Maceradonia, 4500 abitanti, mappa della nuova area urbana con passante interno Carrareccia e centro commerciale
«Le tre primitive frazioni sono diventate oggi tre popolosi e vitali centri che si propongono sulla già affollata scena della competizione territoriale come “Nuove polarità urbane”, in grado a loro volta di espandersi lungo le tradizionali direttrici viarie di fondovalle. Tutto ciò, in assenza di una reale crescita economico-demografica dell’intero territorio sommata alla inefficacia del Piano territoriale di coordinamento provinciale, ha prodotto gran parte degli squilibri territoriali, a danno dei centri storici collinari». Sono la parole dell’assessore di Macerata Silvano Iommi, che rilancia il tema dei piani urbanistici intercomunali, partendo dall’analisi della trasformazione delle frazioni di Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza in relazione alle città vicine di Corridonia, Montecassiano e Pollenza.
L’assessore Silvano Iommi
«Ai piedi della collina Maceratese, a poche centinaia di metri dallo scomparso sito della colonia romana di Pausula, è sorta negli ultimi 60 anni una nuova città di circa 4.500 abitanti, tagliata in due dal fiume Chienti e dal confine comunale tra Corridonia e Macerata – spiega Iommi – Si tratta di un anonimo agglomerato edilizio misto residenziale-commerciale e produttivo, cresciuto spontaneamente sulla prepotente spinta dello spam urbano affermatosi nel dopoguerra come strumento operativo dominante. Un aggregato sottodotato di infrastrutture, con bassa qualità abitativa, ambientale e di immagine urbana che oggi possiamo rinominare con l’acronimo Maceradonia (Macerata+Corridonia)».
«Tuttavia – aggiunge l’assessore – questa nuova e incompiuta città contemporanea, pur costituendo l’episodio insediativo più emblematico del nostro secondo novecento urbanistico, non è la sola realtà materializzatasi con le medesime caratteristiche nei nostri fondovalle a confine con altri comuni. Dunque il gioco degli acronimi vale anche per le due antiche frazioni di Sforzacosta e Villa Potenza, tradizionali “porte extraurbane” della città, che possono essere rispettivamente rinominate Macedonienza (Sforzacosta-Colbuccaro-Casette Verdini) con circa 4.000 abitanti e Macerassiano (Villa Potenza-Montecassiano) con oltre 5.000 abitanti».
Macerassiano, 5mila abitanti
Secondo Iommi, «queste problematiche erano già note al legislatore italiano sin dalla emanazione della legge urbanistica fondamentale del 1942, laddove all’art. 12 prevedeva la redazione dei Piani Regolatori Generali Intercomunali per quelle parti di territorio in cui lo sviluppo degli aggregati edilizi coinvolgeva più Comuni. Previsione – sottolinea però l’assessore – mai attuata ma che oggi, dopo 80 anni, ritorna d’attualità come ad esempio sta dimostrando la vicenda dei centri per la grande distribuzione o della realizzazione di una rete viaria congruente con il carattere polifunzionale di queste nuove “Polarità urbane”». E qui il riferimento è al nuovo centro commerciale Simonetti che potrebbe essere realizzato proprio a Piediripa.
«E’ anche per queste ragioni che l’Amministrazione comunale di Macerata – conclude Iommi – ha inteso rilanciare il tema dei piani intercomunali, avendolo già inserito sia nel programma amministrativo di mandato sia negli obbiettivi strategici assegnati ai propri servizi tecnico-urbanistici». Dentro questo contesto programmatico si inserisce anche il convegno sulle Nuove polarità urbane – tra marginalizzazione e opportunità di rigenerazione, che il sindaco Sandro Parcaroli e l’Assessore all’Urbanistica Iommi stanno organizzando per il 20 maggio prossimo, cercando di coinvolgere in un dialogo costruttivo non solo gli studiosi ed esperti del settore ma anche tutte le forze sociali, politiche, economiche e culturali, «con l’auspicio di arrivare ad un accordo generale – conclude Iommi -. con i Comuni confinanti finalizzato alla copianificazione delle arre urbane di confine».
(redazione CM)
Il borgo rurale di Piediripa nei primi anni 50 con la chiesa e l’oratorio di San Vincenzo Maria Strambi
Saluti da Pollenza comune metropolitano di Macerata capitale...
Se lo scopo è anche quello di non consumare veramente più territorio, ben venga!
Maceradonia ricorda la Macedonia di qualche gg fa...
Villa Potenza indipendente !!!
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sulla scorta della riflessione dell’Arch. Iommi, da abitante di Sforzacosta penso che “unire le forze” delle frazioni di Sforzacosta, Casette Verdini e Colbuccaro potrebbe essere un arma vincente per affrontare le problematiche spesso condivise (viabilità, traffico, consmari, ecc.) e soprattutto per avere una visione d’insieme di tutto il contesto urbano, e perché no’ per avere un Piano di Coordinamento specifico delle frazioni.
Vorrei porre l’attenzione sul fatto che ad oggi INSPIEGABILMENTE MANCANO I PRINCIPALI COLLEGAMENTI necessari per una mobilità sostenibile e soprattutto per la sicurezza dei pedoni:
– inspiegabilmente manca un collegamento pedonale tra Sforzacosta e Colbuccaro (Passo del Bidollo)
– inspiegabilmente manca un collegamento pedonale tra Sforzacosta e la Zona Industriale di Sforzacosta
Maceradonia, chissà come la prenderanno i Pakistani, da loro Corridonia era diventata già Pakistonia….
Villa Potenza Indipendente è la risposta a tutte queste baggianate! Perché non si pensa invece a tutti i veri problemi che affliggono Macerata? La droga a fiumi, l’ alcool ai minori, il frastuono e il fracasso notturno, il degrado in tutti i quartieri, il traffico incivile, il menefreghismo dilagante!
Atenzione Silvano. Le frazioni sono il risultato di una malastoria fatta di speculatori e signori delle tessere. Le frazioni espanse oltre modo e a discapito della forma città, nate dalle pagine della più becera circostanza, piuttosto che da pagine di vera storia, eccetto quella remota di Villa Potenza, sono servite alla carriera di nani politici e di una consuetudine a decentrare, quasi fossimo una realtà metropolitana convulsa. E’tempo di tirare i remi in barca, cioè in casa, pensando che le marginalità urbane debbano restare tali e che semmai è ora di pensare ad un raccordo auostradale per Macerata, perchè è ormai arcinoto che il disequilibrio tra piano e monte è da ricercare con i collegamenti scarsi e fermi agli anni cinquanta del monte. Ci rendiamo conto che il territorio Piediripa-Corridonia, gravita più verso Civitanova che Macerata e che altrattanto avviene verso Porto Recanati?