Cuperlo parla al cuore della sinistra:
“Ripartiamo dai nostri valori”

All' Asilo Ricci di Macerata il candidato alla segreteria del Pd ha attaccato "il pensiero unico della destra." Per il dirigente triestino il partito "deve tornare a rappresentare ciò che è giusto". E attacca Renzi per la sua visione della segreteria. "Un partito non è il trampolino di lancio per qualcosa d'altro." E sul governo Letta: "L'esecutivo non è quello che avremmo voluto"

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Gianni Cuperlo durante il discorso all’Asilo Ricci

di Marco Ricci

“Come è potuto accadere di entrare in un momento della storia  in cui i poveri non fanno più scandalo e non hanno neppure più la forza di attaccare il potere? Un momento in cui per anni la politica ha detto a queste donne e a questi uomini che la soluzione ai loro problemi sarebbe arrivata domani. E quel domani non arriva mai”. All’Asilo Ricci di Macerata – presenti tra gli altri l’onorevole Irene Manzi, il segretario regionale del Partito Democratico Palmiro Ucchielli e il consigliere regionale Angelo Sciapichetti – Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria nazionale, ha parlato al cuore di quella corrente politica in cui ha sempre vissuto. Da ragazzo segretario della  Fgci e quindi della Sinistra Giovanile, poi in parlamento con il Partito Democratico, e una vita – accompagnata da  “una passione, la politica, come per tanti della mia generazione” –  vissuta all’interno del partito e che ora lo ha portato, “inaspettatamente, senza averlo mai immaginato”, a candidarsi alla guida del Partito Democratico.

E’ stato alla sua storia, alla visione socialista del partito partito democratico, “ai nostri valori”, che Gianni Cuperlo si è appellato durante il suo intervento. “Scusate se sono arrivato in ritardo. Io sono triestino”, ha scherzato, “ma al di là della mia morale asburgica vengo da una partito in cui se alle cinque e mezzo c’era una riunione e alle cinque e venticinque non si vedeva nessuno, andavamo già tutti in fibrillazione.” Il senso di appartenenza di cui sembra volersi riappropiare Cuperlo è un attacco frontale al “pensiero unico”, quel pensiero “di destra che negli ultimi anni ci siamo limitati a limare. Io sono un uomo di sinistra”, ha proseguito, “e sono orgoglioso dei ceppi di pensiero cattolico che ci sono oggi nel mio partito. Ora dobbiamo rimettere al centro della politica i nostri valori. Quale Europa, quale Italia uscira dalla crisi? Un’Italia con più diritti, con più con più libertà, con più democrazia o un’Italia che sarà andata in direzione opposta? Verso quel pensiero unico che ha convinto il paese che l’unico modo per produrre ricchezza è ampliare le differenze sociali.”


Incontro_Cuperlo (2)Il preambolo di Cuperlo è partito dalla costatazione della gravità della crisi economica che sta vivendo il paese. “Stiamo vivendo la crisi più grave dell’ultimo secolo e mezzo”, ha spiegato il candidato segretario davanti a un Ostello Ricci pieno, “perdendo in pochi anni 9 punti di Pil.
La crisi del ’29 ne costò cinque, la prima guerra mondiale tra 8 e 9. In sei anni”, ha aggiunto, “è andata perduta un quarto della produzione industriale, si sono raddoppiati gli indici di povertà, con 1.7 milioni di famiglie in indigenza, 3 milioni di donne e uomini senza lavoro e 3.3 milioni di lavoratori che vivono con un contratto precario. Le famiglie”, ha aggiunto pensando a quell’alta percentuale di diplomati e laureati in cerca di lavoro, “le famiglie si sono rimboccate le maniche, hanno fatto sacrifici per far studiare i figli e ora non ci si può stupire se i partiti sono in discredito, se queste persone non le ha viste nessuno.”

I lavoratori del Sulcis, la bambina immigrata ripescata nel Mediterraneo con le scarpe del giorno di festa “perché è una festa quando si comincia una nuova vita”, Cuperlo da una parte ha attaccato il pensiero di destra, sottolineando la sconfitta culturale sul tema dei valori subita dalla sinistra facendo ampia autocritia delle sconfitte del Partito Democratico. Dall’altra ha rivendicato di scegliere da quale parte stare. “Dobbiamo parlare a tutti, a tutto il paese. Ma con il linguaggio e i valori che ci rappresentano. Bisogna avere il coraggio di affermare”, ha alzato il tono della voce, “che questa è la crisi della loro politica, della loro economia. Noi siamo la sinistra”, è qui è venuto giù un lungo applauso, “Dobbiamo rimettere al centro i nostri valori e la persona, contro il pensiero unico. Vogliamo tornare a rappresentare”, ha concluso il passaggio, “un mondo che abbiamo smesso di rappresentare.”

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Da sinistra Barbara Temperilli, Gianni Cuperlo, Irene Manzi, Teresa Lambertucci e Palmiro Ucchielli

Quali le ricette secondo Gianni Cuperlo? Immaginare il paese che sarà dopo la crisi, legando efficienza a giustizia. “Con una sostenibilità che non sia sparpagliare qua e là pannelli solari, un’industria che sappia coniugare produzione con ambiente,  stop al consumo di suolo investendo nella creatività. Noi siamo l’italia”, è andato avanti, “il paese delle corporazioni e delle arti.” Poi una difesa del welfare e un attacco diretto ai poteri e alla spesa pubblica inutile. “Tagliare i consigli di amministrazioni, i doppi incarichi, le società inutili, siamo un paese che ha il doppio dei generali degli Stati Uniti, tagliare le sacche di privilegio, i poteri oscuri, le lobby e liberare la potenza dei giovani. Perchè oltre ad affrontare la crisi dobbiamo immaginare l’Italia che sarà.”

Per quanto riguarda la corsa verso la segreteria del Partito Democratico dell’8 dicembre, Cuperlo non ha risparmiato qualche frecciata al suo più importante antagonista, Matteo Renzi. Ma non tanto dal punto di vista personale, quanto per quelle diverse visioni della politica e del partito che separa non solo i due contendenti alla segreteria ma che divide al proprio interno anche il Partito Democratico. “Non è possibile che sul palco di Renzi salga un uomo della finanza inglese a dire che il problema dell’Italia sono le pensioni che schiacciano le generazioni più giovani”, ha detto Cuperlo prima di criticare l’idea che la segreteria possa essere un trampolino di lancio verso la Presidenza del Consiglio. “E se sei segretario del Pd”, ha continuato, “non puoi farlo come secondo lavoro.”

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Gianni Cuperlo con l’onorevole Irenze Manzi

Gianni Cuperlo, non ha risparmiato neppure al governo Letta le proprie critiche, pur riconoscendone la necessità “dato il momento emergenziale”. Questo governo non è quello che avremmo voluto”, ha detto, “e noi lo pungoliamo perché si diano risposte a chi soffre adesso”. Quindi dei paletti che Cuperlo vorrebbe mettere alla legge di stabilità. Difendendo l’indicizzazione degli assegni pensionistici, risolvendo il problema degli esodati e accrescendo il fondo per le politiche sociali. “Quei 280 milioni di euro messi a disposizione del governo”, ha spiegato, “a fronte dei 400 della sola Emilia Romagna. Qualcosa”, ha scosso la testa , “non funziona.”

Chiaro dunque il pensiero e la strategia di Gianni Cuperlo. Ripartire dai valori della sinistra e da un’idea di partito strutturato. Un discorso che è piaciuto a coloro che erano presenti oggi all’Asilo Ricci. Come sarebbe piaciuto a coloro che assistettero qualche anno fa, ai tempi dei Democratici di Sinistra, a uno degli ‘ultimi interventi, pronunciato nella stessa sala, di Gianni Cuperlo a Macerata. Un discorso però che a un’altra parte del Partito Democratico probabilmente non piace per nulla. Perchè le prossime primarie non saranno solo la scelta tra due persone. Ma tra due identità e due modelli differenti di partito. Uno strutturato e l’altro, come l’ha definito Cuperlo, “personalistico”. L’affondo, ovviamente, era per Mattero Renzi.

***

Sul piano locale è stata convocata per sabato 16 novembre alle 9.30, all’Ostello Asilo Ricci di Macerata, l’assemblea dei delegati provinciali con all’ordine del giorno la proclamazione ufficiale della neo segretaria Teresa Lambertucci

(foto-servizio di Lucrezia Benfatto)

 

 

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