Il sopralluogo ai giardini Diaz
Dopo il sopralluogo della scorsa settimana per verificare le condizioni tecniche dell’area, lunedì verrà allestito il cantiere che darà il via ai lavori di restauro della ex casa del custode dei Giardini Diaz – una costruzione del 1888 eseguita all’epoca dall’ingegnere Giuseppe Tambroni – che ospiterà una sede museale.
Andrea Marchiori e Tristano Luchetti
L’assessore ai Lavori pubblici Andrea Marchiori d’intesa con l’assessore alla valorizzazione del patrimonio Silvano Iommi, il dirigente dei Servizi tecnici del Comune Tristano Luchetti, l’architetto Luca Schiavoni che ha firmato il progetto di recupero, Raoul Rossi in rappresentanza delle ditte che hanno vinto l’appalto dei lavori Zacconi e Stacchio e il coordinatore della sicurezza Maurizio Fedeli, hanno visionato l’area e cercato le soluzioni più logiche e meno impattanti per l’insediamento del cantiere. «Verranno effettuati – spiega l’amministrazione – tutti i lavori edili e impiantistici, comprese tutte le opere necessarie al restauro dell’edificio, con l’eliminazione delle partizioni e finiture interne incongrue, il restauro delle facciate, delle coperture e di tutti i serramenti, il consolidamento statico delle murature e dei solai in funzione del nuovo uso e il miglioramento antisismico, l’istallazione degli impianti elettrici e di sicurezza, di riscaldamento e raffrescamento, idrici, antincendio e antintrusione». Per ottenere con il recupero dell’immobile un organismo funzionalmente idoneo alla nuova destinazione, rendendo accessibili al pubblico tutti gli ambienti dell’edificio, è prevista anche la realizzazione di un collegamento interno, oggi non presente, tra il piano terra e il piano seminterrato da realizzare, unitamente all’istallazione di un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche all’interno della ex torretta Enel, con la realizzazione di un volume esterno contenente nella parte interrata anche i servizi igienici. Per l’abbattimento delle barriere architettoniche tra il piano terra e il piano primo dell’edificio principale è stata prevista una piattaforma elevatrice. L’investimento, già approvato e previsto nell’ambito del programma Iti – Innova Macerata finanziato dal Por-Fesr Marche è di 1,2 milioni di euro.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Progetto che andrebbe ampliato con una parte consistente interrata che consentirebbe di aumentarne la superfice e l’utilizzo. Se il progetto serve per trasferirci il museo naturalistico di via S. Maria della Porta, come già aveva fatto osservare l’attuale responsabile, non è sufficiente. Sarebbe da fare una variante in corso d’opera per renderlo effettivamente idoneo.
Si tratta di un progetto finalizzato al recupero strutturale di un bene storico-architettonico documentale vincolato come tale dalla Soprintendenza competente. Le sue modeste dimensioni plano-volumetriche, articolate su tre livelli, erano rapportate alla sua destinazione originaria che era abitazione del custode, magazzini, depositi, piccole serre e stalle. Giustamente il progetto andato in appalto si limita a migliorare sismicamente la struttura, consolidare e salvaguardare la qualità architettonica, abbattere le barriere architettoniche cercando di non invadere la qualità e la geometria generale degli ambienti interni, adeguare l’insieme tipologico alle norme vigenti sul confort acustico e risparmio energetico. In sostanza una serie di lavori basici non strettamente interdipendenti all’ipotesi di una sua destinazione a Museo di Storia Naturale. Dunque, si tratta di una ipotesi di destinazione niente affatto vincolante e definitiva che, in ogni caso, merita un un supplemento di indagine progettuale per essere effettivamente praticata. Non a caso, quindi, il quadro economico andato in appalto non prevede nulla relativamente agli allestimenti, impiantistica specialistica, tecnologie didattico-informative e tutto quanto in uso nei moderni musei di questo genere. Ora è noto a tutti che gli ottocenteschi giardini Diaz (già mercato boario), hanno generato in continuità il parco di “fonte scodella”, all’interno del quale in un ameno boschetto in rilevato sorgeva il trecentesco complesso di S. Maria in Torresana con la fonte di S. Maria Maddalena. Di questo complesso (poi trasformato in fattoria agricola), restano ampie e vistose tracce; a mio avviso il luogo veramente adatto per il MUSE di Storia Naturale sarebbe quello, non solo per le maggiori dimensioni ma anche in considerazione del fatto che esattamente nelle vicinanze abbiamo ipotizzato, nel programma elettorale, la 3° fermata della cosiddetta “metropolitana di superficie”. In questo modo si lascerebbe l’ex casa del custode ad altre museizzazioni e/o esposizioni culturali all’interno del più vasto tema che, sempre nel nostro programma, abbiamo definito come “Macerata -passato, presente e futuro”.