La “storica” unità del Pd
“Per ripensare Macerata”

Paolo Micozzi presenta la sua candidatura al congresso cittadino. Sostegno alla Giunta, primarie e gruppi di lavoro aperti alla città

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Paolo Micozzi



di Gabriele Censi

Domenica alle 9.30 si apre il congresso cittadino del Partito Democratico, la scelta è fatta, seppure formalmente le candidature sono aperte fino a quel momento. Paolo Micozzi guiderà il partito della ricomposizione. Il segretario uscente, ed entrante, si presenta insieme ad un bel gruppo dei probabili componenti il direttivo nel giorno di Ognissanti.  Il lavoro di stesura del documento unitario affidato ai “saggi” (Stefano Di Pietro, Caterina Rogante e Maurizio Saiu)  si è compiuto.  Tutti soddisfatti, ma le espressioni che risuonano più spesso sono “ardua impresa”, “lavoro difficile”, “faticoso impegno”  “complicata sintesi” “grande sforzo” e  così via.  Un obiettivo  sollecitato in primis da Irene  Manzi che,  in arrivo da Roma, si è unita direttamente agli stoici che hanno ritardato oggi il pranzo della festa: “Dopo una settimana di grande lavoro per cercare questa composizione, con tanti incontri, e per me tante telefonate essendo impegnata alla Camera, abbiamo raggiunto l’obiettivo che è quello di un partito che si apre all’ascolto della città  e procede con più forza accanto all’amministrazione comunale, la conferma di Paolo Micozzi va in questa direzione”.

Micozzi spiega  lo svolgimento del congresso che sarà dedicato al mattino alla presentazione delle relazioni e al dibattito (ci saranno anche i candidati provinciali). Potranno intervenire anche non iscritti senza diritto di voto.  “Possono essere un valore aggiunto -dice il segretario -, per votare (nel pomeriggio fino alle 20)  invece bisogna rinnovare la tessera o farla per la prima volta, mentre per essere eletti  si deve essere tra i vecchi iscritti. Sceglieremo anche un direttivo che mi affiancherà, sarà fatto di gente motivata, presente nei quartieri e nelle frazioni, senza doppi incarichi, con equilibrio di genere  e nel rispetto di tutte le sensibilità. Lavoreremo per far crescere il partito in vista delle scadenze prossime, principalmente quella del 2015 per il rinnovo dell’amministrazione comunale, il candidato sarà scelto con le primarie”.

micozzi (4)Stefano Di Pietro  parla di un grande risultato ottenuto: “In un periodo in cui la cittadinanza ha altre priorità che le problematiche interne al partito, il documento su cui abbiamo lavorato rappresenta tutti gli iscritti. A livello provinciale il voto sarà diverso ma mi piace questo Pd per il futuro, un partito maturo per guidare la città nei prossimi anni”.  “E’ stato possibile trovare la sintesi sulle cose che fino ad ora ci hanno diviso- interviene Caterina Rogante – mettendo da parte i personalismi e riprendendo lo spirito fondativo del partito, nato per unire diverse provenienze, oggi si cambia passo per affrontare il grave periodo di crisi. Macerata non ne è al riparo e serve parlare con la gente e trovare soluzioni. L’amministrazione sta lavorando bene e il partito deve darle una mano”. Stessi toni da Maurizio Saiu: “L’obiettivo è Macerata, si riparte dalla città e l’unitarietà riprende un percorso già avviato con la precedente scelta di Micozzi. Serve dialogo tra consiglieri comunali e partito”. Per Angelo Sciapichetti  “è un momento storico di grande unità frutto della semina fatta lo scorso anno”. Il consigliere regionale ringrazia “tutte le componenti che si sono adoperate per creare le condizioni di una riaffermazione del centrosinistra a Macerata”. Alessia Scoccianti usa termini da partito civico: “Abbiamo responsabilmente trovato la sintesi in un direttivo che sarà rinnovato, dobbiamo ripensare Macerata”. Romeo Renis è soddisfatto perchè per la prima volta “abbiamo iniziato chiedendoci cosa serviva alla gente di Macerata che vuole un partito più vicino alle loro esigenze”

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Caterina Rogante, Maurizio Saiu, Paolo Micozzi e Nicola Perfetti

L’accordo poggia su tre direttrici fondamentali: il sostegno all’amministrazione Carancini (nome che però non viene  mai pronunciato durante la conferenza stampa); il metodo delle primarie per la scelta del suo successore e l’apertura del partito con la formazione di gruppi di lavoro per il programma che coinvolgano anche realtà esterne, come ad esempio l’Università e il terzo settore. E’ ancora in cantiere la lista dei nomi del direttivo, anche se è pacifico che le tre aree tradizionali di riferimento avranno uguale rappresentanza  e naturalmente tutti negano che sia opportuno così classificarli (areadem, renziani e bersaniani). I nodi da sciogliere sono all’interno  delle stesse, per qualcuno dei renziani sarebbe ad esempio poco innovativo avere Graziano Pambianchi in questa lista, ma bisogna pazientare solo poche ore per avere il quadro completo.

 

 



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