di Mauro Giustozzi
(foto di Fabio Falcioni)
L’anno sabbatico si chiude. Nasce l’Acd HR Maceratese che dal prossimo campionato tornerà a giocare allo stadio Helvia Recina con le sue maglie biancorosse. L’onta vissuta da una tifoseria ed un’intera città si chiude, anche se restano aperti molti interrogativi su quale futuro attende la società nascente.
Che risorgerà grazie al sacrificio dell’Helvia Recina, del presidente Alberto Crocioni e dei suoi dirigenti. Cui va data la giusta riconoscenza. Ma che forse non avrà quell’auspicato forte sostegno economico di Maurizio Mosca e Mauro Canil che avevano disegnato un progetto di grande calcio provinciale che avrebbe potuto davvero entusiasmare una tifoseria apparsa questo pomeriggio scettica e disincantata davanti al futuro biancorosso. Che ci sarà, e questo è sicuramente importante.
Ma rischia di essere, anche in Promozione, faticoso, duro, difficile visto che, giustamente, Alberto Crocioni ed i suoi, finchè resteranno da soli al comando del club, certo non possono svenarsi per progetti ambiziosi o di risalita immediata della HR Maceratese nelle categorie superiori. Il patron della squadra di Villa Potenza, però, ha lasciato aperta la porta del club a chiunque voglia supportarlo. Solo che di mezzo c’è una telefonata che finora non è arrivata. Quella di Mosca e Canil che, a detta di Crocioni, si attendeva nei giorni scorsi. Una telefonata allunga la vita, diceva un noto sport pubblicitario degli anni Ottanta.
Si temeva che ci potessero essere momenti di contestazione allo stadio Helvia Recina da parte dei tifosi presenti che avevano pubblicamente dichiarato di volere anche la presenza di Mosca e Canil a questo incontro. Oggettivamente una richiesta non esaudibile per mille ragioni. Così è stato il sindaco Romano Carancini a prendere in mano la situazione nel ripercorrere quelli che sono stati i momenti salienti degli ultimi mesi vissuti dal calcio cittadino dopo il fallimento della Rata decretato nello scorso gennaio. «Il Comune aveva tre obiettivi: far tornare in città la Maceratese dopo il fallimento –ha detto il sindaco- farla giocare all’Helvia Recina e rientrare nella tempistica necessaria per fare il cambio di denominazione (il 5 luglio, ndr). In questi mesi i contatti con Crocioni non si sono mai interrotti e lui ha sempre dato la sua disponibilità, anche se prima c’è stata quella assemblea di gennaio ricca di promesse andate a vuoto che non voglio neppure ricordare e poi l’interessamento di Canil al progetto di un grande calcio provinciale che mi aveva anche entusiasmato. Avevamo posto come condizione al presidente del Matelica due cose: che nel nome del club ci fosse anche Maceratese e che, anche in caso di non ottenimento della serie C si fosse giocata la D a Macerata. Questo in accordo con il sindaco di Matelica. Poi queste situazioni non si sono verificate ma Canil resta una persona che si è comportata in maniera corretta».
Poi il sindaco ha voluto spazzare via voci e maldicenze di una sua presunta opposizione all’operazione Canil-Mosca nella nuova Maceratese. «E’ ridicolo, non è affatto vero, chi dice questo lo fa solo per screditarmi –ha detto Carancini-. Quale interesse avrei avuto ad opporre un no a Canil? Io non pongo veti a nessuno. Il Comune vuole che la Maceratese riparta e ci sono scadenze da rispettare». Dal canto suo il presidente dell’Helvia Recina, presente con tutta la dirigenza al completo, è parso emozionato dalla presenza di un interesse così forte verso questa nuova avventura. Ha puntualizzato all’inizio quelli che sono stati i contatti avuti con Mosca e Canil.
«Ho parlato con Mosca –ha detto Alberto Crocioni- attendevo una sua telefonata che finora non è giunta. Doveva contattare Canil e poi darmi una risposta. Le porte della società non sono aperte ma spalancate. Ma servono fatti concreti, davanti ai quali sono disposto perfino a cedere il 100% delle quote. Io aspetto ancora quella chiamata se Mosca e Canil sono interessati. Noi siamo una società che ha i piedi ben piantati a terra e che non farà mai il passo più lungo della gamba. E’ questo il mio modo di gestire il calcio e non lo cambieremo. Certo, avremo maggiori responsabilità rispetto a quando ci chiamavamo Helvia Recina. Disputeremo un campionato di Promozione dignitoso. Per la verità dovremo modificare alcuni obiettivi che ci eravamo dati, perché fino a giovedì scorso, quando mi ha chiamato il sindaco, stavamo organizzandoci come Helvia Recina per pianificare la prossima stagione. E’ chiaro che dovremo fare alcune variazioni ma abbiamo in testa come muoverci». Direttore sportivo del club sarà Giammario Cappelletti, che aveva ricoperto questo ruolo anche nella Maceratese alcuni anni fa. Da definire allenatore e roster della squadra. Il nome che circola da diversi giorni per la panchina è quello dell’ex Loreto Francesco Moriconi (leggi l’articolo). Sul fatto che Villa Potenza perde un pezzo della sua identità il presidente del club ha garantito che nella stagione 2019-20 la frazione avrà nuovamente una squadra tutta sua.
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Ahebemus Papam.
Forza rata villarola!!!!!!
Mi consola la presenza di Gianmario Cappelletti, persona appassionata che puo’ solo far bene
Due tarocchi con un solo gesto:l’HR non è la Maceratese,la Maceratese non è l’HR.Anche se alla fine è la soluzione più Salomonica possibile e futuribile, se qualcuno ne resterà fuori.
Poi un giorno, studiando la filosofia del ’600, ebbe un’illuminazione – simile al lampo remoto perso in una notte profonda. Sfogliò le opere del filosofo belga Arnold Geulincx (1624-69) e vi trovò scritto: Ubi nihil vales, ibi nihil velis ossia, facendo eco allo stoicismo di Epitteto: dove nulla puoi, niente devi volere. Fu una grande scoperta: il modo migliore per non suicidarsi era non volere. Il modo migliore per affrontare i conflitti della volontà (compresi quelli di emancipazione personale) era l’abolizione stessa della volontà. Si applicò a questo credo da giovanissimo e così l’ebbe vinta sulle pulsioni suicide.
Alberto non si può taroccare quello che non c’è.
La HR Maceratese, volenti o nolenti, è l’unica Maceratese che esiste non ce n’è un’altra.
Per il bene di tutti sarebbe il caso che, chi si sta a vario titolo occupando della vicenda, chiarisca, una volta per tutte, il grosso equivoco che si è creato soprattutto nella tifoseria (sarebbe più corretto dire ex tifoseria) della Maceratese, la beneamata può rivivere solo grazie ad un’altra società, non può rinascere dalla sue stesse ceneri come l’araba fenice.
Se si vuole riprendere ad essere tifosi della Maceratese ed anche “amici della rata” bisogna per forza adottare l’HR Maceratese, non ci sono e, almeno secondo il mio modesto parere, non ci sono mai state alternative.
Allora Forza HR Maceratese (non suona neanche male) !!!