Silvia Squadroni
«Sicuramente nella nostra provincia destinata ad essere inglobata in una delle sette aziende ospedaliere regionali con gestione autonoma, viene clamorosamente e sfacciatamente avvantaggiato il presidio di Macerata a danno di quelli esistenti sulla costa (in primis Civitanova ) e nell’entroterra (Camerino e San Severino)». Sono le parole della candidata sindaca Silvia Squadroni che mette nel mirino il Piano sanitario regionale, con conseguente masterplan di edilizia sanitaria e fondi del Pnrr destinati al comparto e pone con la sua civica SiAmo Civitanova alcune domande all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini.
«Scorrerà – dice la Squadroni – sopra le nostre teste un fiume di denaro sufficiente per attuare quella tanto auspicata e decantata sanità di territorio, di prossimità e vicinanza: un’occasione imperdibile per rigenerare una sanità pubblica capace di produrre un’offerta adeguata alla domanda di servizi avanzata dai cittadini, soprattutto quelli più deboli e svantaggiati. Il problema non sarà però legato alla quantità delle risorse disponibili ma al loro impiego: chi se ne avvantaggerà? Chi ne sarà penalizzato? E’ indubbio che nell’ambito delle due Province confinanti di Fermo e Macerata, Civitanova sia la città più popolosa; altrettanto indubbio che per circolazione e frequenza di mezzi e persone non residenti, la stessa sia in assoluto la prima nelle due Province e una delle più importanti, se non la prima, della nostra Regione. Logica vorrebbe quindi che al presidio di Civitanova fosse riconosciuta una dignità almeno pari a quella degli ospedali di Fermo e di Macerata».
L’ospedale di Civitanova
«Preso atto di questa enorme ed offensiva discriminazione, invece di intervenire per attenuare questo gap si continua ad allargare il divario procedendo incessantemente a potenziare l’ospedale di Macerata e dando dei contentini all’ospedale di Civitanova e ad altri presidi della zona – aggiunge il candidato consigliere di SiAmo Civitanova Flavio Rogani – Il tutto in un contesto dove si presenta un’occasione irripetibile in materia sanitaria per porre rimedio a queste vergognose distorsioni generate scientificamente nel tempo a danno del nostro presidio ospedaliero (vedi pronto soccorso/medicina d’urgenza, reparti di cardiologia/Utic, di medicina generale, di pediatria) e ovviamente a vantaggio della sanità privata che al contrario gode di ottima salute. L’Assessore continua a promettere come se i soldi fossero suoi e non della collettività, senza mai palesare che quelle risorse saranno inesorabilmente sottratte a danno degli altri Comuni della provincia dove insistono importanti presidi ospedalieri e che sicuramente ne avrebbero più bisogno (Civitanova, Camerino, San Severino, Recanati, Matelica, Treia). Ci si chiede: perché l’Assessore prima di promettere impegni così gravosi per la collettività non coinvolge gli altri sindaci della provincia o almeno quelli delle città dove sono ubicati i presidi ospedalieri più importanti (Civitanova, Camerino e San Severino)? Perché l’Assessore non si degna di venire a Civitanova (la città più popolosa e dinamica della provincia) e magari trascorrere un po’ di tempo al pronto soccorso che per sua stessa ammissione rappresenta il biglietto da visita dell’ospedale? Perché non si ferma un po’ a parlare con la gente semplice di Civitanova e farsi raccontare le loro fantozziane e tragiche esperienze vissute con la sanità pubblica? Cosa fare allora vista l’inadeguatezza e la manifesta incapacità della classe politica a garantire il diritto alla salute per i nostri cittadini? Al riguardo sarebbe auspicabile costituire in provincia appositi Comitati (Civitanova, Camerino, San Severino) per avere voce in capitolo nell’impiego delle stesse risorse per altre situazioni, certamente più critiche, che si registrano in diversi ambiti territoriali della provincia. Un altro Comitato, prettamente locale, dovrebbe invece occuparsi dell’utilizzo delle rilevanti risorse che arriveranno dal Pnrr e che saranno recepiti nell’ambito del masterplan dell’edilizia sanitaria».
L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini
«Rimanendo nella nostra zona costiera, per realizzare un vero modello di sanità di territorio e di vicinanza – aggiunge Rogani – non si può prescindere dal completamento del nostro ospedale che deve necessariamente diventare un ospedale di primo livello al pari dei quello di Macerata. In luogo di fumose e fantomatiche strutture sanitarie previste nel Pnrr, perché non realizzare centri diurni per l’Alzheimer, per l’Autismo e per altre patologie neurodegenerative? Perché non realizzare Rsa/case di riposo a gestione pubblica? Per quanto concerne il nostro territorio, una struttura idonea potrebbe essere il complesso della Stella Maris, che oltre ad accogliere le strutture di cui sopra, potrebbe anche essere la sede di centri di ascolto ed accoglienza per patologie legate al disagio giovanile. La Stella Maris potrebbe essere una sorta di cittadella socio-sanitaria avanguardista gestita in sinergia da Regione, Comuni, cooperative sociali e associazioni di volontariato locali. Vorrei semplicemente suggerire che per realizzare un buon piano sanitario, la Regione non deve per forza edificare distruggendo dolci colline e consumando il nostro splendido territorio ma potrebbe investire con profitto e oculatezza su strutture già esistenti e adatte allo scopo. E’ ora che ci si renda conto che i nostri cittadini in materia di sanità pubblica sono stati continuamente trattati nel peggiore dei modi come silenti sudditi con l’anello al naso. E’ ora di dire basta e pretendere che ci venga restituita la stessa dignità che viene riconosciuta al pesarese, all’anconetano, al maceratese e al fermano. E’ ora che tutti noi torniamo ad appropriarci di quello spirito di comunità che ha consentito in passato ai nostri padri di realizzare opere come la tramvia, l’acquedotto, l’ippodromo, il porto-rifugio, l’ente fiera, l’ospedale, le zone industriali».
Conclude l’infermiera Elisa Diomira Totaro, candidata consigliera sempre in SiAmo Civitanova: «Inserire oss sul territorio che lavorano insieme agli infermieri in modo anche da creare supporto e posti di lavoro; potenziare la consulenza medica specialistica sul territorio a domicilio per evitare trasporti di pazienti che sono già sofferenti; per i pazienti che sono ospedalizzati a casa e che hanno bisogno di assistenza h12 o h24 si potrebbe pensare di dare contributi in aiuto ai familiari che magari hanno un reddito basso e non possono permettersi una badante; snellire la burocrazia per la richiesta dei presidi perché lenta. Sicuramente – conclude – aiuterebbe a rafforzare il territorio e a snellire il pronto soccorso di Civitanova che potrebbe lavorare molto molto meglio».
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Sono Maceratese, ho diretto per molti anni il Dipartimento Materno-Infantile dell’Area Vasta 3 (da Camerino a Civitanova), continuo a sostenere, sempre più convinto, che occorra individuare un sito idoneo tra Macerata e Civitanova (se necesario da bonificare) per un effettivo ospedale provinciale. La popolazione della nostra provincia potrà avvantaggiarsene sicuramente. Per due ospedali di primo livello occorre una popolazione di oltre 300.000 abitanti(vedi DM 70 anche nella nuova formulazione), la provincia aveva al 31 dicembre scorso 305.000 abitanti con perdita annua di circa 2500/ anno. L’Area Vasta 3 ne ha già meno di 300.000 Esswendi il territorio di Cingoli ( oltre 9.000abitanti, Apiro ( oltre 2000 abitanti) area vasta 2. Comunque enro 2 – 3 anni anche l’intera provincia avrà meno di 300.000 abitanti. Altro problema, per quanto aumentino le iscrizioni alla facoltà di medicina e infermieristica e alle scuole di specializzazione non si avrà personale sanitario sufficiente pe rdue ospedali di primo livello. Credo che sia necessario che politici e popolazione della nostra provincia e regione si confrontino, insieme ai tecnici competenti, al fine individuare la soluzione migliore e soprattutto possibilmente condivisa.
Se vogliamo fare della sanità un servizio degno di un popolo civile: bisogna avere il coraggio di abolire le regioni con tutta la melma che gli gira in torno.
La sanità e non solo, deve essere di competenza dei comuni, avendo la facoltà di poter interloquire direttamente con i ministri competenti del settore e non sottostare al ricasco di enti locali intermedi come regioni e province che sono veri e propri inutili poltronifici.
Vorrei aggiungere che oggi è veramente necessario potenziare il territorio e le sue strutture essenziali:Case della salute, distretti, consultori servizi di neuropsichiatria compresi quelli infantili e per soggetti autistici e con altri problemi neuropsichici, servizi per le dipendenze patologiche, Servizi per la prevenzione, ecc. In Lombardia l’inizio dell’epidemia COVID ha dimostrato che un eccesso di servizi ospedalieri di eccellenza servono per attirare utenti anche da altre regioni, ma rischiano di assorbire le risorse per il territorio. Ospedali di comunità spoke di pochi ospedali up primo livello veramente efficienti sono la soluzione. Troppi ospedali di primo livello finirebbero per sottrarre risorse che dovrebbero essere destinate al territorio.