di Gianluca Ginella
Piazza della Libertà invasa dai mezzi della polizia questa mattina, ma non è come nei giorni di Pamela e Traini, questa volta è per la festa della polizia con gli agenti che dopo alcuni anni in cui la cerimonia si era svolta in forma quasi privata alla caserma Paola di via dei Velini (causa austerity), sono tornati a celebrare la fondazione del corpo in città. Mezzi della polizia (auto, moto) e anche stand della Scientifica.
Poi il tappeto rosso e il plotone schierato sulla piazza verso il teatro Lauro Rossi dove si è svolta la cerimonia in una mattina assolata. E’ la prima festa della polizia, che oggi celebra i 166 anni della fondazione, con il nuovo questore, Antonio Pignataro. Impossibile non ricordare i fatti che sono avvenuti tra il 30 gennaio e il 3 febbraio. «L’omicidio di Pamela e l’arresto di Luca Traini sono eventi straordinari e eccezionali a cui lo Stato ha dato una risposta concreta – ha detto il questore –. I risultati ci danno ragione. Il controllo del territorio è pieno, capillare, assicurato a 360 gradi. Lo Stato è presente». E ha aggiunto che «abbiamo dimostrato che siamo efficienti e siamo in possesso di un valore aggiunto tale da garantire la giusta e doverosa tranquillità, serenità e fiducia ai cittadini maceratesi senza le quali nessun progresso è possibile». Per quanto riguarda i reati in provincia «c’è stata una marcata diminuzione, in particolare quelli predatori. La percezione di sicurezza, così confliggente con la così detta sicurezza rilevata, sconta in questa provincia soprattutto l’interazione di altri fattori, come il degrado di alcune aree e la sensazione di precarietà che non solo una lunga crisi economica ormai decennale ma anche i danni del terremoto, hanno sempre più acuito» ha detto il questore che ha fatto il punto della situazione con i dati dei primi mesi dell’anno relativi a tutte le forze dell’ordine. Ottanta arresti e 700 denunce «molti collegati allo spaccio di stupefacenti» e 27 chili di droga che sono stati sequestrati tra cocaina (5 chili), Marijuana (15 chili), eroina (4), hashish (3). Il questore ha poi ringraziato le varie istituzioni e le altre forze dell’ordine e la procura. Un ringraziamento anche agli agenti in servizio in provincia «per la dedizione e la professionalità dimostrata in questi ultimi difficili mesi. Chiedo di continuare in questo straordinario percorso di tutela alla cittadinanza» ha proseguito il questore. Sulla droga resta altissima l’attenzione perché «è un problema che si espande drammaticamente, specie nelle fasce giovani della popolazione». E proprio ai giovani presenti in teatro questa mattina per la premiazione del progetto “PretenDiamo legalità”, ha rivolto la parte conclusiva del discorso «Sono sicuro che grazie al vostro impegno e coscienza sociale farete rinascere la nostra Italia». Nel corso della cerimonia, prima della premiazione dei bambini, sono state consegnate lodi ed encomi ai poliziotti che si sono distinti nel loro lavoro. Poi è stata la volta dei bambini e ragazzi. Premi sono andati alle quinte classi della primaria Lanzi di Corridonia (sezioni A, B, C, D, e la quinta distaccata a San Claudio) e ai ragazzi della seconda E della media Dante Alighieri di Macerata.
Alla cerimonia presenti i vertici delle forze dell’ordine della provincia, diversi sindaci del territorio, da Romano Carancini (Macerata) a Sauro Ciarapica (Civitanova), Giuseppe Pezzanesi (Tolentino), Paolo Cartechini (Corridonia) e poi il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il procuratore Giovanni Giorgio, il prefetto Roberta Preziotti, la presidente della Croce Rossa Rosaria Del Balzo Ruiti.
Polizia, un anno di attività: 84 arresti e 473 denunce In campo 5.730 equipaggi
Da sinistra: il rettore Adornato, il presidente del tribunale Coccioli, il presidente della Provincia Pettinari, il sindaco Carancini
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Vedere tanti bambini senza un telefonino in mano, fa ben sperare per un futuro meno virtuale e più aperto al dialogo e all’uso del proprio cervello.
Guardo le foto della manifestazione e osservo i due padroni di casa.
Ho sempre pensato che la forma sia sostanza. L’eleganza maschile ha un codice preciso, che non si improvvisa.
Esistono tre diversi tipi di abbigliamento e abbinamento di capi e accessori capaci di rispondere in maniera pertinente a tre situazioni quotidiane: un dress code informale e rilassato, pensato per il fine settimana ( vi si attaglierebbe, per esempio, un piumino scarlatto); un dress code formale per affrontare la realtà lavorativa, e infine la sera. Per il giorno, camicia bianca e non si sbaglia mai, al massimo celeste. Un abito di buona fattura deve possibilmente essere fatto su misura, sicuramente non deve tradire un pessimo stato di forma per cui si sceglie una taglia superiore per cui i pantaloni si appoggeranno fuorimisura sulle scarpe e i polsini della camicia saranno coperti dalle maniche troppo lunghe. Il colore nero non è adatto per il giorno. Benissimo abito doppiopetto ( che elegante è, ma con declinazione sportiva) color blu aperto e la cravatta a contrasto. Gli elementi del proprio guardaroba debbono essere misurati affinché ci si senta sempre abbigliati nel modo giusto al momento giusto. Perché «il modo di vestire è il nostro primo biglietto da visita, l’elemento che subito annuncia chi siamo e che rispetto abbiamo di noi stessi, oltre che dei nostri interlocutori. Perché un conto è coprirsi, un conto è vestirsi per vestirsi bene non ci vogliono soldi, ci vuole cultura e pertinenza». Franz Botrè, direttore di Arbiter
Dice: la percezione della sicurezza confligge con la sicurezza rilevata perché c’è più povertà. Insomma è tutta un’impressione soggettiva di poveracci morti di fame. Ma come è nata tutta questa povertà? dov’è finita la nostra ricchezza d’un tempo?
vuoi vedere che se l’è presa proprio quello Stato che avrebbe dovuto difenderla, che diceva di difenderla, che ancora dice di volerla difendere? beato chi ci crede…
Se non ci sono motivazioni diverse, tre sono gli stadi dell’esistenza di un poveraccio. Il primo che comprende la nascita,la crescita , l’adolescenza e la giovinezza che si fugge tuttavia. In questo stadio si ha sempre fame. Poi c’è il periodo della maturità, dove per tutti sei solo un ” morto di fame “. E infine il terzo dove sei solo un morto.( Leonida Rubistein )
Sindaco Paolo Cartechini, conosce lei gli spacciatori di razza bianca e di razza nera operanti nel territorio che amministra, come li conoscono un certo numero di suoi concittadini, alcuni dei quali sono abituali consumatori di droga? Faccia fare le indagini dai suoi Vigili Urbani e poi li faccia espellere dall’Italia… Sempre che il suo partito – il PD – lo permetta.
Poteva essere un’occasione per suonare il Parsifallo, ma non si è saputo coglierla… mai una gioia… mai un momento di vera cultura…
https://www.youtube.com/watch?v=3G8VLSXPyVM
Per Marina Santucci. L’abito non fa il monaco, mi spiace per i sarti.
Enciclopedia > arbiter elegantiarum
arbiter elegantiarum
loc. latina (arbitro delle eleganze). Appellativo dato da Tacito a uno scrittore generalmente identificato in Petronio; viene oggi attribuito, talvolta ironicamente, a persona ricercata nel vestire o competente nel campo della moda e, più in generale, a chi, essendo dotato di gusto raffinato, è in grado di dettar legge in un qualsiasi settore estetico.