Il comandante provinciale dei carabinieri Michele Roberti, il procuratore Giovanni Giorgio e il colonnello Walter Fava
di Gianluca Ginella
(Foto di Fabio Falcioni)
«Innocent Oseghale ha costretto Pamela Mastropietro ad avere un rapporto sessuale». A dirlo è il procuratore Giovanni Giorgio in base agli accertamenti svolti dai Ris che non lasciano dubbi sul fatto che il nigeriano 29enne abbia avuto un rapporto completo con la 18enne prima di ucciderla. Oggi al nigeriano è stata notificata in carcere una nuova misura cautelare per omicidio volontario. In precedenza il gip aveva disposto la custodia in cella ma per reati satellite come l’occultamento di cadavere, ritenendo mancassero i gravi indizi per l’omicidio. Ma lo sviluppo delle indagini quei gravi elementi li ha fatti emergere e la procura ha chiesto la misura cautelare che stavolta è stata accolta. In parte però, perché la procura contestava anche la violenza sessuale, ma questa non è stata accolta dal gip Giovanni Manzoni che dà una propria versione nell’ordinanza su ciò che potrebbe essere accaduto.
LA VIOLENZA SESSUALE – «Avevamo contestato la violenza sessuale sotto un duplice profilo – ha detto il procuratore Giovanni Giorgio –. Oseghale secondo noi ha costretto la Mastropietro ad avere un rapporto sessuale completo e con l’abuso per l’inferiorità psichica della ragazza dovuta al fatto che aveva consumato stupefacenti. Il gip non ha ritenuto di concordare con il nostro punto di vista». A sostegno della violenza sessuale ci sono i risultati dei Ris. «Risulta che Oseghale ha avuto un rapporto sessuale completo con la ragazza» aggiunge il procuratore. Altro elemento il fatto che gli organi sessuali siano stati accuratamente lavati dopo l’uccisione. «Ad un certo punto Oseghale ha voluto avere un rapporto sessuale con la ragazza, e di fronte ad una non disponibilità e sotto effetto di droga ha abusato sessualmente della Mastropietro» ha spiegato il procuratore. La ragazza sarebbe poi stata uccisa per nascondere quanto accaduto.
AWELIMA CHOC – In una intercettazione Lucky Awelima, altro indagato per il delitto, dice che il 30 gennaio, giorno in cui la ragazza è stata uccisa, Oseghale gli aveva chiesto di andare a casa sua «per stuprare una ragazza bianca che si era sentita male. Lui aveva detto di non essere interessato. In seguito in un’altra intercettazione dice di aver saputo che la ragazza era stata stuprata» ha detto il procuratore.
LA TESI DEL GIP – Il giudice ritiene quella della violenza una ipotesi seria ma mancano i gravi indizi. Secondo il giudice si può configurare invece un’altra ipotesi. Che Oseghale si sia trovato di fronte Pamela in condizioni fisiche deteriorate. Era in stato di difficoltà psicofisica e di fronte a questo ha deciso di ucciderla per evitare di trovarsi nei guai. Non voleva emergesse che aveva avuto un rapporto sessuale con lei, che per il gip sarebbe stato consenziente, e che spacciava droga. Su questo il giudice fa forza sulle dichiarazioni del quarto nigeriano indagato (l’unico che non si trova in stato di fermo e la cui posizione viene ritenuta marginale). Aveva detto che il 30 gennaio aveva avuto diversi contatti telefonici con Oseghale che diceva di trovarsi con una ragazza bianca che stava a casa sua e non si sentiva bene. Aveva omesso di dire però, ma è emerso in una intercettazione, di aver chiesto a Oseghale se avesse dato alla ragazza tanta droga e l’altro avrebbe detto di avergliene data poca.
Innocent Oseghale
INTERCETTAZIONI E CONTRADDIZIONI – «I quattro indagati rendono dichiarazioni vere solo in parte o smentite – ha spiegato il procuratore –. Awelima e Desmond Lucky (terzo indagato in stato di fermo, ndr) non hanno mai detto la verità. La loro filosofia è dire la verità se conviene e sennò mentire. Sono a conoscenza di dettagli mai riferiti in interrogatorio che però emergono dalle intercettazioni». Poi c’è la questione della terza persona. «Nel loro dialetto usano riferirsi a loro stessi usando la terza persona. In un colloquio Desmond Lucky definisce “cose da bambini” quelle fatte a Pamela e che in Nigeria era stato fatto altre volte. Per l’interprete: “si può pensare parli di se stesso”». Diverse e contradditorie le dichiarazioni di Oseghale che alla convivente nega di aver ucciso la ragazza, che nega di aver avuto un rapporto sessuale con lei (e questo è smentito dai Ris) che una volta dice «di aver tagliato a pezzi la ragazza, cosa che però non confermerà più in seguito», ha detto il procuratore. E in un’altra «dice che dopo aver fumato una sigaretta non aveva capito più nulla. A riprova di un raptus che l’ha spinto a uccidere» ha spiegato Giorgio.
RICORSO – La procura valuta ora se proporre ricorso per ottenere la custodia anche per la violenza sessuale. Anche perché «del malore di cui parla il gip nella sua ipotesi non c’è prova nei riscontri medico legali» dice il procuratore. Intanto dovrà essere fissato l’interrogatorio di garanzia per Oseghale, difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi.
(Servizio aggiornato alle 13,35)
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“Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere.”
continuiamo a farci prendere in giro da questi tre animali (con tutto il rispetto per gli animali!)… in un altro aritcolo di CM ho letto che un paio di loro sono “analfabeti” e che quindi non avrebbero ben compreso le accuse mosse verso di loro, ma hanno la piena consapevolezza che mentire e negare tutto rappresenta per loro la soluzione più conveniente e sicura in una circostanza che li vede tutti e tre (indipendentemente da chi ha materialmente ucciso quella povera ragazza!) colpevoli allo stesso livello. Il carcere italiano è troppo tenero per loro…. è come se fossero in vacanza… per casi come questi e con gente come questa (che definisce cose da bambini quello che hanno fatto!) ci vuole la legge del taglione! occhio per occhio, dente per dente…..
Sono d’accordo con Pavoni, è la giustizia che deve operare.
Veramente Wittgenstein e io volevamo dire che lo spettacolo di questo dissidio tra procuratore e gip non è edificante.
Per Principi. Ochio per occhio, dente per dente? In realtà il legislatore si muove spesso in direzione opposta a quella desiderata dal cittadino ‘normale’. Il 9 maggio pv entrerà in vigore il d.lgs. 36/2018
(https://www.asaps.it/downloads/files/Decreto_Legislativo_procedibilita_aprile_2018.pdf).
Secondo questo decreto alcuni reati (truffa e minaccia, ad esempio) non saranno più procedibili d’ufficio ma saranno procedibili solo per querela di parte, per cui sarà, penso, più difficile perseguirli, andando contro quello che un cittadino ‘normale’ vorrebbe.
Per Iacobini. A volte ho la sensazione che essendo intasati carceri e tribunali, si preferisca la strada della non perseguibilità (e di conseguenza punibilità) per forme di reato che, lentamente, verranno metabolizzate divendo “quotidiane e normali”… contrariamente a come dovrebbe essere! si preferisce lasciar correre piuttosto che punire… così sta diventando normale uno scippo, un furto, un ladro in casa, uno spaccio…..
Certo è difficile per noi uomini della strada, degli autobus, del caffè al mattino e durante la pausa se c’è, capire perché Innocent non stava ancora in galera per omicidio.