di Matteo Zallocco
A.A.A. candidato sindaco cercasi. A poco più di cinque mesi dalle elezioni comunali di Macerata nessuno è ancora ufficialmente sceso in campo. Nemmeno per le primarie del centrosinistra che si svolgeranno a febbraio e per le quali la scadenza delle candidature è stata fissata a inizio dicembre (in attesa del regolamento). Narciso Ricotta, assessore ai servizi sociali e poi ai lavori pubblici delle Giunte Carancini, è l’unico che da tempo sembra lanciato verso la corsa elettorale ma non ha ancora sciolto le riserve. Nel frattempo sta scoprendo il mondo di Facebook dove pubblica post da fotoromanzo.
Potrebbe essere della partita anche Stefania Monteverde eletta con la civica Sinistra per Macerata: la vicesindaca alle ultime Europee si è candidata con Italia in Comune di Pizzarotti non ottenendo però un grande risultato in città (poco più di 500 voti senza competitor diretti). Ma probabilmente sarebbe l’unica donna in corsa. Al ballo delle primarie potrebbero partecipare anche Luciano Pantanetti, presidente del Consiglio comunale ed esponente della civica La Città di tutti. C’è poi quel “piano B” del Pd rimasto in soffitta che si riassume in due nomi: il segretario cittadino Stefano Di Pietro e il giovane avvocato Andrea Perticarari. E c’è Massimiliano Bianchini (Pensare Macerata) che da tempo cerca un candidato e dialoga con tutti, compresi gli ultimi arrivati di Italia Viva. Intanto i 5 Stelle hanno rivendicato l’autonomia dai dem ancora prima della debacle in Umbria (leggi l’articolo) con il consigliere Roberto Cherubini in pole.
Se Atene piange, Sparta non ride. Il centrodestra cerca di mantenere l’unità – che sarebbe un passo decisivo per la vittoria – ma ci sono tanti galli a cantare e non è così scontato che restino tutti quando si dovrà scegliere il candidato sindaco. La Lega sta da tempo sondando il terreno e in particolare il deputato Tullio Patassini, un po’ come Bianchini sul fronte opposto, ha avviato molti contatti in città: avvocati, medici, docenti universitari e non solo. Si cerca con una certa insistenza qualcuno dalla cosiddetta “società civile”e quindi la soluzione interna (il consigliere Andrea Marchiori) non è l’unica.
FOTO D’EPOCA – Sfida a biliardino tra Romano Carancini e Massimiliano Bianchini a pochi giorni dal ballottaggio delle primarie 2010
Situazione completamente diversa rispetto al 2015 quando si presentarono nove candidati sindaci e qualcuno aveva iniziato a correre la maratona elettorale due anni prima del voto. Lancetta ancora più indietro: dieci anni fa, di questi tempi, Cronache Maceratesi organizzava un confronto pubblico moderato dall’indimenticato Mauro Montali. Era il 22 ottobre 2009 e diversi candidati (o quasi) erano già lanciati: Carancini, Pistarelli, Bianchini, Mari, Mandrelli, Ballesi e Giulio Conti si confrontavano seduti attorno allo stesso tavolo. Oggi invece c’è solo un uomo seduto davanti a un tavolino col telefono in mano per imparare ad usare Facebook.
Ricotta ovvero il Carancini bis. Su fb con le foto perfette, da mulino bianco... chissà forse sarà il candidato sindaco? Chi non mette le foto fatte da un fotografo di professione su tutti gli step della propria giornata?
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Questo “fotoromanzo” (copyright Matteo Zallocco) sta dentro la narrazione politica di Narciso Ricotta che vorrebbe garantire interessi consolidati e rassicurare inquietudini nuove ma la città sta cambiando o, meglio, sta cercando un suo adattamento ai mutamenti globali e locali (con processi carsici e shock improvvisi, che hanno accompagnato se non prefigurato scenari più ampi) e non basta più fare leva sulle rendite di posizione ideologiche e clientelari né spargere ecumenismi per favorire trasversalismi. Ricotta deve uscire dal suo fotoromanzo e spingersi persino in partibus infidelium se vuole vincere la scommessa. I sindaci passano e il centrosinistra sociologico maceratese resta: legami veri e un peso mica da poco. Il pericolo di Ricotta non è tanto quello di essere la continuità con Carancini bensì il nuovo garante e interprete di quel blocco politico-sociale che occupa la città da decenni. Il lodo Ceroni sul candidato sindaco del centrodestra, lanciato con una battuta all’inaugurazione della sede della Lega: “Sceglietelo a estrazione”, disse, coglie lo spirito elettorale del tempo, su cui ora soffia pure il vento dell’Umbria, ma trascura la natura particolare delle comunali maceratesi, nelle quali, tra l’altro, la città dovrà cominciare a scegliere cosa vuole essere e cosa vuole fare.
Sono 15 anni che NON c’è alcun nuovo che avanza, ma solo vecchi che si riciclano, da sinistra a destra, passando per le stelle cadenti
Quando si fanno le assemblee di condominio quasi sempre nessuno vuol fare il presidente dell’assemblea, ma in tal caso a fronte di rischi anche di natura penale non c’è alcuna retribuzione. Nel caso della carica di sindaco la retribuzione invece c’è ed è anche sostanziosa (tra emolumenti ed omaggi).