di Marco Ricci
Il congresso cittadino del Partito Democratico ha riconfermato Paolo Micozzi alla guida della locale sezione del partito. Un risultato che non si può definire inatteso, in quanto l’avvocato maceratese era l’unico candidato dell’unica lista presentata agli iscritti. Le varie aree del Pd hanno infatti cercato di comporre le differenze e di suddividersi equamente i posti nel direttivo che affiancherà Micozzi alla guida del partito. Questa mattina hanno votato un centinaio di iscritti. O più che votato hanno espresso una pubblica acclamazione, per alzata di mano, del nuovo segretario. Pare che tra i presenti si sia contato un astenuto. Che è stata probabilmente la massima forma di dissenso vista quest’oggi all’Asilo Ricci dove si celebrava il congresso.
Nel nuovo direttivo sono entrati Alessia Scoccianti, Stefano Di Pietro, Nicola Perfetti, Norma Santoni, Stefano Norscini per i renziani.
Ninfa Contigiani, Caterina Rogante, Mariella Grieco, Marco Leopardi, Mario Iesari e Tiziana Sagretti per l’area “Pd nuovo corso” che conta al suo interno molti ex-bersaniani oggi vicini a Gianni Cuperlo. Per l’area neo-dem, vicina al consigliere regionale Angelo Sciapichetti e all’assessore Narciso Ricotta, sono entrati Aldo Tiburzi, Massimo Gentili, Maurizio Saiu, Paola Casoni e Rosa Longo.
Le regole che si è dato il circolo di Macerata, non senza qualche polemica, ha escluso dalla direzione del partito i consiglieri comunali, tra cui possiamo ricordare Bruno Mandrelli. Ma il grande assente, come avevamo anticipato (leggi l’articolo), è stato l’avvocato Graziano Pambianchi. Di fede repubblicana, un passato politico molto lungo che lo ha portato quasi all’elezione in parlamento, la sua presenza all’interno del direttivo è stata incerta fino alla mattina di domenica. Quando, dopo un ultimo incontro con Stefano Di Pietro, il suo nome non è stato inserito in lista.
Pambianchi ha scelto in ogni caso di non candidarsi neppure per il direttivo provinciale dove sembra che gli fosse stato offerto un ruolo. Un intervento durante l’assemblea di mattina, quello di Pambianchi, che a molti è suonato come piuttosto polemico. Come ugualmente polemiche sono state alcune riflessioni di Bruno Mandrelli che, seppur non troppo interessato ad un posto nel nuovo direttivo, ha avuto da ridire sulle nuove regole di incompatibilità che hanno escluso dalla direzione del partito i consiglieri comunali. Regole non statutarie ma individuate dal comitato di “saggi” che ha compiuto lo sforzo di giungere ad una sintesi tra le diverse aree del Pd Maceratese. In effetti nel nuovo direttivo mancano membri con spiccata esperienza amministrativa.
Incerto il voto di quest’oggi per il candidato segretario provinciale del sindaco di Macerata Romano Carancini. Se proprio si dovesse fare una scommessa, si può immaginare che il sindaco abbia appoggiato Mario Antinori. I renziani infatti sono sempre stati piuttosto critici verso l’amministrazione. Sembra oltretutto che siano stati i principali fautori nel far scomparire il nome del sindaco dal documento unitario che è stato alla base della lista e del candidato unico Paolo Micozzi. Il sindaco comunque, raggiunto telefonicamente, se l’è cavata con un ecumenico e scherzoso “ho votato per il partito democratico.”
La scelta di una lista unica, secondo quanto ripetuto negli ultimi giorni, è dovuta non solo alla necessità di marciare uniti verso le prossime elezioni nazionali. Ma anche dalla diversa scomposizione delle aree del pd maceratese che si avrà durante le prossime primarie per il segretario nazionale. Che vede Renzi, Cuperlo e Civati contendersi il ruolo che fu di Bersani e dividere quegli uomini quelle donne che oggi hanno marciati uniti all’interno delle singole aree.
Per quanto riguarda il congresso provinciale, Macerata, al contrario di Civitanova (leggi l’articolo) si è espressa nettamente in favore della renziana Teresa Lambertucci che ha superato con 161 voti Mario Antinori che ha raccolto 90 preferenze. Sulla Lambertucci, oltre ai voti dei fan del sindaco di Firenze, sono confluite anche buona parte delle preferenze legate all’area neo-dem. Un risultato questo non dato per scontato da nessuno dei due schieramenti, poiché l’incertezza era rimasta palpabile fino all’ultimo nonostante i rapporti di forza in campo visto che Antinori gode di una certa stima all’interno del partito. Soddisfatti ovviamente i renziani che non si attendevano un risultato così importante. Dei quindici delegati provinciali espressi da Macerata, dieci sono infatti espressione dello schieramento in appoggio della Lambertucci. In generale comunque, come già si era vista in altri congressi, a Macerata l’affluenza è stata piuttosto bassa e ben inferiore a quella di Civitanova.
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Perchè escludere un giovanotto emergente come Pambianchi???? Non si era detto”largo ai giovani”???
Tra i nomi entrati nel direttivo leggo quello di Mario Iesari che ho sempre apprezzato per i suoi interventi nei commenti di CM e che non avevo mai capito fosse un iscritto del Pd. Se c’è qualche volto nuovo e competente come lui per la politica maceratese è sicuramente un bene!
Congratulazioni al neo segretario e al neo direttivo….
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A proposito, così per curiosità: dopo l’elenco delle consulenze del Comune, si potrebbero sapere le consulenze dell’APM degli ultimi 6-8 anni??
Non mi sembra molto rassicurante che il peso delle varie componenti di un partito all’interno del direttivo comunale, a Macerata come a Recanati o a Tolentino, sia deciso non dagli iscritti, che non hanno potuto scegliere tra liste diverse, ma mediante una spartizione a tavolino.
Votare significa scegliere, tra persone diverse e tra linee politiche diverse; non basta votare perché ci sia democrazia e pluralismo, ma quando il pluralismo è negato ab origine è difficile che si possa credere alla sua esistenza.
Oltretutto, viene da chiedersi: se le varie componenti del PD, tutto sommato, non la pensano diversamente, quali sono i motivi che ne giustificano l’esistenza?
Per la mia esperienza, con il pretesto dell'”unità” si avallano le peggiori sconcezze. L’unità non è “essere tutti d’accordo”; è sottoporre al voto opzioni diverse nell’ambito di regole condivise e osservate da tutti.
Caro Marco: per amor di verità nel mo intervento ho parlato solo della attuale legge elettorale fascista con la quale si nominano i parlamentari e si garantisce l’ingovenabilità dell’Italia, sulla quale mi sembra che ci si impegni poco, salvo rare eccezioni, per la doverosa modifica.
Anche se l’affluenza al voto a Macerata è stata “ben inferiore” a quella di Civitanova, c’è comunque da ritenere che anche a Macerata il numero degli elettori sia stato superiore a quello degli eletti, e che quindi l’obiettivo democratico della piena autodiringenzialità di ogni singolo tesserato non sia stato perfettamente centrato neanche a Macerata.
centralismo democratico di giorno
spartizione incarichi/poltrone di notte
Una senatrice del PD ha capito di che pasta sono fatto: fascista.
Anche io ho capito di che pasta è fatto il PD: di democristiani.
Congratulazioni e buon lavoro a Paolo Micozzi per la riconferma alla guida a segretario della locale sezione del Partito Democratico.
Il DP maceratese non ha più credibilità alcuna… puoi cambiare tute le persone del mondo… più che un nuovo direttivo gli servirebbe UN MIRACOLO!!!