Mario e Teresa,
le due facce del nuovo Pd

AL VIA IL CONGRESSO PROVINCIALE - I due candidati si presentano. Scambio di accuse sulla mancata lista unitaria. Antinori chiede la testa dei "capibastone" e la rigenerazione del partito che non sia "trampolino per incarichi", con lui Irene Manzi . Le parole d'ordine di Lambertucci, lanciata da Mario Morgoni, sono "lealtà, onestà, trasparenza, speranza, futuro, coraggio, insieme, merito, cambiamento”

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Mario Antinori

Mario Antinori

 

di Gabriele Censi

Nel Pd si apre ufficialmente la fase provinciale del congresso (leggi l’articolo) con due candidature alla segreteria e scambi di accuse per la mancata unitarietà. Mario Antinori incontra la stampa al mattino nella sede di via Volturno e va giù duro sulla vecchia dirigenza che “ha portato il partito con le ruote a terra”.

“Si perdono circoli e si lasciano soli gli amministratori alle prese con la difficile gestione della riorganizzazione amministrativa. A fine anno i Comuni dovranno accorpare i servizi e fare le unioni che già sono operative in altre province, ma qui non se ne parla. Così Macerata diventa terra di conquista, politicamente e a livello amministrativo”. Esordisce così il candidato che rifiuta l’associazione ad un’area o corrente: “Le scelte nazionali sono distinte io non so se se chi mi sostiene voterà Renzi, Cuperlo o Civati, non siamo prigionieri di schemi.  Sono state due settimane difficili nella consapevolezza  che bisognava arrivare ad una candidatura unitaria. Abbiamo trattato fino a domenica, ci hanno detto (renziani e area dem) che dovevano sentire Roma. Abbiamo atteso ma l’alternativa era solo sulle persone senza nessuna discussione sulle cose da fare, Teresa Lambertucci o il segretario particolare di Morgoni (Enrico Garofalo, segretario Pd di Potenza Picena ndr). Nessuna risposta e poco rispetto per la dignità delle persone. Abbiamo di fronte una grande armata guidata da capibastone. La maggioranza di Broccolo (segretario uscente ndr) si ripresenta come il nuovo, serve coerenza e un cambio di classe dirigente”.

Conferenza Pd (2)

Roberto Paoloni, Mario Antinori e Cristiano Saletti

Mario Antinori ha 31 anni, originario di Belforte, vive a Macerata ed è sposato, di professione fa l’architetto e progetta un Pd proiettato al futuro: “Siamo con la testa verso il 2020 e vogliamo rimettere i circoli e gli iscritti al centro del dibattito politico. Il partito dovrà fare a meno del finanziamento pubblico, quindi più web e meno sedi fisiche, magari facendo funzionare quelli esistenti, qui si riempie solo per i risultati elettorali nemmeno durante la campagna…  Serve un’inversione di tendenza per rimettere in funzione l’ascensore sociale bloccato negli ultimi anni. Ricostruire il Pd di Macerata su valori e non ideologie,  sarà una battaglia dura, andrò nei circoli con un quadernino da riempire, non con fogli scritti”. Antinori ribadisce l’estraneità a accordi con i cosiddetti padri politici, accanto a lui Roberto Paoloni e Cristiano Saletti, poi li raggiunge la deputata Irene Manzi,  mentre tra gli uditori c’è Sara Giannini. Anche l’assessore regionale è stata inclusa da Antinori nella sua lista degli impresentabili: “Basta con Comi, Sciapichetti, Morgoni, Giannini, eccetera. E’ ora di cambiare”.

manzi paoloni antinori

Irene Manzi, Roberto Paoloni e Mario Antinori

“Il progetto di questa candidatura  nasce dalla riflessione sul ruolo del partito in provincia – dice Irene Manzi -, sui temi sociali ed economici che sono temi politici. Non è questione di area siamo fuori dagli schemi nazionali perché altrimenti ne rimaniamo prigionieri e confinati”. 

Il candidato presenta la propria bozza intitolata Ri-Generazione Pd, con un capitolo Italia e uno sulla provincia dove si ritrova la critica al partito come “trampolino di lancio per incarichi prestigiosi” e poi l’economia con i dati della crisi che coinvolge la piccola impresa. C’è anche BancaMarche che contribuisce “a causa di una gestione scellerata e fallimentare” ad acuire le difficoltà. Ci sono i rifiuti e  la riforma sanitaria, insomma l’elenco dei problemi, nella prospettiva che il quadernino di cui sopra si riempia di soluzioni.

 

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Conferenza Pd (6)

Angelo Sciapichetti e Teresa Lambertucci

Nel pomeriggio è la volta di Teresa Lambertucci, la sua candidatura viene apertamente dall’area renziana ed ha l’appoggio dei Dem. Così accanto a lei troviamo i consiglieri regionali Francesco Comi e Angelo Sciapichetti, poi l’assessore provinciale Alessandro Biagiola, Enrico Garofolo, segretario del Pd di Potenza Picena e Franco Antonini, componente della Commisione regionale per il congresso. Li raggiunge con un pò di ritardo, in una curiosa ripetizione della scena del mattino con l’altro parlamentare maceratese,  il senatore Mario Morgoni primo sponsor della candidata Lambertucci: “Rivendichiamo il diritto ad esprimere la candidatura perché se fosse stata archiviata la “pratica Renzi” dopo le scorse primarie, come molti avrebbero voluto, saremmo oggi a celebrare un funerale invece che un congresso”.

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Franco Antonini, Enrico Garofalo, Angelo Sciapichetti, Teresa Lambertucci, Francesco Comi e Alessandro Biagiola

Ma anche la conferenza stampa del pomeriggio si è aperta con il rammarico per la mancata unitarietà: “Abbiamo tentato fino a ieri pomeriggio un accordo ma avevano già raccolto le firme” spiega Comi.

“A Roma vado per le udienze papali”  ribatte ironicamente  Sciapichetti. Teresa Lambertucci tenta di sganciarsi dalla polemica interna: “Non ho condotto le trattative in prima persona, parlo con Comi e Sciapichetti solo da ieri e sono fuori dagli apparati, non ho nemmeno il numero telefonico di Ucchielli. Ho 47 anni, non sono sposata ma ho un compagno, mi occupo di lavoro essendo funzionaria del Centro per l’Impiego di Civitanova da 13 anni. In politica ho preso la prima tessera nel Pds e sono stata amministratrice nella mia città,  Morrovalle,  come consigliere e come assessore,  prima all’ambiente e poi all’urbanistica.  Sono nella direzione provinciale del partito dall’ultimo congresso ed ho appoggiato Renzi fin dalla seconda Leopolda”. La candidata Lambertucci spiega il processo che l’ha portata a dare la propria disponibilità alla lista che si chiama “Macerata cambia verso”: “La premessa era unitarietà e massima condivisione, solo mettendo insieme le teste migliori a prescindere dagli orientamenti si può fare un passo avanti. Il mio è un impegno  sincero per creare e cercare un rapporto con tutti.  Le parole d’ordine sono lealtà, onestà, trasparenza, speranza, futuro, coraggio, insieme, merito, cambiamento”.

biagiola morgoni

Alessandro Biagiola e Mario Morgoni

Tutti tornano sul tema della difficile gestione del partito dopo una contrapposizione forte e in vista delle scadenza elettorale di 43 Comuni: “Servono molti volti nuovi – dice Morgoni – al di là del dato anagrafico, se le figure in vista si astengono da ricoprire incarichi formali sarà più facile ricomporre l’unità.  Dopo due mandati si può fare altro senza andare in pensione, magari il ministro (l’allusione sembra diretta a Spacca ndr). Ci auguriamo che nella gestione si arrivi a punti condivisi, la sfida di Renzi è di sistema, spostare l’accento dall’articolo 1 della Costituzione all’articolo 3, l’eguaglianza. Nel locale la responsabilità è maggiore per i tanti enti che amministriamo. Il lavoro resta comunque al centro e non a caso arriva la scelta di Teresa”. Sciapichetti invita ad usare toni moderati nello scontro: “Come Area Dem potevamo, per i numeri, esprimere una candidatura ma abbiamo cercato la condivisione, i problemi del territorio si affrontano con una voce determinata del Pd. Dobbiamo presentare ai cittadini e agli  iscritti che invitiamo a partecipare  una piattaforma e una squadra coesa. Teresa Lambertucci ha l’esperienza giusta”.

La competizione è iniziata, ora la parola va ai circa 40 circoli territoriali che entro il 5 novembre esprimeranno i  106 delegati alla convenzione provinciale che sceglierà il nuovo segretario. 

Conferenza Pd (7)

 

 

 

 



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