Pd, Comi candidato
alla segreteria regionale

Il consigliere regionale sta per ufficializzare la sua candidatura, appoggiata da Teresa Lambertucci e Mario Morgoni. Il senatore critica l'altro contendente, Valerio Lucciarini, anch'egli renziano. "Attorno a lui si stanno aggregando pezzi di partito antitetici a noi". Per i cuperliani parla Barabara Temperilli: "Notabili che lanciano nomi alla stampa, candidature basate sul nulla. Quali sono i programmi? Inutile un congresso così". I civatiani aspettano di riunirsi per decidere

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Il consigliere regionale Francesco Comi

di Marco Ricci

Francesco Comi, l’ex candidato sindaco al comune di Tolentino e attualmente consigliere regionale, correrà per la segreteria nel prossimo congresso regionale del Partito Democratico. A sfidarlo il sindaco di Offida Valerio Lucciarini. Entrambi renziani – sebbene nessuno dei due della prima ora – i grandi assenti dalla competizione sono due. Un candidato espressione dell’area di Gianni Cuperlo a cui si può ascrivere il segretario regionale uscente, Palmiro Ucchielli, e un renziano della prima ora. Sia Comi che Lucciarini appoggiarono infatti Bersani nella corsa alla presidenza consiglio e questo ha sollevato qualche mal di pancia anche all’interno delle associazioni renziane della provincia di Macerata. Associazioni che avrebbero magari preferito che si lavorasse per un candidato nato magari proprio da consultazioni tra la base che appoggia il sindaco di Firenze. La scelta di Comi rafforza però quella linea politica di alleanza tra i renziani “duri e puri” e l’area Neo Dem di Fassino e Francheschini, un’alleanza che anche in provincia di Macerata, oltre che nel resto del paese, ha dato i suoi frutti.

Teresa Lambertucci

Teresa Lambertucci, segretaria provinciale del Pd maceratese

E immediato è arrivato l’appoggio a Francesco Comi da parte della segretaria provinciale, Teresa Lambertucci. “La candidatura di Francesco al congresso regionale è una grande occasione, non solo per il partito democratico maceratese ma per tutta la nostra provincia”, ha dichiarato. “Comi”, ha inoltre aggiunto, “ha una grande esperienza in regione, non solo dal punto di vista politico ma anche da quello amministrativo. Dunque questa è una grande occasione che rafforza il maceratese e mi auguro abbia l’appoggio di tutto il partito provinciale”.

Così se i renziani della provincia – inclusa ovviamente l’area dem dello stesso Comi e di Angelo Sciapichetti – appoggeranno il candidato di Tolentino nella sua corsa verso Ancona, più sfumate appaiono invece le posizioni di chi a dicembre si schierò con Gianni Cuperlo, la cui preferenza sembrerebbe  andare – al momento solo a titolo personale – verso il sindaco di Offida, anche per le antiche frizioni di alcuni esponenti dell’area con Francesco Comi.

Il sindaco di Offida, Valerio Lucciarini

Il sindaco di Offida, Valerio Lucciarini

Nonostante sia ancora tempo di incontri, di riunioni e di frasi a mezza bocca, l’anomalia – o la novità – delle consultazioni che indicheranno il successore di Palmiro Ucchielli è quella di avere due candidati provenienti dalla stessa area, oltre al fatto che sui due candidati renziani stanno convergendo praticamente tutti i vari pezzi del Pd marchigiano e maceratese, ad eccezione dei civatiani che ancora non si sono pronunciati. Un completo rimescolamento di posizioni che non permette più di disegnare divisioni schematiche delle aree presenti nel Partito Democratico. Nella corsa per la segreteria regionale, oltretutto, molti fattori – tra cui quelli territoriali – si mescolano insieme. Non sembra un caso che nel nord delle Marche – da Pesaro ad Ancona – una parte consistente dei non renziani del Partito Democratico  possa convergere su Lucciarini, candidatura su cui ha espresso – per motivi politici – diverse perlessità il senatore Mario Morgoni.

 

Il senatore Pd, Mario Morgoni

Il senatore Pd, Mario Morgoni

“Per prima cosa”, ci ha dichiarato Morgoni, “non capisco come un candidato dell’area Renzi come Lucciarini possa disconoscere una linea politica che il segretario nazionale sta portando avanti in tutta Italia, ovvero l’allenza con l’area Dem di Franceschini e Fassino, alleati che non possono essere scaricati e con cui non mi sembra che né Lucciarini né tanto meno Matteo Ricci – dirigente nazionale – abbiano intavolato un confronto. Inoltre non mi è particolarmente piaciuta neppure la sua autocandidatura”. Dopo aver ribadito le forti perplessità politiche nell’escludere l’area Dem dal confronto, Mario Morgoni ha toccato il punto delle convergenze che stanno confluendo su Lucciarini, sia in regione che in provincia di Macerata.

“Attorno a Lucciarini si aggrega una classe dirigente che abbiamo combattuto per le logiche chiuse, quelle logiche che, preferendo ottenere maggioranze nel partito,  ci hanno poi portato a perdere nei territori e nel paese. Ci sono con Lucciarini”, ha proseguito Morgoni, “pezzi di partito antitetici a Matteo Renzi. E penso in provincia di Macerata a coloro che hanno rifiutato l’offerta di Teresa Lambertucci a rompere con le vecchie logiche. Ma Mario Antinori, e verosimilmente coloro che sono con lui, hanno negato questa ipotesi. Dunque se le logiche sono queste, Mario Morgoni e tanti altri non possono essere con Lucciarini che dovrà dirci se condivide la negazione del percorso unitario fatta da Antinori o meno. Noi”, ha concluso Morgoni, “vogliamo costruire un partito nuovo per evitare scenari stucchevoli, vecchie dinamiche improduttive e dannose, da quelle correntizie a quelle territoriali. Dinamiche e modi di pensare di cui dobbiamo disfarci da qui alle elezioni regionali, ponendo attenzione alla realtà dei problemi e alla qualità delle persone. Qui ci sono le Marche e i suoi cittadini con  i loro problemi. E ci sono tante energie nelle scuole, nelle università, nella società che dovremo portare in regione”. Una chiusura netta quella di Morgoni, che non solo rivendica l’attenzione dei renziani verso l’Area Dem di Comi ma che critica fortemente Lucciarini per accogliere nelle sue fila quei pezzi di partito a parere del senatore forieri delle vecchie logiche che Renzi vuole superare.

Barbara Temperilli, alla destra di Gianni Cuperlo.

Barbara Temperilli, alla destra di Gianni Cuperlo.

Un’interpretazione e un giudizio completamente diverso su quanto sta accadendo lo ha dato invece Barbara Temperilli, la portavoce dei cuperliani in provincia di Macerata, la quale sottolinea una sorta di “nulla” intorno ai due nomi che si dovrebbero contendere il congresso regionale. “La vera anomalia che riscontro è in primo luogo il fatto che sulla stampa siano apparsi i nomi di due candidati renziani e non vorrei che tutto questo non fosse altro che un riposizionamento politico. Al momento non vedo che pezzi di apparto che sostengono questo o quest’altro. Non credo che in questo momento tanto difficile per l’economia e la società”, ha spiegato la Temperilli, “questo debba essere il modo con cui si affronta una fase congressuale. Serve un congresso di questo tipo? Abbiamo di fronte due candidature dell’area Renzi di cui non vedo il discrimine, nomi fatti senza un coinvolgimento ampio dei dirigenti e sopratutto senza una base politica. Anzi, qui non vedo proprio alcuna proposta politica, non vedo alcuna analisi della situazione regionale. Siamo contenti di come vanno le Marche adesso? Il modello politico che esprime la maggioranza in regione ci soddisfa o no? Qui non viene esplicitato niente, niente sul tema del lavoro, della crisi dei distretti industriali, su questo vogliamo dire qualcosa o no?”

Ma la lista Cuperlo in provincia di Macerata cosa farà? “La cuperlo non si è ancora espressa per nessun candidato e spero che il confronto si sposti in un’altra direzione, dai nomi ai contenuti. Noi non abbiamo un candidato anche perché ci sono una serie di cose ancora da definire, tra cui le regole e i tempi. In ogni caso l’area Cuperlo in provincia di Macerata vuole ragionare sui rapporti con l’ente Regione Marche, sulle prospettive delle prossime elezioni regionali, sulla crisi. E siccome in questo momento il dibattito è sul nulla, noi come lista Cuperlo dobbiamo porre i contenuti sul tavolo del disorso e da lì partire per trovare candidature che possano portare a un progetto di rilancio della regione. Qui vedo sono notabili che lanciano dei nomi sulla stampa senza contenuti. Quando poi queste candidature saranno ufficializzate, a quel punto si vedrà. Ma per adesso è di contenuto che vogliamo parlare”. E sui nomi, come ad esempio quello di Sara Giannini, che avrebbero in passato espresso appoggio a Valerio Lucciarini, Barbara Temperilli parla di posizioni personali, “in alcuni casi legati da amicizia personale. Per quanto riguarda la nostra area”, ha concluso, “come le ho detto il punto che ora ci interessa è un altro”.

Una situazione anomala, quella al momento sul tavolo di gioco. E al di là dell’incertezza dei civatiani che ancora non hanno deciso se proporre una propria candidatura e che al momento escludono appoggio ad uno dei due candidati in pista per il semplice fatto “di non averne parlato”, resta ancora aperta l’incognita Roma. Cioè se la segreteria Renzi non decida di mettere ordine evitando uno scontro tra due candidati della stessa area, puntando magari su un candidato unico.

 



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