di Giuseppe Bommarito*
Intercettati più volte in carcere Desmond Lucky e Lucky Awelima, due dei nigeriani tuttora indagati per spaccio di droga e per l’atroce morte di Pamela Mastropietro, si sono lasciati andare – per quanto concerne le modalità che a loro avviso il terzo indagato, Innocent Oshegale, avrebbe dovuto seguire per far sparire definitivamente il corpo della povera ragazza – ad affermazioni degne veramente di un film dell’orrore dedicato al cannibalismo.
Tuttavia, anziché ritornare su quelle parole infami e piene di cinismo, sulle quali molto e con giusto sdegno è stato già scritto nelle scorse settimane dalla stampa locale e nazionale, mi preme qui evidenziare un altro inquietante aspetto emerso anch’esso dalle intercettazioni di Desmond Lucky e Lucky Awelima, sinora sfuggito ai commentatori: il giorno 18 febbraio scorso, parlando tra di loro in dialetto ishan (un dialetto locale di una zona della Nigeria), da essi erroneamente ritenuto non conosciuto e non conoscibile dai “bastardi” (cioè dalle forze dell’ordine), i due indagati arrivano ad una concorde e sconcertante conclusione, quella di non essere stati arrestati «quando facevano il loro lavoro di spacciatori», ma solamente a causa della morte di Pamela che in qualche modo li aveva proiettati sulla scena del delitto o comunque nei paraggi.
Da sinistra: Lucky Awelima, Innocent Oseghale, e Desmond Lucky
Un’attività di spaccio da essi in effetti svolta a cielo aperto, che le successive indagini effettuate tramite i tabulati telefonici e i necessari riscontri testimoniali hanno evidenziato come particolarmente ampia, continuativa e portata avanti per diverso tempo senza particolari difficoltà e senza un serio contrasto. Nell’ordinanza del Gip di applicazione del carcere preventivo si parla invero, a conferma della vasta impunità della quale i due indagati hanno per lungo tempo goduto, di centinaia e centinaia di cessioni di eroina e marijuana effettuate con frequenza giornaliera dai due nella sola città di Macerata nel periodo compreso tra marzo 2017 e gennaio 2018. Un’attività di spaccio che i due nigeriani – e questo è il succo della prima considerazione che intendo svolgere – ritengono pertanto sarebbe tranquillamente ed altrettanto impunemente proseguita se la morte di Pamela non li avesse fatti finire nel carcere di Montacuto.
Hashish ed eroina sequestrati a Macerata
Indispettito da tanta franchezza e da tanta arrogante impunità, metto da parte queste intercettazioni dal contenuto così terrificante e, per una mia associazione di idee, passo a leggere i recenti dati, relativi al territorio provinciale, dell’attività delle forze dell’ordine di contrasto allo spaccio ed al traffico di droga. Numeri impressionanti, usciti anch’essi sui giornali con grandi titoli: nei primi quattro mesi del 2018 sono stati infatti eseguiti 90 arresti e denunciate ben 800 persone, nella stragrande maggioranza dei casi per reati relativi al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. Altrettanto considerevoli i sequestri: 13 chilogrammi di marijuana, 300 chilogrammi di hashish e 5 chilogrammi di cocaina. Ma quello che più impressiona è il raffronto tra i sequestri del primo quadrimestre 2018 rispetto al primo quadrimestre 2017. Un salto di qualità veramente enorme: per la cocaina maggiori sequestri pari ad un incremento del 398%; per l’eroina maggiori sequestri pari ad un incremento del 425%; per l’hashish maggiori sequestri pari ad un incremento del 32.000%; per la marijuana maggiori sequestri pari ad un incremento del 452%.
Controlli della polizia ai Giardini Diaz
Va anche aggiunto, per far spiccare ancora di più i dati relativi al primo quadrimestre dell’anno 2018 (sinora “annus horribilis” per la provincia di Macerata a causa delle terrificanti vicende Mastropietro, Traini e pozzo degli orrori dell’Hotel House) che i dati relativi agli arresti ed alle denunce relative al traffico di sostanze stupefacenti sono rimasti sostanzialmente stabili per tutto il triennio 2015/2017. Ma non finisce qui, perché, sempre seguendo una mia particolare concatenazione di ragionamenti, vado a leggere anche un’altra notizia uscita in questi giorni sulla stampa locale: nelle ultime settimane il numero dei profughi presenti in città, dopo un paio di anni in cui era esploso a dismisura (con il risultato, più volte comprovato dalle stesse forze dell’ordine e dalla magistratura inquirente, di alimentare a fine progetto proprio il mercato locale dello spaccio), si è ridotto di più della metà per iniziativa prefettizia e del Comune, finalmente attestandosi, con un colpevole ritardo imputabile all’amministrazione comunale maceratese – nonostante le penose e inverosimili bugie raccontate a tal riguardo anche dinanzi all’assise consiliare –, a circa 140 persone, ora corrispondenti alla equilibrata proporzione tra cittadini residenti e immigrati voluta dall’accordo del 2016 tra l’Anci e il ministero dell’Interno.
Pamela Mastropietro
Insomma, alla fine del giro, che cosa si può dedurre mettendo insieme le ciniche affermazioni dei nigeriani in carcere e i numeri di cui sopra? In primo luogo che, sino ai tragici fatti di fine gennaio di quest’anno, a Macerata l’attività di spaccio, in città prevalentemente in mano a soggetti di etnia nigeriana (ora anche di altre nazionalità africane), è stata solo blandamente contrastata ed è andata avanti tranquillamente e crescendo nel tempo a dismisura, a mano a mano che decine e decine di immigrati sono usciti dai programmi della cosiddetta accoglienza. Persone che, come ormai è unanimemente riconosciuto pure dagli inquirenti, sono divenute, almeno in gran parte, manodopera per la criminalità italiana e straniera operante nel traffico cittadino di droga, dotatasi, per la vastità e la floridezza del mercato locale, di un diretto canale di collegamento e di rifornimento con bande camorristiche e organizzazioni mafiose nigeriane già presenti e radicate a Napoli e sul litorale campano.
Luca Traini la scorsa udienza
E poi va anche detto, perché i numeri parlano chiaro, che la situazione di spaccio cittadino arrogante e onnipresente è stata oggetto di un serio contrasto solamente dopo la morte di Pamela, allorchè, come più volte in passato invece vanamente richiesto, si è agito con decisione su due leve. Da un lato, a costo di grandi sacrifici considerata la ristrettezza delle risorse umane disponibili, si è intensificata in maniera esponenziale l’attività di contrasto allo spaccio minuto, anche con personale in borghese, e di questo non finiremo mai di ringraziare i vertici locali delle forze dell’ordine, pur nell’amara consapevolezza che gran parte dei fermi e dei provvedimenti di espulsione hanno un valore puramente simbolico a causa del ridicolo sistema normativo che in Italia punisce o, meglio, fa finta di punire i reati connessi alla droga. Dall’altro, l’amministrazione comunale, spaventata dagli effetti (anche elettorali) della sua assurda politica espansionistica in materia di accoglienza e di sostanziale sudditanza verso gli interessi delle organizzazioni della solidarietà cinicamente a termine, si è finalmente decisa, sia pure con grande ritardo e senza la benché minima autocritica (che sarebbe stata invece doverosa per amore di verità), a limitare il numero dei soggetti immigrati presenti in città, e quindi, a cascata, della manodopera a disposizione, a costo zero, dei grandi manovratori del traffico cittadino di droga. Ma per fare tutto questo occorreva proprio la tragica e inenarrabile morte di Pamela, con tutto quello che ne è conseguito?
* Avvocato, presidente dell’associazione “Con Nicola. Oltre il deserto di indifferenza”
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Dell’attività di spaccio si sanno tante cose. Ma dei clienti, che cosa si sa? Sono aumentati, sono diminuiti? Già, perché lo spaccio di droga obbedisce alla legge della domanda e dell’offerta: c’è spaccio (offerta) perché c’è richiesta di droga. Dei clienti non si dice quasi mai niente. Chi sono?
Mi allineo alle considerazioni del sig. Iacobini, focus si dovrebbe fare sulla clientela perché il problema reale si trova in quella direzione e lo sanno tutti da sempre perché il traffico di sostanze c’è sempre stato – famiglie, sanità soprattutto, giornali, sette religiose, massoneria, partiti, esorcisti, parrocchie ecc. o la cd società civile che è la stessa cosa, la verità scomoda è che a volte fa comodo la xenofobia anche extraregionale, a volte fa comodo il negazionismo, a volte fa comodo l’indifferenza, a volte fa comodo inveire contro entità inesistenti ma la questione continua perché la vergogna sociale c’è sempre stata.
Ho notato una diffusa ossessione paranoica verso il perfezionismo cioè verso un qualcosa che non esiste. Le pratiche tribali ci sono sempre state – lo sanno tutti – perché il territorio avalla le messe nere anche con sacrificio di animali, i giornali informano da tanti anni ma la politica è malata di indifferenza e mero opportunismo fino a prova contraria.
Comunque Sig.Avvocato l’unica soluzione per combattere lo spaccio e la criminalità che lo gestisce e la legalizzazione.Vivo su paese di 3500 abitanti e la situazione è uguale,non ha attaccato l’eroina fortunatamente ma le altre sostanze se trovano a bizzeffe!!! L’unica cosa da fare è la legalizzazione e la somministrazione controllata!
Una narrazione, quella di giuseppe Bommarito, logica e stringente. Io aggiungo solo che quando, il 31 marzo scorso, ci fu il convegno in filarmonica con Bommarito, sindaco e Prefetto, Bommarito snocciolò gli stessi dati , aggiungendo che all’aumento esponenziale degli arresti e delle denunce per droga nei primi mesi del 2018, corrispondevano una percentuale di arrestati e denunciati molto, ma molto sbilanciata a a carico di stranieri. Nonostante questo, Carancini ammonì, con fervore, che non si poteva fare alcun sillogismo fra immigrazione incontrollata e aumenti della criminalità.Errato.
Errato, inoltre, che la redistribuzione dei migaranti non poteva essere fatta prima di ora, egregio Carancini, ma su questo ci ritorneremo.
Infine, Ciccarelli, il focus Bommarito lo fa sugli spacciatori perchè spacciare è reato, assumere droga non lo è: è sicuramente un tentativo di farsi del mare fino al’irreparabile, per cui sugli assuntori il “focus” lo fa il SERT, le comunità di recupero, le famiglie, le associazioni,. qui stiamo parlando di attività criminale, per cui il focus si fa su chi spaccia morte, non su chi assume.Mi rendo conto, certo, che può essere semplice spostare sempre il punto di vista, di modo da rendere il bersaglio mobile. Ma Bommarito il centro lo ha fatto lo stesso: Lucky e Awelima ( e non solo loro, a quanto pare), agivano indisturbati fino al fatto , tragico, della morte di Pamela. Molti avevano fino a quel momento nascosto la testa sotto la sabbia, colpevolmente.
Sull’affermazione ” le pratioche tribali ci sono sempre state”, Ciccarelli, stenderei un velo pietoso.
Lottare contro le organizzazioni internazionali di spaccio è pura utopia. Lo sappiamo tutti, e quando si parla di lotta alla droga, si fa al massimo qualche arresto che non inficia di certo tutto l’apparato che sta dietro. Quando la droga arriva ai Giardini Diaz, per citare uno delle migliaia di luoghi di spaccio, dato che sappiamo dov’è, si tratta soltanto dell’ultimo atto. Siamo arrivate alla cessione finale tra lo spacciatore che puzza di sudore, di vinaccio e il consumatore finale, che magari si è convinto che se non fa uso di cocaina sei out e se non ti fai una canna sei un bigotto e che per divertirsi bisogna massimizzare tutte le possibilità esistenti. In tempi oramai lontani l’uso delle droga era supportato da certe ideologie che a distanza di anni mi viene da pensare che in fondo si coltivavano anche per farle attecchire per poter sfruttare le debolezze, le paure, le ansie, il sentirsi un pesce fuor d’acqua e le angosce che non sono mai mancate. Come adesso quando vedi un film americano, dove avere la narice imbiancata dalla coca, suscita ilarità. Ho messo su un paio di concetti, magari del tutto sbagliati, o poco seri. Non faccio il sociologo e non è di solito mia abitudine parlare di cose che conosco marginalmente. Ho conosciuto tante persone schiave della droga, per i motivi più disparati di cui la maggior parte è finita con largo anticipo nel mondo dei più. Per quanto potrebbe sembrare che il motivo scatenante fosse non dico uguale ma simile, ognuno però era comunque diverso e anche strafatti la maggior parte quella che non si addormentava, manteneva comunque la sua essenza di persona. Siamo più o meno al paragone con le impronte digitali. Detto questo, o non aver detto niente di così banale, voglio invece arrivare dove volevo arrivare quando ho scritto la prima lettera di questo commento ma senza neanche dilungarmi troppo. Lo stato o suoi .rappresentanti ha versato milioni e milioni di euro su Macerata per l’accoglienza. Siccome sarà impossibile rendicontare esattamente queste montagne di soldi che comunque venivano gestite da poche mani e arrivare a scoprire qualche rivolo da dove decine di migliaia di euro cominciavano a sciogliersi per raggiungere qualche insenatura dove c’era chi si prendeva cura di questa ” liquidità “. Non è la droga il problema principale, cioè non si parte da lì, ma a valle dove è impossibile districarsi e trovare un bandolo. Però con un po’ di ottimismo possiamo dire che per l’impossibile forse qualcuno ci sta lavorando perché i danni risultanti da questo mercificio sono incalcolabili compresa la morte di Pamela. L’idea di scrivere questo post me l’ha data la penultima frase scritta dalla Ciccarelli: ” la politica è malata di indifferenza e mero opportunismo “. Ogni riferimento a quest’ultima frase non è casuale ma ben radicata nel territorio preso in questione.
Per Iacobini
I clienti nel tempo stanno aumentando, mentre si abbassa la soglia di avvio alle sostanze, che oggi si attesta intorno a 11-12 anni.
Ciò è dovuto ad una totale sottovalutazione del problema negli ultimi quindici anni, ad una normativa che anzichè punire incentiva lo spaccio e il traffico di droga, ad un orientamento culturale manovrato anche in maniera subliminale dalle grandi organizzazioni mafiose che riesce (grazie pure a testimonial inconsapevoli) a far passare per normale ciò che normale non è.
Tutto ciò integra una continua ed efficace operazione di marketing e spinge incessantemente nella direzione di far aumentare la richiesta di sostanze.
Per Cristina Ciccarelli
Sinceramente non ho capito bene ciò che lei vuole dire. Tuttavia, se è vero che il consumo di droga c’è sempre stato, è indubbio che negli ultimi anni esso è aumentato a dismisura per i motivi sopra illustrati.
Per Giuseppe Flamini
Sono da sempre contrario ad ogni ipotesi di legalizzazione, che farebbe un minimo danno alle organizzazioni criminali mafiose ed aumenterebbe ancora di più il già gravissimo problema sociale e sanitario del consumo di sostanze. Basta leggere ciò che sta succedendo in molti stati degli USA, dove è stata legalizzata la canmnabis anche a scopo ricreativo.
Per Marina
Il focus si può fare, e lo faremo, anche sui consumatori, sempre giù giovani, appena bambini, nei confronti dei quali si spaccia senza sosta e senza pietà. Oggi quasi tutto cominciano per gioco, per emulazione, per sentirsi parte del gruppo dei pari, per curiosità. Quelli che poi ci rimangono incastrati sono però i più fragili, i più sensibili, quelli che hanno attorno meno fattori di protezione e più fatori di rischio.
Profondamente sbagliato sorvolare sulla figura del consumatore sul quale si basa ogni mercato.C’è un problema educativo, non inferiore a quello repressivo del reato di spaccio,che si impone a tutti per l’accertato danno fisico che produce il consumo di droga,ma anche ,e pure questo è provato,per lo spunto offerto verso altri reati al fine di procacciarsi il denaro necessario.Una certa superficialità nella repressione mi fa tornare alla memoria un aneddoto di tanti anni addietro che ho vissuto.Ero a Napoli ed una sera passeggiavo con degli amici del posto sul lungomare;vedendo all’orizzonte una fila interminabile di luci chiesi di che si trattava e mi si rispose che erano barche di contrabbandieri.Alla mia osservazione sul perchè non ci fossero tentativi di repressione mi fu risposto che si chiudeva un occhio se non due per evitare sollevazioni contro il Comune dei tanti che vivevano di contrabbando.Un modo per mantenere la tranquillità sociale?Chissà?!
Pamela per loro solo un ininfluente incidente di percorso e non capiscono il motivo del perché sono al fresco dato che nei loro villaggi forse ne fanno la sagra, valli a capire sti italiani.
Diciamo la verità: Lucky e Awelima, benchè ancora indagati per omicidio nei riguardi di Pamela, sono trattenuti tuttora in carcere per l’attività di spaccio.
E’ sempre più chiaro, infatti, che mentre gli indizi e le prove si sono sempre più concentrati su Innocent Oshegale, per gli altri due nigeriani mancano le prove di una loro presenza sulla scena del delitto.
Ebbene, proprio per prevenire la loro scarcerazione già in questa fase di indagini preliminari (che politicamente avrebbe creato problemi), gli inquirenti hanno ricostruito meticolosamente la loro attività legata alla droga, riuscendo a documentare una pesantissima attività di spaccio, ben diversa dal singolo spaccio minuto che porta solamente al fermo, ad una denunzia alla Procura e poi all’immediato rilascio, con tanto di scuse (a causa della assurda normativa di legge in materia).
Viene da chiedersi: perchè una simile ricostruzione a posteriori non è stata fatta negli anni passati e non viene fatta anche per le altre decine di spacciatori fermati e immediatamente rilasciati?
Perchè, dopo l’omicidio di Pamela e la vicenda Traini, gli inquirenti e le istituzioni hanno reagito immediatamente ed hanno potuto dire: “Lo Stato ha immediatamente risposto a questi due gravissimi attentati alla legalità e all’ordine pubblico”, ma prima, invece, è stato quasi del tutto silente, indifferente se non proprio assente?
Se lo Stato si fosse mosso con la stessa determinazione negli anni passati, ci sarebbero state nel gennaio 2018 le vicende di Pamela e di Traini?
Mi ripeto, le pratiche tribale – cosi si chiamano – quali messe nere delle tre esse successo soldi sesso con sacrificio di animali ci sono sempre state infatti furono aperte delle indagini nel 2005 i giornali informavano e se la realtà ante 2018 non piace o disturba il sonno a chi ha sottovalutato il problema.
Un velo pietoso lo stenderei anche su chi ha insabbiato la denuncia di prostituzione minorile che coinvolgeva il sistema massonico – 2008 .
Occorre avere un’idea di chi sono i drogati. Si dovrebbero poter dividere per: sesso, età, provenienza geografica, estrazione sociale, tipo di attività, tipo di avvio (la prima volta), modalità di procacciamento dei soldi. Esiste questa statistica? Infatti se d’altra parte c’è il marketing, da questa parte deve esserci una strategia.
Ciccarelli lei è incomprensibile. Insabbiato cosa? Chi? Di che parla? Per Giuseppe: concordo. Lucky e Awelima temo verranno condannati per spaccio. Stop.
Qui è come
Napoli o meglio come una parte di quella Napoli che traffica di tutto e qui chiudono un occhio proprio come fanno in molte altre realtà extraregionali e se vogliamo andare oltre i confini nazionali ritroviamo gli stessi atteggiamenti delle famose 3 scimmie ‘ non vedo non sento non parlo ‘, a napoli dicono “tale e quale”.
Signora o signorina Santucci se non conosce il territorio dove presumo stia vivendo e lavorando non è un problema che mi riguarda e la invito a non dare meri giudizi personali su di me perché non li ho chiesti.
Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione, ha partecipato il 21 marzo 2017 al forum di Agi “Viva l’Italia”. E a proposito della cannabis, ha dichiarato: “Mi pongo una domanda, anche se non sono in grado di dare una risposta: una legalizzazione di una droga controllata, anche nelle modalità di vendita, non potrebbe avere effetti migliori rispetto allo spaccio che avviene alla luce del giorno nella totale e assoluta impunità e che riguarda amplissime fasce della popolazione giovane?”.
Per cercare di dare risposta all’interrogativo posto da Cantone, possiamo guardare alla situazione dei principali Paesi dove sono state legalizzate le droghe leggere.
Perché l’Olanda fa scuola
I Paesi Bassi sono un Paese pioniere nella “legalizzazione”: è in realtà un complesso regime di tolleranza del possesso e della vendita delle sostanze stupefacenti, che risale all’Opium Act del 1976.
Secondo un rapporto del luglio 2013 della Open Society Foundations – Global Drug Policy Program, con la legalizzazione crolla per prima cosa il numero di arresti per reati minori legati alla droga. Nel 2005 ci sono stati 269 arresti per possesso di marijuana ogni 100.000 cittadini negli Usa, 206 nel Regno Unito, 225 in Francia e appena 19 nei Paesi Bassi.
Si può facilmente immaginare il minor impiego dell’apparato giudiziario e repressivo olandese per questo fenomeno, rispetto ai Paesi dove ancora non si è legalizzato.
Ma la legalizzazione incentiva il consumo? Se si confronta il numero di persone tra i 15 e i 64 anni che hanno utilizzato cannabis di recente, o che l’hanno provata almeno una volta nella vita, non risulta che l’Olanda abbia consumi molto diversi rispetto agli altri Paesi occidentali.
Secondo uno studio del 2012 sono infatti il 7% gli appartenenti alla prima categoria nei Paesi Bassi, contro il 6,7% della media europea, il 9,1% del Canada e l’11,5% degli Usa. Per quanto riguarda la seconda, cioè chi l’ha provata almeno una volta, nel Paese dei tulipani si arriva al 25,7%, molto indietro rispetto al 39,4% canadese e al 41,9% americano, e poco sopra la media europea del 23,2%.
Per quanto riguarda i più giovani, poi, lo studio di OSF – che cita altre ricerche – sostiene che il consumo nei Paesi Bassi sia in costante calo tra il 1996 e il 2012, e che nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni la media olandese sia in linea con quella europea.
Il bilancio, conclude quindi lo studio, è generalmente positivo, anche considerati i sostanziosi investimenti dello Stato olandese in politiche di informazione, prevenzione e riduzione del danno, finanziate dagli introiti generati dalla vendita legale di droghe leggere nei coffee shop: almeno 400 milioni di euro all’anno.
La legalizzazione della cannabis funziona? Dai dati pare di sì
In Usa cala il business del narcotraffico
Negli Usa si è legalizzata la cannabis per scopo ricreativo nel 2012 in Colorado e Oregon, nel 2014 in Alaska e Oregon, e nel 2016 in California, Nevada, Maine e Massachusetts.
In base alla relazione annuale dell’Onu sul contrasto alla droga, è ancora presto per valutare i risultati di queste legalizzazioni. Si registra infatti un aumento dei consumi, ma non si capisce se l’aumento sia costante anche rispetto agli anni precedenti alla legalizzazione – che, in questo caso, non avrebbe avuto alcun impatto sui consumi – o se invece l’aumento sia maggiore o minore rispetto al trend precedente.
Anche il condirettore del Centro di ricerca della Rand sulle politiche in materia di droghe, Beau Kilmer, in un’intervista del 2016 invitava alla prudenza: “nessuno sa ancora che esiti avrà la legalizzazione della marijuana, specialmente dal punto di vista della salute pubblica”. E suggeriva: “non esiste una dicotomia tra proibizione e legalizzazione, ci sono soluzioni intermedie”.
Per quanto riguarda il Colorado, il primo Stato Usa a legalizzare la marijuana a scopo ricreativo e su cui si hanno i dati più significativi, da un report del governo statale risulta che la legalizzazione non ha aumentato il consumo tra gli adolescenti. Tra i più grandi (maggiori di 18 anni), al contrario, il consumo è aumentato di circa il 5%.
In ogni caso la legalizzazione ha avuto un impatto benefico sulle importazioni illegali di stupefacenti dal Messico, secondo recenti dati della polizia di frontiera americana citati da il Post.
La legalizzazione della cannabis funziona? Dai dati pare di sì
Il caso (sui generis) dell’Uruguay
L’Uruguay ha preso la decisione di legalizzare la vendita, la coltivazione e il consumo di marijuana già nel 2012, ma è solo dal 2014 che ha la nuova normativa ha iniziato a produrre i suoi effetti.
Secondo uno studio della Junta Nacional de Drogas (JND) dell’Uruguay, citata da un report di InsightCrime (una fondazione che si occupa della criminalità organizzata in America Latina e Caraibi) del gennaio 2017, sono circa 160 mila i consumatori (sommando gli abituali, gli sporadici e chi l’ha provata almeno una volta nella vita) su una popolazione di 3,3 milioni di abitanti.
Dopo tre anni di piena legalizzazione, i due terzi dei consumatori ancora comprano la marijuana dai narcotrafficanti, principalmente a causa del prezzo inferiore oltre che per difficoltà pratiche. Infatti chi non può permettersi di coltivare le proprie piante o di diventare socio di un club dove vengono coltivate, può solo rivolgersi alle farmacie che hanno aderito all’iniziativa promossa dal governo.
Queste sarebbero, secondo una stima data dal presidente della JND Roballo, appena una cinquantina.
Secondo Gonzalo Miranda, presidente della Camera Uruguaiana delle Farmacie citato in un articolo del Fatto Quotidiano, lo scarso successo dipenderebbe soprattutto dal fatto che le farmacie presenti nelle zone di spaccio della droga hanno ricevuto minacce dai narcotrafficanti, che vedono nella commercializzazione della cannabis un danno ai loro affari.
Il verdetto
Tralasciando il caso dell’Uruguay, che ha una situazione economico-sociale difficilmente paragonabile con quella italiana, si può dire che la risposta alla domanda posta da Cantone sia tendenzialmente positiva.
La legalizzazione controllata sembra portare dei benefici economici, in termini di risorse ottenute dalla vendita legale che possono essere usate per politiche di informazione e prevenzione, e giudiziari. Non pare avere effetti deleteri sui consumi, che resterebbero sostanzialmente invariati, calando anzi tra i minorenni. Al di là del caso olandese, però, ancora mancano dati definitivi sugli Stati, ad esempio negli Usa, che l’hanno legalizzata, specie da un punto di vista della salute pubblica.
Infatti le analisi territoriali si fanno con le informzioni corrette, fonti formali ed informali, approfondimenti incrociati, indagini a 360 gradi, dichiarazioni delle figure tdg tdl cdg se ci sono, comparazioni con altri territori simili per caratteristiche socio culturali, analisi delle politiche (partiti) adottate, calcolo della corruzione, discrepanze tra politiche e dati forniti dalle istituzioni e attori sociali di altro tipo e molto altro ancora.
Le analisi sono pratiche dure e richiedono professionismo, onesta intellettuale e rispetto nei confronti di coloro che pagano tasse regolarmente e denunciano la corruzione.
Le pratiche tribali ci sono sempre state. Perfetto, allora è tutto normale no? Rientriamo nello standard, quindi nessuno scandalo!
Questa affermazione è equivalente all’altra assurdamente ricorrente (e in quanti ancora lo dicono, come fosse un giustificativo) “Non sono solo solo gli stranieri a delinquere”. Santo cielo, se in un anno in una nazione vengono commessi 100 reati di cui 50 a carico di stranieri, se quegli stranieri non ci fossero stati i reati sarebbero stati solo 50, non è difficile. Se oltre ai nostri delinquenti ne importiamo anche altri da fuori (e li manteniamo pure, prima con l’accoglienza del ciufolo e poi in carcere) la probabilità che sia commesso un reato a danno di un cittadino italiano è più alta. O no?
Idem i riti tribali: questa gente ce l’ha nella propria cultura il rito tribale (o meglio non cultura), non è un’eccezione, per noi è una cosa scandalosa ed impensabile magari anche esistente ma limitata a gente dalla morale inesistente, per loro no! E allora certo, promuoviamo l’integrazione culturale con questa gente il cui apporto annulla anni di lotte della nostra storia per la conquista del grado di civiltà a cui siamo ora, facciamoci invadere da costoro per i quali una donna è un oggetto da usare, e se spacciano indisturbati andiamo a prendercela con la clientela.
Perché se non guadagnassero con lo spaccio di quali altri espedienti vivrebbero, magari entrare nelle case per rubare e massacrare gli abitanti?
Continuo ad affermare quanto gia detto in altri commenti: se non c’erano quelle bestie sul suolo italiano la povera Pamela con grande probabilitá sarebbe stata ancora viva.
Chi sono i veri responsabili politici dell’espansione della droga in Italia? C’è sempre una prima causa, che porta poi a formulare le domande. Ad esempio: chi sono i responsabili all’origine dell’eccidio delle Fosse Ardeatine?
Tornando alla droga, ormai l’educazione – formulata e data a piene mani per decenni ai giovani per contrastare l’uso della droga – è fallita.
Io non mi opporrei se un governo forte istituisse la pena di morte per lo spaccio di droga, oppure il campo di concentramento e i lavori forzati con la palla al piede, a cui inviare pure i fautori politici della droga libera, con cui si distrugge la mente dei nostri figli e nipoti per renderli mentalmente deficienti e inoffensivi zombi per il potere che guida la nazione, l’Europa e il mondo.
Spero che sul delitto di Pamela si scopra la verità. Sarà quasi impossibile. Come è impossibile pensare che Pamela sia stata uccisa a pugnalate e fatta a pezzi e nascosta in due trolley messi in bella mostra per farla ritrovare, e con un testimone… Troppo semplice e scontato. C’è ancora “qualcuno” da trovare? O ci fermiamo ad uno sprovveduto Nigeriano con un movente veramente incredibile?
Credo che l’aumento dei reati da parte degli stranieri, sia dovuto all’aumento dei reati che gli italiani non vogliono più fare.
La sottoscritta ha sempre duramente condannato – senza timori senza lasciare spazi a dubbi interpretativi – le pratiche tribali o messe nere finite sui giornalilocali da circa 13 anni – le ho citate volutamente – avrei voluto leggere le conclusioni delle indagini che furono aperte perché circolavano sostanze stupefacenti e sospetti di pedofilia e sacrificio di animali con carne bianca come polli e simili – fonti formali citavano presenza di persone conosciute nel maceratese dove ho pagato tasse scoprendo e denunciando truffe e la stessa situazione emerse nelle denunce del 2008 che vennero portate alla luce solo dopo il femminicidio di Pamela Mastropietro. Le dichiarazioni del cdg Nino Lo Giudice vennero pubblicate sui giornali locali e nazionali e citava la massoneria maceratese come criminale proprio quei maceratesi che tentarono di intimidirlo dicendogli di non fare dichiarazioni sulla massoneria guarda caso ma non è un caso. Soliamente per buoni intenditori si usano poche parole.
I territori pieni di pregiudizi sociali sono per definizione inaffidabili – ogni volta che si intercetta negazionismo calunnie e diffamazioni si devono – per dovere civico – usare le dovute precauzioni. La scomparsa di persone i femminicidi e le morte sospette lanciano gravi allarmi sociali, i giornali informavano e informano.
Per Micucci. Tuttavia secondo i responsabili del CdV (Controllo del vicinato) furti e truffe sono crollati. E sono diminuiti per merito loro.
Per Santucci. Lei dice che assumere droga non è reato. E’ vero, ma il cliente secondo me si rende responsabile del reato di favoreggiamento reale (art. 648 CP). E comunque è chiaro che non ci sarebbero gli spacciatori se non ci fossero i consumatori di droga.
Mi allineo all’opinione del sig. Iacobini, individuare la tipologia di clientela – non solo per gli stupefacenti – permette di avere una visione molto ampia del territorio e le sue aree grigie, nel giornale ho visto spesso articoli legati allo spaccio che è un reato esattamente come le truffe, i furti d’identità, la contraffazione, la violazione della privacy, la calunnia, minaccia, intimidazioni e diffamazioni, gli atti persecutori, lo stalking ecc ecc.
Esiste una classificazione dei reati in base alla loro gravità
E bravo Iacopini. Vedo che stai sempre col codice vicino. Magari si potrebbe colpire l’acquirente anche per corruzione visto che spinge lo spacciatore a commettere il reato di spaccio. Se poi il pusher fosse un drogato a sua volta, ci si potrebbe scrivere qualche articolo di giurisprudenza, dei trattati, aprire tavoli, fare congressi. Certo se non ci fossero i soldi si interromperebbe questo ciclo vizioso e lo spacciatore sarebbe suo malgrado costretto a rubare od altro, magari Iacopini, potrebbe persino cercarsi un lavoro. E poi gli acquirenti che sono in numero superiore, sono facilmente individuabili, quindi basterebbe arrestarli tutti o quasi cosi allo spacciatore lo mettiamo in mezzo alla strada. Iacopini di solito ci acchiappi poco, questa volta però hai superato il maestro che poi potresti essere solo tu con le tue baggianate. Non oso minimamente pensare al tuo commento sul mio commento fatto al tuo commento. E poi, ho notato un’altra cosa, non riesci a capire l’ironia altrui. Solo la tua, come quella su Cantone che forse sta prendendo una cantonata. Altra brutta abitudine che c’hai è quella di rispondere ad un commento che non ti aggrada, parlo naturalmente di quelli rivolti a te, rispondendo solo a quello che ti fa comodo o che riesci, secondo te, a confutare meglio. Iacopini, a me fa piacere leggere i tuoi commenti però non mi tirare fuori che i reati sono scemati per via dei vigilantes condominiali o come si chiamano. La mia era solo una battuta, magari sciocca, ma se tu gli rispondi con un osservazione ” intelligente ” che devo pensare, che non l’hai capita? Iacopini tu andresti messo per intero tra virgolette, specialmente quando fai il furbo, facendo finta di non capire e dando spiegazioni ruffiane quando è palese che ti stanno maltrattando e fai delle osservazioni come quella del commento n.22 che Dio ti benedica per la tua acutezza e vigilanza dei commenti. Però, e te lo dico simpaticamente, qualche volta, fatti i casi tuoi. Non è che uno posta perché poi deve ripostare perché pungolato dai tuoi post. E allenta un po’. Già io sono sempre in moderazione costante da parte di CM per motivi che ritiene opportuni, però non mi va di essere sempre ” messo in moderazione ” anche da te. Poi per essere postato, devo già fare salti mortali per tapparmi la bocca che ti posso assicurare che mi costa una certa fatica.
Mi ha suscitato una sana risata, grazie al sig. Micucci
Non ho detto io che i reati sono scemati, l’ha detto il CdV. Io ne prendo atto, così come prendo atto della dichiarazione dell’oste che mi dice che il suo vino è buono. E poi va bene essere messi ‘in virgulis’ (tra virgolette), l’importante è non essere messi ‘in vinculis’.