di Gabriele Censi
Vivace avvio di campagna congressuale per il Partito Democratico dopo la presentazione delle candidature di Mario Antinori e Teresa Lambertucci (leggi l’articolo). Tanti interventi di apprezzamento o di avversione sono stati veicolati sulla nuova e imperante sede della discussione politica di oggi, il social network. E’ su facebook che scopriamo che non è piaciuta per niente al consigliere regionale Angelo Sciapichetti la qualifica di capobastone attribuitagli da Antinori: “Nel dizionario alla voce capobastone c’è scritto: nella gerarchia mafiosa, chi dirige le attività criminose in una determinata zona oppure nella gerarchia mafiosa,capo locale,con una limitata autonomia decisionale. A seguito di ciò esprimo stupore – dice Sciapichetti – per il linguaggio violento e offensivo, usato dal giovane trentenne candidato alla guida del Pd provinciale; non intendendo al tempo stesso sottovalutare la gravità delle affermazioni, fermo nel difendere la propria onorabilità e il proprio passato fatto di tante battaglie per la giustizia e la legalità, intende sapere quanto segue: a) se risponde al vero il fatto che alla conferenza stampa, quando sono state effettuate affermazioni tanto gravi fosse presente anche una parlamentare della Repubblica e qualora fosse vero, come mai la stessa, non abbia ancora preso le distanze da tali dichiarazioni; b) se il candidato Mario Antinori intende nelle prossime ore chiedere pubblicamente scusa per le affermazioni a lui attribuite che nulla hanno a che vedere con la normale dialettica politica; in caso contrario il candidato Mario Antinori sappia che per quanto riguarda il sottoscritto, egli ne dovrà rispondere nelle competenti sedi giudiziarie”.
A seguire un acceso dibattito sulla valenza delle dichiarazioni, se semplice scortesia o reato. A contrapporre le tesi altri due nomi noti della politica locale, Gian Berdini: “Quando Areadem ha deciso di schierarsi con Renzi ha fatto le primarie in ogni regione e città? No! e allora chi ha deciso? Angelo tu hai deciso per Areadem provinciale senza consultare nessuno della base, dimmi come ti dobbiamo chiamare?” David Favia: “Io sono in causa per questo termine. E’ un termine mafioso e chi lo usa in politica deve farsela finita. Non conosco Antinori. Su alcuni nomi fatti ha anche ragione ma Sciapichetti è una brava persona e le parole sono pietre”. Il dibattito on line tra Favia e Berdini prosegue poi senza che nessuno cambi la propria posizione. Mentre tra i protagonisti Antinori darà la sua spiegazione domani, in occasione di una conferenza stampa convocata per illustrare alcuni elementi di programma della lista Ri-Generazione Pd e Sciapichetti, a freddo, ridimensiona la questione augurandosi “che simili linguaggi non si ripetano, il confronto sia sereno, e se ci deve essere scontro sia ricondotto sui programmi. Nel week end si celebreranno i congressi di circolo, non c’è neanche tanto tempo quindi è inutile perderlo in sterili polemiche”
PD COME IL DASH – Sempre da facebook giunge la voce esperta dell’ex senatore Mario Cavallaro che sul dibattito nel Pd riscopre lo slogan di un famoso detersivo: La sindrome del PD-Dash; nuovo che più nuovo non si può. “Sembra ci si accapigli – dice Cavallaro – solo intorno a chi è nuovo che più nuovo non si può; evidente falsa partenza che speriamo sia fischiata da qualche sagace arbitro e riconduca i concorrenti ed i loro suiveurs e porteurs ad occuparsi delle questioni di merito della vita sociale ed economica della provincia e a diffondere un’immagine più serena e più unitaria del Partito, come del resto i due competitori possono garantire. Del segretario regionale – l’ho già detto, ma in garbata sordina che qui replico – mi ha colpito negli ultimi tempi più di tutto la bizzarra partecipazione al debutto pubblico di un partito civico che dovrebbe portar via voti al PD; stendiamo un velo pietoso, per carità di patria, sull’inno a Mussolini dell’improbabile nostro assessore di una importante città. Non si tratta di evitare critiche, di esimersi da autocritiche sempre necessarie, o di rinnegare il ruolo che un cambiamento periodico – in verità auspicabilmente sempre accompagnato dalla qualità maggiore di chi arriva rispetto a chi parte, altrimenti si chiama peggioramento, non cambiamento – deve avere in ogni realtà associativa, partiti compresi; ma se questa sarà la cifra del dibattito prossimo futuro, ci sarebbe da preoccuparsi sul serio. Leggo oggi alcune notizie convergenti, che mi sembrano le vere preoccupazioni per il futuro delle Marche e delle sue strategie politiche. La prima, l’ormai dilagante scadenza della Cassa integrazione, che colpisce più aziende e più settori, dall’edilizia agli elettrodomestici; nessuna vera nuova politica industriale, che nelle Marche, manifatturiere più che mai, sarebbe indispensabile. La seconda, l’irrisolta crisi di Bancamarche, nella quale secondo me troppo poco si è stigmatizzato il contegno di Masera, che ha rilasciato dichiarazioni suscettibili di procurare danno gravissimo alla Banca dopo aver per fin troppo breve periodo e senza alcun visibile risultato ricoperto la carica di Presidente, le confuse posizioni di chi ora si chiama – tardivamente – fuori da responsabilità anche proprie, ma anche e sopratutto le dichiarazioni odierne di Draghi, che richiede espressamente misure di capitalizzazione di cui proprio BancaMarche potrebbe, insieme ad altre banche europee, essere destinataria e beneficiaria, perchè è sana, ha una gran raccolta ed una struttura professionale ed una rete complessivamente buone. Si deve seguire questa strada, imporre alla politica nazionale di agire su questo punto, smetterla di discutere come primo o anzi unico tema della decadenza di B., di cui ci dobbiamo occupare dando alla questione l’importanza ed il rango nazionale che ha. La terza, l’incolpazione dell’Ad di Aerdorica, sicuramente gestita male e a cui le ricette finora propinate e quelle ipotizzate, oltre che produttive di ingenti perdite, non sembrano nè adeguate né coerenti con quello che proprio oggi l’advisor del Ministro Lupi, l’ex presidente Sea Bonomi, indica come obbiettivo per chi voglia rientrare seriamente nel piano strategico degli scali che dovrà essere approvato entro il prossimo mese e cioè non improbabili fantasie su crescite smodate, ma sinergie fra più scali, nel quadro di un ruolo di competizione internazionale e nazionale che tenga conto della assoluta necessità di un equilibrio economico (e di rigore nell’amministrare e di valutazione responsabile e realistica degli interessi e degli obbiettivi che uno scalo marchigiano può sostenere). Ecco, penso che se invece di recitarci la giaculatoria del cambiamento con enfasi tanto più forte quanto più si è vecchi dentro e fuori noi del pd ci occupassimo di queste ed altre questioncelle (oggi tralascio i problemi del sistema scolastico ed universitario, quelli della macchina giudiziaria o del sistema sanitario, delle energie alternative e del sistema industriale, che ormai nel nostro paese o ammazza con l’inquinamento o non può fare nulla ingessato com’è da polemiche disinformate, dell’ormai prossima scadenza delle nuove articolazioni per gli enti locali e per i servizi pubblici locali, dei rifiuti e della distribuzione delle risorse idriche, tutte questioni nodali per le nostre “piccole” Marche) faremmo sicuramente un buon servizio al Paese, ma anche – ne sono convinto – alle Marche, a Macerata e al PD”.
MACERATA TAGLIATA FUORI – Un contributo ad una diversa lettura delle candidature viene da Fabrizio Cambriani che dalla direzione provinciale del partito si è dimesso dopo il voto sulla Presidenza della Repubblica: “Le dinamiche che hanno portato alla scelta dei candidati alla segreteria provinciale del PD tagliano fuori, per la prima volta, il capoluogo Macerata. La nuova geografia vede infatti al centro le seguenti città: Civitanova, Potenza Picena, Recanati e Tolentino che da sole si giocano il nuovo primato con il palese interesse di affrancarsi una volta per tutte da Macerata e dai suoi rappresentanti nelle istituzioni (parlamento, regione). Non traggano in inganno, in questo caso, le divisioni tra renziani e bersaniani, perché il disegno è più sottile ed infido. Diciamo piuttosto che queste supposte divisioni diventano funzionali, per gli occhi meno esperti, a questo disegno. Macerata capoluogo, ad esempio viene sacrificata in vista di una rivendicazione regionale che veda un segretario delle Marche del sud: segnatamente di Ascoli. Oppure perché, viceversa, possa agevolare una donna dell’anconetano di Areadem al traguardo della segreteria regionale. Ciascun protagonista ha il suo progetto e le sue contrapposte convenienze. Macerata è l’obiettivo comune da sacrificare in vista di esso. Con il senno del poi, oggi si rivela molto più chiara e definita anche l’imbarazzante ed ambigua partecipazione, qualche giorno fa, del segretario regionale Ucchielli alla presentazione di una costituenda lista civica a Civitanova (leggi l’articolo), per le prossime elezioni regionali, concorrente al suo stesso partito avente come leader un consigliere comunale di Macerata non eletto nel PD. Detto molto brutalmente, da oggi in poi i maggiorenti del PD provinciale abbandonano Macerata capoluogo al proprio destino preoccupandosi ciascuno del proprio immediato futuro. La balcanizzazione è appena cominciata, le sue infauste conseguenze non tarderanno a farsi sentire”.
NO PORCELLUM – Oggi intanto Teresa Lambertucci ha aderito al giorno di digiuno a sostegno della campagna del vicepresidente della Camera Roberto Giachetti per l’abolizione dell’attuale legge elettorale. A proposito di programmi quelli nazionali dei quattro candidati, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Giuseppe Civati e Gianni Pittella sono consultabili on line: le proposte a confronto
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Condivido in pieno tutti i vostri discorsi, le vostre idee e le vostre innovazioni…ahahahah…Te pensa che ancora c’è gente che non solo li vota, ma pagano anche 2 euro!
Datemi retta, Comprateci una rosa e regalatela al vostro amato/a!!!
I “cuperliani” hanno dentro quelli che lo stesso loro candidato provinciale ha definito come capibastone; i renziani (che, a mio avviso, a livello nazionale esprimono le posizioni più innovative) hanno dentro almeno a Macerata personaggi che più impresentabili non potrebbero essere; l’area dem (ove pure, secondo il candidato Antinori, allignano diversi capibastone) si guarda bene dal rendere noti gli accordi a livello locale sottesi alla confluenza sui renziani; l’unica polemica tra i due candidati sinora c’è stata sulla responsabilità della mancata soluzione unitaria, che, se fosse stata raggiunta, avrebbe integrato il solito pastrocchio correntizio, cioè il peggio del peggio.
Per il momento, poi, si parla solo di insulti e di querele in arrivo, di Ucchielli che va a favorire la nascita di un partito “civico” concorrente (subito in realtà qualificato come un partito “civetta”), ma non è dato conoscere in cosa si differenziano i due candidati rispetto alle problematiche locali e circa il modello di organizzazione del partito, che, tutto sommato, sarebbero le questioni che interessano la collettività locale.
Insomma, ma di che stiamo parlando?
BASTA PROPORZIONALE!
Per avere sistemi politici efficienti e trasparenti come i sistemi anglosassoni (Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia) occorre introdurre il SISTEMA MAGGIORITARIO UNINOMINALE. Il candidato che ottiene più voti nel collegio va in Parlamamento. Semplice no? Zero inciuci, niente premi e bonus. Mai più porchette e porchettine. Tutto alla luce del sole e sapete per chi avete votato.
Approfondite voi stessi come funziona il sistema politico/elettorale nei paesi anglosassone e poi confrontatelo con i sistemi europei proporzionali (Grecia, Italia, Portogallo, Spagna) e infine giudicate voi!
Sciapichetti, Cavallaro, Cambriani… è proprio nuovo questo PD!!!
Che confusione!….di idee, di persone, di programmi. continuando così alle elezioni (presto o tardi che siano) vi ritrovate con il c…per terra.
Ho aderito al digiuno a staffetta promosso dal vicepresidente della Camera, on. Roberto Giachetti, per il valore simbolico del sacrificio personale (peraltro limitato a sole 24 ore per quanto mi riguarda) al servizio di una causa, come quella della imprescindibilità della riforma elettorale. Ho sempre interpretato la politica e l’impegno civile come un servizio a favore degli altri, particolarmente di chi ha meno possibilità; sono disponibile al confronto e all’approfondimento dei temi prioritari e centrali per il territorio, purchè sia un confronto propositivo e non limitato, come spesso è accaduto, a documenti programmatici mai messi in pratica. E in tanti documenti programmatici che si sono succeduti inesorabilmente nel tempo, congresso dopo congresso, abbiamo fatto esercizio di retorica e di oratoria, a cui tanti autorevoli commentatori tuttora non si sottraggono. Da parte mia l’impegno è quello di recuperare concretezza, lealtà, trasparenza e misurarmi sul saper fare politico, con coraggio e determinazione, ricercando il dialogo con tutti ma con lo sguardo fermo verso il rinnovamento.
Il PD è diventato qualcosa di più aperto a qualsiasi interpretazione che una quartina di Nostradamus, forse perché rispetto al suo modello archetipico (cioè rispetto ad “Amici” di Maria De Filippi) è molto più intergenerazionale.
CARO PIGI78, QUI CI VUOLE UN MUSSOLINI !!!!!!!
SOLO STRIZZANDO LORO IL SEDERE POTRAI RIDIMENSIONARLI AD UNA MENTALITA’ DEMOCRATICA AL SERVIZIO DEL POPOLO.
ALTRIMENTI, CONTINUERANNO A PENSARE SOLO ALLA PAPPA.
Per Teresa Lambertucci
Va bene la partecipazione allo sciopero della fame contro il porcellum, che è un abominio (così come, a mio avviso, è molto ragionevole la proposta di modifica della legge elettorale avanzata da Renzi).
Ma forse i cittadini, i simpatizzanti e gli iscritti vogliono sapere anche qual’è il suo modello di partito, cosa ne pensa di quelle ingombranti presenze all’interno della corrente renziana che sono la negazione di quanto Matteo Renzi dice e predica, quali sono i termini e le promesse a livello locale scaturenti dall’accordo con l’area dem, qual’è la sua idea sulle principali questioni di merito che interessano la nostra provincia (i grandi centri commerciali che sorgono come funghi, l’evidente presenza della criminalità organizzata imprenditrice, Banca Marche, il biogas nella sua versione speculativa favorita dalla Regione che sta mandando alla rovina decine di imprese agricole, la droga che sta dilagando grazie al disinteresse ed anche grazie alla complicità di alcune amministrazioni locali, ….).
Nonostante i nuovi presenti in tutti i partiti ci sono ancora molti vecchi squali che sono 30 (o addirittura 40) anni che fanno politica (spesso male), che hanno cambiato molte volte correnti, cambiato bandiera, cambiato leader, cambiato idee più in fretta di quanto si cambino le mutande…pur di continuare a restare a galla disperatamente aggrappati al carro del vincitorre.
Gente che invocava l’uomo forte, oppure il centralismo democratico, i colonnelli oppure l’alternativa di sinistra…. Sono tutti, tuti sopravvissuti a se stessi (ed alle loro idee, quando raramente le avevano) e, spesso, sottobanco, si accordano anche se poi in pubblico fingono di scannarsi.
Se non gettano la zavorra, e subito, i novelli presto si trasformeranno in aceto, avendo accanto delle bottiglie avariate…
Per il digiuno a staffetta stiano attenti a non sbagliare i cambi, più sono e più la cosa diventa complicata. Contro il Porcellum anche indossare il cilicio potrebbe essere un’idea di grande impatto, nel PD non c’è qualche superstite teodem che si offre volontario, magari a giorni alterni?
@ Gianfranco Cerasi
Avevamo avuto speranza nel M5s, lo abbiamo votato e guarda che cosa è diventato. A Macerata siete divisi in due tronconi: chi vuole agire e chi teme che qualcuno voglia saltare sulla sue sediolina.
Ormai, pure il voto al M5s è diventato inutile. Ci vorrebbe una Destra monolitica come in Francia… Ma qui la Destra è divisa in rivoli, inutili e dispersivi. Risultato: non dovremo più andare a votare, se vogliamo continuare a guardarci allo specchio senza darci degli stronzi.
@Rapanelli
La tua reazione è quello che loro vogliono! La partitocrazia è maestra nel creare confusione e alzare la polvere per nascondere le loro magagne. Per questo hanno paura del sistema maggioritario. Con il modello uninominale devi metterci la faccia, parlare con la gente, farti conoscere nel territorio dove hai intenzione di presentarti. Mi chiedo e vi chiedo: è mai possibile che un maceratese, residente nel maceratese, radicamente impiantato nel maceratese, per entrare in Parlamento debba essere inserito nelle liste bloccate in Sardegna? Avete capito che aberrazione? Andatelo a raccontare ad un americano, un inglese o un canadese e poi guardate la sua faccia. Ma non siete stanchi di essere ridicolizzati e umiliati nel mondo e in Europa? Io si! Ora basta! Il rimedio c’è ed è un rimedio democratico!
@Gianfranco Cerasi: Ha perfettamente ragione sulla presenza dei vecchi squali gattopardeschi presenti negli attuali partiti; gli stessi che oggi si accingono a modificare , su sollecitazione del Quirinale, la legge elettorale, a proprio uso e consumo, cercando ancora una volta di mantenere le loro poltrrone ed i loro privilegi .Dal Porcellum al DoppioPorcellum. Si può pensare veramente che con le preferenze, i candidati verranno scelti dagli elettori? Questa mi pare come quella della nipote di Mubarak!