di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)
Il momento non è di quelli che stimoli gli investimenti, ma è anche vero che nei momenti di apparente disagio c’è chi vede oltre la contingenza dei rincari vari, delle difficoltà di un settore e realizza la sua visione imprenditoriale.
Nel capoluogo però questa spinta da parte del capitale privato non la si nota molto, ancor meno nel settore delle strutture ricettive. Ecco allora che il capogruppo comunale del Partito democratico Narciso Ricotta invita l’amministrazione a guida Parcaroli ad adottare una strategia di sostegno pubblico del comparto: «Si tratta di andare a creare società di scopo con i proprietari – privati, enti o società che risultino essere – degli immobili da riqualificare in centro storico, che sono vuoti da anni, che non producono alcun reddito ma solo spese.
Dunque riqualificazione adibendo gli edifici a nuove funzioni, appunto quelle ricettive, dando infine ai privati la gestione. Nulla di particolarmente complicato, diversi decenni fa un sindaco illuminato come Froldi ebbe l’idea di trasformare un immobile a Pollenza ed è poi nato quel Parco Hotel ora di proprietà privata. Bisogna avere progettualità e capacità operativa: è chiaro che l’imprenditoria in questo momento non investe in strutture ricettive di cui invece il capoluogo ha bisogno. Ed allora è necessario saper coinvolgere Bankitalia, la Cassa depositi e prestiti, i proprietari di immobili di pregio per arrivare alla formazione di una società di scopo a partecipazione pubblica. Penso, tra gli altri, al palazzo già sede della Banca d’Italia, al palazzo di piazza Mazzini che ha ospitato fino a pochi anni fa il Catasto, all’immobile già sede della scuola media Mestica in via dei Sibillini».
A Macerata sono diversi, e di prestigio, gli immobili vuoti, altri ne potrebbero arrivare a breve termine mentre all’estero, da decenni, alcuni Paesi, hanno pensato di trasformare in resort i beni monumentali di maggior pregio affidandoli ai privati. Il panorama cittadino, sul fronte dei grandi contenitori vuoti, è avvilente: l’ex sede di Bankitalia è chiusa da più dieci anni, nessun acquirente si è mai nemmeno sognato di avvicinarsi stante le richieste multimilionarie avanzate dall’Istituto di vigilanza. L’ex Mestica è stata ceduta a Cassa depositi e prestiti dal Comune in cerca di fondi per realizzare il polo scolastico alle Casermette, l’ex Catasto è in attesa di un acquirente da anni, la Provincia ha chiuso il palazzo di via Armaroli, sede dell’Ufficio scolastico provinciale, per far partire i lavori di adeguamento sismico. Nessun movimento, sempre in via Armaroli, nell’ex convento delle Monachette, di proprietà privata e chiuso anche in questo caso da anni.
Si attende l’avvio dei lavori per il restauro del Palazzo del Governo, palazzo immenso e di grande rilievo che ospita i pochi dipendenti della Prefettura, tutto tace – dopo qualche annuncio preelettorale – sulla costruzione, con relativo trasferimento dall’attuale sede di piazza della Libertà, della Questura.
I palazzi-gioiello in vendita Per l’ex filiale di Bankitalia anche l’ipotesi Grand Hotel
sono più le finestre chiuse che quelle aperte
Ma questi si svegliano solo ora che hanno perso la poltrona?
Perché quando era al comune non ne ha mai parlato?
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…strutture ricettive non vorrà mica dire centri di accoglienza per migranti, magari, tanto cari alla sinistra, mi pare, perché se così fosse, questi palazzoni produrrebbero probabilmente reddito, si si, molto reddito!!! gv
Uno scopo per cui associarsi potrebbe essere anche il darsi all’ippica.