Da sinistra Carla Messi, Anna Menghi, Deborah Pantana, Orietta Quarchioni e Federico Carducci
di Federica Nardi
«La politica non c’entra niente, una parola sull’omicidio di Pamela Mastropietro era il minimo. Ninfa Contigiani, da presidente del Consiglio delle donne, si comporta come una dittatrice e finché non metterà all’ordine del giorno le sue dimissioni noi continueremo a chiederle». Carla Messi, Deborah Pantana, Anna Menghi. Tre consigliere comunali con anime politiche diverse (Movimento 5 stelle, Forza Italia e omonimo comitato per l’ex sindaco di Macerata), ma che da tempo chiedono unite le dimissioni da presidente del Consiglio delle donne della loro collega del Pd, Ninfa Contigiani. E al Consiglio, che raccoglie una quarantina di donne al lavoro nelle istituzioni, negli enti e nelle associazioni, una parola sull’omicidio di Pamela.
Da sinistra Deborah Pantana e Orietta Quarchioni
La pietra dello scandalo: le dichiarazioni in assise di Contigiani sull’omicidio della giovane Pamela, 18enne romana, avvenuto a Macerata. Oggi anche la madre della ragazza, Alessandra Verni, si è scagliata contro Contigiani per aver detto che la morte della figlia «non è un femminicidio». E la polemica non accenna ad arrestarsi. Stasera c’è il Consiglio delle donne e nell’ordine del giorno, di quella richiesta di dimissioni avanzata dalle tre consigliere, non c’è traccia, né compare menzione dell’omicidio di Pamela. «Per noi non è corretto il comportamento di Contigiani – spiega Pantana -. Per prima cosa la solidarietà alla famiglia andava data e poi della situazione e della nostra richiesta di dimissioni si doveva discutere nel Consiglio delle donne. Non c’è democrazia altrimenti. Continueremo a insistere. Sembra di essere tornati ai tempi del tentato omicidio di Francesca Baleani. Anche lì omertà e silenzio. Io non ci credo che Macerata sia così, sono loro a essere così».
Da sinistra Carla Messi e Anna Menghi
Anche se, formalmente, non c’era nessun obbligo di inserire la discussione sulle dimissioni né qualsiasi altro tema all’ordine del giorno. «Il regolamento del Consiglio delle donne è all’acqua di rose – dice Menghi -. Niente la obbliga. Ma che senso ha il consiglio se non ci si può ritrovare per parlare di una questione come questa di Pamela? Diventa una brutta copia del Consiglio comunale. Il suo è un atto di arroganza allo stato puro, sta interpretando in maniera politica il suo ruolo». E Messi rilancia: «Quando una donna viene uccisa come facciamo a non essere solidali e unite? Contigiani ha assunto lo stesso atteggiamento dell’amministrazione. Così il Consiglio delle donne non ha autonomia, mentre dovrebbe essere un organo trasversale. Anche nello stesso Consiglio delle donne – conclude la consigliera – qualcuna ci è rimasta male perché il Consiglio non ha fatto sentire la sua voce sulla vicenda di Pamela».
Insieme alle tre consigliere anche Orietta Quarchioni e Federico Carducci, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione Esistenza ora. Quarchioni e Pantana hanno organizzato in questi mesi diverse iniziative in ricordo o sul caso di Pamela. Venerdì sono state a Roma per partecipare alla fiaccolata in memoria della ragazza. «Abbiamo portato le lettere dei maceratesi alla famiglia di Pamela – racconta Quarchioni -. Dal sindaco? Ci saremmo aspettati una parola in più sull’omicidio di Pamela, anche solo per confortare i cittadini».
Pamela, la madre a Ninfa Contigiani: «Non è morta per la droga, è stato un omicidio atroce»
Caso Pamela, accoglienza e degrado: chieste dimissioni del sindaco Nel mirino anche il prefetto
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
“Non c’è democrazia……..” detto dalla Pantana…. ma per piacere!!!!
Il termine femminicidio o feminicidio è un neologismo che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa per motivi basati sul genere.
(Wikipedia da “Senato della Repubblica, XVII Legislatura, Disegno di Legge n. 724”).
Forse il semplice fatto di capire cosa si intende con questo termine può aiutare a dirimere la questione.
Al netto delle indagini, cosa si sa ad oggi? Che Pamela è stata uccisa per “motivi basati sul genere”? Per ora non risulta affatto. Io, francamente, lascerei che la giustizia faccia il suo corso e terrei la politica lontana, lontanissima da questa triste vicenda. L’ho già fatto pubblicamente in Consiglio Comunale, lo scrivo anche qui: tutta la mia solidarietà alla famiglia della ragazza alla quale auguro (e mi auguro personalmente) di ottenere almeno giustizia. Chi ha ucciso Pamela deve pagare carissimo per l’inumano atto commesso. Scusatemi ma ho come l’impressione che noi che ci occupiamo di politica, alimentando le polemiche, è come se infierissimo sul dolore di una famiglia già pesantemente provata. Proviamo ad assumere un atteggiamento diverso, più riflessivo e meno impulsivo. Conosco Ninfa da una vita, è persona troppo seria e profonda per non essere stata toccata da questo tragico evento, mi sembra semplicemente una inutile battaglia di retroguardia chiederne le dimissioni dalla presidenza del Consiglio delle Donne.
La bbirbata der Curato
Arcipreti! che ffurie, sor Curato!
Lei, dico, parli co mmodo e maggnera;
Perché, inzomma, in che dà sta sonajjera
de strilli? Fà ssussurro e spregà ffiato.
Ma cche sse va ccercanno lei stasera?
la freggna de la serva de Pilato?
Io sò ffigura, pe cquer d.io sagrato,
d’abbuscamme un tre pparmi de galera.
Bbella cosa! chiamamme ggiacubbino
perché, ffinita quela su’ pastrocchia,
nun me sò mmesso a ppiaggne ar fervorino!
Lei, sor don tale, a mmé nnun m’infinocchia.
Ho da piaggne! epperché, ssor Curatino?
Io nun c’entro: io nun zò de sta parrocchia.
Per Savi. ‘motivi basati sul genere’? Ma che vor’ di’? Ci sono per caso motivi per uccidere?
Le donne maceratesi si sentono rappresentate da Ninfa Contigiani?
Per Alessandro Savi
Caro Alessandro,
se anche la tragica morte di Pamela non fosse da ritenersi un femminicidio, cosa impediva al Consiglio delle donne di esprimere comunque una parola di solidarietà, a livello umano, alla famiglia di una giovane così barbaramente uccisa? Qualcuno sarebbe insorto per lamentare un’uscita fuori tema?
La verità è che – come ha ricordato Marco Valerio Verni, zio di Pamela, in un recentissimo convegno alla Filarmonica – la città di Macerata, a modo suo, ha espresso vicinanza e partecipazione alla famiglia di Pamela, mentre le istituzioni, con il Sindaco in testa (muto sul punto anche nel convegno di cui sopra, finalizzato proprio a discutere di droga e dell’omicidio di Pamela), si sono chiuse in un silenzio veramente raccapricciante.
La verità è accecante: Pamela non aveva nessuna parrocchia, i nigeriani sì.
Per conferma:12.281 voti sprecati.
Certo che è veramente strana e contorta la maggioranza che, gira che ti rigira, è la stessa mente unica che siede ininterrottamente in Consiglio da 20 anni e nel cui periodo è compreso il 2006, anno in cui Bruno Carletti tentò l’assassinio -uso un termine neutro non essendo all’epoca ancora stato coniato per legge quello di femminicidio- della moglie Francesca Baleani. Tutti però ricordiamo fra le polemiche, che a tre giorni dal fatto l’allora sindaco Giorgio Meschini si recò in carcere a Camerino a far visita al Carletti. Anche alla luce dei fatti di oggi, femminicidio o non femminicidio,parrebbe pertanto che gli amministratori maceratesi non abbiano abbastanza tatto da sapersi distinguere per stare sempre e comunque dalla parte delle vittime.
Il loro è un multiculturalismo razzista. Fa parte del piano asservito al Potere Mondiale il distruggerci come identità, civiltà e razza. Ecco perché sono per una invasione clandestina incontrollata di musulmani e Africani. Quando se la vedranno brutta ci scateneranno addosso musulmani e Africani. Non dimenticate mai che un ministro del governo Letta (uomo della Trilaterale e del Gruppo Bilderberg, ossia di una congrega del Potere Mondiale) propose di cambiare la Costituzione per dare la cittadinanza ai migranti clandestini che arrivavano. Non sapeva quanto diventano ingestibili gli Africani quando vestono una divisa ed hanno un’arma in pugno? Sarebbero spietati mercenari in mano al potere che li manovra. E il potere manovrante sarebbe quello della cosiddetta Sinistra. Poi si lamentano se si formano frange estreme di Destra, definite razziste. I veri razzisti nei nostri confronti solo loro. L’atteggiamento con il caso di Pamela ne è la dimostrazione visibile.
Se è vero che molti componenti dei nostri cellulari sono fatti con metalli presenti in miniere che si trovano in Africa (http://www.nonsprecare.it/metalli-contenuti-cellulari) e se le sue ipotesi sono vere, mi sa che dobbiamo rinunciare a usare questi indispensabili aggeggi. Siamo pronti al salto?