di Alessandra Pierini (foto Fabio Falcioni)
La Lega si è riunita a porte chiuse ieri sera alla Domus San Giuliano a Macerata. Poco più di un centinaio i presenti tra amministratori, iscritti e simpatizzanti. Ospite il presidente di Confindustria Gianluca Pesarini.
Una rosa di potenziali candidati alla presidenza della Regione, la nomina di un coordinatore cittadino e l’incontro con le forze di opposizione a Macerata. Questo il piano dettato dal senatore Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche e commissario del partito nel capoluogo. «E’ mia intenzione – ha spiegato Arrigoni, raggiunto dopo l’assemblea – individuare un coordinatore cittadino su Macerata e il coordinatore provinciale entro qualche settimana. Assegneremo anche altri ruoli tipo di organizzativo. A breve, brevissimo, incontrerò i rappresentanti di forze politiche e delle civiche di centro destra. Nel frattempo battiamo in lungo e largo la regione».
Sulla sua candidatura alle regionali, di cui si è parlato con insistenza non commenta: «Stiamo lavorando ad una rosa di candidati. Ci confronteremo e sceglieremo al nostro interno per poi proporre un nome. Nel frattempo stiamo costituendo dei gruppi di lavoro per i vari settori di competenza della Regione, infrastruttura, sanità, energia, caccia e pesca, economia, sviluppo aziende, e uno per la ricostruzione. Saranno aperte anche a non leghisti. In questo modo potremo cominciare a formulare delle proposte». Sulla visita del presidente Giuseppe Conte che domani sarà a Castelsantangelo, Arrigoni è critico: «Aveva promesso di recarsi spesso nelle zone terremotate già nel Conte 1, poi le visite si sono fatte sempre più rade. Il conte due bis si mette con il Pd, artefice della legge 189. E’ assurdo. Anche l’opposizione in materia di terremoto sarà al centro della nostra attenzione».
Prima dell’intervento “a porte chiuse” di Paolo Arrigoni, si sono avvicendati sul palco i parlamentari Giorgia Latini, Giuliano Pazzaglini e Tullio Patassini: «Conquisteremo tutti gli appuntamenti da qui al 2023» ha dichiarato.Poi il consigliere regionale Sandro Zaffiri che ha focalizzato l’attenzione sul Piano Sanitari Regionale: «Sarà approvato entro fine legislatura, i consiglieri voteranno il nulla perchè il piano demanda tutto alle determine della Giunta, tutto sarà in mano all’assessore alla Sanità Ceriscioli».
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Sono rimasto piacevolmente sorpreso di vedere tutta quella gente leghista all’assemblea. Il clima mi ricordava la passione di quando si tenevano le assemblee del PCI e dei Verdi, a cui partecipavo. Sarebbe ora di finirla di parlare di Sinistra, di Centro e di Destra. Sono termini obsoleti, legati al passato. Utilizzati da gente che non ha capito che il passato e passato e che pure termini come antifascismo e fascismo, razzismo e antirazzismo e Resistenza fanno parte della Storia, e che quindi non vengono più letti dalla mente della gran parte della pubblica opinione. Potremmo, quindi, oggi parlare di modernisti (tanto per rubare il termine di quella parte della Chiesa cattolica che sta tradendo la Tradizione) e di tradizionalisti. Oppure, partigiani dei ricchi potenti, e partigiani del popolo lavoratore. Sì, perché, come dice Salvini, e come ha detto il senatore Arrigoni, occorre uscire dal fortilizio della Lega e proiettarsi in mezzo al popolo senza tessera. Soprattutto – come ha proposto all’assemblea una disoccupata di mezza età che non riesce più a trovare lavoro – è necessario farsi capire dalla gente comune. Infatti, qualcuno ha rilevato che i terremotati sono stati delusi pure dalla Lega. Il senatore Arrigoni ha allora esibito un dépliant in cui erano riportate le proposte della Lega in seno all’ex-governo gialloverde. Solo che, probabilmente, non sono state fatte conoscere ai terremotati. Da ciò che ho capito è che manca una comunicazione organizzata con i moderni sistemi della Rete verso la società civile, per comunicare le proposte politiche, ascoltare le proposte dei cittadini e dibattere. Questa sarebbe quella che viene definita “comunicazione a due sensi”, proprio come avviene in un colloquio tra due soggetti. Ed occorre comunicare con “affinità e sulla realtà” della società civile. I media danno Salvini come finito, contestato all’interno, eccetera. Mi sembra che così non sia. Consiglierei Salvini a continuare ad esibire durante i comizi e le interviste il Santo Rosario, come richiesto dalla Madonna di Medjugorje. Il Rosario non è solo un simbolo della tradizione secolare della Chiesa. Fu quello che fece vincere a Lepanto e a Vienna: un confronto con l’Islam che si ripeterà in futuro. Salvini mostra un simbolo della nostra civiltà religiosa e della nostra identità italiana ed europea. Identità che fu ebraico-cristiana, ma che non fu inserita dai laicisti nella Carta europea. E poi, questo simbolo scatena l’inferno nella mente della cosiddetta Sinistra, del PD, dei Radicali, dei senza Dio e dei materialisti, a cui si sono uniti i 5 Stelle per la distruzione finale. Il Rosario irreggimenta le truppe cattoliche, frastornate dai chierici modernisti che all’interno della Chiesa cattolica, ad ogni livello, stanno tentando di ridurre il sacro imperante fino a ieri ad una semplice visione sociopolitica della loro funzione, alla pari di altri credi, secondo il piano che il Potere mondiale delle logge angloamericane e dell’alta finanza desidera attuare nella futura riduzione a masse schiavizzate e prive di spiritualità l’umanità italiana, europea e mondiale. Poiché la battaglia che si sta svolgendo sul pianeta si sta svolgendo anche nei piani più sottili, ove lo Spirito vince, io comincio a credere che Salvini sia diventato uno strumento di questa battaglia spirituale. Solo che non riesco a capire come un cattolico osservante possa votare e militare in un partito anticristiano, materialista ed ateo come il PD. Hanno cambiato pelle, ma sono rimasti quelli scomunicati da Pio XII.
E per non deludere qualcuno che mi dice che mi sono bevuto il cervello, comunico che non appena saranno pronte le tessere mi iscriverò alla Lega di Salvini, come hanno già fatto alcuni Compagni del PCI di Berlinguer, che da tempo la stanno votando. Mentre io, dopo aver votato per i 5 Stelle, ho cominciato solo recentemente a votare per la Lega di Salvini.
i Leghisti non hanno una storia ma solo delle intuizioni che partendo da un distacco della Padania dall’Italia avrebbe dato i suoi migliori frutti, ultimo dei quali il Salvini incantato come un disco rotto già in crisi di nervi che l’orlo è un pezzo che l’ha superato e adesso è stimolante soltanto per chi è interessato a studiarne la psicosi che lo tormenta. E poi i suoi seguaci che già pensano di passare direttamente in Fratelli d’Italia perché subodorano il prossimo quanto immediato crollo della Lega Salvini che sparirà dalla Padania in giù ( in su non so se fosse solo Lega ) e si sverserà nella Meloni che dà più garanzie per un governo più duro e soprattutto più serio che si chiama Fratelli e non Salvini che aveva riportato il suo partito a quote strabilianti unendo l’Italia in un unico pensiero, del tutto simile se non per qualche piccola differenza più allegorica che politica ai Fratelli d’Italia che raccoglierà tutti gli esuli provenienti dalla Lega Salvini. Arrigoni, torna casa e lascia perdere si tribolati che non riescono più a trovare qualcosa di serio. Ah, ma non è da adesso e poi a Macerata c’è una lunga storia anche recente.