Mosca 2020: «Non mi candido sindaco
Gioco regista contro il sistema Carancini
Per colpa di Renzi dovrò cambiare lista»

L'INTERVISTA - L'ex presidente della Maceratese e consigliere d'opposizione traccia un quadro in vista delle elezioni: «Il centrodestra è unito, ci stiamo vedendo tutte le settimane a casa mia. Sarà fondamentale trovare la persona giusta per rappresentare la coalizione». Senza mezzi termini il giudizio sul primo cittadino, dalle promesse non mantenute ai fallimenti nello sport fino ai rapporti con Paci nella vicenda piscine: «Il peggiore della storia della città, ha sempre amministrato con arroganza e in più di un'occasione ha messo avanti i suoi interessi politici a quelli dei cittadini». E poi... la necessità di cambiare nome alla sua civica dopo la nascita di Italia Viva

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Maurizio Mosca in Consiglio comunale

 

di Matteo Zallocco

Maurizio “Momo” Mosca, quindi? Si ricandida a sindaco? 

«Ci ho provato cinque anni fa, purtroppo sono arrivato terzo. Se fossi arrivato secondo al ballottaggio avrei fatto secco Carancini. Ne sono convinto, lo erano anche quelli del Pd. Peccato perché già cinque anni fa si poteva liberare Macerata da questo incapace (politicamente parlando), il peggior sindaco della storia di questa città». 

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Il centrodestra unito alla riunione del 2 ottobre con il senatore Paolo Arrigoni

Sì, ma ora cosa vuole fare? 

«Non ho nessuna intenzione di candidarmi: né a sindaco né a consigliere regionale. Ho 66 anni e due nipotini a cui non posso rinunciare. Voglio essere presente con loro e non ripetere l’errore che ho fatto in passato con le mie figlie». 

Lei è comunque in prima linea nel centrodestra. 

«Stiamo lavorando per un’alternativa seria da offrire a Macerata, la riunione con il senatore Arrigoni (Lega) ha sancito l’accordo per il centrodestra unito in un percorso che sta andando avanti da tempo: ci stiamo vedendo tutte le settimane a casa mia per lavorare a un programma che possa dare soddisfazione ai maceratesi. Questa città dopo tutte le promesse non mantenute da Carancini (palazzetto, piscine, nuovo parcheggio etc) ha bisogno di poche cose ma che arrivino di sicuro».

E lei che ruolo ha in questa coalizione? 

«Mi hanno affidato il ruolo non ufficiale di regista, sto facendo il possibile per far sì che questa unità del centrodestra diventi definitiva. Mi sento un po’ il vecchio saggio. Il rapporto con tutti è idilliaco rispetto a cinque anni fa, in Consiglio comunale siamo stati sempre uniti. A differenza del passato non c’è stata nessuna fuga in avanti, nel 2015 a questo punto eravamo già divisi in 3 o 4 candidati sindaci. Sappiamo tutti che uniti si può vincere e cambiare questa città dopo decenni di finte nuove storie (quando invece hanno comandato sempre gli stessi)».

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Una precedente riunione del centrodestra a casa Mosca

Chi potrebbe essere il candidato sindaco?

«Dovrà essere una persona accettata da tutta la coalizione, che abbia le capacità di guidare un gruppo e che sappia guadagnarsi da subito la fiducia dei maceratesi. La mia esperienza professionale mi ha insegnato che è fondamentale avere la persona giusta nei ruoli di vertice. Non fidatevi di quelli che dicono che contano solo i programmi (e che magari poi non li rispettano come Carancini). La scelta del candidato sindaco è di cruciale importanza». 

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Il logo della civica Città Viva alle elezioni del 2015

Si parla di una possibile candidatura di Andrea Marchiori, entrato da qualche mese nella Lega. 

«In questi quattro anni da consigliere Andrea ha dimostrato grandissime capacità. E’ una persona preparata, come ce ne sono altre. La mia speranza è di trovare l’intesa su un candidato che possa vincere e fare il sindaco nei prossimi dieci anni».

Riproporrà la sua lista civica “Città Viva”?

«Sì ma per colpa di Renzi dovrò cambiare nome (10 secondi di risata, ndr). Ho fondato Città Viva nel 2005, dopo 15 anni mi ritrovo a dover ripensare il tutto a causa di Italia Viva. Spero che tanti maceratesi che hanno a cuore questa città aderiranno a questa lista».

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QUALCHE ANNO FA – Maurizio Mosca “in campo” con la Maceratese

Lei è stato uno dei presidenti più amati della Maceratese e ha portato il softball a vincere scudetti e Coppa Campioni. Il quadro dello sport cittadino oggi è cambiato.  

«Il sindaco ha massacrato lo sport, un settore che dovrebbe stargli particolarmente a cuore. Ha di fatto cacciato la Lube annunciando un palazzetto da 3.800 posti che è rimasto solo nella sua testa, ha costretto la Tardella a vendere la Maceratese mettendogli i bastoni tra le ruote perché lei aveva appoggiato Mandrelli alle primarie. E si è messo di traverso anche sull’operazione Canil (magari perché c’ero di mezzo io): Mauro era pronto ad andare a Roma per il ripescaggio del Matelica in serie C che avrebbe aperto le porte ad una futura fusione con la Maceratese, ma Carancini non ha mosso un dito per portare avanti i suoi vantaggi politici con l’accordo con Crocioni. Si è mosso allo stesso modo in altre situazioni».

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Maurizio Mosca sabato scorso ha assistito alla conferenza di Fratelli d’Italia

Quali?

«Ha fatto la stessa cosa con le piscine. I rapporti con Paci sono stati messi avanti agli interessi dei maceratesi. Doveva fare un passo indietro 5 anni fa, non lo ha fatto per vantaggi politici e anche personali visto il rapporto professionale della moglie con l’ad della Fontescodella spa. Il sindaco in Consiglio mi ha risposto che non può sapere cosa fa la sua consorte (beato lui!) fatto sta che c’è una mail dello studio Carancini indirizzata a Paci come cliente».

Una vicenda che lei conosce bene essendo presidente della Commissione I (Affari istituzionali). 

«E’ stata bloccata la Commissione d’indagine, un fatto grave che ha portato addirittura alle dimissioni di un consigliere di maggioranza, Bruno Mandrelli. Non basta portare gli atti alla procura, si era chiesto di spiegare la vicenda ai maceratesi e di chiarirne le opacità politiche. Dopo 10 anni è stato costretto ad ammettere il fallimento e ora vuole fare credere di aver trovato una soluzione per rimediare facendo due piscine più piccole alle ex Casermette. La verità è che è stato costretto a farlo per non rischiare di avere problemi con la Corte dei Conti».

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ERAVAMO QUASI AMICI – Romano Carancini e Maurizio Mosca

Le piscine di Fontescodella rappresentano dunque il più grande fallimento di Carancini?

«Le aveva messe come priorità delle priorità del suo programma. Ma l’errore più grave per me lo ha commesso allargando i progetti  Sprar e mettendo Macerata in condizioni di insicurezza: persone come Oseghale non dovevano stare più qua e invece dopo il programma venivano abbandonate. Il sindaco si è fatto sentire in Prefettura solo dopo i drammatici fatti di Macerata quando invece questi problemi – a partire dalla droga – venivano denunciati pubblicamente da anni. Sulla sicurezza, così come in altre situazioni, Carancini ha guidato una macchina da ubriaco».

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Maurizio Mosca è il anche il capofila dei 100 mecenati dello Sferisterio

Altre situazioni?

«Non aver coinvolto mai l’Università arrivando ai ferri corti col Rettore è la fotografia dell’arroganza che questo sindaco ha sempre dimostrato. Solo con l’ateneo si possono fare progetti in termini di residenzialità, viabilità, strutture sportive e cultura. Invece lui vuole fare tutto da solo e alla fine o lo fa male o non lo fa. Questa amministrazione inoltre sta contrattualizzando impegni per i prossimi anni. Non è giusto. Il prossimo sindaco nei primi 100 giorni dovrà cercare di smantellare il sistema Carancini-Pd e far fronte ai debiti che ha impunemente caricato sulle spalle dei maceratesi».

 

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