi, immaginare una rinascita del calcio biancorosso. Non solo nella prossima stagione ma, probabilmente, nella sua quasi centenaria storia.



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