Paolo Diop e Deborah Pantana
«Vogliamo la verità, vogliamo che si scavi fino in fondo per capire cosa è successo in quell’appartamento di via Spalato. E siamo noi a chiedere delle risposte, perché il sindaco si è trincerato dietro un silenzio assordante». Deborah Pantana, consigliere comunale a Macerata per Forza Italia, ritorna così sul caso della morte di Pamela Mastropietro, la 18enne trovata a pezzi in due trolley. Al suo fianco c’è Paolo Diop, senegalese e membro del Movimento nazionale di Gianni Alemanno. I due vogliono si faccia chiarezza su quell’atroce delitto, ancora per gran parte avvolto nel mistero. E hanno organizzato un incontro, domenica alle 11 nella sala Castiglioni della Mozzi-Borgetti, con il criminologo Alessandro Meluzzi, che è anche capo della chiesa ortodossa italiana autocefala, patriarcato nazionale Parigi. E prima dell’incontro, infatti, ci sarà una messa, visto che domenica per gli ortodossi è Pasqua. E’ previsto anche l’arrivo della madre di Pamela, Alessandra Verni e dello zio, nonché avvocato Marco Valerio Verni. «Pamela non è morta per droga – ha detto la Pantana – quindi vogliamo capire come e perché è morta. Perché è stata vittima di un omicidio così efferato, perché è successo proprio a Macerata e perché c’è questa difficoltà a far emergere la verità? Le istituzioni devono darci delle risposte, devono dirci cosa sta succedendo. E non capiamo perché l’amministrazione continui a far finta di niente, siamo delusi da questa incapacità nell’affrontare la situazione. La città ne uscirà meglio solo se il sindaco inizierà a fare veramente il sindaco di tutti, chiedendo verità per i cittadini».
Da sinistra: Sperandini, Quarchioni, Carducci e Gianfelici
Il discorso quindi si è spostato sui problemi della droga, dell’immigrazione e dell’accoglienza. «Non bisogna confondere – ha aggiunto Diop – l’accoglienza con il modo di fare accoglienza. Oggi, rispetto a 20 anni fa, c’è una forma di assistenzialismo quasi dovuto che è sbagliata e che inevitabilmente porta a tensioni e scontri sociali. Quindi noi diciamo che prima deve venire il cittadino maceratese, quando loro avranno lavoro, casa e assistenza, allora potremo essere in grado di accogliere anche altri». Quindi la critica al modo di fare accoglienza del centrosinistra, ai mancati controlli sulle presenze dell’amministrazione, e al grande problema degli immigrati ombra che escono dai progetti con il rischio di finire preda della criminalità. A cui si aggiunge, quelle che considerano piaghe troppo a lungo minimizzate: droga e spaccio. Con Diop e la Pantana c’erano anche Lauretta Gianfelici e Maria Ester Sperandini dell’associazione “Zaccheo”, Orietta Quarchioni e Federico Carducci de “L’esistenza ora”. «Quello che è successo a Pamela – ha sottolineato Gianfelici – ha semplicemente portato in evidenza un fenomeno che già esisteva da tempo. I semi perché accadesse c’erano già tutti. La realtà per diventare verità non può essere solo osservata, ma deve essere accolta. I casi di Pamela e dei ritrovamenti di Porto Recanati nascondono tante altre cose e adesso vogliamo delle risposte».
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Ma la Procura non sta cercando di fare chiarezza? E che c’entra il sindaco? Mi sembra che ci si attacchi a tutto pur di battere l’avversario politico!
Pensare che chi proviene da una società arcaica tribale possa evolversi nel giro di pochi mesi solo grazie all’esposizione ad una società postindustriale avanzata, presupponendo quindi che abbia un’intelligenza superiore (che non ha) per adattarvisi all’istante, è follia criminale. Non dirlo è irresponsabile complicità.
Oltre che follia, è ipocrisia al 100%. E a sinistra l’ipocrisia regna sovrana. Reich li chiamava fascisti rossi.
Sono convinto che gli inquirenti non escludono una pista “esoterica”. Non ha senso che per sbarazzarsi di un corpo fosse necessario quel lavoro di macelleria e di due trolley per fare trovare il cadavere in una strada provinciale e di fronte al cancello di una villa, in piena vista. Il presunto assassino non sembra essere il deficiente che conclude un crimine in quella maniera così poco estemporanea.
Il criminologo Meluzzi, da precedenti dichiarazioni, sembrerebbe pensare a rituali esoterici. I Nigeriani sono esperti in riti demoniaci, che poi furono esportati nell’America Latina con la tratta degli schiavi africani.