Il sindaco Sandro Parcaroli e l’assessore Andrea Marchiori durante il sopralluogo
di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)
C’è lo striscione dell’ultimo chilometro per il cantiere della ex Casa del Custode che si va completando ed entro metà maggio sarà riconsegnato al Comune. La destinazione finale dell’edificio sarà quella di ospitare la nuova sede del Museo di Storia Naturale, che vanta un ricchissimo patrimonio, costituito da reperti fossili, minerali, farfalle, coleotteri, reperti di zoologia, conchiglie, piante e acquari.
L’intervento, molto atteso in città perché va a recuperare un bene degradato costruito nel 1888 facendolo diventare un punto di riferimento culturale e turistico del capoluogo, è stato effettuato dall’imprese Rti Edilizia Azzacconi srl (mandataria)/Stacchio Impianti srl (mandante) per un importo contrattuale di 905.075 euro con il cantiere allestito sia nel versante Giardini Diaz che lungo via Cadorna. Direttore dei lavori l’architetto Luca Schiavoni che aveva già collaborato con il Comune nel recupero di Palazzo Buonaccorsi.
Stamattina sopralluogo alla ex Casa del Custode per fare il punto della situazione da parte dell’amministrazione comunale, in testa il sindaco Sandro Parcaroli accompagnato dall’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Marchiori, e l’ingegnere dell’Ufficio tecnico Tristano Luchetti che sono stati ricevuti e accompagnati nella visita dal titolare dell’impresa Massimo Azzacconi e dal geometra Raoul Rossi.
Le impalcature circondano ancora il manufatto, eccezion fatta per la torretta che ospita il nuovo ascensore, ma la decina di operai che quotidianamente è attiva sul cantiere sta portando a termine le lavorazioni, la cui parte maggiore è già conclusa. «La facciata è stata riportata con i colori dell’epoca quando appunto era usuale coprire i mattoncini con una tinta di colore rosato. –afferma l’assessore Marchiori introducendo la visita -. Questa facciata è stata riportata d’intesa con Soprintendenza a quella che era la bellezza dell’epoca in cui fu edificato l’immobile. E’ stato ripristinato il terrazzo sopra l’ingresso principale cosa che era stato dismesso col passare degli anni ma originariamente esisteva: su questo terrazzino verrà posato un impianto fotovoltaico a servizio dell’edificio. La cosa particolare sono gli ingressi sulla faccia vista che saranno tutti con porte di vetro il che consentirà, anche a museo chiuso, dal di fuori si vede quello che c’è dentro e darà un impatto molto suggestivo. Un po’ come accade per le vetrate della biblioteca Mozzi Borgetti».
Tra le opere realizzate ci sono l’eliminazione delle partizioni e finiture interne incongrue, il restauro delle facciate, delle coperture e di tutti i serramenti, il consolidamento statico delle murature e dei solai in funzione del nuovo uso e il miglioramento antisismico, l’istallazione degli impianti elettrici e di sicurezza, di riscaldamento e raffrescamento, idrici, antincendio e antintrusione. Realizzato un collegamento interno, in passato non presente, tra il piano terra e il piano seminterrato e la realizzazione di un volume esterno contenente nella parte interrata anche i servizi igienici. «Da fuori non sembra ma i locali sono grandi e funzionali – prosegue Marchiori -. Sono stati aperti e c’è un lungo corridoio che guida il turista nella sua visita dall’ingresso sino alla fine dell’edificio, con a terra la posa di una pavimentazione grigia adatta per questo genere di uso museale. Una volta arrivati in fondo a questo corridoio si trova la torretta che ospitava la cabina dell’Enel che è stata completamente ricostruita e che diventa il vano ascensore di collegamento con il piano sottostante. Nella parte che si trova a livello stradale si possono notare le splendide volte recuperate e in un caso totalmente ricostruita con altri locali che ospiteranno gli allestimenti museali a parete e con dispositivi mobili che consentiranno di cambiare velocemente questi allestimenti nel corso dell’anno di modo che la visita potrà essere fatta più volte dai turisti o scolaresche proprio perché l’offerta sarà diversificata e non statica».
L’assessore Marchiori con il geometra Rossi
Il geometra Raoul Rossi ha ricordato come la ditta abbia lavorato su tre livelli per complessivi 450 metri di superficie con, negli ultimi tempi la difficoltà di reperire i materiali ed i prezzi che sono lievitati nel mondo delle costruzioni. Particolarmente soddisfatto dell’andamento dei lavori il sindaco Sandro Parcaroli.
«La Casa del Custode contribuisce a riqualificare tutta la zona dove insiste questo meraviglioso manufatto – ha ribadito Parcaroli – una struttura in stato di abbandono che diventerà invece una chicca per Macerata. Una volta conclusi i lavori, una volta arredati gli spazi e sistemate bene le luci per dare risalto alla bellezza degli ambienti con queste volte davvero stupende, l’impatto sarà magnifico. E’ chiaro che sarà importante lavorare bene sull’allestimento che andrà ad ospitare il Museo di Storia Naturale che sarà trasferito qui e troverà un’esaltazione rispetto al luogo dove è ora. Un luogo educativo che poi, grazie alle infrastrutture di cui è circondato, valorizzerà l’intera zona. La scuola che viene in visita al museo può magari poi trasferirsi ai giardini Diaz per svolgere una lezione all’aria aperta».
Tristano Luchetti
Per gli allestimenti interni la spesa necessaria oscilla tra 300mila e 500mila euro ed il Comune sta partecipando ad un bando per reperire le risorse necessarie. Anche da parte dell’Ufficio tecnico comunale c’è stato una costante vicinanza agli interventi che la ditta ha effettuato per ristrutturare l’antico manufatto prospicente i Giardini Diaz. «Questo non sarà un posto statico dove l’allestimento resterà uguale per sempre. –ha detto l’ingegner Tristano Luchetti- Ci sarà una rotazione di elementi e di novità, molto tecnologico e attrezzato in modo tale che le scolaresche possono venire qui ed avrà una sua funzione didattica e divulgativa. Stiamo completando i lavori, entro metà maggio la parte strutturale verrà terminata. Stanno terminando di montare gli infissi e le finiture. Si tratta di lavorazioni non tradizionali in quanto si recupera un immobile di quell’epoca e recuperarlo in funzione museale con accesso consistente di persone richiede tanti accorgimenti che una normale ristrutturazione non richiederebbe. Alcune lavorazione programmate, in corso d’opera sono state adeguate a questa esigenza sia negli spazi che nella sicurezza e fruibilità. Sempre con l’attenzione a come verrà utilizzato: ad esempio le pareti in cartongesso sono state usate in aderenza ad una parete che non era dritta che non avrebbe consentito poi di montarci gli allestimenti».
Infine l’assessore Andrea Marchiori ha voluto sottolineare come con la Casa del Custode che diventa museo si va a creare un asse che porta dal parco di Fontescodella sino al centro storico. «Se uno dovesse guardare dall’alto questa zona di Macerata, partendo dal parco di Fontescodella sino al centro storico, si creerà un asse che passa tra il naturalistico, lo storico, lo scientifico, l’ambientale per arrivare al cuore della città. –ha affermato -. Le scolaresche che noi siamo abituati a vedere nelle grandi città come può essere Roma o nelle città storiche come Ravenna saranno il nostro riferimento per questo progetto. Macerata in questo è mancata, non sapendo valorizzare le cose belle di cui dispone. Con questo asse diamo un’opportunità alle scolaresche di passare dalla mattina alla sera un’intera giornata visitando la nostra città, scoprendo situazioni educative e divertenti al tempo stesso. Questo è un percorso, una rigenerazione urbana che è stata chiamata anche ‘mura aperte’ perché dà questo senso di accompagnamento che non si limita alla sola visita museale tradizionale. Chi viene qui ha la possibilità di passare una giornata intera: credo che avremo poco da invidiare a quella che una volta era la città dei ragazzi di Perugia, quando 30 anni fa si andava in Umbria perché quella città era strutturata in maniera accogliente per le famiglie che lì trascorrevano magari il fine settimana. Io penso che molte famiglie verranno a Macerata sfruttando queste opportunità che offriremo».
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Bravi. Complimenti.
Ottimo lavoro di restauro per una struttura dimenticata che rappresenta degnamente il cuore urbano di Macerata. Molto bella la scelta della boiacca di calce colorata color rosa mattone. Finalmente un lavoro in linea con le prescrizioni del piano particolareggiato del centro storico e zone limitrofe che ebbi modo di fare nel 2002.
BRAVI!
Ora, visto che la zona è soggetta a scriteriati imbrattatori di muri, che niente hanno a che fare con l’arte, bisogna proteggere l’edificio con una telecamera, prima che i soliti idioti lo devastino.