Macerata 2020, Perticarari:
«Un solo candidato del Pd
dopo aver fatto mea culpa»

LA LETTERA del giovane componente del direttivo: «Oggi più che mai il partito deve essere unito. Sarebbe un errore non comprendere come nel corso di questi difficili anni l’amministrazione cittadina non abbia accresciuto il proprio consenso»

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Andrea Perticarari

 

Andrea Perticarari, componente del direttivo Pd di Macerata, dice la sua sui movimenti pre elettorali che guardano già alle elezioni del 2020. In casa dem, ma in generale nel centrosinistra, la scacchiera è già in movimento. Le ipotesi del Pd sono Narciso Ricotta, attuale assessore ai Lavori Pubblici, e anche un “piano b” in discontinuità con l’amministrazione Carancini, un profilo ancora da definire. Poi ci sarà il candidato di “Pensare Macerata” e ancora quello di “La città di tutti” (anche se le due civiche potrebbero trovare un’intesa). Di seguito la riflessione di Perticarari che ha inviato una lettera a Cronache Maceratesi: 

«È inutile negare che, sebbene non sia ancora partita ufficialmente la campagna elettorale per le amministrative del 2020, una partita fondamentale è già iniziata all’interno del Partito democratico. Sono un iscritto al Pd che – fortunatamente – non è figlio delle vecchie correnti democristiane o comuniste o socialiste, ma che si è sempre riconosciuto esclusivamente nei valori del Partito democratico. Le mie considerazioni, o meglio il mio auspicio, è che questa lettera venga letta in ottica costruttiva e con una mente libera da presunti complotti e dietrologie squisitamente partitiche che nel corso degli anni hanno allontanato sempre di più le persone dal partito. Partiamo da una premessa, ritengo che mai come per le prossime elezioni il partito debba trovare un candidato unico, condiviso ed aggregante. Mai come per le prossime elezioni sarà necessario un Partito democratico unito nelle persone e negli intenti. Tutto ciò perché? Perché purtroppo il rischio di lasciare la città in mano alla destra più estremista degli ultimi 60 anni di storia non è mai stato così alto.
Perché nel corso di questi ultimi 4 anni, nonostante la città di Macerata non sia divenuta di colpo Caracas, la cittadinanza – per colpe da addossare non esclusivamente in capo all’amministrazione attuale ed al Partito democratico stesso – ha avuto via via l’impressione che la qualità di vita della città sia andata peggiorando. Come è noto, le buone cose fatte dall’attuale amministrazione (il progetto delle Casermette, gli sforzi sul piano della cultura e dello spettacolo, la vittoria politica sul fronte del nuovo ospedale unico e così via) non hanno e non avranno mai lo stesso risalto e lo stesso impatto che hanno gli errori commessi e sebbene alcuni errori non possano essere riconducibili esclusivamente al governo della città, è limitante non immedesimarsi nella casalinga di Corso Cairoli e non comprendere come nel corso di questi difficili anni l’amministrazione cittadina non abbia accresciuto il proprio consenso, anzi. Come nel calcio la colpa ricade sull’allenatore anche quando sono i giocatori a non correre, inevitabilmente la stessa dinamica avviene nella politica. L’ammettere le proprie colpe ritengo sia la base di un sano rapporto tra il mondo della politica e gli elettori. Ciò detto, quello che chiedo a questo partito è un cambiamento. Un cambiamento sin dalla fase di scelta del candidato. Io non chiedo un Narciso Ricotta – che pur ritengo il più preparato esponente dell’attuale amministrazione – e non chiedo nemmeno il cosiddetto “piano B” che probabilmente non creerebbe altro che ulteriori fratture interne al partito. Io chiedo un/una unico candidato/a sindaco di Macerata del Pd e che questo candidato sia figlio di una condivisione di idee all’interno del partito partendo da un concetto chiaro: gran parte della cittadinanza vuole – purtroppo – voltare pagina ed il Pd, se vincerà le elezioni, dovrà inevitabilmente governare e dare delle risposte anche a quella fetta di popolazione che o non ha mai votato per il partito o che nel corso degli ultimi anni se ne è allontanata. Speriamo bene».



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