Un rendering del progetto
di Luca Patrassi
Fuori, dentro. Il Ministero ha considerato positivamente le indicazioni date dal Comune di Macerata ed ha finanziato con 400mila euro il «pozzo della cultura» in piazza Vittorio Veneto.
La griglia attuale
L’intervento fa parte del piano di rigenerazione urbana finanziato con i fondi del Pnrr ed inizialmente escluso dal Ministero sulla base di motivazioni di non rispondenza agli obiettivi europei, poi smontate punto per punto dall’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi e dal dirigente dei servizi Tecnici Tristano Luchetti che hanno presentato delle integrazioni poi accolte. Dunque si faranno anche le opere di sistemazione del settecentesco pozzo, poi chiuso, di piazza San Giovanni, pozzo che negli ultimi anni era stato delimitato con una sorta di cerchio fatto di pietra con inserimenti di pezzi di ferro finito con l’arrugginirsi e il rompersi per diventare fonte di pericolo.
Il cantiere in piazza
Insomma, nuova vita al pozzo di piazza San Giovanni che nell’ultimo peridoto era divenuto ricettacolo di mozziconi di sigarette e di immondizia in genere. Molto soddisfatto dell’esito della procedura l’assessore comunale Silvano Iommi che osserva: «Il più grande posacenere del mondo diventa un “pozzo di cultura”». Così lo stesso Iommi aveva inizialmente presentato il progetto: «L’idea nasce dentro un serrato confronto creativo promosso dal sottoscritto con l’amico architetto Carlo De Mattia. Il concept progettuale è partito dalle considerazioni intorno ad un’opera altamente simbolica analoga realizzata a Berlino come un pozzo con coperchio trasparente, scavato esattamente al centro della piazza dove nel maggio del 1933 avvenne il famigerato rogo di migliaia di libri. Addossate alle pareti si osservano le scaffalature vuote e una scritta che suona più o meno così: “le società che bruciano i libri finiranno per bruciare anche gli uomini”. Considerato, dunque, che il nostro pozzo-cisterna (le cui origini risalgono alla seconda metà del XV secolo), ha perso da secoli la sua funzione originaria e oggi si trova immerso in un grande deposito librario della storica Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti, già sede del seicentesco Collegio dei Gesuiti, è possibile affermare che “come l’acqua anche la cultura è sorgente di vita”. Da queste considerazioni si è iniziato a creare le prime suggestioni grafico-progettuali, che ora gli uffici stanno approfondendo per verificarne la concreta attuazione».
L’assessore Silvano Iommi
L’idea è nata «dalla critica radicale – osserva l’assessore Iommi – alla improvvida soluzione attuale che vede al centro della piazza l’enorme griglia tecnica circolare divenuta il più grande posacenere del mondo. Con il nuovo progetto si vuole realizzare un “oculo” trasparente che lascia intravedere l’interno del grande pozzo le cui pareti illuminate sono piene di libri (un pozzo di cultura). Intorno all’oculo verranno sistemate una serie di sedute a rappresentare l’ingombro originario della “vera” del pozzo medesimo, ma allo stesso tempo si potranno osservare le immagini e didascalie che verranno proiettate dall’interno per raccontare la storia identitaria di quel luogo e della città. In sostanza, tra la futura cattedrale di Macerata intitolata a San Giovanni e l’antico collegio dei Gesuiti (oggi Biblioteca), i cui oculi dell’altana dedicata a Padre Matteo invitano ad osservare lontano e in alto, avremo nel contempo, al centro della piazza, un oculo che ci induce a guardare all’interno verso il basso per scoprire le nostre radici ma invitandoci anche alla riscoperta della città sotterranea, che è un altro capitolo del nostro programma». Lavori in corso dunque in piazza San Giovanni, da un lato si opera per il recupero della chiesa e dall’altro si partirà a breve con il pozzo della cultura.
Da evidenziare il giusto distanziamento
"Nuova" cattedrale? E quella "vecchia" che fine fa, sarà declassata?
Ma perché rovinare una bella piazza col palazzo della banca la biblioteca e le due chiese contrapposte
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Ottimo, anche se può sembrare poco ma non lo è. La “funzione simbolica” è funzionale e “magnetica”. L’uomo è un “animale simbolico” ( Cassirer) dunque ben venga questo “occhio”, infatti “in regno cecorum monoculs rex”
Anche a me pare un’ottima soluzione di recupero. Un’operazione non solo architettonica, ma storica e culturale. L’amore di Silvano Iommi per la Macerata che non c’è più (ma che il sogno e alcuni interventi mirati possono contribuire a ricreare) mi danno la netta percezione che il suo sia, e a pieno titolo, un eccellente assessorato alla cultura.
Veramente i libri sono come le persone… quelle buone e degne di attenzione sono rarissime… la pandemia ha dimostrato che la maggior parte della Scienza è Ignoranza, la maggior parte della cultura è fuffa…
Ottimo progetto.
Complimenti Iommi.
Questa nuova amministrazione sta’ cambiando il volto della nostra citta’, la sta’ diventando “futuristica” alla faccia della precendente amministrazione che in 20° di governo non fatto nulla di concreto anzi ad insultato completamente gli avversari.
Congratulazioni all’Arch. Iommi.
Per rimanere nel solco del simbolismo potrebbe risultare opportuno il collocamento all’interno del pozzo, o nelle immediate sue adiacenze esterne, di ciò che resta delle ferraglie arrugginite, ad ulteriore memento per la cittadinanza: dissuasivo dal fare scempio delle vestigia del passato e persuasivo della necessità di tutelarne con cura le testimonianze
Ottima idea, bravo architetto Iommi. Mi raccomando però che la realizzazione dell’opera sia all’altezza. Mi auguro non sia quella rappresentata dal rendering un pò sgangherato, disegnato veramente male. Immagino che questa rappresentazione dovesse essere un’immagine esplicativa utile al finanziamento, ne sono certo. Quindi, “avanti Savoia”, avanti tutta.