«Il Consiglio delle donne insieme alla sua presidente accoglie il dolore immenso della madre di Pamela Mastropietro e della famiglia tutta rivolgendo un sentimento di piena solidarietà e vicinanza nella speranza che il suo e il loro tormento possano non essere ancora strattonati ed usati per fini altri». Questa una nota dopo la riunione di ieri del Consiglio delle donne e dopo una giornata, quella di ieri, in cui erano successe due cose. La prima erano le parole della mamma di Pamela, Alessandra Verni, che si era rivolta a Ninfa Contigiani, presidente del Consiglio delle donne, dicendo che, a differenza di quanto aveva affermato, la morte di sua figlia è un femminicidio. La seconda sono state le richieste di dimissioni di Contigiani avanzate da tre consigliere (Anna Menghi, Debora Pantana, e Carla Messi) che avevano anche spiegato di aver chiesto che la questione fosse posta all’ordine del giorno. La nota è firmata da Silvia Agnani, Silvia Calisti Alessandrini, Roberta Battinelli, Chiara Bisio, Silvia Casilio, Paola Casoni, Antonella Ciccarelli, Simona Giordano, Cristina Monachesi, Stefania Monteverde, Paola Ottaviani, Caterina Rogante, Alessia Scoccianti, Silvia Spinaci, Monica Tartabini, Valentina Ugolinelli, Barbara Vittori. «Il Consiglio delle donne si è riunito per discutere la definizione dei progetti in corso (collaborazione con le farmacie, realizzazione di ulteriori iniziative sulla salute delle donne) e i progetti da avviare (collaborazione con la scuola IIS “M. Ricci”, Progetto-premio Start: Donne e Sport) – si legge nella nota del Consiglio delle donne –. Tale infatti era l’ordine del giorno che non poteva riportare altro vista la richiesta di convocazione urgente depositata da tre delle componenti che non specificava nulla di più poiché si è preferito continuare a chiedere le dimissioni dal bar (perseverando in un assenteismo che risulta pressoché assoluto e che tradisce in modo lampante la totale mancanza di volontà reale di confronto)».
Altra questione il fatto di non aver detto nulla relativamente alla morte dei Pamela. «La necessità della riflessione pacata e la pietà umana hanno motivato iI tempo intercorso dalla richiesta perché potessero essere discussi e rappresentati i terribili fatti successi a Macerata non con le sole emozioni, la confusione e lo stordimento del momento. Così è stato fatto ieri con uno sguardo dedito al lavoro ancora da fare per portare allo scoperto e approfondire il disagio delle donne giovani e di ogni età di fronte alle loro fatiche non riconosciute e alla violenza che si dirige verso di loro. Per questo – prosegue la nota – si sono definite azioni di intervento nella società e nei tavoli interistituzionali (quello sulle dipendenze, ma anche quello sulla violenza di genere riattivando un Protocollo che esiste e che va rinnovato). Promuovere l’educazione al rispetto reciproco fin dall’infanzia, nelle scuole in modo sistematico e continuo, ci sembra essere l’unico vero modo di crescere tutti in una nuova consapevolezza sulla convivenza civile affinché quanto successo non succeda ancora e per darsi un terreno comune di formazione, comprensione e linguaggio». Ultimo aspetto la solidarietà a Contigiani: «Amarezza e sconcerto il Consiglio delle donne esprime per l’attacco scomposto e brutale sui media e profondamente violento sui social che proprio altre donne hanno innescato e diretto contro la sua presidente, che rappresenta il Consiglio tutto e che invitiamo a continuare a lavorare insieme a noi, perché quando si decide di usare tali mezzi contro una donna si rende chiaro che si può fare contro ogni donna, contro ognuna di noi. Il Consiglio delle donne, infine, riafferma con determinazione la sua autonomia dalla conflittualità politica che deve essere lasciata fuori dal suo spazio e consumata altrove, perché la pluralità di chi lo compone è diretta a valorizzare le donne per le loro esperienze e per le loro personalità in modo del tutto trasversale».
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Il Comune di Macerata dovrebbe dedicare, a Pamela, una via come ha fatto il comune di Roma.
Adesso quanto tempo vi ci vuole per riflettere su prostituzione minorile e droga nei festini a luci rosse della Macerata bene? per “accogliere” questo immenso disonore?
Che squallore. Di fronte acerte insensate vacuita’ mi viene da essere maschilista. E se, da donna, non la si pensa come loro, sei fuori dal club.Felicissima di esserlo. 2 mesi e mezzo per partorire ovvieta’, non una parola di autocritica, solo gridolini di poiliticamente corretto. E sia chiaro, criticarle non è possibile,la scomunica latae sententiae è assicurata. Siete un club autoreferenziale non in grado di provare pietà per una madre se non con spocchiosi distinguo a scoppio ritardato.
Un consiglio inutile retto da un presidente inutile.
Già, a che serve questo Consiglio? Ad Ancona invece c’è la “Commissione Speciale delle donne elette nel Consiglio e per le pari opportunità tra uomo e donna”.