Nel primo pomeriggio a Roma, la commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico ha messo definitivamente fine alla querelle sulle primarie per la scelta del segretario regionale del partito. La commissione ha infatti bocciato la decisione assunta dai probiviri marchigiani che, annullando per vizi procedurali le decisioni prese ad Ancona il 22 gennaio, avevano così anche annullato le primarie previste per domenica 16 febbraio. Primarie che invece ci saranno e che vedranno Francesco Comi contendersi la segreteria regionale con Luca Fioretti. Fuori è dunque rimasto il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, che era stato precedentemente escluso dalla contesa per incompatibilità, in quanto sindaco in carica di un comune capoluogo di provincia.
“A mio parere era un epilogo scontato – ha dichiarato a caldo Teresa Lambertucci, la segretaria provinciale maceratese del Partito Democratico – e pur nella legittimità di ogni posizione, il mio rammarico è che tutto si sia svolto con toni troppo accesi. Sono ovviamente dispiaciuta per Luca Ceriscioli, che stimo come persona e che considero anche lui vittima di questa situazione. Ma se una commissione nazionale si è espressa per l’incandidabilità, non credo fosse possibile un epilogo diverso. Adesso dobbiamo continuare a lavorare per le primarie del 16 febbraio, primarie aperte a cui tutti i cittadini possono partecipare. In provincia di Macerata – ha concluso la segretaria – mancano da definire pochissimi seggi e mi auguro che entro il fine settimana saremo in grado di presentare la lista completa.”
Luca Fioretti, il sindaco di Monsano, non ha espresso né soddisfazione né rammarico per la decisione del comitato nazionale di garanzia, avendo già in passato preso le distanze da decisioni che non gli competono. “Io ero un candidato e sono un candidato – ci ha detto – e lo sarò domenica 16 come lo sarei stato a settembre. Non ho mai voluto parlare di regole perché non sta a me stabilirle e farle rispettare, quanto di programmi. Adesso – ha concluso – bisogna impegnarsi perché tutti i seggi siano aperti il giorno delle primarie, invitando gli iscritti e i cittadini a venire a votare.”
Con il pronunciamento della commissione nazionale di garanzia sicuramente si mette fine alla questione primarie, sancendo sia la data che l’esclusione del primo cittadino di Pesaro. E’ però difficile pensare che le polemiche termineranno qui. Questa sera a Civitanova è prevista una direzione che si immagina infuocata.
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E’ finita come era prevedibile finisse. C’è una norma dello statuto Pd che impedisce la candidatura a segretario regionale dei sindaci dei comuni capoluoghi di provincia e Ceriscioli, sindaco di Pesaro, è stato escluso. Egli addirittura aveva presentato ricorso contro le decisioni della direzione regionale Pd, a cui aveva partecipato votando a favore. Inutile prendersela con gli organi nazionali del partito, che se avessero deciso diversamente avrebbero scatenato ricorsi a catena nelle altre regioni. Ceriscioli se voleva candidarsi alla segreteria regionale doveva dimettersi da sindaco, oppure i suoi sostenitori avrebbero dovuto scegliere un altro candidato. Le primarie del 16 febbraio segneranno la fine di un gruppo dirigente, che ha impera da una vita nel Pd marchigiano. Particolarmente toccata sarà la sezione di Civitanova dove nella annunciata “direzione di fuoco” di stasera ci sarà bisogno di numerose dosi di calmanti per chi è al passo d’addio. Nella richiesta di rinvio del congresso, Silenzi ras locale del Pd non poteva già contare su molte adesioni, altri abbandoni sono annunciati. In provincia c’erano le firme di Palombini e Postacchini, ma mancava quella della consigliera Bruno, da tempo assente dalla vita del partito. La Bruno ha portato a Silenzi i 2/3 delle preferenze alle comunali, oggi senza quei voti il successo del vicesindaco sarebbe a rischio. A Civitanova mancava la firma dell’assessore Micucci, mentre Trobbiani eletto nel direttivo con lista Franco aveva già aderito alla candidatura Comi. Dopo le primarie di domenica a Silenzi resterà il posticino in Comune, anche lì traballante perchè se la Civita Park non consegnerà in tempo Palas e Fiera, tutti a casa anticipatamente. A meno che a Silenzi non venga in mente il colpo di testa: ostacolare con i suoi lo svolgimento delle primarie a Civitanova, allora si aprirebbero per lui le porte dei probiviri e la conclusione ingloriosa della carriera politica, con l’espulsione dal Pd.
Meno male che l’appuntamento di domenica prossima è stato confermato, in caso contrario si sarebbe dovuto rivedere tutto il calendario internazionale degli eventi sadomaso.