I tifosi all’ultima partita ufficiale della Maceratese
di Mauro Giustozzi
Matelica, Sangiustese, Helvia Recina con sullo sfondo il fantasma della Maceratese che aleggia. Il calcio dilettantistico ha concluso o sta esaurendo i propri campionati e si torna a parlare del futuro che avrà il calcio biancorosso in città. Con un’amministrazione comunale che non pare proprio avere in cima ai suoi pensieri l’interesse verso una squadra di calcio che ne rappresenti, in qualunque categoria, il nome in giro per almeno la nostra provincia, gli ultimi eventi hanno se non altro chiarito e sgombrato il campo da quello che potrà essere il futuro nella stagione 2018-19 del calcio biancorosso. Che sarà nel segno di una Maceratese comunque presente ai nastri di partenza di un qualunque campionato regionale che sia. O attraverso la disponibilità della prima squadra attualmente (per categoria) esistente nel territorio comunale, ovvero l’Helvia Recina di Villa Potenza, o direttamente con una nuova società che muova i primi passi da Terza o Seconda categoria che sia. Lo scenario più probabilistico e realistico è questo. Anche perché le possibilità di ospitare un Matelica promosso in serie C sono evaporate nell’infausta domenica di Avezzano, così come dell’impervia strada Sangiustese da mesi si sono perse le tracce. Nonostante quella assemblea pubblica partecipata ad inizio gennaio che tante speranze aveva evocato negli sportivi biancorossi ma che è evaporata nel breve spazio di poche settimane, con un rimpallo di responsabilità che ha finito per alimentare polemiche in queste settimane sui social ma che di costruttivo e reale non porterà nulla al calcio maceratese.
Diversa sarebbe stata l’ipotesi del Matelica di Canil, che poteva se non altro riportare il calcio professionistico in città utilizzando uno stadio Helvia Recina altrimenti sovradimensionato per le attuali esigenze cittadine. Ma anche quella strada si è bruscamente interrotta e si è chiusa in maniera definitiva con la mancata vittoria del campionato da parte del Matelica. Dunque resta la pista che porta all’Helvia Recina del presidente Crocioni. Impegnata tuttora nella conclusione della stagione in Promozione e poi nei playoff successivi, sempre se riuscirà a mantenere o migliorare l’attuale score. Partite post regular season che rischiano però di risultare inutili per accedere all’Eccellenza. In primis perché innanzitutto l’Helvia Recina dovrà partecipare e vincere questi playoff per ambire al salto di categoria. E, se non dovesse riuscirci, sarà difficile sperare in un ripescaggio, alla luce della molte retrocessioni dalla serie D di squadre marchigiane. Dunque l’eventuale ripartenza di un’Helvia Recina che optasse per ereditare il testimone del calcio biancorosso sarà probabilmente in Promozione o, nella migliore delle ipotesi in Eccellenza. Ma i tempi stringono anche per l’eventuale cambio di denominazione, anche se parziale, del club arancionero: la domanda dovrà essere presentata entro il 15 giugno, quindi tra poco più di un mese. E la società non potrà denominarsi immediatamente solamente Maceratese ma mantenere per almeno un anno le due denominazioni combinate. Come accadde, del resto, qualche anno fa con la Fulgor Maceratese che solo successivamente lascio la denominazione Fulgor mantenendo unicamente quella di Maceratese. Al momento questa pare l’unica strada percorribile per evitare che l’anno sabbatico del calcio cittadino abbia un doloroso bis.
Negli scorsi giorni c’è stata una partecipata assemblea dell’associazione Amici della Rata nella quale al centro del dibattito c’è stato proprio il futuro del calcio biancorosso in città. Praticamente all’unanimità c’è la volontà di sostenere questo progetto con l’Helvia Recina, sempre che ci sia anche da parte dell’attuale dirigenza, presidente Crocioni in testa, questa reale volontà di assumersi la responsabilità, onori ed oneri, di diventare la squadra della città e non più solo di una frazione. Questo anche considerando la possibilità che il campionato del prossimo anno sia ancora di Promozione. Se questa strada trovasse inciampi imprevisti ed impossibilità ad andare avanti, però, solo a quel punto si virerebbe su un piano B che prevede la creazione di una società ex novo che prenda la denominazione di Maceratese e che riparta, come accaduto quest’anno ad Ancona, dalle categorie più basse provinciali. C’è voglia di Maceratese e, quindi, l’obiettivo è scongiurare il vuoto che si è registrato in questa annata calcistica. Ripartendo da forze esclusivamente locali, cittadine, per provare a ritentare quella scalata nel calcio nazionale che Macerata ha già vissuto due volte: nel 1989 e nel 2009 quando la Maceratese, per vicende diverse, dovette ripartire da zero. Trovando però lo slancio in pochi anni per tornare a fare la voce grossa nei campionati nazionali.
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Speriamo che sia un bene x la rinascita del club biancorosso dopo un anno nefausto xche’ la citta’ non puo’ aspettare ancora, xche’ e’ molto stressata da diversi mesi.