di Matteo Zallocco
Da domani il Pd maceratese celebra la Festa dell’unità ma in vista delle elezioni qualcuno all’interno del partito chiede la discontinuità dall’amministrazione Carancini. E così è pronta una rosa di tre nomi da presentare agli alleati in contrapposizione alla candidatura dell’assessore Narciso Ricotta che comunque sembra godere dell’appoggio della maggioranza del Pd, a partire dall’area Sciapichetti. La rosa è composta da un volto quasi nuovo (Nicola Perfetti, avvocato, che era già dato in pole alle primarie del 2015 prima della candidatura di Mandrelli), da una novità assoluta (Andrea Perticarari, avvocato appena 33enne e membro del direttivo, figlio dello storico esponente del Pri cittadino Renato Perticarari, anche lui da tempo nel Pd) e da un profilo istituzionale (il segretario cittadino Stefano Di Pietro, già assessore delle Giunte Meschini e in guerra aperta col sindaco Carancini). Nomi che saranno proposti all’Udc e alle civiche, in particolare Pensare Macerata, e che saranno poi confrontati con l’asso nelle manica annunciato da Massimiliano Bianchini, l’esponente della maggioranza che fino ad oggi ha manifestato la più forte volontà di discontinuità rispetto all’amministrazione uscente e ha criticato “il buonismo imperante nel Pd” (leggi l’intervista). Mentre la civica Città di Tutti, vicina a Carancini, sembrerebbe orientata in maggioranza ad appoggiare Ricotta.
FOTO D’EPOCA – Massimiliano Bianchini (al centro) nel 2010 con l’allora presidente del Consiglio comunale Romano Mari e Narciso Ricotta, all’epoca capogruppo del Pd
Nei dem – almeno pubblicamente – sono più cauti ma sotto sotto c’è chi sta lavorando per voltare definitivamente pagina da Carancini. Ecco dunque la rosa dei tre nomi dell’altro Pd (che tanto altro non è vista la presenza del segretario cittadino) a cui se ne potrebbe aggiungere in un secondo momento un quarto, quello dell’ex presidente del Consiglio comunale Romano Mari, presidente dell’ordine provinciale dei medici, che però al momento non avrebbe dato la disponibilità. Nomi che saranno poi confrontati con quelli che metterà sul tavolo Bianchini che ha parlato in particolare di donne attive nel mondo dell’associazionismo. Gira da tempo la voce su Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Croce Rossa e della Fondazione Carima, il cui nome però viene più indirizzato sulle possibili candidature per il Consiglio regionale. Nel Pd post Renzi le correnti continuano ad essere tante: a livello nazionale, regionale e anche cittadino. Da domani prove di unità con la festa: alle 21 all’hotel Claudiani i segretari Stefano Di Pietro del circolo di Macerata e Francesco Vitali del Pd provinciale introdurranno il “Confronto sulla politica regionale e su quella nazionale”: al tavolo Irene Manzi con il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il segretario regionale Giovanni Gostoli e l’onorevole Mario Morgoni. Sabato alle 17,30 l’appuntamento è in piazza Battisti per “Uno sguardo sull’amministrazione comunale”: si confronteranno gli assessori Narciso Ricotta, Alferio Canesin e Paola Casoni, il capogruppo Maurizio Del Gobbo, le presidenti di Commissione Alessia Scoccianti e Paola Ottaviani, la presidente del Consiglio delle donne Ninfa Contigiani. Concluderà i lavori Romano Carancini, alla sua ultima Festa dell’Unità da sindaco. Questa, al momento, è l’unica certezza.
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Tutti vogliono prendere le distanze da Carancini, ma nessuno, nel PD, nell’altro PD, negli altri partiti della maggioranza di centrosinistra, dice apertamente e senza infingimenti che il mitico Romano in questi dieci anni che stanno per concludersi ha governato molto male, fallendo completamente la priorità delle priorità del primo mandato (le piscine) e incappando nel secondo mandato, per arroganza e tigne personali, nel buco da 4 milioni di euro con la NVT. Quest’ultima non è una vicenda marginale, ma enorme per l’importo e le modalità e le motivazioni, che svergogna l’amministrazione, che crea un pauroso buco di bilancio, che sottrae risorse ad altri utilizzi. E qui tralasciamo, per amore di patria, tutto il resto sui disastri caranciniani, anche perchè ci sarebbe da scriverci sopra un romanzo.
A fronte di ciò fa male leggere di persone intelligenti come Irene Manzi (e mi sembra anche Di Pietro) che, purtroppo ipocritamente, riescono a dire che Carancini nel complesso ha governato bene. Una frase veramente ridicola, che non a caso ha fatto scompisciare dalle risate tutti coloro che hanno avuto modo di leggerla.
Chiunque, nel centrosinistra, voglia candidarsi a governare la città, deve dire la verità, e non continuare ad essere omertoso, come sino ad oggi avvenuto. Altrimenti sarà inchiodato alla continuità con Carancini e alla condivisione delle sue gravi responsabilità politiche e istituzionali.