Da sinistra, Mirella Paglialunga, Francesco Micucci, Silvia Squadroni con Stefano Mei, e l’intramontabile Ivo Costamagna
di Laura Boccanera
Primi battibecchi elettorali, lo strappo col Movimento 5 stelle si regola sui social. Non è passata inosservata la stoccata che la candidata del centrosinistra Mirella Paglialunga ha diretto ieri durante la sua presentazione verso il consigliere pentastellato Stefano Mei (leggi l’articolo). L’ex preside commentando l’uscita dalla coalizione dei grillini per correre al fianco della candidata Silvia Squadroni ha riferito le parole con cui lo stesso Mei aveva motivato la scelta definendola una “Santa Alleanza”.
Subito pronta la risposta della Paglialunga: «meglio così, la Santa Alleanza era un patto di restaurazione». E ieri sera il capogruppo del Movimento ha commentato sulla sua pagina Facebook quella prima esternazione innescando un botta e risposta con i sostenitori della Paglialunga, compreso l’ex consigliere regionale Francesco Micucci. «La “nuova” candidata del nuovo centrosinistra anziché parlare solo di programmi e progetti lancia subito una frecciatina al sottoscritto dicendo che non conosco la storia. La definizione santa alleanza era per sottolineare la nascita dell’ accordo sotto il santo Natale e invece la Paglialunga arriva addirittura all’accordo fatto tra Russia Prussia e Austria nel 1815. Comunque complimenti per il nuovo progetto che non pare tanto nuovo, perché a ben vedere ci sono il Pd con la Iezzi e Micucci come 10 anni fa, poi c’era Poeta come 10 anni fa, Corvatta come 10 anni fa, Mancini, quello c’è sempre, Rossi come 10 anni fa. Alla fine mi spiegate dove dovrebbe essere la novità del progetto? La Paglialunga? ma se ad una battuta pensa al 1815».
«Parole che non fanno onore alla tua intelligenza -gli ribatte Francesco Micucci – con tutti i personaggi che nomini ti sei rapportato per mesi, condividendo con loro tutti i passaggi tranne l’ultimo e qualcuno dice che condividevi anche l’ultimo salvo poi essere smentito dalla tua parlamentare. Delle due l’una: o sei stato un falso per mesi o stai cercando una exit strategy rinnegando il tuo pensiero. Ma c’è modo e modo di scegliere strade diverse, ci si può salutare in maniera coerente senza bisogno di utilizzare queste futili argomentazioni. Tra l’altro anche i tuoi compagni di viaggio non sono proprio di primo pelo». Uno strappo che renderà la campagna elettorale di Civitanova anomala rispetto al vicino accordo regionale fra Pd e Movimento 5 stelle.
E al momento all’appello mancano i socialisti: il partito di Ivo Costamagna con la lista Uniti per cambiare era stato nel 2012 il promotore della candidatura di Tommaso Corvatta e nelle ultime elezioni del 2017 ha appoggiato la candidatura di Ciarapica dirottando su Flavio Rogani candidato in Obiettivo Civitanova i voti dei socialisti. Il gruppo si riunirà dopo l’Epifania per decidere il da farsi. Due le ipotesi sul tavolo: la prima è sostenere la civica di Silvia Squadroni assieme al Movimento 5 stelle, diversamente andare per conto proprio con un candidato sindaco (sarebbe il quinto). L’accorpamento con la Squadroni non sembra peregrino: l’avvocatessa civitanovese ha già l’appoggio dei fratelli Daniele e Francesco Centioni e all’interno della lista ci sono anche due figure come Carlo Centioni (zio dei fratelli Centioni) e Francesco Mantella che svolge la stessa professione della Squadroni e di Stefano Ghio, che a sua volta appoggia la Squadroni. Diversi dunque i punti di tangenza per ipotizzare un accordo di carattere programmatico.
Lidia Iezzi segretario Pd Civitanova
Tra i primi temi del dibattito elettorale continua a tenere banco la questione della cessione di Villa Letizia. Nonostante la delibera che ne prevede l’alienazione sia di aprile solo in questi ultimi giorni il dibattito si è scaldato con gli interventi contrari di una parte della maggioranza (Sergio Marzetti) e con la proposta di Mei e Squadroni. Interviene oggi sul tema anche il Pd: «con villa Letizia, Troiani e Ciarapica seguono lo stesso schema del porto Dubai e dei parcheggi al Varco del piano Strever – commentano Francesco Micucci e Lidia Iezzi – quando sale la protesta dei civitanovesi negano tutto, ma sotto sotto gli atti ufficiali restano. E’ ora di finirla con la sistematica presa in giro dei cittadini, con gli spergiuri elettorali per arrivare alle elezioni e poi fare l’esatto contrario. La vendita di villa Letizia l’ha decisa la giunta con la delibera n.155 del 23 aprile 2021 e Ciarapica Troiani, nonché Caldaroni dei Fratelli di Italia tutti insieme l’hanno proposta e votata decidendo così il destino della struttura. Nella delibera si legge: “potrebbe essere alienata villa Letizia data in pagamento all’eventuale soggetto attuatore, il quale provvederà alla ricostruzione della nuova struttura socio sanitaria e riceverà da parte dell’amministrazione comunale il ricavato della sua alienazione quale corrispettivo in quota parte dell’importo complessivo sostenuto per la realizzazione dell’intervento”. Questi sono gli atti ancora validi non ritirati, non annullati e le rassicurazioni non contano proprio nulla, sono solo fumogeni. Se Villa Letizia non è in vendita votino una delibera in cui specificano in maniera chiara che non è sul mercato. Ma non possono perché, insieme al comparto Trieste, villa Letizia è l’unica struttura pubblica di valore e se sul primo viene annunciato un intervento di riqualificazione con risorse del recovery fund cosa resta da dare in contropartita al privato? Villa Letizia. Non possono non vendere Villa Letizia altrimenti nessun privato parteciperebbe al bando deliberato dalla giunta il 10 dicembre e non avrebbe avuto senso l’incarico dato all’ingegnere Frontaloni per 8mila euro più oneri di legge per l’attività di stima dei valori di mercato degli immobili comunali tra cui Villa Letizia. Dopo aver perso per un piatto di lenticchie Villa Eugenia hanno messo sul mercato anche villa Letizia e aspettano solo le elezioni pensando che i civitanovesi siano tutti allocchi».
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…senza andare a scomodare russi, prussiani o austriaci del 1815 (sia da una parte che dall’altra), c’è da dire che, comunque, c’è storia e storia (e poi ci sono anche le storie, ma quello è un altro discorso, se discorso ci può essere), anche se la si pensa diversamente, e la storia c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha proprio, mi pare!!! Tuttavia, tra il cosiddetto “nuovo che avanza” (mah!!!) e, invece, il “vecchio che vvanza”, potrei dire che il proverbio consiglia che “chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova”, anche se qui capire quale sia veramente la nuova strada è impresa assai difficile, poiché dove ti giri e ti rigiri, trovi sempre il vecchio che vvanza, ma assai raramente il nuovo che avanza!!! Ai bischeri, con i paccheri, l’ardua sentenza e che gli elettori abbiano una gran dose di pazienza. gv
L’unica sicurezza su cui si può partire per chi non ha le idee chiare su chi votare, è sapere che con Ciarapica su cui non dire niente ha lo stesso peso del raccontare minuto per minuto i suoi cinque anni passati, trascorreranno ad osservare i suoi inseguimenti ai Piani Strever e Dubai o mezza Dubai il probabile vero scopo, a cui si aggiunge adesso Villa Letizia, poi c’è il sempreverde polisportivo da spostare a Montecosaro che non so a che punto sta e se ci pensa ancora ecc. In caso di una sua nuova ricandidatura saranno gli unici punti fermi, ne avrebbe anche altri ma sono troppi e non riuscirebbe a seguirli tutti. Quindi sarà sui nominati che si batterà visto che politicamente non è che anche passando a Forza Italia sia diventato chissà che e si sta invecchiando. Ma pensare che per altri cinque anni saranno soltanto i casi suoi ad interessargli come la sua quinquennale esperienza da gran sindaco sta a dimostrare…. che li farà pesare ai cittadini che solo in preda ad attacchi epilettici improvvisi potranno incrocettarlo e che forse ma non ci conterei non continuerà ad ammorbare le estati civitanovesi buttando un mare di soldi per spettacoli indecenti dove si pagheranno però quelli più validi o degli amici a cui asfalterà piazze e strade mentre Civitanova nei commenti di tanti paesani trasuda di completa trasandezza. Insomma altri cinque anni persi inutilmente mentre Civitanova cresce , si sviluppa, si modernizza, diventa principale meta turistica dell’adriatico, prenderà il posto di Spoleto per il Festival dei due Mondi e tutto questo solo nella sua testa e magari stavolta dopo tanti successi che lo hanno visto rimanere esattamente al punto di partenza, tenterà il salto di qualità: onorevole o senatore. Le qualità immagina che già ce l’ha e chissà quante risate sotto quei baffi con Brini e tutti i suoi ” migliori ” amici. Forse………….!!!!